sace massimo d'alema alessandra ricci federico merola

SACE, SI CAMBIA – LUNEDÌ SARANNO INDICATI I VERTICI DELLA SOCIETÀ: PARE CHE L’OBIETTIVO SIA QUELLO DI SMANTELLARE LE IMPALCATURE LASCIATE DA BAFFINO D'ALEMA. NON SEMBRA AVERE POSSIBILITÀ DI RICONFERMA L’AD PIERFRANCESCO LATINI, MENTRE PER I VERTICI SI FANNO I NOMI DI FEDERICO MEROLA, STORICO CONSIGLIERE DELL'AZIENDA IN QUOTA MEF E GENERO DI GIULIANO AMATO, E ALESSANDRA RICCI, GIA' NUMERO UNO DI SIMEST, ORA RESPONSABILE DEL PROGRAMMA GARANZIA ITALIA E GREEN NEW DEAL DI SACE…

Alessandro Da Rold per “La Verità”

 

Eppur si muove il carrozzone delle nomine nelle aziende statali italiane.

sace

Dopo la tornata di marzo, e soprattutto dopo aver chiuso il capitolo Giuseppe Bono in Fincantieri, lunedì dovrebbe essere finalmente il turno dell'assemblea di Sace, dove dovrebbero essere indicati i nuovi vertici da parte del governo di Mario Draghi. Per la società che garantisce gli investimenti esteri sono stati mesi di forte difficoltà. A gennaio Rodolfo Errore aveva lasciato l'incarico di presidente tra non poche polemiche. Di estrazione dalemiana, Errore ha saputo farsi da parte pochi mesi prima dell'inchiesta raccontata dalla Verità sul tentativo di vendita di due fregate di Fincantieri alla Colombia. Di mezzo veniva citata anche Sace.

 

MASSIMO DALEMA

Per questo motivo al ministero dell'Economia, Daniele Franco e il direttore generale Alessandro Rivera stanno provando a dare discontinuità all'azienda, che fino a pochi mesi fa era ancora espressione della Cassa depositi e prestiti di Fabrizio Palermo, lanciata negli anni del governo giallorosso di Giuseppe Conte. Ma allo stesso tempo il comitato ristretto sulle nomine, composto dal numero uno di Cdp Dario Scannapieco e dal consigliere di Draghi, Francesco Giavazzi, sta provando a trovare qualcuno che non abbia bisogno di rodaggio e sappia muoversi con capacità. Si sta cercando soprattutto di smantellare le impalcature lasciate dall'ex ministro degli Esteri Massimo D'Alema. Per questo motivo non sembra avere possibilità di riconferma Pierfrancesco Latini, amministratore delegato, per anni anello di congiunzione con Fincantieri, anche per i buoni rapporti con il direttore generale Fabio Gallia, tutt' ora al suo posto ma in attesa dell'insediamento di Pierroberto Folgiero come amministrazione delegato.

federico merola 7

 

Per i vertici di Sace si fanno quindi due nomi. Il primo è Federico Merola, storico consigliere dell'azienda, in quota Mef, esperto del settore e già strutturato dal punto di vista amministrativo, dal momento che è amministratore delegato di Arpinge, una società di investimento nel settore infrastrutture. Merola ha solo un problema. È sposato con la figlia del presidente della Corte Costituzionale, Giuliano Amato. Anche per questo una parte della politica (e del Palazzo) preferirebbe che non si esponesse in una posizione così delicata e importante. L'altro candidato per la guida di Sace è Alessandra Ricci, già numero uno di Simest, ora responsabile del programma garanzia Italia e green New Deal di Sace. Una parte di via XX Settembre spinge per Merola, ma un'altra - anche per via di nomine sempre all'insegna dell'alternanza maschile e femminile - preferirebbe una donna come Ricci.

 

alessandra ricci 6

Infine, per il posto di presidente sta prendendo piede la nomina di Filippo Giansante, già interno al Mef nonché consigliere di amministrazione di Eni. Ci sarà a questo punto da trovare poi un posto a Latini. C'è chi lo vede di nuovo in via Goito. Potrebbe prendere il posto di Mauro Alfonso, attuale amministratore delegato di Simest in quota 5 stelle. In questo modo andrebbe ad affiancare l'attuale presidente Pasquale Salzano, ex ambasciatore in Qatar e già sicuro della riconferma nella società impegnata nello sviluppo del commercio estero.

In ogni caso, mentre inizia a filtrare un po' di luce sui destini di Sace, continua invece lo stallo su Invitalia. La partecipata dove comanda da ormai 12 anni Domenico Arcuri è in ritardo rispetto alle altre aziende statali.

 

sace

Deve ancora approvare il bilancio, quindi l'assemblea dovrebbe svolgersi verso la fine di maggio. Sul sostituto di Arcuri circolano ormai così tanti nomi che non ci contano più sulle dita di una mano. Bernardo Mattarella, il nipote del presidente Sergio, amministratore delegato del Microcredito Centrale, dato per mesi come tra i più papabili per il posto in Invitalia, vede le sue quotazioni in discesa: potrebbe pagare lo scotto della parentela proprio come Merola. Così per il posto di Arcuri si fanno anche i nomi dello stesso Gallia, ma anche dell'ex numero uno di Cdp Palermo o di Carlo Tamburi (Enel). Negli ultimi giorni è circolato anche il nome di Antonino Turicchi, attuale amministratore delegato di Fintecna.

 

federico merola 5

Ma c'è chi parla anche di Andrea Munari, presidente del gruppo Bnl. Insomma la lista di pretendenti al posto di Arcuri si fa sempre più lunga. È un rompicapo di difficile soluzione per il governo Draghi quello della nuova organizzazione di Invitalia. C'è chi esce, ma c'è anche chi resta. Il 6 maggio scorso, infatti, Fincantieri ha confermato con un ordine di servizio Sara Mangieri all'ufficio stampa. Mangieri non è un nome qualunque. Oltre a essere stata in passato portavoce di Antonio Di Pietro e aver lavorato in Expo 2015, ha fatto parte della nidiata dei consulenti per la comunicazione dell'ex vicepremier e poi ministro degli Esteri, Luigi Di Maio. Gli uomini del numero uno della Farnesina, al contrario di quelli di D'Alema, continuano a resistere nelle aziende statali e a occupare posizioni strategiche.

sace 1federico merola 2MASSIMO DALEMAMASSIMO DALEMAfederico merola 3alessandra ricci 5federico merolaalessandra riccialessandra ricci 4sace 2

Ultimi Dagoreport

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin servizi segreti gru fsb cia

DAGOREPORT - L’OSCENO PIANO DI PACE SCODELLATO DA TRUMP, CHE EQUIVALE A UNA CAPITOLAZIONE DELL’UCRAINA, ANDAVA CUCINATO BENE PER FARLO INGOIARE A ZELENSKY - E, GUARDA LA COINCIDENZA!, ALLA VIGILIA DELL’ANNUNCIO DEL PIANO TRUMPIANO SONO ESPLOSI GLI SCANDALI DI CORRUZIONE A KIEV, CHE VEDONO SEDUTO SU UN CESSO D’ORO TIMUR MINDICH, L’EX SOCIO DI ZELENSKY CHE LO LANCIÒ COME COMICO - PER OTTENERE ZELENSKY DIMEZZATO BASTAVA POCO: È STATO SUFFICIENTE APRIRE UN CASSETTO E DARE ALLA STAMPA IL GRAN LAVORIO DEI SERVIZI SEGRETI CHE “ATTENZIONANO” LE TRANSIZIONI DI DENARO CHE DA USA E EUROPA VENGONO DEPOSITATI AL GOVERNO DI KIEV PER FRONTEGGIARE LA GUERRA IN CORSO…

andrea orcel unicredit giorgiia meloni giovanbattista fazzolari giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone lovaglio milleri

DAGOREPORT - SUL RISIKO BANCARIO, DI RIFFA O DI RAFFA, L’ARMATA BRANCA-MELONI HA FATTO L’ENNESIMA FIGURA DI MERDA - DI SICURO, NON POTRÀ PIÙ FAR RIDERE I POLLI BLATERANDO CHE UNICREDIT È UNA BANCA STRANIERA, QUINDI L’OPA SU BANCO BPM VA STOPPATA PERCHÉ È UNA MINACCIA PER LA ‘’SICUREZZA NAZIONALE’’ - PROSSIMAMENTE IL CEO DI UNICREDIT, ANDREA ORCEL, AVRÀ MANI LIBERE PER SCEGLIERE QUALE BANCA PAPPARSI, MENTRE NEI PROSSIMI DUE MESI I GENI DI ‘’PA-FAZZO” CHIGI AVRANNO I NEURONI MOLTO IMPEGNATI PER RISPONDERE CON UNA MODIFICA DELLA LEGGE (CHISSÀ SE AVRÀ EFFETTO RETROATTIVO) ALLA PROCEDURA D'INFRAZIONE DI BRUXELLES - SE POI ORCEL SARÀ COSTRETTO DAL GOVERNO DI BERLINO A VENDERE LA SUA PARTECIPAZIONE IN COMMERZBANK, UNA VOLTA INTASCATO IL RICCO BOTTINO, LE OPZIONI SULLA SUA SCRIVANIA PER EVENTUALI ACQUISIZIONI SAREBBERO SENZA FRONTIERE. E NULLA VIETEREBBE A UNICREDIT DI LANCIARE UNA RICCA OPA SU MPS DI LOVAGLIO-CALTAGIRONE-MEF, OBIETTIVO GENERALI: SAREBBE LA MASSIMA RIVINCITA DI ORCEL SUL GOVERNO SMANDRAPPATO DEL GOLDEN POWER…

beatrice venezi secolo d italia libero verita italo bochino fenice venezia

DAGOREPORT - DI PIÙ STUPEFACENTE DELLA DESTRA CI SONO SOLO I SUOI GIORNALI MALDESTRI. SULLA VICENDA VENEZI A VENEZIA, PRODUCONO PIÙ BUFALE CHE NELL’INTERA CAMPANIA - SI SORRIDE SULLA RINASCITA DEL TEATRO LA FENICE CON “LIBERO” E “LA VERITÀ” MA LA RISATA (PIU’ PERNACCHIO) ARRIVA COL “SECOLO D’ITALIA”: “BUONA LA PRIMA: 7 MINUTI DI APPLAUSI PER VENEZI”. PECCATO CHE NON DIRIGESSE AFFATTO LEI, LA “BACCHETTA NERA”, MA IVOR BOLTON, COME C’È SCRITTO PERFINO NEL PEZZO. INCREDIBILE MA VERO. PERÒ LÌ SOTTO C’È LA GERENZA DEL GIORNALE, DOVE SI SCOPRE CHE NE È DIRETTORE EDITORIALE TALE BOCCHINO ITALO. E ALLORA TUTTO SI SPIEGA

giuseppe conte rocco casalino marco travaglio roberto fic o todde paola taverna elly schlein

DAGOREPORT - DOVE STA ANDANDO A PARARE QUELL’AZZECCAGARBUGLI DI GIUSEPPE CONTE? ALL’INTERNO DEL M5S SI CONTRAPPONGONO DUE POSIZIONI: LA LINEA MOVIMENTISTA ED EUROSCETTICA SQUADERNATA DAGLI EDITORIALI DI MARCO TRAVAGLIO, CONVINTO COM'È CHE IL "CAMPOLARGO" SIA UNA DISGRAZIA PEGGIORE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI; CHE HA UNA CERTA PRESA SULLA BASE DEGLI ELETTORI EX GRILLINI - DALL’ALTRA, LA LINEA DI TAVERNA, FICO, PATUANELLI E TODDE, IN SINTONIA CON LA BASE PARLAMENTARE DEI CINQUE STELLE, FAVOREVOLE A UN ACCORDO PROGRAMMATICO DI GOVERNO CON IL PD, ANCHE AL DI LÀ DEL FATTO CHE CONTE SIA, VIA PRIMARIE, IL CANDIDATO PREMIER DELLA COALIZIONE DI CENTROSINISTRA (GOVERNARE SIGNIFICA CONQUISTARE POTERE, POSTI E PREBENDE) – PERCHÉ CONTE ZIGZAGHEGGIA BARCAMENANDOSI CON SUPERCAZZOLE PRIMA DI STRINGERE UN APERTO ACCORDO PROGRAMMATICO COL PD? - COME MAI TA-ROCCO CASALINO, L’APPRENDISTA STREGONE RASPUTINIANO CHE HA CONFEZIONATO PER ANNI LE MASCHERE DEL CAMALEONTISMO DI “CONTE PREMIER”, HA MOLLATO ''LA POCHETTE DAL VOLTO UMANO'' PER FONDARE UN GIORNALE ONLINE?

giorgia meloni maurizio belpietro francesco saverio garofani sergio mattarella

DAGOREPORT - IL “PIANO DEL QUIRINALE PER FERMARE MELONI” NON ESISTE: LO “SCOOP” DELLA “VERITÀ” È STATO CONFEZIONATO CON L’OBIETTIVO DI PRENDERE DI MIRA SERGIO MATTARELLA, COME MASSIMA RAPPRESENTANZA DI QUEL "DEEP STATE" CHE I CAMERATI DI PALAZZO CHIGI HANNO SUL GOZZO – LA STATISTA DELLA SGARBATELLA SOGNA L’EGEMONIA ISTITUZIONALE: BOCCIATO IL PREMIERATO, VUOLE CAMBIARE CON LA FORZA IL SISTEMA MODIFICANDO LA LEGGE ELETTORALE E INSERENDO IL NOME DEL PRESIDENTE DEL CONSIGLIO SULLA SCHEDA (COSI' DA BYPASSARE DI FATTO I POTERI DI NOMINA DEL PREMIER CHE SPETTANO AL COLLE) - MA NON TUTTO FILA LISCIO: LEGA E FORZA ITALIA SI OPPONGONO PERCHE' NON VOGLIONO ESSERE CANNIBALIZZATI DA FDI E IN CAMPANIA E PUGLIA SI PROSPETTA UNA BATOSTA PER IL CENTRODESTA - DA QUESTO DERIVA QUEL NERVOSISMO, CON VITTIMISMO PARACULO ANNESSO, CHE HA SPINTO GIORGIA MELONI A CAVALCARE IL “COMPLOTTO DEL COLLE” – E SE FDI, PER BOCCA DI BIGNAMI E MALAN, NON AVESSE RINCULATO, DAL QUIRINALE SAREBBE PARTITO UN SILURO A TESTATA MULTIPLA...