conte salvini

CONTE IL MANOVRATORE - L'ATTIVISMO DEL PREMIER IRRITA SALVINI: ''L'EUROPA RESTA IL NOSTRO NEMICO''. E MINACCIA LA RAPPRESAGLIA SUL BILANCIO DELL'UNIONE: BRUXELLES STRONCA I NOSTRI CONTI? E NOI NON VOTIAMO I LORO. ''SE SPENDONO 15 MILIARDI PER GLI STIPENDI DEI BUROCRATI, 7 MILIARDI PER LA TURCHIA E TOLGONO SOLDI AGLI AGRICOLTORI ITALIANI NOI NON VOTEREMO MAI QUEL BILANCIO''. MA ORMAI È DURA CREDERE ALLE INTIMIDAZIONI DEL TRUCE…

  1. UE: SALVINI,BILANCIO COSÌ COM'È PARTITO NON LO VOTIAMO

 (ANSA) - "Rispondo ai Commissari europei che dicono che i conti italiani resteranno sotto controllo che sarà il governo italiano a tenere sotto controllo il bilancio europeo". Lo ha detto il ministro dell'Interno e vicepremier Matteo Salvini in conferenza stampa a Milano. "Così come è partito, con tagli ai fondi per agricoltura e pesca, il nostro voto non ce l'avrà. Spenti i riflettori sulla manovra italiana italiana si apre il capitolo sulla manovra europea" ha aggiunto Salvini.

 

conte salvini di maio

 

  1. MANOVRA: SALVINI, SE RITIRATA SUBITO NON AVREMMO AVUTO NULLA

 (ANSA) - "Se fossimo partiti già in ritirata non avremo ottenuto nulla". Lo ha detto il vicepremier e ministro dell'Interno Matteo Salvini a 'Radio Anch'io' commentando i 3 mesi di scontro con l'Ue sulla manovra. "Se invece parti con richieste ambiziose che tutti i governi precedenti non hanno mai avanzato - ha aggiunto - porti a casa un risultato di una manovra da decine di miliardi che tornano nell'economia e nelle tasche degli italiani".

 

Salvini ha poi ribadito che l'Italia "non voterà" il prossimo bilancio europeo se non salteranno i tagli all'agricoltura e alla pesca. "Se spendono 15 miliardi per gli stipendi per i burocrati, 7 miliardi per la Turchia e tagliano i soldi agli agricoltori italiani noi non voteremo mai quel bilancio".

 

 

CONTE E SALVINI

  1. L' ATTIVISMO DI CONTE IRRITA SALVINI "L' EUROPA RESTA IL NOSTRO NEMICO"

Ilario Lombardo per “la Stampa

 

Tre degli ultimi premier fanno la stessa battuta: la prima manovra del governo sovranista è stata scritta a Bruxelles, un compromesso che è costato un sacrificio di sovranità. È il paradosso che non mancano di sottolineare Silvio Berlusconi, Mario Monti e Paolo Gentiloni e che aleggia in Senato dopo il discorso di Giuseppe Conte.

 

salvini brumotti 11

Elio Lannutti, il sanguigno senatore del M5S, ammette: «Qualche giorno fa avrei parlato di commissariamento dell' Ue. Ora è meglio guardare il bicchiere mezzo pieno». È quello che fa il collega Gianluigi Paragone: «Se pensiamo che volevano imporci l' 1,6 di deficit...». Il clima, insomma, non è di festa. Tutt' altro. E non si fa che commentare un' assenza che non può passare inosservata.

 

Accanto al premier che prova a godersi il trionfo personale ma non può non elencare le rinunce, tante, fatte di tagli e tasse con cui si è assicurato la sopravvivenza del reddito di cittadinanza e di Quota 100, non ci sono Luigi Di Maio e Matteo Salvini, ma i ministri Enzo Moavero Milanesi e Riccardo Fraccaro. Non è la stessa cosa. Non è sfuggito che nella lettera inviata all' Ue non siano specificate le date di avvio del sussidio e della controriforma della Fornero.

 

matteo salvini il grande reportage da bruxelles

Si dice da aprile, ma non è scritto da nessuna parte, rendendole di fatto ancora prorogabili, per la gioia di Bruxelles. I leader disertano la foto di famiglia nel momento in cui si ammette la resa, perlomeno dal punto di vista della contabilità economica. E di fatto si disinnesca il nemico, la Commissione Ue e le sue regole, contro cui da gennaio si doveva costruire la campagna elettorale per le Europee.

 

Ci metta Conte la faccia

Luigi Di Maio era a Roma, al ministero, «sommerso di lavoro», si affrettano a spiegare dal suo staff dove si precipitano a rimarcare l' assenza di Salvini.

 

A riprova che fosse premeditata c' è una frase attribuita al leghista: «Conte ha voluto condurre da solo la trattativa, si prenda lui i meriti». Tradotto: ci metta lui la faccia. Nell' agenda di Salvini, aggiornata alla sera dell' altro ieri, quando già si sapeva dell' accordo con l' Ue, c' è scritto: «Non è previsto alcun impegno pubblico». E ha il sapore della beffa che, mentre il premier è a Palazzo Madama, Salvini si faccia fotografare al Viminale con Al Bano, cantante molto amato in Russia. Ma il piano del leghista non finisce qui. Sarebbe atteso al Quirinale per il brindisi di Natale, ma non va nemmeno lì e alla stessa ora riunisce i giornalisti a Milano per una raffica di annunci.

matteo salvini al parlamento europei

 

Usa il sarcasmo per liquidare le dimissioni del capo di gabinetto del Tesoro, «almeno questa non è colpa mia», ben sapendo che ad aver affondato i funzionari sono stati Conte e Di Maio.

 

Incontra i conducenti degli Ncc, ammettendo che sarebbe di competenza di altri ministri, del M5S le cui bandiere sono state bruciate in piazza dagli autisti. Rilancia subito sulle due leggi care ai leghisti e che irritano i 5 Stelle e Conte: «Legittima difesa e riforma dell' Autonomia. Spero ne parleremo già nel prossimo Consiglio dei ministri, anche se c' è qualcuno che è più riottoso di altri».

 

Certo, concede che la «manovra è addirittura migliorata», ma per segnare davvero la distanza con il coro di commenti concordi nel definire un cedimento di Roma l' intesa con Bruxelles, risfodera l' attacco all' Ue: «Ai commissari che dicono che i conti italiani resteranno sotto controllo rispondo che sarà il governo italiano a tenere sotto controllo il bilancio europeo. Con tagli ai fondi per agricoltura e pesca, il nostro voto non ce l' avrà. Dopo la manovra italiana, si apre il capitolo sulla manovra europea, dove c' è tanto da limare».

DONALD TUSK ANGELA MERKEL GIUSEPPE CONTE MOAVERO

 

La battaglia non è finita

Tanto per ricordare a tutti che i nemici restano sempre loro, i commissari dell' Europa. La battaglia non è finita, la Bestia (il team della comunicazione del leghista) è già pronta a far partire una campagna per compensare le concessioni che Salvini attribuisce a Conte.

 

Nel Carroccio nessuno fa mistero delle difficoltà nei rapporti e trapela la convinzione che l' attivismo di Conte, che oscura un Di Maio in declino, è il preludio della volontà di sfidare Salvini. Ieri è stata sancita la vittoria del fronte dialogante, il già battezzato partito di Mattarella, colui cioè che dietro le quinte ha lavorato per sminare l' ossessione anti-Ue dei gialloverdi. Mentre tutti al Quirinale lo omaggiano, Mattarella sembra il più parco di complimenti con Conte. Quasi volesse preservarlo, non consacrandolo troppo. O troppo presto.

Ultimi Dagoreport

donald trump vladimir putin giorgia meloni

DAGOREPORT - IL VERTICE DELLA CASA BIANCA È STATO IL PIÙ  SURREALE E “MALATO” DELLA STORIA POLITICA INTERNAZIONALE, CON I LEADER EUROPEI E ZELENSKY IN GINOCCHIO DA TRUMP PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L’UCRAINA – LA REGIA TRUMPIANA: MELONI ALLA SINISTRA DEL "PADRINO", NEL RUOLO DI “PON-PON GIRL”, E MACRON, NEMICO NUMERO UNO, A DESTRA. MERZ, STARMER E URSULA, SBATTUTI AI MARGINI – IL COLMO?QUANDO TRUMP È SCOMPARSO PER 40-MINUTI-40 PER “AGGIORNARE” PUTIN ED È TORNATO RIMANGIANDOSI IL CESSATE IL FUOCO (MEJO LA TRATTATIVA PER LA PACE, COSÌ I RUSSI CONTINUANO A BOMBARDARE E AVANZARE) – QUANDO MERZ HA PROVATO A INSISTERE SULLA TREGUA, CI HA PENSATO LA TRUMPISTA DELLA GARBATELLA A “COMMENTARE” CON OCCHI SPACCANTI E ROTEANTI: MA COME SI PERMETTE ST'IMBECILLE DI CONTRADDIRE "THE GREAT DONALD"? - CILIEGINA SULLA TORTA MARCIA DELLA CASA BIANCA: È STATA PROPRIO LA TRUMPETTA, CHE SE NE FOTTE DELLE REGOLE DEMOCRATICHE, A SUGGERIRE ALL'IDIOTA IN CHIEF DI EVITARE LE DOMANDE DEI GIORNALISTI... - VIDEO

francesco milleri gaetano caltagrino christine lagarde alberto nagel mediobanca

TRA FRANCO E FRANCO(FORTE), C'E' DI MEZZO MPS - SECONDO "LA STAMPA", SULLE AMBIZIONI DI CALTAGIRONE E MILLERI DI CONTROLLARE BANCHE E ASSICURAZIONI PESA L’INCOGNITA DELLA BANCA CENTRALE EUROPEA - CERTO, PUR AVENDO IL 30% DI MEDIOBANCA, I DUE IMPRENDITORI NON POSSONO DECIDERE LA GOVERNANCE PERCHÉ NON HANNO REQUISITI DETTATI DALLA BCE (UNO FA OCCHIALI, L'ALTRO CEMENTO) - "LA STAMPA"  DIMENTICA, AHINOI!, LA PRESENZA DELLA BANCA SENESE, CHE I REQUISITI BCE LI HA TUTTI (E IL CEO DI MPS, LOVAGLIO, E' NELLE MANI DELLA COMPAGNIA CALTA-MELONI) - COSA SUCCEDERÀ IN CASO DI CONQUISTA DI MEDIOBANCA E DI GENERALI? LOR SIGNORI INDICHERANNO A LOVAGLIO DI NOMINARE SUBITO IL SOSTITUTO DI NAGEL (FABRIZIO PALERMO?), MENTRE TERRANNO DONNET FINO ALL'ASSEMBLEA DI GENERALI...

donald trump grandi della terra differenza mandati

FLASH! - FA MALE AMMETTERLO, MA HA VINTO DONALD TRUMP: NEL 2018, AL G7 IN CANADA, IL TYCOON FU FOTOGRAFATO SEDUTO, COME UNO SCOLARO CIUCCIO, MENTRE VENIVA REDARGUITO DALLA MAESTRINA ANGELA MERKEL E DAGLI ALTRI LEADER DEL G7. IERI, A WASHINGTON, ERA LUI A DOMINARE LA SCENA, SEDUTO COME DON VITO CORLEONE ALLA CASA BIANCA. I CAPI DI STATO E DI GOVERNO EUROPEI, ACCORSI A BACIARGLI LA PANTOFOLA PER CONVINCERLO A NON ABBANDONARE L'UCRAINA, NON HANNO MAI OSATO CONTRADDIRLO, E GLI HANNO LECCATO VERGOGNOSAMENTE IL CULO, RIEMPIENDOLO DI LODI E SALAMELECCHI...

pietrangelo buttafuoco alessandro giuli beatrice venezi

DAGOREPORT – PIÙ CHE DELL’EGEMONIA CULTURALE DELLA SINISTRA, GIULI E CAMERATI DOVREBBERO PARLARCI DELLA SEMPLICE E PERENNE EGEMONIA DELL’AMICHETTISMO E DELLA BUROCRAZIA – PIAZZATI I FEDELISSIMI E GLI AMICHETTISSIMI (LA PROSSIMA SARÀ LA DIRETTRICE DEL LATO B VENEZI, CHE VOCI INSISTENTI DANNO IN ARRIVO ALLA FENICE), LA DESTRA MELONIANA NON È RIUSCITA A INTACCARE NÉ LO STRAPOTERE BARONALE DELLE UNIVERSITÀ NÉ LE NOMINE DIRIGENZIALI DEL MIC. E I GIORNALI NON NE PARLANO PERCHÉ VA BENE SIA ALLA DESTRA (CHE NON SA CERCARE I MERITEVOLI) CHE ALLA SINISTRA (I BUROCRATI SONO PER LO PIÙ SUOI)

donald trump giorgia meloni zelensky macron tusk starmer

DAGOREPORT - DOVE DIAVOLO È FINITO L’ATTEGGIAMENTO CRITICO FINO AL DISPREZZO DI GIORGIA MELONI SULLA ‘’COALIZIONE DEI VOLENTEROSI”? - OGGI LA RITROVIAMO VISPA E QUERULA POSIZIONATA SULL'ASSE FRANCO-TEDESCO-BRITANNICO, SEMPRE PRECISANDO DI “CONTINUARE A LAVORARE AL FIANCO DEGLI USA” - CHE IL CAMALEONTISMO SIA UNA MALATTIA INFANTILE DEL MELONISMO SONO PIENE LE CRONACHE: IERI ANDAVA DA BIDEN E FACEVA L’ANTI TRUMP, POI VOLA DA MACRON E FA L’ANTI LE PEN, ARRIVA A BRUXELLES E FA L’ANTI ORBÁN, INCONTRA CON MERZ E FA L’ANTI AFD, VA A TUNISI E FA L’ANTI SALVINI. UNA, NESSUNA, CENTOMILA - A MANTENERE OGNI GIORNO IL VOLUME ALTO DELLA GRANCASSA DELLA “NARRAZIONE MULTI-TASKING” DELLA STATISTA DELLA GARBATELLA, OLTRE AI FOGLI DI DESTRA, CORRONO IN SOCCORSO LE PAGINE DI POLITICA INTERNA DEL “CORRIERE DELLA SERA”: ‘’PARE CHE IERI MACRON SI SIA INALBERATO DI FRONTE ALL’IPOTESI DI UN SUMMIT A ROMA, PROPONENDO SEMMAI GINEVRA. MELONI CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO” - SÌ, C’È SCRITTO PROPRIO COSÌ: “CON UNA BATTUTA LO AVREBBE CALMATO”, MANCO AVESSE DAVANTI UN LOLLOBRIGIDA QUALSIASI ANZICHÉ IL PRESIDENTE DELL’UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E MEMBRO PERMANENTE DEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU (CINA, FRANCIA, RUSSIA, REGNO UNITO E USA) - RIUSCIRÀ STASERA L’EROINA DAI MILLE VOLTI A COMPIERE IL MIRACOLO DELLA ‘’SIRINGA PIENA E MOGLIE DROGATA’’, FACENDO FELICI TRUMP E MACRON?