obama bergoglio

BERGOGLIO E OBAMA, UNITI NELLA LOTTA – BARACK: “LEI È IL PAPA DELLA SPERANZA” – FRANCESCO: “SIGNOR PRESIDENTE, ARRIVO NEL PAESE DELLA LIBERTÀ E DELLA TOLLERANZA, COME FIGLIO DI UNA FAMIGLIA DI EMIGRANTI” – E NEL SUO PRIMO DISCORSO IL PAPA LASCIA PERDERE LA TEOLOGIA

1.IL PAPA: “VENGO DA FIGLIO DI MIGRANTI” OBAMA: “LEI PORTA LA SPERANZA”

Marco Ansaldo per “la Repubblica

 

Obama e Bergoglio. Che intesa. «Lei, Santo Padre, è il Papa della speranza». «E gli Stati Uniti d’America, signor Presidente, il Paese della libertà e della tolleranza, dove arrivo come figlio di una famiglia di emigranti».

OBAMA BERGOGLIO OBAMA BERGOGLIO

 

Il prato della Casa Bianca non è mai stato calpestato da così tanta gente. La bandiera vaticana che si intreccia con quella a stelle e strisce. Gonfaloni che si alzano al vento. La banda in divisa in stile Guerra d’indipendenza che passa davanti al palco dove il Presidente nero parla, in piedi, al Pontefice vestito di bianco che lo ascolta seduto, e l’immagine non potrebbe essere più perfetta.

 

OBAMA BERGOGLIOOBAMA BERGOGLIO

Sul soffice manto che porta al celebre Giardino delle Rose ci sono quindicimila persone. Obama li guarda e la prima cosa che dice è: «Non ho mai visto tanta gente qui». Ma dietro le transenne, ad aspettare che Francesco compaia sorridente sulla sua utilitaria Fiat, ce ne sono 200mila con in mano zaini, penne e rosari con lo stemma vaticano annodati al polso.

 

Una giornata baciata da un sole che induce all’ottimismo. C’è un attimo di sospensione quando il Pontefice prende il microfono. Tutte le tv americane collegate da qui dicono sottovoce: «Dovrebbe parlare in inglese». E il Papa argentino attacca: «Good morning. I am very happy to stay here». Scatta un’ovazione, applausi. Bergoglio continua. Il discorso è un po’ stentato, si vede che Francesco si è preparato in una lingua per sua stessa ammissione non familiare, ma via via che prende confidenza le parole diventano più fluide.

 

OBAMA BERGOGLIOOBAMA BERGOGLIO

«La storia ci ha posto in un momento cruciale per la cura della nostra casa comune. Siamo, però, ancora in tempo per affrontare dei cambiamenti che assicurino uno sviluppo sostenibile e integrale. Cambiamenti che esigono da parte nostra un riconoscimento serio e responsabile del tipo di mondo che possiamo lasciare non solo ai nostri figli, ma anche ai milioni di persone sottoposte a un sistema che le ha trascurate. La nostra casa comune è stata parte di questo gruppo di esclusi che grida al cielo e che oggi bussa con forza alle nostre case, città, società. Riprendendo le sagge parole di Martin Luther King, possiamo dire che siamo stati inadempienti in alcuni impegni, ed ora è giunto il momento di onorarli. God bless America».

 

OBAMA BERGOGLIOOBAMA BERGOGLIO

Obama risponde lodando l’Enciclica ‘verde’ del Pontefice, parlando anche a nome di 70 milioni di cattolici americani: «Santo Padre, lei ha scosso la nostra coscienza dal sonno. L’entusiasmo intorno alla sua visita è da attribuire non solo al suo ruolo di Papa, ma alle sue qualità come persona. Nella sua umiltà, semplicità, nella dolcezza delle sue parole e nella generosità del suo spirito, c’è l’esempio vivente degli insegnamenti di Gesù. Lei è un leader la cui autorità morale passa non solo attraverso le parole ma attraverso i fatti. Lei ci ricorda il costo della guerra, in particolare sugli impotenti e indifesi, e ci spinge verso la pace».

OBAMA BERGOGLIOOBAMA BERGOGLIO

 

Insieme, subito dopo, passeggiano sotto il portico, e si riuniscono con le delegazioni guidate dai Segretari di Stato, cardinale Pietro Parolin e John Kerry: 27 minuti di colloquio.

 

I temi: clima, libertà religiosa, gli accordi su Cuba e Colombia. Il successivo bagno di folla a bordo della 500L porta Francesco alla cattedrale di San Matteo, dai più di 400 vescovi americani. E con loro il Papa affronta un argomento delicato: quello della pedofilia. «Una ferita — la definisce, in un discorso questa volta tutto in italiano — che negli ultimi anni ha pesato tanto. Tali crimini non si devono ripetere mai più».

papa francesco stringe la mano a michelle obamapapa francesco stringe la mano a michelle obama

 

Mette poi i vescovi anche in riga, e non pochi sono quelli conservatori che gli si oppongono, in vista dell’imminente inizio del Sinodo della famiglia: «Niente divisioni — ammonisce — . Guai a noi se facciamo della Croce è un vessillo di lotte mondane. È già tanto dilaniato e diviso il mondo! Occorre cementare l’unità ». È sera, ormai, quando Francesco canonizza il missionario spagnolo Junipero Serra, che gli indiani d’America però contestano per i suoi trattamenti giudicati come fortemente repressivi.

 

Oggi, davanti al Congresso americano, il confronto sarà ben più complicato, con i senatori repubblicani pronti a far sentire con forza i loro argomenti a un Papa che alcuni di loro bollano di “sinistrismo”.

papa francesco e obamapapa francesco e obama

 

 

2. BARACK E FRANCESCO I “METICCI”DIVENUTI SIMBOLI DEL NUOVO VOLTO DEL MONDO

Vittorio Zucconi per “la Repubblica

 

Al vertice dei loro mondi, l’uno e l’altro figli di immigrati nel Nuovo Mondo, Bergoglio e Obama, il Papa di Roma e il Sommo Pontefice laico della religione americana, si tendono la mano attraverso un oceano e quattro continenti. Sono tutti e due americani, figli di europei e di africani venuti da lontano nella speranza, per loro divenuta realtà, che oltre l’Oceano ci sarebbe stato quello che le terre natali non avrebbero potuto offrire: l’occasione, la possibilità di costruirsi una vita migliore.

 

papa francesco e barack obamapapa francesco e barack obama

La celebrazione dell’immigrazione e della multietnicità rappresentata dall’incontro fra un kenyano- americano e un italo-argentino entrambi assurti per merito al massimo soglio impensabile delle proprie vocazioni, non poteva avvenire in un momento più intenso, mentre i continenti dai quali provengono, Africa, Europa, le due Americhe, sono squassati da migrazioni epocali. Ed entrambi, Barack Hussein Obama e Jorge Mario Bergoglio, il presidente nero vestito di nero e il Papa bianco vestito di bianco, erano acutamente sensibili alla straordinarietà storica di questo incontro, quando l’argentino ha ricordato di «essere figlio di immigrati», accolto in una nazione «costruita da immigrati». E il presidente ha invitato il mondo ad accogliere quelli come loro, quelli che fuggono e cercano salvezza dalle guerre, dalle persecuzioni e dalla fame.

la cadillac di obamala cadillac di obama

 

Questa, fissata nei pochi minuti dello scambio di discorsi fra il Papa e il Presidente in un giardino della Casa Bianca gremito da migliaia di invitati come non l’avevo mai visto, è l’istantanea del mondo nel quale già viviamo e vivranno i nostri figli. Un mondo dove, forse, la profezia di Martin Luther King — un pastore protestante, divenuto un santo laico universale — citato proprio da Francesco si potrebbe avverare. E le persone saranno giudicate non dal colore della pelle, dai documenti di identità, dalle qualifiche professionali, dalla provenienza, ma dal loro carattere.

 

L’entusiasmo prorompente che ha accompagnato il Papa nel tragitto fra la Casa Bianca e la Chiesa di San Matteo (protettore degli impiegati pubblici, dunque perfetto per una capitale brulicante di ministeri e burocrati come Washington) lungo le grandi Avenue del centro ancora verdissime dopo l’estate calda, ha richiamato le sequenze del viaggio di Karol Woytjla nel 1995, quando a Newark esplose un calore che ricordava, come disse Bill Clinton in un’intervista a Repubblica per il funerale di Giovanni Paolo II, «l’esaltazione attorno a una super rock star».

 

OBAMA PAPA FRANCESCO 4OBAMA PAPA FRANCESCO 4

Ma nella folla che, dalle quattro del mattino, benedetta da una giornata perfetta, aspettava di veder passare Bergoglio su quella Jeep Chrysler che sembra una cripta verticale, c’era il segno umano di quanto sia cambiata anche la folla e stia cambiando il volto degli Stati Uniti in 20 anni.

 

La presenza di latinos, donne, bambini, uomini accalcati contro le transenne della via trionfale, la Constitution Avenue, e al mattino davanti al palazzetto della Nunziatura Apostolica, era schiacciante. E il loro trasporto manifestava, come mai prima, l’identificazione di queste folle di migranti venuti dal Sud della “Frontera” con un uomo del sud come loro, con uno che ha conosciuto il pane amaro dell’estraneità.

OBAMA PAPA FRANCESCOOBAMA PAPA FRANCESCO

 

Anche la bambina lanciata dalla madre oltre le transenne verso la Jeep bianca, prima fermata, con molta premura dagli omoni della sicurezza e poi portata in braccio dal Papa che l’aveva invitata a raggiungerlo era “latina”. Un’offerta gentile all’altare di qualcuno che dimostrava, nell’apoteosi di una vittoria che sente anche propria, i sogni di chi ha voluto farla nascere e farla crescere in America.

 

Se Barack Obama incarna il classico, e ormai molto logoro, “American Dream”, il sogno darwiniano di passare dal nulla al tutto, di essere l’ underdog, lo sfigato di nascita che ce la fa, nella stretta di mano attraverso i continenti c’era il nuovo Sogno portato da un altro americano, quello della salvezza di chi non avrà mai i mezzi per scalare la piramide sociale e vede ormai bloccata la scala mobile della prosperità diffusa.

 

 Colpiva, nel discorso breve di Bergoglio che oggi sarà elaborato di fronte alle Camere riunite per il terrore di conservatori, di ultra liberisti del Tea Party, di negazionisti del disastro ecologico, l’assenza di temi formalmente teologici e la preferenza, inedita per gli americani, della sua Teologia della Giustizia terrena, in attesa di quella ultraterrena.

OBAMA PAPA FRANCESCO 1OBAMA PAPA FRANCESCO 1

Il tempo, o la Provvidenza per chi crede, ha portato ai vertici della Chiesa Cattolica Romana e della nazione americana uomini portatori di una coscienza, e di una conoscenza diretta del mondo che i predecessori non avevano.

 

OBAMA PAPA FRANCESCO 3OBAMA PAPA FRANCESCO 3

Essere stati “stranieri in patria”, avere vissuto dal basso le condizioni reali della società umana, Bergoglio nei barrios argentini devastati dalla corruzione e dal malgoverno, Obama negli hood , nei ghetti di Chicago, li accomuna. Per i loro nemici, restano alieni, troppo africano Obama, troppo “sinistrino” Bergoglio, ma non diciamolo alle folle che sognano di accarezzare il Papa sulla guancia, come ha fatto una mano misteriosa sporgendosi dal gruppo che lo attendeva fuori dalla Nunziatura. Per loro, sono i meticci, i figli del nomadismo umano, il volto vero del mondo.

 

Ultimi Dagoreport

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA

xi jinping donald trump vladimir putin

DAGOREPORT - LA CERTIFICAZIONE DELL'ENNESIMO FALLIMENTO DI DONALD TRUMP SARÀ LA FOTO DI XI JINPING E VLADIMIR PUTIN A BRACCETTO SULLA PIAZZA ROSSA, VENERDÌ 9 MAGGIO ALLA PARATA PER IL GIORNO DELLA VITTORIA - IL PRIMO MENTECATTO DELLA CASA BIANCA AVEVA PUNTATO TUTTO SULLO "SGANCIAMENTO" DELLA RUSSIA DAL NEMICO NUMERO UNO DEGLI USA: LA CINA - E PER ISOLARE IL DRAGONE HA CONCESSO A "MAD VLAD" TUTTO E DI PIU' NEI NEGOZIATI SULL'UCRAINA (COMPRESO IL PESTAGGIO DEL "DITTATORE" ZELENSKY) - ANCHE SUI DAZI, L'IDIOTA SI È DOVUTO RIMANGIARE LE PROMESSE DI UNA NUOVA "ETA' DELL'ORO" PER L'AMERICA - IL TRUMPISMO SENZA LIMITISMO HA COMPIUTO COSI' UN MIRACOLO GEOPOLITICO: IL REGIME COMUNISTA DI PECHINO NON È PIÙ IL DIAVOLO DI IERI DA SANZIONARE E COMBATTERE: OGGI LA CINA RISCHIA DI DIVENTARE LA FORZA “STABILIZZATRICE” DEL NUOVO ORDINE GLOBALE...

alfredo mantovano gianni de gennaro luciano violante guido crosetto carlo nordio alessandro monteduro

DAGOREPORT – LA “CONVERSIONE” DI ALFREDO MANTOVANO: IL SOTTOSEGRETARIO CHE DOVEVA ESSERE L’UOMO DI DIALOGO E DI RACCORDO DI GIORGIA MELONI CON QUIRINALE, VATICANO E APPARATI ISTITUZIONALI (MAGISTRATURA, CORTE DEI CONTI, CONSULTA, SERVIZI. ETC.), SI È VIA VIA TRASFORMATO IN UN FAZZOLARI NUMERO 2: DOPO IL ''COMMISSARIAMENTO'' DI PIANTEDOSI (DOSSIER IMMIGRAZIONE) E ORA ANCHE DI NORDIO (GIUSTIZIA), L’ARALDO DELLA CATTO-DESTRA PIÙ CONSERVATRICE, IN MODALITA' OPUS DEI, SI E' DISTINTO PER I TANTI CONFLITTI CON CROSETTO (DALL'AISE AI CARABINIERI), L'INNER CIRCLE CON VIOLANTE E GIANNI DE GENNARO, LA SCELTA INFAUSTA DI FRATTASI ALL'AGENZIA DI CYBERSICUREZZA E, IN DUPLEX COL SUO BRACCIO DESTRO, IL PIO ALESSANDRO MONTEDURO, PER “TIFO” PER IL “RUINIANO” BETORI AL CONCLAVE...

francesco milleri andrea orcel carlo messina nagel donnet generali caltagirone

DAGOREPORT - COSA FRULLA NELLA TESTA DI FRANCESCO MILLERI, GRAN TIMONIERE DEGLI AFFARI DELLA LITIGIOSA DINASTIA DEL VECCHIO? RISPETTO ALLO SPARTITO CHE LO VEDE DA ANNI AL GUINZAGLIO DI UN CALTAGIRONE SEMPRE PIÙ POSSEDUTO DAL SOGNO ALLUCINATORIO DI CONQUISTARE GENERALI, IL CEO DI DELFIN HA CAMBIATO PAROLE E MUSICA - INTERPELLATO SULL’OPS LANCIATA DA MEDIOBANCA SU BANCA GENERALI, MILLERI HA SORPRESO TUTTI RILASCIANDO ESPLICITI SEGNALI DI APERTURA AL “NEMICO” ALBERTO NAGEL: “ALCUNE COSE LE HA FATTE… LUI STA CERCANDO DI CAMBIARE IL RUOLO DI MEDIOBANCA, C’È DA APPREZZARLO… SE QUESTA È UN’OPERAZIONE CHE PORTA VALORE, ALLORA CI VEDRÀ SICURAMENTE A FAVORE” – UN SEGNALE DI DISPONIBILITÀ, QUELLO DI MILLERI, CHE SI AGGIUNGE AGLI APPLAUSI DELL’ALTRO ALLEATO DI CALTARICCONE, IL CEO DI MPS, FRANCESCO LOVAGLIO - AL PARI DELLA DIVERSITÀ DI INTERESSI BANCARI CHE DIVIDE LEGA E FRATELLI D’ITALIA (SI VEDA L’OPS DI UNICREDIT SU BPM), UNA DIFFORMITÀ DI OBIETTIVI ECONOMICI POTREBBE BENISSIMO STARCI ANCHE TRA GLI EREDI DELLA FAMIGLIA DEL VECCHIO RISPETTO AL PIANO DEI “CALTAGIRONESI’’ DEI PALAZZI ROMANI…