jean marie marine le pen lepen

DEI RELITTI E DEI LE PEN - SCONTRO POLITICO O GELOSIA? GLI SCAZZI TRA MARINE E IL VECCHIO JEAN MARIE MANDANO IN MILLE PEZZI LA FAMIGLIA REALE DELL’ESTREMA DESTRA FRANCESE: UN DRAMMA ALLO STESSO TEMPO POLITICO E PRIVATO

Bernardo Valli per “la Repubblica”

 

MARINE E JEAN MARIE LE PEN MARINE E JEAN MARIE LE PEN

IL Rivarol sembrava appartenere al passato. Più che in vendita la pubblicazione con quel titolo era dimenticata nelle edicole di Francia. Appariva ignorata dai lettori. Ingialliva intoccata alle intemperie di tutte le stagioni. All’improvviso il vecchio settimanale, antisemita, nostalgico del maresciallo Pétain, ammiratore del Terzo Reich, enfatico nel rievocare le guerre coloniali perdute, fedele a un passato inghiottito dalla Storia, ha attirato l’attenzione nazionale. Non è resuscitato. Questo no.

marine e jean marie le penmarine e jean marie le pen

 

Nonostante le 5mila copie diffuse secondo la generosa valutazione del direttore, il professor Jérome Bourbon, il Rivarol non ha mai cavalcato le statistiche della grande stampa. Ma per qualche giorno il vento della notorietà l’ha investito. Il merito è tutto dei Le Pen, padre e figlia: la famiglia reale dell’estrema destra francese.

MARINE E JEAN MARIE LE PEN MARINE E JEAN MARIE LE PEN

 

Per un’intervista al Rivarol, Marine ha condannato Jean-Marie, il genitore, e quest’ultimo infuriato ha ripudiato Marine come figlia e come erede politico. Ha brandito l’arma del ripudio come capita nel mondo musulmano che tanto detesta, e non lo nasconde. La legge francese non prevedendo questa prerogativa maschile, le parole di Jean-Marie resteranno comunque una minaccia senza seguito.

 

La collera rimarrà nelle memorie e l’insulto sepolto nei microfoni o congelato nelle telecamere. Avrà invece con tutta probabilità un seguito concreto la destituzione di Jean-Marie dalla carica di presidente onorario e addirittura la sua esclusione dal partito nel caso le varie istanze del Front National, controllate da Marine Le Pen, lo decideranno.

 

un giovane jean marie le penun giovane jean marie le pen

Ne è insomma scaturito un dramma al tempo stesso politico e familiare. E questo avviene nel momento in cui il Front National, fondato da Jean-Marie nel 1972, e del quale è ancora il presidente onorario (sospeso?), e del quale Marine è la presidente eletta all’unanimità, ha raggiunto il culmine del successo. E a lei, a Marine, si pronostica un avvenire eccezionale alle elezioni del non lontano 2017. Se non proprio la presidenza, almeno una presenza al ballottaggio finale. I francesi, anche quelli anche quelli che hanno tanto amato detestare i Le Pen in questi giorni seguono con interesse le sorti della famiglia. È lo spettacolo politico nazionale del momento.

 

Scontro politico o gelosia? Le due cause sono plausibili. Il vecchio Le Pen, 87 anni, è un baroudeur , un lottatore, che non sopporta l’idea di uscire di scena. Soprattutto se cacciato da una figlia che gli ha cambiato il suo partito sotto gli occhi. Jean-Marie è sulla breccia dalla guerra francese di Indocina, dove arrivò in ritardo come ufficiale, perché si concluse per lui troppo presto, nel ‘54 con la battaglia perduta di Dien Bien Phu.

jean marie le pen con il suo dobermanjean marie le pen con il suo doberman

 

Poi ha vissuto più a fondo la guerra d’Algeria, anch’essa perduta con l’indipendenza algerina del ‘62. Sempre nella veste di militare, quale capitano Legione Straniera, ha insomma subito la ritirata coloniale che ha lasciato tanto rancore e amarezza nelle generazioni successive, di cui lui è uno dei superstiti, alla Seconda guerra mondiale. Come politico gli è capitato di dover respingere l’accusa di avere praticato la tortura nelle prigioni di Algeri.

 

jean marie le pen con la nipote marion marechaljean marie le pen con la nipote marion marechal

Jean-Marie è stato ed è un campione delle provocazioni. Ne ha pronunciate tante e per questo è stato più volte processato. Ha definito “un dettaglio” l’Olocausto; non tanto grave l’occupazione nazista della Francia; non ha nascosto la nostalgia per il maresciallo Pétain e i suoi collaboratori; non si è mai risparmiato nel condannare l’immigrazione; ed esaltare la “preferenza francese”, ossia la precedenza dei francesi nei posti di lavoro.

 

Anche l’intervista al Rivarol è stata una provocazione, ma nei confronti della figlia Marine. I rapporti erano difficili da tempo nella famiglia Le Pen. Invece di rallegrarsi per i successi elettorali conseguiti da Marine, Jean-Marie si è adombrato. E ha garantito che si guarderà bene dal sostenerla nella sua marcia verso la presidenza. L’ha accusata di fellonia.

 

jean marie le pen jean marie le pen

Si è offeso per l’abbandono del linguaggio tradizionale del partito; si è sentito derubato. Per ottenere voti Marine ha cambiato la faccia del Front National, se non la sostanza. I giovani amici, in particolare Alliot-Marie, il suo compagno, e Philippot, l’intellettuale, le hanno fatto cambiare tematica: niente più richiami nostalgici al collaborazionismo, niente più frecciate antisemite, niente più insulti ai principi della République.

 

Ripulendo il linguaggio Marine ha dato l’impressione al padre di tradirlo, anche se poi la dimensione psicologica resta determinante. Vecchio attore Jean-Marie vuole restare, appunto, al centro della scena. E per lui la provocazione è quel che fa vivere il Front National. È il suo repertorio preferito. Sebbene Marine abbia dimostrato che un linguaggio più moderato porti voti.

 

Molti sondaggi danno la maggioranza del partito e degli elettori già acquisiti o virtuali favorevoli a Marine Le Pen. Il vecchio Jean-Marie sembra appartenere a un mondo superato.

jean marie le pen  con la nipote marion marion marechaljean marie le pen con la nipote marion marion marechal

 

La stessa nipote, Marion Maréchal-Le Pen, pur avendo esitato a lungo prima di abbandonare il nonno, ha preso le distanze da lui per senza gridare troppo forte il riavvicinamento alla zia. Le generazioni più giovani abbandonano il fondatore non rassegnato. Marine Le Pen pensa che questo dramma politico- familiare le farà guadagnare molti voti moderati. Ma non è poi tanto sicuro. Sul fondo il suo ultimo discorso non si discostava troppo da quello solito del padre. Mancavano soltanto le provocazioni. Il resto, nonostante l’accurata ripulitura cosmetica, era quasi identico.

jean marie e marine le penjean marie e marine le pen

 

Le provocazioni stanno a cuore alla vecchia guardia. Sono sempre meno capite o condivise dai giovani o dalle nuove generazioni ormai lontane dai temi della Seconda guerra mondiale, ma sono come una droga perché suscitano reazioni nella società. Il Rivarol è stato scelto proprio per questo da Jean-Marie Le Pen.

 

MARINE E JEAN MARIE LE PEN MARINE E JEAN MARIE LE PEN

Dopo una lunga intesa con il Front National, il settimanale si è brutalmente discostato dalla nuova linea di Marine Le Pen, considerata una vipera cresciuta in seno al partito. Il Rivarol l’ha attaccata accusandola di ignoranza e soprattutto di avere tradito le vecchie care provocazioni dell’estrema destra: antisemite e antirepubblicane. Quando il primo maggio, per la tradizionale festa di Giovanna d’Arco, Jean-Marie Le Pen è balzato inaspettato sul palco di piazza dell’Opera, da dove Marine, la figlia, stava parlando, più che a un dramma è sembrato di assistere a una comparsata.

MARINE E JEAN MARIE LE PEN MARINE E JEAN MARIE LE PEN

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…

marina pier silvio berlusconi giorgia meloni

NULLA SARÀ COME PRIMA: PIER SILVIO BERLUSCONI, VESTITO DI NUOVO, CASSA IL SUO PASSATO DI RAMPOLLO BALBETTANTE E LANCIA IL SUO PREDELLINO – IN UN COLPO SOLO, CON IL COMIZIO DURANTE LA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, HA DEMOLITO LA TIMIDA SORELLA MARINA, E MANDATO IN TILT GLI OTOLITI DI GIORGIA MELONI, MINACCIANDO LA DISCESA IN CAMPO. SE SCENDE IN CAMPO LUI, ALTRO CHE 8%: FORZA ITALIA POTREBBE RISALIRE (E MOLTO) NEI SONDAGGI (IL BRAND BERLUSCONI TIRA SEMPRE) – NELLA MILANO CHE CONTA IN MOLTI ORA SCOMMETTONO SUL PASSO INDIETRO DI MARINA DALLA GESTIONE “IN REMOTO” DI FORZA ITALIA: D'ALTRONDE, LA PRIMOGENITA SI È MOSTRATA SEMPRE PIÙ SPESSO INDECISA SULLE DECISIONI DA PRENDERE: DA QUANTO TEMPO STA COGITANDO SUL NOME DI UN SOSTITUTO DI TAJANI?