mario draghi laura castelli

CESPUGLI DA POTARE – SCELTI I MINISTRI, CI SONO 36 POLTRONCINE BELLE CALDE DA SOTTOSEGRETARIO: I PARTITI GIÀ SCALPITANO, VISTO CHE A QUESTO GIRO SARANNO LORO A GIOSTRARSELE PER RIEQUILIBRARE CORRENTI E PRESUNTE PARITÀ DI GENERE - I GRILLINI VOGLIONO RIPROPORRE LAURA CASTELLI, CHE VANTA TRE ANNI IN UN CAF. SARÀ DIVERTENTE QUANDO RISPONDERÀ A DANIELE FRANCO “QUESTO LO DICE LEI” SU QUALCHE COPERTURA…

Marco Conti per “il Messaggero”

 

sergio mattarella e mario draghi

Scelti i ministri ora tocca a vice e sottosegretari. Posto che il numero complessivo dei membri di governo non verrà aumentato rispetto al numero di 60 e che i ministri già nominati sono 23, restano 37 poltrone ancora da distribuire. 36, per l' esattezza visto che il Roberto Garofoli è stato già nominato sottosegretario alla presidenza del Consiglio nel primo consiglio dei ministri.

 

il governo draghi

Stavolta i partiti giocano a carte scoperte con il presidente del Consiglio Mario Draghi al quale spetta l' ultima parola ma lascia ai partiti della maggioranza la scelta in modo che possano procedere a qualche riequilibrio interno.

 

orlando zingaretti

I CESPUGLI

Problema che ha soprattutto il Pd dove la questione di genere è esplosa con fragore al punto da spingere il segretario Nicola Zingaretti a promettere che vice e sottosegretari dem saranno tutti al femminile. Possibile quindi che tutte le uscenti dem verranno riconfermate. Nei partiti si ragiona su metà sottosegretari alla vecchia maggioranza che ha retto il Conte2 e metà a chi era all' opposizione, tranne ovviamente FdI che non voterà la fiducia e compresi i cespugli di centro, oltre a Lega e FI.

 

loredana de petris

Le nomine avverranno nel fine settimana e comunque dopo il passaggio in Aula del governo per ottenere la fiducia. Si inizia dopodomani al Senato e il giorno dopo a Montecitorio. Problemi sui numeri stavolta non ci sono anche se ieri è maturata l' ennesima scissione a sinistra con Sinistra Italiana che si è schierata per il no, anche se due (Erasmo Palazzotto e Loredana De Petris) dei tre parlamentari non faranno come Nicola Fratoianni e, andando contro la decisione dell' assemblea, daranno la fiducia all' esecutivo Draghi «perché quella che sostiene il governo non è e non sarà mai una maggioranza politica».

 

Anche se il fronte progressista è comunque destinato a perdere altri pezzi dal lato del M5S, problemi per Draghi non ce ne sono e continuerà oggi a mettere a punto il discorso di insediamento che farà in Parlamento. Tornando alla nomina dei sottosegretari, sarà importante vedere cosa farà Draghi di tre deleghe che nel precedente esecutivo erano assegnate a tre ministri: Riforme, Sport e Affari europei.

QUANDO LAURA CASTELLI INCONTRA MARIO DRAGHI

 

Sull' ultima è molto probabile che sarà lo stesso Draghi a dire la sua trattandosi di un sottosegretario che avrà il compito di trattare tenere i rapporti con le istituzioni comunitarie, ma anche l' Editoria è possibile che vada ad un tecnico.

 

Anche se la settimana sarà centrata sul voto di fiducia e il discorso del premier alle Camere, dopo più di un mese di crisi di governo iniziano a premere molte questioni urgenti. In testa, ovviamente, la pandemia con le sue ricadute sul tessuto economico.

 

Draghi vorrebbe mettere un po' d' ordine al caos aperture-chiusure e spingere la campagna vaccinale ridimensionando il ruolo di Domenico Arcuri soprattutto nell' approvvigionamento di anti-Covid, e spingendo sulle case farmaceutiche che hanno il vaccino affinchè cedano il brevetto o si convincano produrlo in Italia (la Pfizer ha stabilimenti a Catania e Ascoli). Draghi intende anche accelerare nella costituzione, per decreto, del ministero per la Transizione ecologica e in quello del Turismo.

 

LA SCELTA

laura castelli 1

Sulla consistenza del primo dicastero c' è ancora polemica nel M5S e ieri lo stesso Beppe Grillo è di nuovo intervenuto per sottolineare l' importante conquista grilina. Dopo le dispute delle ultime settimane occorre anche vedere quale scelta farà nella gestione dei Servizi di intelligence.

 

domenico arcuri

L' intenzione sembra essere quella della delega ad un sottosegretario, ma non è ancora detto che si vada subito in quella direzione. Con un ministro tecnico al Mef, Laura Castelli e Antonio Misiani potrebbero essere riconfermati. La Lega pensa di riportare al Viminale Nicola Molteni, mentre il reggente Vito Crimi potrebbe andare a controllare Marta Cartabia alla Giustizia. Ai grillini interessa mettere un piede con Giancarlo Cancelleri e Stefano Buffagni nei ministeri che gestiranno il Recovery Plan, ovvero Infrastrutture e Transizione Ecologica. Probabile anche l' ingresso del super-europeista Benedetto Della Vedova, mentre Iv punta sulla Giustizia.

laura castelli

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...