donald trump jeffrey epstein

COSA SA TRUMP SU JEFFREY EPSTEIN? – IL TYCOON E IL FINANZIERE PEDOFILO, MORTO IN CARCERE NEL 2019 (PROPRIO QUANDO "THE DONALD" ERA ALLA CASA BIANCA) ERANO AMICI DAGLI ANNI ’90, PRIMA DI INTERROMPERE I RAPPORTI NEL 2004 PER UNA DISPUTA IMMOBILIARE – NEL 2002 (SEI ANNI PRIMA DELLA CONDANNA A EPSTEIN), IL CALIGOLA DI MAR-A-LAGO DISSE DI EPSTEIN: “AMA LE BELLE DONNE COME ME E PREFERISCE SCEGLIERLE TRA LE PIÙ GIOVANI” – NON CI SONO PROVE CHE TRUMP ABBIA VISITATO L’ISOLA DEL MILIARDARIO NEWYORKESE TEATRO DI ORGE E FESTINI, MA È POSSIBILE CHE NON NE SAPESSE NULLA?  - LA PRIMA TROMBATA DI DONALD CON MELANIA E' AVVENUTA SUL JET PRIVATO DI EPSTEIN E NEL 1992 I DUE TRASCORSERO UNA SERATA "CALDISSIMA" A MAR-A-LAGO IN COMPAGNIA DI 28 SIGNORINE... - VIDEO

 

 

Articoli correlati

JEFFREY EPSTEIN E LO SCHELETRO PIU GROSSO NELL'ARMADIO DI TRUMP - SECONDO MICHAEL WOLFF...

EPSTEIN: \'L'UNICA COSA CHE PIACEVA VERAMENTE A TRUMP ERA SCOPARE LE MOGLI DEI SUOI MIGLIORI AMICI..\'

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Estratto dell’articolo di Massimo Gaggi per il “Corriere della Sera”

 

JEFFREY EPSTEIN- DONALD TRUMP

Per dieci anni furono grandi amici, almeno stando ai racconti del finanziere pedofilo morto suicida (o suicidato) in carcere nel 2019. Rapporti che l’attuale presidente non ha potuto negare, anche perché certificati da immagini, testimonianze, aneddoti. Poi, dopo la rottura del 2004, storie al bivio: infamia, condanna per pedofilia, carcere e suicidio per Jeffrey Epstein. Popolarità, potere mediatico e poi politico, Casa Bianca […] per Donald Trump.

 

L’ISOLA PRIVATA

Dei rapporti tra il leader repubblicano e il finanziere che aveva trasformato la sua isoletta privata, Little St. James, in una riserva di caccia nella quale le prede erano ragazzine minorenni, non si è mai parlato molto: soprattutto perché l’amicizia tra i due risale agli anni Novanta e ai primi del nuovo millennio.

 

isole vergini di jeffrey epstein 2

Trump, che nega di essere mai stato sull’isola (e non ci sono prove che lo contraddicano), ha troncato i rapporti con Epstein nel 2004 a causa di una disputa immobiliare in Florida mentre da allora nella rete di Jeffrey sono finiti molti altri personaggi «eccellenti»: da Bill Clinton a Tony Blair, passando per Bill Gates e il principe Andrea della corona britannica.

 

[…] Per la prima volta da quando è sceso in politica, Trump non riesce a imporre la sua narrativa nemmeno ai fedelissimi. Anzi è con loro che sta avvenendo la rottura più grave proprio perché i Maga hanno considerato per anni il caso Epstein la punta dell’iceberg dello scandalo di un’America nelle mani di un deep state di pedofili di sinistra che Trump, una volta al potere, avrebbe sgominato.

DONALD TRUMP - JEFFREY EPSTEIN

 

E siccome lo stesso Donald aveva assecondato, e anche alimentato, questa narrativa, il repentino tentativo di archiviare il caso suscita le reazioni più dure proprio dai suoi fan più scatenati: vedono crollare le loro teorie cospirative e scoprono che forse è proprio il loro presidente che ha qualcosa da nascondere.

 

Sospetti alimentati anche dalla foga con la quale Trump ha attaccato il Wall Street Journal , reo di aver pubblicato una lettera di auguri di Trump a Epstein per il suo 50esimo compleanno, piena di allusioni sessuali, che il presidente sostiene di non avere mai scritto. Ma, fermo restando che non c’è nulla che leghi The Donald a rapporti sessuali con minorenni, i racconti della sua lunga amicizia con Epstein gli creano per la prima volta problemi d’immagine.

ghislaine maxwell jeffrey epstein

 

Rapporti che non può negare per via delle tante foto e riprese dei due circondati da ragazze avvenenti nei locali notturni o alle gare di bellezza e delle interviste che Trump si è lasciato dietro: come quella del 2002 al New York Magazine nella quale definisce Epstein «personaggio straordinario del quale sono amico da 15 anni: uno che ama le belle donne come me e preferisce sceglierle tra le più giovani».

IL NOME DI DONALD E IVANKA TRUMP NEGLI EPSTEIN FILES

 

IL LOLITA EXPRESS

Assai più esplicito Epstein in un’intervista-fiume (100 ore di dichiarazioni registrate) concessa a Michael Wolf nel 2017: anni di libertà e ritorno alla vita dissoluta dopo la condanna del 2008 (18 mesi di carcere dopo aver ammesso abusi sessuali su alcune ragazze minorenni) e prima della nuova incriminazione e incarcerazione del 2019 con l’accusa di aver organizzato un traffico di minorenni).

 

donald trump circondato da audaci signorine epstein party a mar a lago 2

Il finanziere pedofilo descrisse l’ormai ex amico come un uomo spietato, senza amici, incapace di un gesto gentile, dai costumi dissoluti: un sibarita che prova piacere nella rottura di tutte le regole etiche. Tradimenti a raffica delle sue mogli e una predilezione per i rapporti sessuali con le consorti dei suoi migliori amici. Una caccia, racconta Epstein, condotta con una strategia elaborata: prima invitava i mariti nei suoi casinò di Atlantic City e proponeva loro sesso con modelle ed escort.

 

Conversazioni che poi faceva ascoltare alle mogli alle quali si proponeva come vendetta vivente. Trump avrebbe volato sette volte sul Lolita Express, soprannome del jet privato di Epstein. E su questo aereo avrebbe avuto la prima relazione sessuale con Melania. […]

 

Restano i racconti delle scorribande precedenti. A partire dal 1992, quando il New York Times raccontò di un ricco finanziere, George Houraney, che organizzò a Mar-a-Lago (non ancora residenza di Trump ma già suo club privato) una gara tra ragazze avvenenti da immortalare in un calendario: ne portò in Florida 28 immaginando una grande festa con tanta gente e una giuria per scegliere le 12 vincitrici. Ma a Mar-a-Lago scoprì che pubblico e giuria erano ridotti a sole due persone, Donald e Jeffrey. Serata «caldissima», parzialmente immortalata da un video trasmesso anni fa dalla rete Nbc .

donald trump circondato da audaci signorine epstein party a mar a lago donald e melania trump, jeffrey epstein ghislaine maxwelldonald trump a un concorso di bellezzadonald trump ghislaine maxwell 1jeffrey epstein donald trumpbill clinton jeffrey epstein ghislaine maxwell 1jeffrey epsteinbill clinton jeffrey epstein 1jeffrey epstein principe andreajeffrey epstein bill gatesmodifiche ai metadati nel video dell fbi sulle ultime ore di epstein in carcere 7i meme su stephen hawking sull isola di jeffrey epstein 12modifiche ai metadati nel video dell fbi sulle ultime ore di epstein in carcere 2rogan o'handley con gli epstein files foto lapressemodifiche ai metadati nel video dell fbi sulle ultime ore di epstein in carcere 8modifiche ai metadati nel video dell fbi sulle ultime ore di epstein in carcere 5modifiche ai metadati nel video dell fbi sulle ultime ore di epstein in carcere 4modifiche ai metadati nel video dell fbi sulle ultime ore di epstein in carcere 6modifiche ai metadati nel video dell fbi sulle ultime ore di epstein in carcere 3donald trump circondato da audaci signorine epstein party a mar a lagomodifiche ai metadati nel video dell fbi sulle ultime ore di epstein in carcere 1VIDEO DELLE TELECAMERE DI SORVEGLIANZA DAL CARCERE DOVE E MORTO JEFFREY EPSTEIN ghislaine maxwell jeffrey epstein

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…