ANTONIO SIMONE, UN CIELLINO TUTTO ‘’CASA E INCASSA’’ - SE È ARRIVATO A FARE L’ASSESSORE REGIONALE ALLA SANITÀ LO DEVE ALLA SUA ‘FEDE’ IN COMUNIONE & FATTURAZIONE - DA PISCHELLO PRENDEVA SGANASSONI DAI COMPAGNI DI LOTTA CONTINUA, ORGANIZZAVA GRUPPI DI PREGHIERA IN REGIONE E HA FATTO FORTUNA CON L’IMMOBILIARE E LA GESTIONE DI STRUTTURE SANITARIE - SIMONE FINÌ NELLO SCANDALO DELLE CASE ACQUISTATE A PREZZI LOW COST DAL PIO ALBERGO TRIVULZIO…

Mario Gerevini e Simona Ravizza per il "Corriere della Sera"

Del suo periodo da studente all'Università Cattolica c'è chi si ricorda ancora delle botte che gli davano i compagni di Lotta Continua, dei due anni da assessore alla Sanità sono diventati famosi i gruppi di preghiera istituiti in Regione come momento di raccoglimento tra una riunione e l'altra. Antonio Simone, 58 anni il prossimo 18 aprile, è un ciellino doc.

Lui, cresciuto nel quartiere di case popolari di piazza Prealpi a Milano, una famiglia di origine pugliese, con mamma casalinga e papà commesso della Rinascente, alla fine degli anni Settanta entra a far parte di quel gruppo di giovani che don Luigi Giussani, fondatore di Cl, vuole vicino a sé per diffondere l'esperienza cristiana in università. È allora che si salda l'amicizia con Giorgio Vittadini, Riccardo Bonacina e Luigi Amicone, tutte diventate figure di spicco di Cl.

Racconterà Simone della nascita in quel periodo della cooperativa Cusl che «si occupa di tutti i problemi della vita universitaria», compreso il reperimento di «appartamenti a prezzi convenienti». Appartamenti a prezzi convenienti? Negli anni Antonio Simone finisce nelle cronache anche per lo scandalo delle case acquistate a prezzi low cost dal Pio Albergo Trivulzio: la moglie Carla Vites vive, infatti, in 310 metri quadrati pagati un milione 556 mila euro, a due passi dall'Arco della Pace.

Non c'entra l'antica cooperativa, ma il fatto che il giovane studente abbia fatto strada in un ambiente dove il business gira, le relazioni contano e i soldi non mancano. Così c'è la casa a prezzi di favore da un ente pubblico, ma anche l'aereo privato da 3,5 milioni. I suoi affari si sono sviluppati tra l'immobiliare (progetti anche a Praga) e la gestione di strutture sanitarie. La holding di famiglia è la Fraca e la famiglia è da sempre un tutt'uno con Tempi, la rivista vicino a Cl diretta da Luigi Amicone, uno degli ex giussaniani doc dell'università: ed è proprio nella sede di Tempi che ieri è arrivata a Simone la notizia del suo arresto.

Ironia della sorte: i conti con la giustizia ritorna a farli nel luogo che rappresenta, forse, quel che di meglio ha costruito nella vita. L'ex assessore è tra quelli presenti, il 1° agosto 2001 alla costituzione del consorzio «Fatebenefratelli Maugeri». Già allora risultava residente a Londra, guarda caso allo stesso indirizzo, 33 Maresfield Gardens, di Pierangelo Daccò, il faccendiere compagno d'affari sanitari (affari sporchi secondo la Procura) e di paradisi fiscali: ma c'è chi assicura che all'inizio delle indagini penali Simone abbia riportato la residenza in Italia proprio come segnale di collaborazione verso la Procura.

È un mondo strano, comunque, quello dei business di Simone. A un certo punto si mette insieme (e lo è ancora) al sindaco di Seveso, Massimo Donati, e all'assessore Luca Volpi per avviare un «istituto scientifico di ricerca nelle scienze naturali e nell'ingegneria». Fanno una società insieme a Milano, ci mettono qualche migliaio di euro ma per ora zero affari.

Rotterdam è uno snodo chiave, invece, per la Simone Corporation. L'Olanda, infatti, è la patria di una società che si muoveva di concerto con Daccò: la Karmal. Acquisiva partecipazioni di minoranza. E chi gestiva Karmal? Un certo Antonio Zanetti che amministra anche le holding di Antonio Simone. La Karmal, che ha affiancato Daccò in tante operazioni «coperte», è probabilmente una delle holding estere del collega ciellino.

Dopo che il Corriere scrisse nell'agosto 2011 delle società estere di Simone e dei suoi rapporti con Daccò, cominciarono a circolare ipotesi di un suo coinvolgimento nell'inchiesta sul San Raffaele, come poi accadde. E di Simone si cominciò a parlare come del «livello superiore», quello, per intenderci, più vicino al governatore Roberto Formigoni.
Il Corriere contattò Simone l'anno scorso e lui lamentò una violazione della privacy per gli articoli usciti sulla stampa. «Sono comparso - disse - in situazioni che non capisco, non esiste nulla che riguarda me. Io ho un'altra storia».

 

 

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