SCELTE CINICHE: MONTI “SORVOLA” SUL CURRICULUM DI CESA? - IL BRACCIO DESTRO DI CASINI A RISCHIO: E’ UN POLITICO O UNO STATISTA? - DI SICURO E’ UN ESPERTO DI FONDI PUBBLICI: BRAVISSIMO A PRENDERLI! - LA SUA “I BORGHI” NEL SOLO 2011 HA INCASSATO (A TRATTATIVA PRIVATA) 1 MILIONE 324MILA EURO DALLA REGIONE LAZIO - AFFARI ANCHE IN CALABRIA - AGLI ESORDI DELLA CARRIERA, UN MANDATO DI CATTURA E DUE GIORNI DA LATITANTE…

Antonio Massari per Il Fatto Quotidiano

L'alleanza con l'Udc - nella costruzione del suo futuro da premier - per Mario Monti è indispensabile. Ma c'è un nodo da sciogliere: Lorenzo Cesa è un candidato presentabile? O meglio: è un alleato compatibile con "scelta civica"? Non parliamo di un personaggio di terza fila, ma del presidente dell'Udc, il braccio destro di Casini. Inquadrato dalle telecamere di Sky, Monti segna la differenza tra un "politico" e uno "statista" - e quindi: tra se stesso, Bersani e Berlusconi - argomentando così: "Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista pensa alle prossime generazioni. Bersani e Berlusconi? Loro sono dei veri politici...".

Bene. Da come Monti affronterà il suo rapporto con Cesa, e quindi con l'intero Udc, sarà possibile capire - usando le sue stesse espressioni - quanto spessore, dietro il suo sobrio loden, abbia il "politico" e quanto ne abbia, invece, lo "statista". Cesa non ha mai brillato per un supremo senso dello Stato. E sin dal suo esordio in politica. Da dirigente Anas, negli anni Novanta, diventa braccio destro del ministro democristiano Gianni Prandini, che guidava il dicastero dei Lavori pubblici. Nel 1993 - scandalo mazzette Anas - provano ad arrestarlo: sarà latitante per un paio di giorni. Poi viene condannato in primo grado: 3 anni e 3 mesi per corruzione aggravata. Si salva per un cavillo procedurale: non luogo a procedere.

Nel frattempo, però, ha già confessato ai pm che, quand'era dirigente Anas, segnalava alcune aziende al ministro Prandini, il quale, in cambio dell'appalto, pretendeva dalle imprese il 5 per cento dell'importo. Una questione d'incompatibilità tra giudici, poi, ferma il processo, che deve così ricominciare e - inevitabilmente - si risolve con la prescrizione. Sotto il profilo politico, però, le confessioni di Cesa sono più che sufficienti a delineare il personaggio pubblico. Che ha una forte passione per il denaro pubblico: è dal 2001 che milioni di euro (tutti soldi pubblici) alimentano le sue società a partecipazione familiare.

La "Borghi srl", per esempio, nel solo 2011, incassa 1 milione e 324 mila euro affidati in trattativa privata dalla regione Lazio. Nella Borghi srl, all'epoca, si contavano Lorenzo Cesa e suo figlio Matteo. Un'altra creatura di Cesa è la Global Media, che si occupa di comunicazione e - tra il 2001 e il 2003 - ottiene 800 mila euro da Regione Lazio, Comune e Provincia di Roma. In quegli anni, secondo Piero Sagona (consulente di Luigi De Magistris, all'epoca pm a Catanzaro), la Global Media era, in realtà, il "polmone finanziario" dell'Udc. È un comportamento compatibile con il rigore politico - e da statista - ostentato da Monti?

Di certo, è un comportamento compatibile con l'ideale politico del suo sponsor principale, Pier Ferdinando Casini che, proprio in quegli anni, affida alla Global Media l'organizzazione del congresso Udc; che candida Cesa all'Europarlamento; che non batte ciglio quando la Global Media incassa 800 mila euro da Regione Lazio, Comune e Provincia di Roma. E che non trova nulla di strano, quando scopre che, proprio durante il suo mandato da europarlamentare, Cesa mette in piedi un'altra società: la Digitaleco Optical disk che, sfruttando i finanziamenti pubblici europei, s'impegna a produrre cd e dvd in Calabria. La Digitaleco riceve il finanziamento e - senza aver prodotto nulla - viene poi venduta. L'imprenditore che l'acquista, però, scopre "l'azienda era ancora in fase di costruzione, mancava persino il tetto e non c'era l'allacciamento alla rete fognaria".

Gli accordi con Ue e Regione Calabria prevedevano che la Digitaleco, entro il 2004, entrasse in produzione e occupasse almeno 40 operai: qualche assunzione c'è stata, ma la produzione non è mai partita e, se la vicenda giudiziaria è finita con l'archiviazione, resta il fatto che i soldi pubblici, nell'etica politica di Cesa, si utilizzano così. E allora: ci sarà un veto di Monti alla sua candidatura? "Ho incontrato Monti un sacco di volte", ha detto Cesa al Corriere della Sera, "credo che una persona corretta come lui, se avesse avuto qualcosa da dirmi, me l'avrebbe detto".

Comunque sia, con l'Udc che viaggia intorno al 5,8%, Cesa ha precisato: "Con cifre di questo tipo, vogliamo parlare di stupidaggini, o vogliamo ragionare su come concludere la costruzione di un grande centro che noi dell'Udc, per primi, abbiamo coraggiosamente avviato?". Ecco, appunto. Se questa è la domanda, ora tocca a Monti, l'ardua risposta.

 

MARIO MONTI lorenzo cesaPIERFERDINANDO CASINI LORENZO CESA LORENZO CESA LORENZO CESA LORENZO CESA EMMA MARCEGAGLIALorenzo Cesa - Copyright Pizzi

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