stati uniti ritiro afghanistan iraq filippine vietnam

“GLI STATI UNITI? HANNO SEMPRE VOLTATO LE SPALLE AI PAESI A CUI AVEVANO PROMESSO AIUTO” - LO SCRITTORE VIET THANH NGUYEN: “NON È UNA NOVITÀ IL VOLTAFACCIA AMERICANO NEI CONFRONTI DI UN ALLEATO, COME ACCADE OGGI CON L’UCRAINA. L'UNICA DIFFERENZA È CHE UN TEMPO GLI STATI UNITI VOLTAVANO LA SPALLE SOLO AI NON BIANCHI. COME HANNO FATTO CON FILIPPINE, VIETNAM, AFGHANISTAN E IRAQ. LO CHOC DEGLI EUROPEI PER QUESTO TRATTAMENTO È COMPRENSIBILE. MA TRUMP HA FATTO CIO’ CHE EUROPEI E AMERICANI SI SONO SEMPRE RISPARMIATI GLI UNI CON GLI ALTRI, PER RISERVARLO AI POPOLI COLONIZZATI. GLI EUROPEI HANNO OGNI DIRITTO DI SENTIRSI TRADITI, DAVANTI A UN NUOVO ORDINE MONDIALE DETTATO DALL'UOMO FORTE. TUTTAVIA FAREBBERO BENE A NON DIMENTICARE CHE LORO STESSI HANNO GIÀ IMPOSTO QUELL'ORDINE A TANTI ALTRI”

Testo di Viet Thanh Nguyen pubblicato da “la Stampa”

 

VIET THANH NGUYEN

L'amministrazione Trump sta modificando le politiche di lunga data degli Usa nei confronti dell'Europa, e in Europa c'è chi prova un senso di tradimento, oltre che di choc e di incredulità. È una sensazione comune ad almeno la metà degli americani, e io sono fra questi. Certuni si sentono traditi […]

 

[…] Dobbiamo però tenere a mente che questo tradimento dei principi americani non è nuovo, anzi si è verificato a ripetizione nella storia degli Stati Uniti. Già prima della deportazione, nel 1919, di Emma Goldman e di altre 249 persone accusate di estremismo dal governo, per tutto il XIX secolo si erano avute deportazioni di massa su scala ancor più vasta nei confronti delle popolazioni indigene, costrette a lasciare le loro terre e a stabilirsi in riserve isolate.

 

Successivamente, negli anni '30 del secolo scorso fu il turno dei messicani e dei messico-americani (furono deportate in Messico fra le 300mila e i 2 milioni di persone, molte delle quali con cittadinanza statunitense), e durante la seconda guerra mondiale dei nippo-americani, 120mila dei quali furono rinchiusi in campi di concentramento. È proprio allo stesso provvedimento che permise la deportazione dei nippo-americani che Trump sta pensando di appigliarsi per le deportazioni di massa che medita.

 

volodymyr zelensky in polo alla casa bianca con donald trump

Un'altra non-novità è la propensione degli USA a tradire i loro alleati. Essa risale agli albori della colonizzazione europea dei territori poi divenuti gli Stati Uniti d'America. I popoli indigeni che stabilirono rapporti amichevoli con i coloni europei, o che trattarono con loro, finirono poi con il perdere quasi tutte se non tutte le loro terre; e i coloni e gli americani non esitarono a rimangiarsi gli accordi conclusi con le popolazioni indigene.

 

Del resto, i principi fondativi degli Stati Uniti in fatto di libertà, di democrazia e di uguaglianza – i quali, insieme alle sconfinate opportunità economiche, alimentano gli ideali mitologici del "sogno americano" e dell'eccezionalismo americano – non erano certo a disposizione di tutti. Fu un tradimento di quei principi l'aver negato il diritto di voto alle donne fino al 1920, o l'aver classificato gli africani schiavizzati e i loro discendenti come tre quinti dei bianchi all'epoca dell'indipendenza americana.

 

VIET THANH NGUYEN

[…] Tuttavia, per i sostenitori di Trump e della sua amministrazione - fra i quali non soltanto Elon Musk, ma anche loschi sodali come il magnate dell'high-tech Peter Thiel, entrambi di origini sudafricane - il vero tradimento è quello perpetrato ai danni dei bianchi. Per costoro, le politiche a favore della diversità, dell'equità e dell'inclusione altro non sono che nomi in codice di un presunto razzismo anti-bianco che punterebbe a discriminare i bianchi per indebolire gli Stati Uniti.

 

Il corrispettivo è forse la tendenza di Trump a considerare ogni alleanza come un segno di debolezza: quando sei un uomo forte a capo di una potenza imperiale, a che cosa ti servono gli alleati? Bastano gli omaggi dei vassalli. Sul piano interno, analogamente, il movimento MAGA si rifà all'America del XIX secolo, fiera del suo suprematismo bianco, dove i non bianchi sono ammessi soltanto se subalterni.

volodymyr zelensky donald trump

 

[…] La pretesa di subalternità e la realtà del tradimento si estendono anche ai proxy, alle terre di conquista, ai subordinati e agli alleati degli Stati Uniti. Penso alle Filippine, che gli Stati Uniti "liberarono" dagli spagnoli nel 1898 solo per colonizzarle nei 48 anni successivi. Penso anche ad esempi più recenti, come il Vietnam del sud, l'Afghanistan, l'Iraq e l'Ucraina. Io stesso sono cresciuto in una comunità di rifugiati che cercarono riparo negli Stati Uniti dopo la sconfitta del Vietnam del sud, e posso testimoniare la loro sensazione di essere stati traditi dagli USA.

 

afgani in fuga da kabul 2

Nel 1973, infatti, come condizione per ritirarsi dal Vietnam del sud Washington aveva promesso di venire in aiuto a quel paese, dopo avergli imposto di dotarsi di forze armate sul modello americano e di adottare le strategie militari dettate dai generali americani. Due anni dopo, però, quando i comunisti del nord organizzarono l'invasione finale del sud, gli USA non si sognarono neanche di mandare bombardieri, né di fornire ai sudvietnamiti le munizioni e il carburante necessari per far funzionare gli aerei, i carri armati e le armi americane.

 

È vero, gli USA hanno salvato 130mila sudvietnamiti, me compreso. […] Insomma, non è certo una novità che gli USA abbiano deciso di sospendere gli aiuti militari all'Ucraina, come non lo è il loro voltafaccia nei confronti di un alleato. L'unica differenza è che un tempo gli Stati Uniti voltavano la spalle solo ai non bianchi.

PARATA DEI TALEBANI A KANDAHAR

 

Quindi lo choc degli europei per aver subito questo trattamento è del tutto comprensibile. […] Lo choc provocato da Trump si spiega con la sua ostentazione di indifferenza verso ogni giustificazione, così come verso quello che Biden definiva l'ordine internazionale basato sulle regole. Ai suoi occhi, quell'ordine è pura ipocrisia, e lo dimostra il fatto che il sostegno accordato dagli USA a Israele non segue altre regole che quelle stabilite da Washington. Del resto, Trump ha abbondantemente chiarito che le uniche regole e l'unica legge sono quelle decise da lui.

 

Così facendo, ha espresso l'essenza del trattamento che europei e americani si sono sempre risparmiati gli uni con gli altri, per riservarlo esclusivamente ai popoli colonizzati.

soldati americani aeroporto kabul

Insomma gli europei hanno ogni diritto di sentirsi traditi, vedendosi messi di fronte a un possibile nuovo ordine mondiale dettato dall'uomo forte nonché signore della guerra. Tuttavia farebbero bene a non dimenticare che loro stessi hanno già imposto quell'ordine a tanti altri, per tutta la durata della storia coloniale di conquista, estrazione e sfruttamento che ha permesso all'Europa di arricchirsi. […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…