gianni de gennaro claudio scajola

“IL GIORNO DOPO L’IRRUZIONE ALLA DIAZ, DE GENNARO PRESENTÒ LE SUE DIMISSIONI. IO PERÒ LE RESPINSI” – A 20 ANNI DAL G8, L’ALLORA MINISTRO DELL’INTERNO CLAUDIO SCAJOLA RIVELA COSA ACCADDE DOPO LA MATTANZA DI GENOVA: “L'OPERAZIONE ERA STATA DECISA PERCHÉ CI AVEVANO DETTO CHE NELLA SCUOLA C’ERANO I BLACK BLOC PIÙ PERICOLOSI. NON ERA VERO. MA AVEVAMO ALLARMANTI RAPPORTI INFORMATIVI SUL TERRORISMO. SI FACEVA IL NOME DI BIN LADEN. DUE MESI DOPO CI SAREBBE STATO L’ATTENTATO ALLE TORRI GEMELLE”

gianni de gennaro foto di bacco

Giovanni M. Jacobazzi per “Il Riformista”

 

«Il capo della polizia, il prefetto Gianni De Gennaro, all'indomani dell'irruzione nella scuola Diaz, mi presentò le sue dimissioni. Io, però, le respinsi». Claudio Scajola, forzista della prima ora, a luglio del 2001 era il ministro dell'Interno del governo Berlusconi. Attualmente è sindaco di Imperia. Il Viminale è stato accusato di aver preventivamente pianificato la repressione del movimento no global che, vent' anni fa, si diede appuntamento a Genova in occasione del vertice del G8.

 

SCAJOLA

Onorevole Scajola, cosa risponde a chi dice che ci fu una volontà 'politica' di punire i manifestanti a Genova, anche sulla scia di quanto accaduto in occasione di precedenti vertici internazionali, come quello di Seattle e Goteborg?

Ma quale volontà politica! Pensi che stanziammo risorse importanti, a favore del Comune e della Provincia di Genova, per contribuire all'ospitalità dei manifestanti che erano venuti da tutto il mondo. Parlano le carte dell'epoca, quelle dei giorni precedenti al summit. Nel pochissimo tempo a mia disposizione prima del vertice, ho dedicato i maggiori sforzi a dialogare con tutte le sigle della protesta. Consegnammo anche un vademecum alle Forze dell'ordine, alla vigilia del vertice, nel quale spiegavamo che i manifestanti non erano nemici, bensì persone che esprimevano il loro dissenso in un contesto democratico e che dovevano essere messe nelle migliori condizioni di sicurezza per poterlo fare.

 

g8 di genova 3

Le cose andarono diversamente....

Purtroppo, come era successo nei vertici precedenti, si infilarono tra i manifestanti dei violenti e dei sovversivi con l'unica intenzione di devastare tutto. In questo senso, devo dire con rammarico che cadde nel vuoto la mia richiesta ai rappresentanti del dissenso pacifico di dividere maggiormente i cortei per evitare il rischio di infiltrati.

 

vincenzo vecchi al g8 di genova

Veniamo alla gestione dell'ordine pubblico che definire fallimentare è poco.

Il governo Berlusconi, voglio ricordarlo, era in carica da solo tre settimane. C'erano i piani di sicurezza già pronti, era stato già fatto tutto, e stravolgerli in così breve tempo non sarebbe stato saggio. Manifestammo a più riprese dubbi anche sulla scelta di Genova, troppo complessa per garantire la gestione dell'ordine pubblico. C'erano grandi timori a livello internazionale, non dimentichiamo che soltanto due mesi dopo ci sarebbero stati gli attentati alle Torri Gemelle.

 

Non potevate annullare il vertice allora?

gianni de gennaro

Pensammo ad un annullamento del summit, ma la strada è risultata poi non percorribile. Da ministro dell'Interno, ripeto, scelta più infelice di Genova non poteva esserci.

 

Torniamo alla gestione dell'ordine pubblico.

 Come ho detto, il governo era in carica da pochi giorni e dovemmo fare affidamento sugli uomini (il capo della polizia Gianni De Gennaro ed il comandante generale dell'Arma Sergio Siracusa, ndr) nominati dal precedente governo di sinistra.

 

Ed era un problema?

G8 GENOVA

Su mia proposta il Consiglio dei Ministri deliberò il comando del vice capo della polizia, il prefetto Ansoino Andreassi, presso la Presidenza del Consiglio, quale componente per la sicurezza della struttura di missione per l'organizzazione del G8.

 

Ciò non toglie che la gestione dell'ordine pubblico fu un disastro.

Dopo poche ora la fine del vertice, convocai nel mio ufficio al Viminale, Andreassi, insieme al capo dell'antiterrorismo il prefetto Arnaldo La Barbera e il questore di Genova Francesco Colucci. Condivisero con me la necessità che si facessero da parte, anche per lasciare alla magistratura la più ampia libertà di movimento, senza rischi di interferenze, nell'accertare gli errori commessi nella gestione dell'ordine pubblico, nella quale ciascuno di loro aveva precise responsabilità. Lo feci con angoscia dal momento che avevo servito lo Stato con dedizione contribuendo ad infliggere duri colpi alla criminalità. Non so se la stessa cosa sia stata fatta, pochi giorni fa, dopo i fatti del carcere di Santa Maria Capua Vetere.

CLAUDIO SCAJOLA

 

In attesa che la magistratura facesse gli accertamenti, una domanda, ad esempio, sulla mattanza della Diaz se la sarà fatta? Decine di manifestanti picchiati selvaggiamente senza motivo.

Io fui avvisato da De Gennaro dopo il blitz e dopo che i giornalisti avevano dato la notizia dell'accaduto.

 

Cosa chiese a De Gennaro?

Come mai non era stato avvertito e chi aveva deciso il blitz.

 

Risposta di De Gennaro?

Che l'operazione era stata decisa perché dentro la Diaz, da informazioni precise, si trovavano gli elementi più pericolosi dei black bloc, e che quando si fanno le operazioni non vengono comunicate prima.

G8 GENOVA

 

Replicò che questi pericolosi black bloc non c'erano?

Si. E la risposta fu molto imbarazzata, con la disponibilità di De Gennaro a lasciare l'incarico di capo della polizia.

 

Che lei, però, rifiutò?

Si. Non volevo creare ulteriori 'scossoni' che potevano destabilizzare la polizia di Stato. Tenga presente che avevamo allarmanti rapporti informativi sul terrorismo. Si faceva il nome di Bin Laden che allora non conosceva nessuno.

g8 bolzaneto

 

In conclusione si può dire che l'esordio del governo Berlusconi nel 2001 non è stato dei migliori?

A parte il clima di pressione per la presenza dei capi di Stato esteri e gli allarmi dell'antiterrorismo, erano in molti a fare il tifo perché il vertice fallisse.

g8 di genovaG8 GENOVACARLO GIULIANI AL G8 GENOVA

Ultimi Dagoreport

matteo renzi sergio mattarella elly schlein maurizio landini

DAGOREPORT – IL REFERENDUM ANTI JOBS-ACT PROMOSSO DALLA CGIL DI LANDINI, OLTRE A NON ENTUSIASMARE MATTARELLA, STA SPACCANDO IL PD DI ELLY SCHLEIN - NEL CASO CHE UNA DECINA DI MILIONI DI ITALIANI SI ESPRIMESSERO A FAVORE DELL’ABOLIZIONE DEL JOBS-ACT, PUR NON RIUSCENDO A RAGGIUNGERE IL QUORUM, LANDINI ASSUMEREBBE INEVITABILMENTE UN'INVESTITURA POLITICA DA LEADER DELL'OPPOSIZIONE ANTI-MELONI, EMARGINANDO SIA SCHLEIN CHE CONTE - E COME POTRANNO I RIFORMISTI DEM, I RENZIANI E AZIONE DI CALENDA VALUTARE ANCORA UN PATTO ELETTORALE CON UN PD "LANDINIZZATO", ALLEATO DEL POPULISMO 5STELLE DI CONTE E DE SINISTRISMO AVS DI BONELLI E FRATOIANNI? - A MILANO LA SCISSIONE DEL PD È GIÀ REALTÀ: I RIFORMISTI DEM HANNO APERTO UN CIRCOLO IN CITTÀ INSIEME A ITALIA VIVA E AZIONE. MA BONACCINI DIFENDE ELLY SCHLEIN

sergio mattarella giorgia meloni

DAGOREPORT - L'ARDUO COMPITO DI MATTARELLA: FARE DA ARBITRO ALLA POLITICA ITALIANA IN ASSENZA DI UN’OPPOSIZIONE - IL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA NON VUOLE SOSTITUIRSI A QUEGLI SCAPPATI DI CASA DI SCHLEIN E CONTE, NÉ INTENDE SCONTRARSI CON GIORGIA MELONI. ANZI, IL SUO OBIETTIVO È TENERE IL GOVERNO ITALIANO DALLA PARTE GIUSTA DELLA STORIA: SALDO IN EUROPA E CONTRO LE AUTOCRAZIE – IL PIANO DI SERGIONE PER SPINGERE LA PREMIER VERSO UNA DESTRA POPOLARE E LIBERALE, AGGANCIATA UN'EUROPA GUIDATA DA FRANCIA, GERMANIA E POLONIA E LONTANA DAL TRUMPISMO - LE APERTURE DI ''IO SONO GIORGIA" SUL 25 APRILE E AFD. MA IL SUO PERCORSO VERSO IL CENTRO E' TURBATO DALLL'ESTREMISMO DI SALVINI E DALLO ZOCCOLO DURO DI FDI GUIDATO DA FAZZOLARI...

francesco micheli

DAGOREPORT - IN UNA MILANO ASSEDIATA DAI BARBARI DI ROMA, SI CELEBRA LA FAVOLOSA CAPITALE DEGLI AFFARI CHE FU: IL CAPITALISMO CON IL CUORE A SINISTRA E IL PORTAFOGLIO GONFIO A DESTRA - A 87 ANNI, FRANCESCO MICHELI APRE, SIA PURE CON MANO VELLUTATA E SENZA LASCIARE IMPRONTE VISTOSE, IL CASSETTO DEI RICORDI: “IL CAPITALISTA RILUTTANTE” È IL DIARIO DI BORDO DELL’EX BUCANIERE DELLA FINANZA CHE, SALITO SULL’ALBERO PIÙ ALTO DEL VASCELLO, HA OSSERVATO I FONDALI OSCURI INCONTRATI NEL MARE MAGNUM INSIDIOSO DELL’ECONOMIA, SOMMERSA E SPESSO AFFONDATA - “IO E LEI APPARTENIAMO A ZOO DIVERSI”, FU IL VATICINIO DI CUCCIA – LUI, UNICO TESTIMOME A RACCOGLIERE LO SFOGO DI EUGENIO CEFIS SU QUEL “MATTO” DI CUCCIA CHE NEL GIORNO DELLE SUE CLAMOROSE DIMISSIONI DA MONTEDISON L’AVEVA ACCOLTO CON UN BEFFARDO: “DOTTORE, PENSAVO VOLESSE FARE UN COLPO DI STATO…”

romana liuzzo

DAGOREPORT! UN MOTO DI COMPRENSIONE PER I TELESPETTATORI DI CANALE5 CHE HANNO AVUTO LA SFORTUNA DI INTERCETTARE LA MESSA IN ONDA DELLO SPOT AUTO-CELEBRATIVO (EUFEMISMO) DEL PREMIO “GUIDO CARLI” - CONFUSI, SPIAZZATI, INCREDULI SI SARANNO CHIESTI: MA CHE CAZZO È ‘STA ROBA? - AGGHINDATA CON UN PEPLO IN STILE “VESTALE, OGNI SCHERZO VALE”, PIAZZATA IN UN REGNO BOTANICO DI CARTONE PRESSATO, IL “COMMENDATORE”  ROMANA LIUZZO REGALA 20 SECONDI DI SURREAL-KITSCH MAI VISTO DALL'OCCHIO UMANO: “LA FONDAZIONE GUIDO CARLI VI SARÀ SEMPRE ACCANTO PER COSTRUIRE INSIEME UN MONDO MIGLIORE”. MA CHI È, LA CARITAS? EMERGENCY? L'ESERCITO DELLA SALVEZZA? - VIDEO!

friedrich merz - elezioni in germania- foto lapresse -

DAGOREPORT – LA BOCCIATURA AL PRIMO VOTO DI FIDUCIA PER FRIEDRICH MERZ È UN SEGNALE CHE ARRIVA DAI SUOI "COLLEGHI" DI PARTITO: I 18 VOTI CHE SONO MANCATI ERANO DI UN GRUPPETTO DI PARLAMENTARI DELLA CDU. HANNO VOLUTO MANDARE UN “MESSAGGIO” AL CANCELLIERE DECISIONISTA, CHE HA STILATO UNA LISTA DI MINISTRI SENZA CONCORDARLA CON NESSUNO. ERA UN MODO PER RIDIMENSIONARE L’AMBIZIOSO LEADER. COME A DIRE: SENZA DI NOI NON VAI DA NESSUNA PARTE – DOMANI MERZ VOLA A PARIGI PER RIDARE SLANCIO ALL’ALLEANZA CON MACRON – IL POSSIBILE ANNUNCIO DI TRUMP SULLA CRISI RUSSO-UCRAINA