ALTRO CHE GESUITI E DOMENICANI! DOPO GLI SCANDALI, IL SERVIZIO D’ORDINE DELLA SANTA SEDE E’ AFFIDATO ALL’OPUS DEI - IL SUCCESSORE DI ESCRIVA’, ALVARO DEL PORTILLO, SARA’ BEATIFICATO DOPO IL RICONOSCIMENTO DEL MIRACOLO - IL LIBRO DEL CARDINALE HERRANZ “NEI DINTORNI DI GERICO” DIMOSTRA CHE VATILEAKS NON E’ UNA NOVITA’ – ANCHE IL NEOCOMUNICATORE DELLA SEGRETERIA DI STATO GREG BURKE E’ UN NUMERARIO DELL’OBRA - SEMPRE PIU’ NUTRITA ANCHE LA PATTUGLIA USA…

Giacomo Galeazzi per "La Stampa"

Per secoli nella Curia Romana quando c'erano situazioni di ingovernabilità o delicate inchieste interne da svolgere ci si rivolgeva ai Gesuiti o ai Domenicani. Ora, invece, il nuovo "blocco d'ordine" al quale la Santa Sede si affida dopo scandali finanziari o fughe di documenti è costituito dall'Opus Dei.

E, infatti, il Vaticano ha assegnato all'ex braccio destro del fondatore dell'Opera la presidenza della commissione cardinalizia d'indagine e a un giornalista numerario la comunicazione. Insomma la caccia ai "corvi" ha avuto come effetto collaterale quello di allargare il raggio d'azione e di rafforzare la presenza dell'Opus Dei nella sacre stanze.

A condurre l'accertamento delle responsabilità è lo stesso cardinale Julian Herranz, giurista di fiducia del Papa, ex presidente del dicastero dei testi legislativo e della commissione disciplinare della Curia Romana. E appunto storico segretario di San Josemaría Escrivá de Balaguer.

Nei giorni scorsi, poi, il cielo dell'Obra si è arricchito di un altro paradigma di fede: Alvaro del Portillo (successore di san Josémaria Escrivà alla guida dell'Opus Dei) sarà beato grazie alla firma di Benedetto XVI al decreto che attesta l'eroicità delle sue virtù cristiane.

Adesso alla beatificazione manca solo il riconoscimento del miracolo. Il Papa ha ricevuto Herranz, De Giorgi e Tomko collegialmente sabato 16 giugno, ma il presidente della commissione, Herranz aveva già avuto modo di riferire al Pontefice. Del presidente della commissione, osserva il "Diario vaticano" de l'Espresso, è nota da tempo la proverbiale riservatezza:"Una riservatezza che però non gli ha impedito di scrivere, alcuni anni fa, un libro di memorie che, pur non violando alcun segreto, offre numerose informazioni inedite e curiose".

Si tratta del volume "Nei dintorni di Gerico", di 480 pagine, stampato dalle edizioni Ares, dell'area dell'Opus Dei, nel gennaio del 2006, due anni dopo che Giovanni Paolo II aveva creato Herranz cardinale consentendogli così di partecipare al conclave che ha eletto Benedetto XVI. Riguardo poi la fuga di documenti riservati Herranz mostra nel suo libro che "Vatileaks" non è una novità nelle cronache romane, anche se non nelle dimensioni massicce registrate ora.

Alle pagine 300-301 racconta come nell'estate del 1979 "il materiale informativo sulla trasformazione dell'Opus Dei in prelatura personale e la lettera che lo completava", inviati dall'Opus al cardinale Sebastiano Baggio "e oggetti di studio riservato nella Santa sede, erano stati inviati da qualcuno - persona o istituzione - a vescovi e alla stampa di diversi paesi del mondo, presentandoli in modo parziale e tendenzioso".In nota a tale brano Herranz aggiunge sibillino:"In queste pagine di ricordi non voglio fornire alcun altro dato su questo punto, seguendo i consigli che ci diede il Padre [Escrivá, ndr] in una "tertulia", il 14 giugno 1972".

E cioè: "Fin da principio, nei primi anni, ho preso le opportune misure perché nessuno serbasse rancore o guardasse con poca simpatia certe entità che, in modo organizzato, ci hanno fatto soffrire molto, in silenzio. Nell'Opus Dei ci sforziamo di non mancare di carità con nessuno. Ho sempre pregato il Signore, con tutte le fibre della mia anima, usando una frase dura: di non essere il boia di nessuna persona, di nessuna iniziativa che si muove o nasce per servire Dio. Sappiamo scusare. Perdonare. Siamo una affermazione: ciò che è negativo non ci piace".

Difficile pensare, chiosa il "Diario vaticano" de l'Espresso, che il cardinale Herranz, nel nuovo incarico di capo della commissione cardinalizia di inchiesta su una fuga di documenti ben maggiore di quella da lui registrata trent'anni fa, abbia dimenticato la "tertulia" del suo maestro san Josemaria. Quel che è certo è che la fuga dei documenti ha rafforzato in Curia le posizioni dell'Opus Dei e dei gendarmi vaticani, oltre a consentire una forte avanzata nei sacri palazzi del "partito americano".

La commissione cardinalizia d'inchiesta lavora parallelamente alla magistratura vaticana continuando le sue audizioni e nulla lascia presagire quanto tempo ci vorrà perché le due inchieste arrivino a una conclusione. Ma questo non vuol dire che il cosiddetto caso "Vatileaks" non abbia già inciso sulla vita di quel particolare organismo che è la Curia romana. Tutt'altro.

"Alcune conseguenze, infatti, si possono già individuare a breve, mentre altre possono essere ipotizzate a medio e lungo termine. Nel travolgente incedere dello scandalo Vatileaks è rapidamente aumentato nelle sacre stanze il ruolo visibile dell'Opus Dei, che già conta, nell'organigramma, il segretario del pontificio consiglio per i testi legislativi Juan Ignacio Arrieta, del clero dell'Obra, il segretario della congregazione per il clero Morga Iruzubieta, della fraternità sacerdotale della Santa Croce collegata all'Opus, e il segretario della prefettura degli affari economici Vallejo Balda".

Colui che guida la commissione cardinalizia d'inchiesta è appunto Herranz, cioè il membro più altro in grado Oltretevere dell'Opus Dei e già presidente dello stesso dicastero di Arrieta. Ma non solo. Nell'inedito ruolo di "advisor" per le comunicazioni della segreteria di Stato è stato scelto Greg Burke, numerario dell'Obra, che potrà così rinverdire i fasti di Joaquín Navarro Valls, anche lui numerario, il celebre portavoce di Giovanni Paolo II Burke andrà ad affiancare "l'unità di crisi" mediatica del Palazzo Apostolico formata dal sostituto, l'arcivescovo Giovanni Angelo Becciu, dall'assessore Peter Brian Wells, da monsignor Carlo Maria Polvani (nipote del nunzio negli Stati Uniti Carlo Maria Viganò) e dai responsabili dei media vaticani, padre Federico Lombardi della Radio Vaticana e Giovanni Maria Vian de "L'Osservatore Romano".

Con l'arrivo di Burke da Fox TV cresce in curia anche il peso degli Stati Uniti, sottolinea il "Diario Vaticano". A Roma già operano il cardinale Raymond L. Burke, gli arcivescovi Augustine Di Noia e Joseph W. Tobin, monsignor Wells e padre Michael J. Zielinski. Senza contare il pensionando cardinale William J. Levada e i pensionati cardinali Bernard F. Law e James F. Stafford.

 

Monsignor Escrivá de BalaguerJULIAN HERRANZ DELL OPUS DEIBENEDETTO XVI GREG BURKE FOTO 7 pap12 joaquin navarro vallsAngelo Becciu

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni francesco acquaroli antonio tajani matteo salvini donald trump

DAGOREPORT: A CHE PUNTO È L'ARMATA BRANCA-MELONI? TORNATA SCORNATA DAL G7 MENO UNO (TRUMP SE NE FOTTE DI LEI E DELL'EUROPA), I PROBLEMI REALI BUSSANO ALLA PORTA DI PALAZZO CHIGI. A PARTIRE DALL'ECONOMIA: LA GUERRA IN MEDIORIENTE POTREBBE FAR SCHIZZARE IL PREZZO DEL PETROLIO, E CONSEGUENTE AUMENTO DI OGNI PRODOTTO - AGGIUNGERE LA LOTTA CONTINUA CON SALVINI, LA PIEGA AMARA DEI SONDAGGI NEI CONFRONTI DEL GOVERNO E LA POSSIBILE SCONFITTA NELLE MARCHE DEL SUO FEDELISSIMO ACQUAROLI: IL PD CON MATTEO RICCI E' IN VANTAGGIO DI 5 PUNTI E LA STATISTA DELLA GARBATELLA È TENTATA DI ANTICIPARE IL VOTO NELLE MARCHE A SETTEMBRE – SULLE ALTRE QUATTRO REGIONI, LA FIAMMA E' INDECISA SUL TERZO MANDATO CHE FAREBBE FELICE ZAIA IN VENETO, DESTABILIZZANDO IL PD IN CAMPANIA. MA IERI, PRESSATO DA VANNACCI, SALVINI HA PRESO A PRETESTO IL "NO" DI TAJANI, PER SFANCULARE VELOCEMENTE (E SENZA VASELINA) I SUOI GOVERNATORI, ZAIA E FEDRIGA - IL ''NO'' DI TAJANI ERA TRATTABILE: L'OBIETTIVO E' LA FUTURA PRESIDENZA DELLA REGIONE LOMBARDIA (IL CANDIDATO ''COPERTO'' DI FORZA ITALIA È..)

tommaso inzaghi

DAGOREPORT - IL TRASFERIMENTO DI SIMONE INZAGHI IN ARABIA? UN AFFARE DI FAMIGLIA. L’ARTEFICE DELL’OPERAZIONE CHE HA PORTATO L’EX ALLENATORE DELL’INTER ALLA CORTE DELL’AL-HILAL È STATO TOMMASO INZAGHI, IL FIGLIO DI SIMONE E DI ALESSIA MARCUZZI, PROCURATORE CHE FA PARTE DELL'AGENZIA DI FEDERICO PASTORELLO, LA P&P SPORT MANAGEMENT – LE LAUTE COMMISSIONI, LA TRATTATIVA CHE ANDAVA AVANTI DA TEMPO (GIÀ PRIMA DEL RITORNO CON IL BARCELLONA SIMONE INZAGHI AVEVA PROPOSTE DALL’ARABIA), LO STRANO MESSAGGIO SOCIAL DI TOMMASO INZAGHI E LE VOCI SU UNO SPOGLIATOIO IN TENSIONE PRIMA DELLA FINALE DI CHAMPIONS PER...

francesco gaetano caltagirone alberto nagel francesco milleri

DAGOREPORT - GONG! ALLE ORE 10 DI LUNEDÌ 16 GIUGNO SI APRE L’ASSEMBLEA DI MEDIOBANCA; ALL’ORA DI PRANZO SAPREMO L’ESITO DELLA GUERRA DICHIARATA DAL GOVERNO MELONI PER ESPUGNARE IL POTERE ECONOMICO-FINANZIARIO DI MILANO - LO SCONTRO SI DECIDERÀ SUL FILO DI UNO ZERO VIRGOLA - I SUDORI FREDDI DI CALTARICCONE DI FINIRE CON IL CULO A TERRA NON TROVANDO PIÙ A SOSTENERLO LA SEDIA DI MILLERI SAREBBERO FINITI – L’ATTIVISMO GIORGETTI, DALL’ALTO DELL’11% CHE IL MEF POSSIEDE DI MPS – L’INDAGINE DELLA PROCURA DI MILANO SU UNA PRESUNTA CONVERGENZA DI INTERESSI TRA MILLERI E CALTAGIRONE, SOCI DI MEDIOBANCA, MPS E DI GENERALI - ALTRO GIALLO SUL PACCHETTO DI AZIONI MEDIOBANCA (2%?) CHE AVREBBE IN TASCA UNICREDIT: NEL CASO CHE SIA VERO, ORCEL FARÀ FELICE LA MILANO DI MEDIOBANCA O LA ROMA DI CALTA-MELONI? AH, SAPERLO….

iran israele attacco netanyahu trump khamenei

DAGOREPORT - STANOTTE L'IRAN ATTACCHERÀ ISRAELE: RISCHIO DI GUERRA TOTALE - È ATTESO UN VIOLENTISSIMO ATTACCO MISSILISTICO CON DRONI, RISPOSTA DI TEHERAN ALL'"OPERAZIONE LEONE NASCENTE" DI NETANYAHU, CHE QUESTA MATTINA HA COLPITO IL PRINCIPALE IMPIANTO DI ARRICCHIMENTO IRANIANO, UCCIDENDO L'INTERO COMANDO DELL'ESERCITO E DELLE GUARDIE RIVOLUZIONARIE. LA MAGGIOR PARTE DI LORO È STATA FATTA FUORI NELLE PROPRIE CASE GRAZIE AI DRONI DECOLLATI DALLE QUATTRO BASI SOTTO COPERTURA DEL MOSSAD A TEHERAN - ISRAELE HA DICHIARATO LO STATO DI EMERGENZA: GLI OSPEDALI SPOSTANO LE OPERAZIONI IN STRUTTURE SOTTERRANEE FORTIFICATE - TRUMP HA AVVERTITO OGGI L'IRAN DI ACCETTARE UN ACCORDO SUL NUCLEARE "PRIMA CHE NON RIMANGA NULLA", SUGGERENDO CHE I PROSSIMI ATTACCHI DI ISRAELE CONTRO IL PAESE POTREBBERO ESSERE "ANCORA PIÙ BRUTALI" - VIDEO

lauren sanchez jeff bezos venezia

FLASH! – I VENEZIANI HANNO LA DIGA DEL MOSE PURE NEL CERVELLO? IL MATRIMONIO DI JEFF BEZOS È UNA FESTICCIOLA PER 250 INVITATI DISTRIBUITI TRA QUATTRO HOTEL: GRITTI, AMAN, CIPRIANI E DANIELI - NIENTE CHE LA SERENISSIMA NON POSSA SERENAMENTE SOSTENERE, E NULLA A CHE VEDERE CON LE NOZZE MONSTRE DELL'INDIANO AMBANI, CHE BLOCCARONO MEZZA ITALIA SOLO PER IL PRE-TOUR MATRIMONIALE – DITE AI MANIFESTANTI IN CORTEO "VENEZIA NON E' IN VENDITA" CHE I 10 MILIONI DI EURO SPESI DA MR.AMAZON SI RIVERSERANNO A CASCATA SU RISTORATORI, COMMERCIANTI, ALBERGATORI, GONDOLIERI E PUSHER DELLA CITTÀ…