SCAJOLA, AVEVA UN «RUOLO DA ATTORE PROTAGONISTA» IN ALCUNI AFFARI INTRAPRESI CON AMEDEO MATACENA - NELLA RETE ANCHE UNA DEPUTATA – GALERA “MEZZO PARADISO” PER CHIARA RIZZO

Conchita Sannino per La Repubblica

«Dice che se va avanti e funzionasse, io ne avrei un vantaggio». Claudio Scajola, aveva un «ruolo da attore protagonista» in alcuni affari intrapresi con Amedeo Matacena, il politico attualmente latitante a Dubai.

Lo ricostruisce una delle quattordici informative della Dia depositate a sostegno della misura cautelare che ha trascinato in carcere, tra gli altri, lo stesso Scajola con la moglie di Matacena, Chiara Rizzo.

Sarebbe insomma la volontà di non farsi fregare, ancor prima di un'evidente gelosia, a spingere l'ex ministro - peraltro nel giorno del suo compleanno, 15 gennaio scorso - a tallonare Chiara, costretta dalla fuga del marito a trasformarsi in improbabile lady Finanza in un incontro d'affari con vari imprenditori.

Dopo il briefing a Barnareggio, lei si precipita al telefono col manager Pier Giorgio Bartoloni, che le è stato presentato da Giorgio Fanfani. Lei: «Piero meno male che c'eri tu... Vedere, fare... Cioè per me, ignorante totale della materia... Il piacere è stato quando ho visto i fratelli Dal Lago. Bella impressione». E l'altro: «Uno di loro è un genio... Gente da jet.. Sulla tecnologia, il fatto che ci siano i Dal Lago dentro... «.

Scajola, in attesa tre ore ai piedi di quell'ufficio, consegna agli inquirenti il motivo della trasferta, parlando al cellulare con la segretaria Roberta: «Lì è una iniziativa con suo marito, che l'ha portata avanti lui, che avevo seguito anch'io.. . che lei dice: " Io ci vado perché, se per caso andasse avanti e funzionasse, io ne avrei un vantaggio! » . Capito? Per quello l'ho fatto volentieri, insomma».

Sul caso Scajola-Matacena si apre ormai la settimana decisiva: in agenda c'è il primo interrogatorio della Rizzo in carcere, un primo vaglio del Riesame e la trasferta a Imperia dei pm Lombardo e Curcio che con il procuratore capo Cafiero de Raho, cominceranno l'esame dell'archivio segreto, 350 faldoni, custodito nella villa ligure dell'ex ministro.

Trapelano intanto altri segmenti dell'»associazione a delinquere» che doveva proteggere Matacena, offrendogli denaro, schermature di società, relazioni internazionali. Una rete in cui primeggia, «al pari di Scajola» l'indagato Vincenzo Speziali, mediatore calabro-libanese, insieme con influenti «vertici politici e istituzionali».

É sempre Speziali che, in una intercettazione, chiede freneticamente a Scajola di portare con sé «un'amica mia parlamentare». Fissando l'appuntamento a Roma l'11 febbraio, dopo che Scajola parlerà «con Confalonieri», Speziali ripete ossessivamente: «Dimmi l'ora, che mi porto anche l'amica mia parlamentare.
Faccio venire la deputata». Non dovrebbe comunque trattarsi di Debora Bergamini, citata invece in altra informativa come uno dei contatti.

Intanto, dal carcere di Regina Coeli, l'ex ministro Scajola interviene sul caso Biagi, definisce «inattendibile» Luciano Zocchi e se la prende con l'ex ministro Maroni.
Scandisce il suo avvocato, Giorgio Perroni: «Quella famosa lettera che oggi Maroni sostiene di aver mandato in realtà non è mai stata mandata. L'indagine precedente ha accertato che la lettera fu scritta dieci minuti dopo la morte di Biagi. Questa è la verità».

I PM: "COSÌ SCAJOLA AGEVOLÒ LE COSCHE"

Quell'ex ministro dell'Interno «agevola la mafia calabrese». «Consapevolmente», scrivono i pubblici ministeri, forse a fugare il dubbio che anche stavolta sia "a sua insaputa". E con le sue azioni si rende quasi «socio occulto» di uno dei più influenti concorrenti esterni della ‘ndrangheta, Amedeo Matacena, già deputato Pdl.

La Procura antimafia di Reggio Calabria prova la mossa finale contro Claudio Scajola. E lo fa attraverso l'appello depositato al Tribunale del Riesame a carico dell'ex plenipotenziario berlusconiano arrestato tre settimane con l'accusa di aver coperto la latitanza dell'ex politico calabrese: è l'ultimo filone della poderosa inchiesta "Breakfast", che ha travolto anche Chiara Rizzo, la moglie di Matacena in un carcere di Reggio, sotto accusa insieme insieme a segretari e mediatori internazionali come l'indaganeto Vincenzo Speziali.

Nel giorno in cui lady Matacena compare per la prima volta dinanzi ai magistrati italiani, filtrano le nuove argomentazioni che la pubblica accusa offre al giudice sulle condotte del due volte ministro Scajola: l'obiettivo è rimettere in piedi, accanto alle contestazioni contenute nella misura, quell'aggravante mafiosa (l'articolo 7) che il gip Olga Tarzia aveva invece bocciato nell'emettere l'ordinanza.

I pm Giuseppe Lombardo e Francesco Curcio, coordinati dal procuratore capo Cafiero de Raho, ribaltano invece il ragionamento. E insistono: Scajola e Matacena risultano «inseriti in un circuito criminale ben più ampio, visto il ruolo di Matacena in ambito ‘ndranghetista». Si parte da quella condanna in via definitiva: Matacena è ritenuto il "riferimento" della cosca dei Rosmini.

Ne discende che tutti coloro che ne favoriscono la fuga e la permanenza all'estero e soprattutto coprono la schermatura dei beni, agevolano la ‘ndrangheta. Tra loro, in primis, Scajola. «Non appare un azzardo - continua il ricorso - affermare che Scajola e Matacena condividono interessi che vanno ben oltre l'aiuto per ragioni squisitamente umanitarie».

Scajola, dunque, «presta consapevole contributo per agevolare la latitanza » e arriva ad «esercitare la sua influenza su Berlusconi al fine di ottenere la candidatura alle europee». E soprattutto «promette il suo sostegno personale, finanziario ed economico, anche attraverso canali bancari privilegiati» .

É anche il giorno in cui Chiara Rizzo, dal carcere, fa scena muta dinanzi al gip, ma i suoi avvocati Bonaventura Candido e Carlo Biondi fissano l'interrogatorio con i pm per giovedì prossimo. Per lady Montecarlo, adesso, il lusso è avere «un accappatoio» in cella. «Appena può, avvocato. E anche delle tute, ma senza il cappuccio. Per il resto, molto meglio qui del carcere in Francia. Anzi, mi è sembrato di passare dall'inferno a un mezzo paradiso».

 

video scajola ZUCCONI TWITTA LA FOTO DI SCAJOLA LIBERO MATACENA CHIARA RIZZO SCAJOLAARRESTO CLAUDIO SCAJOLA Vincenzo Speziali - Copyright PizziSILVANA E CESARE PREVITI CON IL PICCOLO ATHOS MATACENACHIARA RIZZO MATACENA SULL AEREO FOTO DI MATTEO INDICE CHIARA RIZZO MATACENA CONSEGNATA ALLA POLIZIA ITALIANA AL CONFINE CON LA FRANCIA CHIARA RIZZO MATACENA CONSEGNATA ALLA POLIZIA ITALIANA AL CONFINE CON LA FRANCIA Schermata alle Schermata alle

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…