IL SALVA VENDOLA – PER NON SPARIRE, SEL SI INVENTA UN TRUCCHETTO PER MANDARE IN PARLAMENTO ANCHE IL SECONDO PARTITO PIÙ VOTATO DELLA COALIZIONE – ANCHE NCD E LEGA PRONTE A DARE BATTAGLIA SULL’ITALICUM

Paolo Bracalini per ‘Il Giornale'

Tra i quattrocento emendamenti alla legge elettorale spunta anche il «salva Vendola». La proposta di modifica al testo arrivato in aula alla Camera è firmata dal capogruppo Sel alla Camera Gennaro Migliore. Nell'articolo che riguarda le coalizioni, Sel propone di introdurre una regola diversa per premiare non solo il partito maggiore della coalizione, ma anche il secondo classificato. Ecco le parole da aggiungere al testo secondo Sel: «(...) nonché la lista che abbia ottenuta la maggiore cifra elettorale nazionale tra quelle appartenenti alla coalizione che non hanno conseguito sul piano nazionale almeno il 4,5 per cento dei voti validi espressi».

In breve, l'emendamento chiede che, in caso di coalizione di centrosinistra Pd-Sel, e nel caso Sel non superi la soglia di sbarramento del 4,5% prevista per i partiti coalizzati (i sondaggi attuali la danno attorno al 2%), in Parlamento non ci entri solo il Pd, ma anche Sel, come primo dei partiti non eletti. Una modifica cucita addosso alle esigenze elettorali di Vendola, che al momento nei sondaggi è dato attorno al 2%. E che recupera un meccanismo dell'odiato Porcellum, che prevedeva appunto il recupero del primo partito sotto la soglia di sbarramento, e che nel 2013 ha permesso al «Centro Democratico» di Tabacci di ottenere, come primo (o meglio, l'unico) partito coalizzato del centrosinistra rimasto sotto la soglia del 2%, ben sei eletti alla Camera.

È il risultato a cui punta Sel, contestando il sistema troppo sbilanciato sui grandi partiti ai danni dei più piccoli, che rischiano di concorrere alla vittoria dei primi senza però eleggere neppure un deputato. L'emendamento «salva Vendola», racconta Europa, è ben visto dalla sinistra Pd. Gianni Cuperlo, ex presidente del partito e referente dell'ala critica verso il segretario Renzi, ha spiegato all'Unità che l'Italicum si può modificare prevedendo «una norma di tutela per la prima forza che risulti sotto la soglia», appunto il «salva Vendola».

Nel dibattito in aula di venerdì, Sel ha posto la questione della costituzionalità, annunciando ricorsi. L'attacco principale riguarda l'«alleato» Pd, e precisamente Renzi: «Faccio osservare una cosa - ha scandito il capogruppo Sel Gennaro Migliore -: un milione e 800mila cittadini hanno scelto l'attuale segretario del Partito Democratico che è l'artefice di questa legge. Bene, se un numero altrettanto cospicuo di cittadini votasse un partito, questi non avrebbero diritto neanche ad un seggio, e questo, dal nostro punto di vista, rappresenta un vulnus politico! Per questo motivo le voglio dire, Presidente, che ci saranno una pioggia di ricorsi costituzionali, una pioggia di ricorsi!».

Non ci sarà solo Sel, tra i partiti «coalizzabili» (dunque escludendo M5S), a dare battaglia perché la legge cambi. Ci sono anche Ncd, che insiste sulle preferenze (Alfano: «La legge si è incamminata bene, ma noi diciamo ancora una volta no al Parlamento dei nominati») e Fratelli d'Italia (La Russa: «É peggio del Porcellum). La legge tornerà in aula l'11 febbraio, mentre la presidente della Camera garantisce il via libero definitivo «entro il mese».

Su un binario parallelo procede il cosiddetto «salva Lega», che prevede l'assegnazione di seggi anche ad una forza che non raggiunga le soglie stabilite, ma ottenga almeno l'8% in massimo sette circoscrizioni che rappresentino il 20% della popolazione. Potrebbe premiare la Lega, che è forte nelle regioni più popolose, e potrebbe soddisfare quella clausola superando l'8% in Lombardia e Veneto.

Ma, sulla carta, può avvantaggiarsene qualunque partito più forte in alcune zone. Sel, ad esempio? Anche, ma sembra dura, perché gli toccherebbe sfondare in parecchie regioni - meno popolose - del Sud. Fonde-rsi col Pd, come raccontano i retroscena? Vendola l'ha escluso («non è nel nostro destino»). Resta l'emendamento Salva-Sel, e in aula sarà battaglia tra i due promessi alleati a sinistra. In fondo, il 2% di Sel può diventare molto utile anche a Renzi.

 

 

NICHI VENDOLA VENDOLA - DORIA - DON GALLORENZI E BERLUSCONI PROFONDA SINTONIA alfano berlusconi adn x ANGELINO ALFANO E GIORGIA MELONI AD ATREJU FOTO LAPRESSE SALVINI E MARONI

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