E QUESTO SAREBBE UN MAGGIORDOMO? - DALLA LUNGA PERQUISIZIONE A CASA DI PAOLETTO, SPUNTANO MIGLIAIA DI DOCUMENTI RIGUARDANTI LA MASSONERIA, IN MEZZO AI QUALI C'ERANO CARTE RISERVATISSIME, ALCUNE ANCHE AUTOGRAFE, DEL PAPA - DOCUMENTI “RIGUARDANTI LA TOTALE PRIVACY E VITA FAMILIARE DEL SANTO PADRE”, ALTRI ANCORA “RISERVATISSIMI” E CON LA SCRITTA IN TEDESCO “DISTRUGGERE” - UN “CORVO” AL SOLDO DI QUALCHE SERVIZIETTO STRANIERO? -

Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

Lo strano archivio da 007 del corvo. Lettere di politici, corrispondenza tra i cardinali e il Papa, documenti su massoneria e servizi segreti. Durante la perquisizione del 23 maggio nella casa di Paolo Gabriele sono state ricercate carte trafugate dall'appartamento pontificio anche nelle camere dei figli dell'ex maggiordomo.

Dato anzi che la perquisizione andava per le lunghe e che lo stesso Gabriele aveva deciso di non far allontanare la sua famiglia, il capo della Gendarmeria Domenico Giani, ha ordinato a un certo punto che si affrettasse il lavoro nelle camere dei figli per arrecare minor danno ai ragazzi e permetterli di andare a dormire. Durante la terza udienza del processo, i quattro gendarmi ascoltati dal tribunale hanno fatto luce sulla scena del ritrovamento dei dossier del corvo.

In particolare due di loro - Silvano Carli e Luca Bassetti - sono arrivati a perquisizione in corso proprio per fare il lavoro nelle camere dei figli di Gabriele. Lo stesso Gabriele, hanno detto i gendarmi, ha offerto loro il caffè nel corso della perquisizione e poi gli ha detto: «Mi spiace che stasera finite tardi, avete visto quanto mi piace leggere e scrivere». Fra l'altro, è stato precisato che, oltre alle 82 casse di materiale sequestrato, sono state portate via anche due valigette di pelle e due buste gialle piene di carte.

«Paolo Gabriele ci ha ringraziato più volte del trattamento umano avuto dal primo momento e durante tutte le fasi dell'inchiesta». Il vice commissario della Gendarmeria Vaticana Luca Cintia ci tiene che queste parole siano messe a verbale durante l'udienza di oggi del processo a carico del maggiordomo infedele di Bendetto XVI.

E il presidente Giuseppe Dalla Torre lo ammonisce ricordando la decisione presa ieri di aprire un'inchiesta sui presunti maltrattamenti e abusi subiti dall'imputato durante la carcerazione nella caserma della Gendarmeria Vaticana: «C'è un fascicolo aperto su questo, stia attento a cosa dice». Ma Paolo Gabriele interviene con un gesto, per confermare annuendo le parole di Cintia.

Erano mescolate tra «centinaia di migliaia di documenti», le carte riservate del Papa e della Santa Sede trovate, sia in originale sia in fotocopia, in tutto «più di un migliaio», in casa di Paolo Gabriele durante la perquisizione condotta dalla Gendarmeria vaticana subito prima dell'arresto del maggiordomo di Benedetto XVI.

Nelle testimonianze rese oggi nella terza udienza del processo a carico di Gabriele, accusato di furto aggravato, dai membri della Gendarmeria Stefano De Santis, Silvano Carli, Luca Bassetti e Luca Cintia, è stato spiegato che i documenti «rilevanti» per le indagini, cioè originali e fotocopie di documenti firmati dal Papa o diretti a lui da cardinali e anche «uomini politici», alcuni «riservatissimi» perché trovati con la scritta «distruggere», erano «più di un migliaio», e «molti di più» di quelli pubblicati da Gianluigi Nuzzi nel libro «Sua Santità».

Comunque erano «ben nascosti» in quanto «mescolati ad altre migliaia di carte», relative a ricerche e testi «sulla Massoneria, l'esoterismo, la Loggia P2, la P4, i servizi segreti, il caso Bisignani, il caso Calvi, lo Ior, l'Aif, Berlusconi», hanno elencato i gendarmi, e poi anche «cristianesimo e yoga, cristianesimo e altre religioni, yoga e buddismo», e altre ricerche scolastiche relative presumibilmente gli studi scolastici dei figli di Gabriele.

Altre ricerche riguardano «come nascondere file jpeg o file word, come registrare e fare video, come usare il cellulare in modo velato». I documenti sequestrati, che per essere portati via dall'appartamento sono stati ordinati in 82 scatoloni di cartone di 50-60 cm per 50, del tipo «per i traslochi», in «due valigette di pelle nera e due buste grandi gialle», sono stati trovati sia nella libreria del soggiorno che nell'armadio dello studio. Sequestrato a Gabriele anche molto materiale informatico: un computer da scrivania, «due o tre portatili», «tantissime pennette Usb», due hard disk, varie memory card, una Playstation, un iPad, materiale che ora riguarderà il processo-stralcio a carico del tecnico informatico Claudio Sciarpelletti.

«Sarà interessante», ha commentato il testimone De Santis durante l'udienza. Lo stesso de Santis, tra i tipi di documenti riservati sequestrati a Gabriele, ha elencato quelli «relativi al Santo Padre, tra cui con firma autografa del Pontefice, alla Segreteria di Stato, a Congregazioni vaticane, a Pontifici Consigli», alcuni «riguardanti la totale privacy e vita familiare del Santo Padre», altri ancora «riservatissimi» e con la scritta in tedesco «distruggere». Sabato la quarta udienza e molto probabilmente la sentenza.

 

PAOLO GABRIELE DOMENICO GIANI jpegPAPA BENEDETTO XVI E TARCISIO BERTONE LUIGI BISIGNANI Roberto Calvi Famiglia Berlusconi Eleonora Piersilvio MArina Silvio BArbara Luigi

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