SALLUSTI DIETROFRONT: DIMISSIONI RITIRATE - LA DESTRA CARA A MORTIMER IN PARLAMENTO VUOLE VOTARE UNA LEGGE SULLA STAMPA ANCORA PIU’ FORCAIOLA - IL RESPONSABILE DI “CRITICA LIBERALE” ENZO MARZO SI CHIEDE PERCHE’ SALLUSTI HA FATTO SCRIVERE FARINA-BETULLA NONOSTANTE FOSSE STATO RADIATO DALL’ALBO? E PERCHE? NON HA MAI RETTIFICATO MOTU PROPRIO LE FALSITA’ SCRITTE SU “LIBERO”?....

1- SALLUSTRI DIETROFRONT: DIMISSIONI RITIRATE
(TMNews) - "Stamattina sul Giornale ho letto con sorpresa questo invito dell`editore a tornare al timone del Giornale e sarebbe stato maleducato e offensivo dire di no. Per questo accetto molto volentieri di tornare al mio posto. Ho firmato le dimissioni, ho restituito tutto ciò che mi competeva come direttore perché credevo che fosse doveroso che il Giornale non fosse costretto ad avere un direttore con un mandato d`arresto. Se però all`editore va bene così, sarebbe arrogante dire di no". Queste le parole di Alessandro Sallusti, tornato oggi al timone de Il Giornale, a Tgcom24.

L`editoriale di domani? "Sarà un ringraziamento all`editore e alla redazione per questa fiducia rinnovata. Il countdown? Ho visto con piacere che al Senato si è cominciato a lavorare per cambiare la legge, speriamo che non ci siano incidenti di percorso. Trascorro questi giorni molto serenamente perché credo che il problema di una condanna sia la vergogna sociale ma da parte mia tutto questo non c`è. L`unica preoccupazione è quella di andare in carcere ma non è questo il punto centrale della questione".

2- LE IDI DI MARZO (ENZO) SUL CASO SALLUSTI-FARINA
di Enzo Marzo su "Critica Liberale"

Ecco i passaggi essenziali dell'intervento del direttore di "Critica liberale" sulla polemica Sallusti-Libertà di stampa che apparirà integrale sulla prossimo numero della rivista.

1. Per riassumere il fulcro del caso Sallusti è sufficiente una sola frase. Però il caso ha tanti corollari. La frase è questa: la logica del codice Rocco applicata contro Sallusti è un residuo fascista che inchioda il nostro paese nella cerchia dei più retrogradi del mondo. La prima responsabilità della sua sopravvivenza è dell'attuale e delle passate classi politiche, della destra cialtrona e della sinistra conservatrice, che in sessanta anni si sono disinteressate del problema. A loro cosa importa? Dopotutto è solo una questione di libertà.

Da anni giacciono in Parlamento alcune proposte di legge sull'argomento, ma dormono nei cassetti. Anche il governo Monti - pur sollecitato - fino allo scoppio del caso Sallusti se ne è solennemente infischiato (...)

2. La vicenda Sallusti ha alcuni corollari. Avverto i lettori che io che sto scrivendo, come tutti coloro che scrivono ed esprimono giudizi, non posso che essere di parte, e nel caso specifico lo sono ancor di più perché come Portavoce della "Società Pannunzio per la libertà d'informazione", negli anni scorsi ho denunciato sia Sallusti sia Farina, lo spione Betulla, all'Ordine dei giornalisti della Lombardia per i loro comportamenti deontologicamente scorretti.

L'Ordine ci ha dato ragione e Farina, lo spione Betulla, ha polemizzato con noi sulla prima pagina di "Libero", minacciando persino azioni legali e rivendicando un preteso "diritto all'oblio", quando a farsi ricordare periodicamente ci pensa da solo. Aggiungo, per chiarezza, che sono convinto che entrambi svolgano un lavoro che ha poco a che vedere con quello giornalistico.

Detto questo, cercherò di rimanere ai fatti accertati e di motivare ogni giudizio. Un giornale, "Libero", pubblica un commento firmato "Dreyfus" in cui si chiede addirittura la pena di morte per quattro persone, tra cui un magistrato, fondandosi su una notizia falsa. E che la notizia fosse falsa era emerso ancora prima della scrittura del commento, ed è incontestabile. (Sul "Giornale" è stato scritto che "Libero" "non aveva l'agenzia Ansa", ed è un vero peccato che il quotidiano più foraggiato dallo Stato non possa dotarsi di quello strumento fondamentale. Fare colletta!).

Dopo le prime proteste (non è ben chiaro se sia pervenuta al quotidiano una richiesta formale di rettifica), il Direttore di "Libero" avrebbe dovuto sentire il dovere professionale di rettificare motu proprio. Non lo ha mai fatto. Evidentemente, oltre all'Ansa, "Libero" non può permettersi il lusso di comprarsi gli altri giornali e leggerseli. Così rimane a corto di notizie, anche di quelle ormai vecchie.

In questi sei anni i lettori di "Libero" non hanno mai avuto il piacere di conoscere quali fossero veramente i fatti, né di valutare un commentatore che li aveva presi in giro aizzandoli a reazioni invero scomposte con una notizia falsa. Nessuno ne ha parlato in questi giorni, ma l'offesa più grave compiuta da Sallusti è nei confronti dei propri lettori(...)

3. Dopo l'ultima sentenza e dopo essere stato smascherato da Feltri, Farina riconosce d'essere l'autore dell'articolo infame. I suoi amici e maestri si mostrano particolarmente irritati con lui. Ma non vedo come possano lamentarsene. Farina, ovvero Betulla ovvero Dreyfus (il povero martire della giustizia e del razzismo francese, dopo 113 anni non meritava certo l'estrema offesa di vedersi scippare il nome da chi incarna esattamente il contrario dei suoi valori), è il prodotto più puro dell'intreccio perverso di berlusconismo, feltrismo e fanatismo cattolico.

Di che si lamenta Feltri? Da quel trivio era ovvio che nascesse un simile "monstrum". Mentana lo definisce "un infame". Per noi resta il Farina di sempre. Lo spione Betulla premiato da Berlusconi con un seggio parlamentare nella più indecente legislatura della storia repubblicana. Comunque il trino Farina-Betulla-Dreyfus nel periodo in questione era già nei guai giudiziari e disciplinari.

L'Ordine dei giornalisti aveva già adempiuto al suo dovere radiandolo perché contemporaneamente giornalista (si fa per dire) e spia dei Servizi. Sallusti lo fece scrivere anche dopo la condanna, ma mettendogli una maschera. E per questo si meritò a sua volta una sospensione di due mesi.

E' ridicola l'argomentazione che se Farina-Betulla-Dreyfus si fosse autodenunciato avrebbe salvato il suo Direttore, perché, come dovrebbe essere noto alla gente del mestiere, le due responsabilità - del Direttore e dell'autore - non si elidono ma si sommano. Né ci pare in questo caso valido l'argomento contro la "responsabilità oggettiva" del Direttore.

Il Direttore di un quotidiano (ingiustamente) si deve far carico di colpe non sue, giacché certamente non può leggere decine e decine di pagine del giornale ch'egli firma come responsabile, ma qualunque Direttore sente il dovere di leggere almeno i commenti e gli editoriali. Sallusti in questo frangente si è dimostrato anche professionalmente un giornalista che non sa fare il suo mestiere. O no?

(...) Sallusti ha fatto di più e ha ritenuto di non dover rettificare alcunché, anche di fronte a una falsità eclatante e indiscutibile. Adesso tutti si stracciano le vesti contro una sanzione cosi sproporzionata come il carcere per dei reati di stampa, e fanno benissimo; tutta la destra si è sollevata come un sol uomo, abbiamo letto fascisti incalliti scandalizzarsi per l'utilizzo della logica del codice Rocco, dimenticandosi che proprio il Pdl (l'ha fatto notare Carlo Federico Grosso e alcuni parlamentari) sta facendo in questi stessi giorni fuoco e fiamme in Parlamento "per ampliare la previsione del carcere nei confronti dei giornalisti che infrangono il divieto di pubblicare notizie attenenti ad atti processuali".

5. Molti hanno accusato o difeso il magistrato che si è sentito offeso dallo scritto di Farina-Betulla-Dreyfus. Ma l'atteggiamento del querelante è del tutto irrilevante. Egli si è solo appellato alla legge. Però involontariamente ha aperto una questione sottovalutata da tutti, e che invece è centrale. E' giusto che in casi, come per la diffamazione, in cui massima è la componente soggettiva del giudizio sia soltanto un magistrato a giudicare su un altro magistrato? Crediamo proprio di no.

E lo possiamo dimostrare con le cifre. Secondo un'indagine dell'Ordine dei giornalisti di Milano, Di cento "offesi" che si sono visti dar ragione in tribunale ben 23 sono magistrati e solo 3 sono giornalisti. I magistrati sono al primo posto con "l'onore risarcito". Non è un dato inquietante che la dice lunga? (...)

 

 

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