COME TOSI CONTRADDIRE IL CAPO? - DOPO AVER INCASSATO IL VIA LIBERA A ZAIA, SALVINI METTE ALL’ANGOLO IL SINDACO DI VERONA: DOVRÀ DISMETTERE IL MOVIMENTO DA LUI FONDATO “RICOSTRUIAMO IL PAESE”

Alberto Mattioli per “la Stampa”

 

SALVINI - TOSI  - ZAIA 4c4cb9f2SALVINI - TOSI - ZAIA 4c4cb9f2

«Lo Statuto è chiaro: un militante può essere iscritto solo alla Lega, non ad altri movimenti. Quindi abbiamo deciso di chiedere a tutti di scegliere, entro una settimana, quale tessera avere in tasca». Così parlò Matteo Salvini ieri in via Bellerio, al termine di un Consiglio federale della Lega cui è stata ricordata una regoletta che tutti fingevano di aver dimenticato. Chi ha in tasca due tessere è Flavio Tosi, sindaco leghista di Verona ma anche fondatore di Ricostruiamo il Paese, ennesimo movimento di rifondazione del centrodestra.

 

La decisione del sinedrio leghista chiude la polemica Zaia-Tosi sulle liste per le regionali in Veneto e apre probabilmente una scissione della Lega. Perché è più di un aut aut: è molto difficile credere che Tosi rinuncerà alla tessera del movimento che ha fondato. Il classico ultimatum inaccettabile, insomma. «Ci hanno dato i sette giorni, come alle donne di servizio», chiosava infatti un tosiano di provata fede, e pazienza se il preavviso per le colf era di otto. Il risultato è identico: il licenziamento.

FLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONI jpegFLAVIO TOSI MATTEO SALVINI ROBERTO MARONI jpeg

 

Questo il succo di una riunione lunga (quattro ore e mezzo rispetto alle tre previste) e «non cordiale», parola di Borghezio. La ricandidatura di Luca Zaia a governatore del Veneto è stata approvata all’unanimità. L’ha votata anche Tosi, che in effetti non aveva mai contestato la persona ma molto il metodo. L’ultimatum invece è passato a maggioranza, con alcune astensioni e voti contrari, compreso ovviamente quello del sindaco.

 

TOSI E ZAIATOSI E ZAIA

L’altra decisione è stata quella di nominare Gianpaolo Dozzo, leghista trevigiano di lunghissimo corso, «commissario per le regionali». Per Salvini dovrà «accompagnare la Lega alle elezioni», «trovare una sintesi fra differenti sensibilità» (qui siamo in puro democristianese) e fare da «mediatore» fra i due litiganti avendo «l’ultima parola» (però si è saputo subito da sponda tosiana che il sindaco e il commissario-mediatore non si amano). «Non è un commissariamento, Tosi resta segretario della Liga e la formazione delle liste spetta ai veneti», giura Salvini. Precisando subito, però, che ogni decisione sulle alleanze resta a lui.

 

FLAVIO TOSI E SIMONA VILLANOVA IN COMPAGNIA DI LUCA ZAIA jpegFLAVIO TOSI E SIMONA VILLANOVA IN COMPAGNIA DI LUCA ZAIA jpeg

Il resto dei detti di Salvini è pura vaselina. Eccone un florilegio: «Ha vinto il Veneto, non ha vinto Salvini», «Nessuno ha vinto e nessuno ha perso», «La Lega è compatta, quelli che si aspettavano spaccature e sfighe varie sono rimasti male» e perfino (subito dopo da Vespa) «Nella Lega c’è spazio per persone in gamba e Tosi è persona in gamba». Prima era stato più ironico, o forse sfottente. Segretario, che cosa farà Tosi? «Tutti faranno la scelta più saggia». Come vi siete lasciati? «Bene». E Tosi com’era quando è uscito? «Felice».

 

In realtà, Salvini ha fatto due conti. I sondaggi danno a Zaia un vantaggio dai 15 ai 20 punti sulla sfidante dem Alessandra Moretti, che non convince nemmeno diversi dei suoi. Una lista Tosi è accreditata del 10-12%. Dunque, i margini sarebbero meno larghi, ma Zaia potrebbe vincere anche senza Tosi. Il quale per ora tace, dice di meditare, ma ha già le valigie e magari qualche alleato (per esempio, l’Ncd) pronti. Nelle urne non può vincere, ma può far perdere Zaia.

 

SALVINI CON LA MAGLIETTA E IL LOGO NOI CON SALVINI 4SALVINI CON LA MAGLIETTA E IL LOGO NOI CON SALVINI 4

Infine, il resto della conferenza stampa di Salvini, tutto sulla marcia su Roma di sabato. Per rimbalzare le accuse di sdoganare i fascisti («Fascismo, comunismo, roba da libri di storia»), rivendicare i numerosi «vaffa» («I moderati ormai sono una categoria dello spirito e comunque ne dicono più di me») e annunciare repliche «a Firenze o a Genova». A Verona non è il caso.

 

matteo salvinimatteo salvini

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni donald trump al sisi

FLASH! - LA BOCCIATURA DEL PONTE SULLO STRETTO DA PARTE DELLA CORTE DEI CONTI HA FATTO SALTARE I NERVI NON SOLO A SALVINI MA SOPRATTUTTO ALLA MELONA – LA PREMIER, CHE SI ERA SPESA MOLTO IN EUROPA PER LA REALIZZAZIONE DEL PONTE, SI È TALMENTE INCAZZATA (“E’ L’ENNESIMO ATTO DI INVASIONE DE GIUDICI SULLE SCELTE DEL GOVERNO”) CHE HA CANCELLATO IL VIAGGIO AL CAIRO DI SABATO PER L’INAUGURAZIONE DEL MUSEO GEM - ALLA NOTIZIA CHE AL POSTO DELLA STATISTA, SBARCA IL FARAONE GIULI, ANCHE AL SISI NON L’HA PRESA PER NIENTE BENE…

giorgia meloni giampaolo rossi antonino monteleone laura tecce antonio preziosi monica giandotti pierluigi diaco

PRIMA O POI, AFFONDE-RAI! - MENTRE IN CDA SI TRASTULLANO SUGLI ASCOLTI DECLINANTI DI “TG2 POST”, SI CHIUDONO GLI OCCHI SULLO STATO ALLA DERIVA DI RAI2 E DI RAI3 - UN DISASTRO CHE NON VIENE DAL CIELO. LA TRASFORMAZIONE DELLA PRODUZIONE DEI PROGRAMMI DALLE TRE RETI A DIECI DIREZIONI IN BASE AL "GENERE" (INTRATTENIMENTO, INFORMAZIONE, FICTION, ECC.), AVVIATA DA FUORTES NEL 2021 MA IMPLEMENTATA DALL’AD GIAMPAOLO ROSSI (CON LA NOMINA DELLA DIREZIONE DEL "COORDINAMENTO GENERI" AFFIDATA A STEFANO COLETTA), HA PORTATO ALLA PERDITA DI IDENTITÀ DI RAI2 E DI RAI3 MA ANCHE AL TRACOLLO DEGLI ASCOLTI (E DELLE PUBBLICITÀ) - LO SCIAGURATO SPACCHETTAMENTO HA PORTATO A UNA CENTRALIZZAZIONE DECISIONALE NELLE MANI DI ROSSI E A UN DOVIZIOSO AUMENTO DI POLTRONE E DI VICE-POLTRONE, CHE HA FATTO LA GIOIA DEI NUOVI ARRIVATI AL POTERE DI PALAZZO CHIGI - PURTROPPO IL SERVILISMO DI UNA RAI SOTTO IL TALLONE DELL'ARMATA BRANCA-MELONI NON PAGA. LE TRASMISSIONI CHE DOPO UNA MANCIATA DI PUNTATE FINISCONO NEL CESTINO ORMAI NON SI CONTANO PIÙ. TANTO CHE I DUE CANALI SONO STATI RIBATTEZZATI ‘’RAI2%’’ E ‘’RAI3%’’...

fabio pinelli soldi csm

DAGOREPORT – ALTRO CHE SPENDING REVIEW AL CSM TARGATO FABIO PINELLI – IL VICEPRESIDENTE DI NOMINA LEGHISTA SEMBRA MOLTO MENO ATTENTO DEL PREDECESSORE NELLA GESTIONE DELLE SUE SPESE DI RAPPRESENTANZA – SE NEL 2022, QUANDO ERA IN CARICA DAVID ERMINI, ERANO STATE SBORSATI APPENA 4.182 EURO SU UN BUDGET TOTALE DI 30 MILA, CON L’ARRIVO DI PINELLI NEL 2023 LE SPESE DI RAPPRESENTANZA PER TRASFERTE E CONVIVI SONO LIEVITATE A 19.972 EURO. E NEL 2024 IL PLAFOND DISPONIBILE È STATO INNALZATO A 50 MILA EURO. E PER LEGGE IL VICEPRESIDENTE DEL CSM NON DEVE DETTAGLIARE LE PROPRIE NOTE SPESE DI RAPPRESENTANZA...

giovambattista giovanbattista fazzolari vitti

FLASH – ROMA VINCE SEMPRE: IL SOTTOSEGRETARIO FAZZOLARI, DA SEMPRE RISERVATISSIMO E RESTÌO A FREQUENTARE I SALOTTI, ORA VIENE PIZZICATO DA DAGOSPIA NEL “SALOTTO” DI PIAZZA SAN LORENZO IN LUCINA, SPAPARANZATO AI TAVOLI DI “VITTI”, DOVE POLITICI, GIORNALISTI E POTENTONI AMANO ATTOVAGLIARSI (DENIS VERDINI FACEVA LE RIUNIONI LI' E CLAUDIO LOTITO AMA GOZZOVIGLIARE DA QUELLE PARTI, SPILUCCANDO NEI PIATTI ALTRUI) – ANCHE “FAZZO” È ENTRATO NELLA ROMANELLA POLITICA DE “FAMOSE DU’ SPAGHI”: L’EX DIRIGENTE DI SECONDA FASCIA DELLA REGIONE LAZIO CHIACCHIERA CON UN CANUTO SIGNORE DI CUI VORREMMO TANTO CONOSCERE L’IDENTITÀ. I DAGO-LETTORI POSSONO SBIZZARIRSI: HANNO QUALCHE SUGGERIMENTO PER NOI?

giampaolo rossi rai report sigfrido ranucci giovanbattista fazzolari francesco lollobrigida filini

DAGOREPORT – RAI DELLE MIE BRAME: CHIAMATO A RAPPORTO L'AD GIAMPAOLO ROSSI ALLA CAMERA DEI DEPUTATI DOVE SI E' TROVATO DAVANTI, COL DITO ACCUSATORIO, I PLENIPOTENZIARI RAI DEI TRE PARTITI DI MAGGIORANZA: GASPARRI (FI), MORELLI (LEGA) E FILINI (FDI) CHE, IN CORO, GLI HANNO COMANDATO DI TELE-RAFFORZARE LA LINEA DEL GOVERNO - IL PIÙ DURO È STATO IL SOTTOPANZA DI FAZZOLARI. FILINI SPRIZZAVA FIELE PER L’INCHIESTA DI “REPORT” SUI FINANZIAMENTI DI LOLLOBRIGIDA ALLA SAGRA DEL FUNGO PORCINO - ROSSI, DELLE LORO LAMENTELE, SE NE FOTTE: QUANDO VUOLE, IL FILOSOFO CHE SPIEGAVA TOLKIEN A GIORGIA NELLE GROTTE DI COLLE OPPIO, PRENDE IL TELEFONINO E PARLA DIRETTAMENTE CON LA PREMIER MELONI... - VIDEO