vladimir putin sergio mattarella matteo salvini

SALVINI, ZITTO E MOSCA! NEL CASO DELL’INDEGNO ATTACCO A MATTARELLA DA PARTE DELLA PORTAVOCE DEL MINISTERO DEGLI ESTERI RUSSO, MARIA ZAKHAROVA, RISUONA IL SILENZIO DEL LEGHISTA – DIETRO ALLA SCELTA DEL VICEPREMIER C’È L’IMBARAZZO PER I RAPPORTI PASSATI CON MOSCA E PER I CONTINUI AMMICCAMENTI A PUTIN – UGO MAGRI: “MATTARELLA VIENE DESCRITTO ‘SERENO’ PERCHÉ, CON L'ECCEZIONE DI SALVINI, GUARDA CASO, LA SOLIDARIETÀ POLITICA È STATA UNANIME, ADDIRITTURA PIÙ ESTESA DI QUELLA REGISTRATA NEL DECENNALE DELLA SUA PRESIDENZA. SE L'OBIETTIVO RUSSO CONSISTEVA NEL SEMINARE ZIZZANIA IN ITALIA, L'EFFETTO È STATO UN BUCO NELL'ACQUA”

 

1. IL QUIRINALE SCEGLIE DI NON REAGIRE DIFESA BIPARTISAN, TIEPIDA LA LEGA

Estratto dell’articolo di Concetto Vecchio per “la Repubblica”

 

sergio mattarella vladimir putin

È un fronte repubblicano quello che si forma rapidamente nel pomeriggio romano non appena, alle 15,23 di ieri, si consuma lo sfregio della Russia al Quirinale. «Mattarella blasfemo», dirama l’agenzia Tass.

 

Maggioranza ed opposizione si uniscono nella difesa del presidente della Repubblica. L’uscita della portavoce del ministero degli esteri russo, Maria Zakharova, è reputata alla stregua di «un’offesa alla nazione», per citare la premier Giorgia Meloni, che riassume il sentimento nazionale. «Esprimo la mia piena solidarietà, così come quella dell’intero governo, al presidente Mattarella, che da sempre sostiene con fermezza la condanna dell’aggressione perpetrata ai danni dell’Ucraina».

 

Maria Zakharova

La destra, da Ignazio La Russa in giù, si unisce, nella condanna, al centrosinistra di Elly Schlein, che afferma: «Il Pd si riconosce nelle parole del Capo dello Stato». Si fa sentire anche il ministro degli esteri Antonio Tajani. […]

 

Se Putin pensava di dividere l’Italia il tentativo può dirsi fallito.

L’unica nota stonata è il silenzio dei vertici della Lega. Matteo Salvini tace. Fa eccezione il presidente della Camera Lorenzo Fontana, per fatto istituzionale. Soltanto in serata il partito fa intervenire il vicepresidente del Senato Gian Marco Centinaio e il deputato Paolo Formentini.

 

SALVINI CON LA MAGLIA DI PUTIN

Alle tre del pomeriggio Mattarella è al Quirinale, nel suo ufficio. È reduce dalla mattinata trascorsa alla Corte dei Conti. Gli riferiscono del dispaccio della Tass, l’agenzia di stampa ufficiale russa: a Marsiglia, paragonando l’invasione in Ucraina ai metodi del Terzo Reich, si sarebbe macchiato «di invenzioni blasfeme». Parole come pietre. È un’intemerata che colpisce per il delicato contesto nel quale cade: pochi giorni dopo la legittimazione trumpiana di Putin e l’annuncio dell’avvio delle trattative per la fine della guerra in Ucraina con l’Europa confinata nelle vesti di spettatrice.

 

Mattarella legge. Si consulta con i suoi collaboratori. Si fanno vivi da palazzo Chigi. Decide di non replicare. È assolutamente sereno e rimanda alla lettura del testo pronunciato a Marsiglia, viene fatto filtrare dal Quirinale. […]

 

Ma cos’è successo a Marsiglia? È il 5 febbraio. Un mercoledì di opulenza primaverile. Mattarella nel pomeriggio riceve la laurea honoris causa dall’università della seconda città francese. Tiene una lectio magistralis di 28 minuti, ricca di rimandi storici, in cui paragona l’attuale situazione mondiale a quella degli anni Trenta. Il succo è: il protezionismo e la fine del diritto internazionale hanno contribuito a spalancare le porte alla Seconda guerra mondiale.

 

MATTEO SALVINI E PUTIN

Quindi ricordando la crisi del 1929 e il fatto che gli Stati allora scelsero di non affrontare la recessione in modo coeso, dice testualmente: «Fenomeni di carattere autoritario presero il sopravvento in alcuni Paesi, attratti dalla favola che regimi dispotici e illiberali fossero più efficaci nella tutela degli interessi nazionali. Il risultato fu l’accentuarsi di un clima di conflitto - anziché di cooperazione - pur nella consapevolezza di dover affrontare e risolvere i problemi a una scala più ampia. Ma, anziché cooperazione, a prevalere fu il criterio della dominazione. E furono guerre di conquista. Fu questo il progetto del Terzo Reich in Europa. L’odierna aggressione russa all’Ucraina è di questa natura ».

 

[…]

 

Perché Mosca reagisce con nove giorni di ritardo? «Mattarella ha fatto paralleli storici oltraggiosi e palesemente falsi con la Germania nazista», sostiene Zakharova. Non vi è stata alcuna equiparazione della Russia alla Germania nazista, ma semmai l’equiparazione del metodo di conquista militare, è il pensiero che emerge dal Colle. E c’è in quell’aggettivo, “sereno”, la convinzione di avere parlato con coscienza. […]

 

IL PRESIDENTE "ASSOLUTAMENTE SERENO"

Estratto dell’articolo di Ugo Magri per “La Stampa”

 

vladimir putin sergio mattarella

Cioè convinto di aver detto una sacrosanta verità. Se potesse tornare indietro di dieci giorni e ripetere la sua «lectio magistralis» all'università di Marsiglia, Sergio Mattarella pronuncerebbe lo stesso identico discorso, compreso il passaggio che ha scatenato l'ira del Cremlino.

 

Fonti del Quirinale rimandano alla lettura esatta del testo dove non c'è alcuna equiparazione di Vladimir Putin con Adolf Hitler. Vi si parla semmai delle «guerre di conquista» condotte dal Terzo Reich, con la chiosa che «l'odierna aggressione russa è di questa natura»: risponde anch'essa al «criterio della dominazione» sugli altri popoli. Per quanto severo, quel richiamo storico non è un'«invenzione blasfema», come la definisce Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri russo; né Mattarella propone «inaccettabili e criminali analogie». […]

 

vladimir putin Maria Zakharova

Mattarella viene descritto «sereno» anche per un altro motivo: con l'eccezione di Matteo Salvini, guarda caso, la solidarietà politica è stata unanime, addirittura più estesa di quella registrata nel decennale della sua presidenza.

 

Agli osservatori più maliziosi non era sfuggito il silenzio dei Fratelli d'Italia che si erano dimenticati di congratularsi per l'anniversario; stavolta invece la destra meloniana ha fatto sentire al capo dello Stato una vicinanza perfino al di là delle aspettative, con dichiarazioni a raffica: segno di quanto Giorgia Meloni ci tenesse a dare un sostegno sicuramente apprezzato.

 

WOJCIECH BAKUN CONSEGNA POLEMICAMENTE A SALVINI LA MAGLIETTA DI PUTIN

Insomma: se l'obiettivo russo consisteva nel seminare zizzania in Italia, l'effetto è stato un buco nell'acqua. Il ruolo del Colle ne esce, se possibile, rinvigorito.

 

Quanto ai rapporti tra Mattarella e il Cremlino, certe asperità non sono nuove. L'estate scorsa il presidente aveva messo in guardia rispetto alle «tempeste di disinformazione, fake news, falsità per screditare e destabilizzare anche nel nostro Paese»; Putin non era espressamente citato ma tutti, dietro quel richiamo, avevano intravisto la sagoma del nuovo Zar.

 

Mattarella stesso è stato più volte bersaglio della disinformazia che viaggia sul web, in particolare nella notte tra il 27 e 28 maggio 2018, quando i troll si svegliarono a centinaia per chiedere l'impeachment del presidente nel cosiddetto «caso Savona»; gli inquirenti seguirono una traccia che portava a San Pietroburgo.

sergio mattarella vladimir putin

 

E risalendo nel tempo, le prime freddezze tra Mattarella e Putin risalgono al loro primo incontro del 2017 a Mosca, parlando proprio di Ucraina e dell'invasione russa nella Crimea con conseguenti sanzioni dell'Occidente. Il presidente russo voleva spiegare a Mattarella quale fosse l'interesse italiano; l'ospite garbatamente chiarì che non ce n'era bisogno.

salvini con la maglietta di putinMaria Zakharova

Ultimi Dagoreport

flavio cattaneo ignazio la russa giorgia meloni carlo calenda matteo salvini

DAGOREPORT - IL CONTESTO IN CUI È ESPLOSO LO SCONTRO-CON-SCAZZO TRA CARLO CALENDA, E L’AD DI ENEL, FLAVIO CATTANEO, HA COLPITO GLI HABITUÉ DEI PALAZZI ROMANI - IL DURO SCAMBIO NON È AVVENUTO IN UN TALK DE LA7, BENSÌ A UN GALLONATISSIMO CONVEGNO DI COLDIRETTI, LA FILO-GOVERNATIVA ASSOCIAZIONE CHE RAGGRUPPA 1,6 MILIONI DI IMPRENDITORI AGRICOLI (LA PRIMA USCITA PUBBLICA DI MELONI PREMIER FU A UN CONVEGNO COLDIRETTI) - L’INVITO AL CALENDA FURIOSO, DA MESI SMANIOSO DI ROMPERE LE OSSA A CATTANEO, È STATO “LETTO” NEI PALAZZI ROMANI COME UN SEGNO DI “DISTACCO” TRA LA STATISTA DELLA SGARBATELLA E L’AD DI ENEL, IL CUI MANDATO SCADE LA PROSSIMA PRIMAVERA DEL 2026 – E QUANDO IN UN SUCCESSIVO TWEET CALENDA COINVOLGE I GRAN MENTORI DELL'INARRESTABILE CARRIERA DI CATTANEO, LA RUSSA E SALVINI, SI ENTRA IN QUEL LUNGO E SOTTERRANEO CONFLITTO DI POTERE CHE FECE SBOTTARE ‘GNAZIO: “GIORGIA VUOLE CONTROLLARE TUTTO: PALAZZO CHIGI, IL SUO PARTITO, QUELLI DEGLI ALTRI, MA È IMPOSSIBILE’’ -  ORA IL DESTINO CINICO E BARO VUOLE CHE SUL CAPOCCIONE DI CATTANEO, OLTRE ALLA MANGANELLATA DI CALENDA, SIA ARRIVATO UNO SGRADITO OSPITE, UN NON IDENTIFICATO SPYWARE CHE L’HA SPIATO NOTTE E DÌ... - VIDEO - LA VIGNETTA ANTI-CALENDA DI "OSHO": "A PROPOSITO DE UTILI, VOLEMO PARLA' DELL'UTILITÀ DI AZIONE?"

chiara appendino roberto fico giuseppe conte vincenzo de luca elly schlein

DAGOREPORT - GENTILE CHIARA APPENDINO, È CONSAPEVOLE CHE IN POLITICA, COME NELLA VITA, ‘’NON SI PUÒ AVERE LA SIRINGA PIENA E LA MOGLIE IN OVERDOSE”? MA E' DAVVERO CONVINTA CHE, CON UN M5S “PIÙ AUTONOMO DAL PD”, IL PARTITO DI CONTE SAREBBE RIUSCITO A SVENTOLARE LE CANDIDATURE DI TRIDICO IN CALABRIA E DI FICO IN CAMPANIA, DOVE NEL 2020 M5S HA PRESO IL 9,9% MENTRE DE LUCA INTASCÒ IL 69,4%? – OGGI LA VITTORIA DI FICO, FINO A IERI DATA PER SICURA, STA TROVANDO UNA STRADA ACCIDENTATA - A SALVARE LA BARACCA CI DOVRÀ PENSARE LO SCERIFFO DI SALERNO – COME ELLY, CHE DOPO AVERLO DISPREZZATO, E' SCESA A MITI CONSIGLI, ANCHE FICO DEVE ACCETTARE LE “PRIORITÀ” DI DE LUCA OPPURE VERRÀ ABBANDONATO AL SUO DESTINO DI PERDENTE, FACENDO FELICE IL CANDIDATO DI FRATELLI D’ITALIA, EDMONDO CIRIELLI...

elly schlein giuseppe conte roberto fico vincenzo de luca eugenio giani

DAGOREPORT - PARAFRASANDO NANNI MORETTI, CON LEADER DEL CALIBRO DI ELLY SCHLEIN E DI GIUSEPPE CONTE, ''IL CENTROSINISTRA NON VINCERA' MAI'' - IN TOSCANA, I DUE "GENI" HANNO TENTATO DI ESTROMETTERE IL “CACICCO” EUGENIO GIANI, REO DI SANO RIFORMISMO, CHE SI È DIMOSTRATO CAVALLO VINCENTE – IN CAMPANIA, INVECE, RISCHIANO DI ANDARE A SBATTERE CON IL CAVALLO SBAGLIATO, IL FICO DI GIUSEPPE CONTE, CHE TRABALLA NEI SONDAGGI: URGE UN FORTE IMPEGNO DI RACCOLTA VOTI DEL "CACICCO" TANTO DISPREZZATO DA ELLY: VINCENZO DE LUCA (CHE A SALERNO SE LA DEVE VEDERE CON IL CONCITTADINO E CANDIDATO DEL CENTRODESTRA, CIRIELLI) – CON L’INCONSISTENZA STORICA DEL M5S A LIVELLO LOCALE, IL “CAMPOLARGO” VA AL PIU' PRESTO ACCANTONATO: TROPPI "PRINCIPI" DIVERSI TRA PD E M5S PER UN'ALLEANZA, MEGLIO UNA COALIZIONE IN CUI OGNUNO CORRE COL SUO PROGRAMMA CERCANDO DI MASSIMIZZARE IL CONSENSO - SOLO DOPO IL VOTO, IN CASO DI VITTORIA, SI TROVA L'ACCORDO (E COME DIMOSTRA LA COALIZiONE DEL GOVERNO MELONI, LA GESTIONE DEL POTERE È IL MIGLIOR PROGRAMMA...) - VIDEO

giorgia meloni guido crosetto

IL "FRATELLASTRO" CROSETTO FA BALLARE GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI: “SE GLI STATI EUROPEI NON RINUNCIANO ALLA LORO SOVRANITÀ IN ALCUNI SETTORI, SONO MORTI. SULLA DIFESA DOBBIAMO METTERE ASSIEME I 27 PAESI UE IN UN SOLO PROGETTO COMUNE” – LA POSIZIONE DEL MINISTRO DELLA DIFESA È ALL’OPPOSTO DI QUELLA SOVRANISTA DELLA DUCETTA, CHE PIÙ VOLTE IN PASSATO HA REMATO CONTRO IL PROGETTO DI UN ESERCITO UNICO EUROPEO: “SAREBBE UNA INUTILE DUPLICAZIONE. IL SISTEMA DI DIFESA OCCIDENTALE È BASATO SULLA NATO, E NELLA NATO CI SONO ESERCITI NAZIONALI CHE COOPERANO TRA DI LORO. IO VOGLIO PIUTTOSTO UNA COLONNA EUROPEA DELLA NATO” – CHISSA' CHI ALLA FINE DIRA' L'ULTIMA PAROLA... - VIDEO

mauro gambetti papa leone mazza baseball san pietro pipi sagrato

DAGOREPORT: IL PISCIO NON VA LISCIO – PAPA LEONE XIV E’ FURIOSO DOPO IL SACRILEGIO COMPIUTO DALL’UOMO CHE HA FATTO PIPI’ SULL’ALTARE DELLA BASILICA DI SAN PIETRO – IL PONTEFICE HA ORDINATO UN RITO RIPARATORIO “URGENTE” E, SOPRATTUTTO, HA FATTO IL CULO AL CARDINALE GAMBETTI, ARCIPRETE DELLA BASILICA VATICANA, CON UN CONFRONTO “TEMPESTOSO”: E’ IL TERZO GRAVE EPISODIO IN POCO PIU’ DI DUE ANNI AVVENUTO NELLA CHIESA PIU’ IMPORTANTE DEL MONDO – NEL MIRINO FINISCONO ANCHE GLI UOMINI DELLA GENDARMERIA VATICANA, INCAPACI DI INTERVENIRE TEMPESTIVAMENTE E DI PREVENIRE GESTI SACRILEGHI DELLO SVALVOLATO DI TURNO – VIDEO!

spionaggio paragon spyware giorgia meloni fazzolari mantovano giorgetti orcel francesco gaetano caltagirone flavio cattaneo

DAGOREPORT - E TRE! DALLO SPIONAGGIO DI ATTIVISTI E DI GIORNALISTI, SIAMO PASSATI A TRE PROTAGONISTI DEL MONDO DEGLI AFFARI E DELLA FINANZA: CALTAGIRONE, ORCEL, CATTANEO - SE “STAMPA” E “REPUBBLICA” NON LI FANNO SMETTERE, VEDRETE CHE OGNI MATTINA SBUCHERÀ UN NUOVO E CLAMOROSO NOME AVVISATO DI AVERE UN BEL SPYWARE NEL TELEFONINO - COME NEL CASO DEGLI ACCESSI ABUSIVI ALLA PROCURA ANTIMAFIA (FINITI IN CHISSÀ QUALCHE SCANTINATO), I MANDANTI DELLO SPIONAGGIO NON POSSONO ESSERE TROPPO LONTANI DALL’AREA DEL SISTEMA DEL POTERE, IN QUANTO PARAGON FORNISCE I SUOI SERVIZI DI SPYWARE SOLO AD AUTORITÀ ISTITUZIONALI - A QUESTO PUNTO, IL CASO È CORNUTO: O SI SONO TUTTI SPIATI DA SOLI OPPURE IL GOVERNO MELONI DEVE CHIARIRE IN PARLAMENTO SE CI SONO APPARATI “FUORILEGGE”. PERCHÉ QUANDO IL POTERE ENTRA NEI CELLULARI DEI CITTADINI, NON C’È PIÙ DEMOCRAZIA…