PIDIELLINI ALLE GRANDI MANOVRE PER IL LETTA BIS - SE IL BANANA STACCA LA SPINA, UNA PATTUGLIA DI PEONES LASCIA FORZA ITALIA E VOTERÀ LA FIDUCIA (CON L’AIUTO DI PIERFURBY)

Tommaso Ciriaco per "la Repubblica"

Palazzo Grazioli, ieri pomeriggio. Silvio Berlusconi ascolta i suoi colonnelli. Si stanno sbranando. Niccolò Ghedini, legale del Cavaliere, soffia sul fuoco della crisi. È falco tra i falchi. Angelino Alfano, ancora una volta, prova a sedare il Capo: «Presidente, devi ragionare: non possiamo non votare la fiducia». L'avvocato si infuria: «Così ti metti dall'altra parte della barricata!». Il tradimento è evocato. Affossare il governo Letta o fare marcia indietro, questo è il dilemma che sfascia Forza Italia. Le due anime duellano. E guai a chi si ritrova in mezzo.

È un crescendo di sospetti e veleni. Falchi e colombe passano in rassegna le truppe. E rispolverano il pallottoliere. Denis Verdini giura: «Silvio, non ci sono maggioranze possibili. Si torna al voto ». Alfano e Renato Schifani si oppongono: «I nostri non li teniamo, nasce un Letta bis». Tutto pesa doppio, a un passo dalla crisi.

Anche i gesti, gli sguardi, i simboli. Per dire del clima, tre sere fa la deputata Eugenia Roccella ha osato restare seduta durante l'acclamazione per l'ex premier. Da allora, nella nuova sede di San Lorenzo in Lucina è giudicata una ex.

L'ala governativa è affollata dalle colombe. Le guida il ministro Gaetano Quagliariello, un filo diretto con il Colle e mille nemici interni al partito. È uno dei quattro senatori che ha negato la firma sul modulo di dimissioni. Giovedì sera ha varcato il portone di Palazzo Grazioli. Faccia a faccia con il leader, ha confermato: «Non lascio il seggio parlamentare. Piuttosto, mi dimetto da ministro ». Berlusconi non ha gradito.

Intorno a Quagliariello potrebbe raccogliersi la pattuglia di senatori Pdl contrari alle urne. La voce, insistente, è che teo-con come Maurizio Sacconi stiano valutando il gran salto. Contattato, spiega: «Ho firmato le dimissioni. Le ho consegnate simbolicamente a Berlusconi, come gesto di vicinanza e solidarietà. Ma questo non è in contrasto con la possibilità di proseguire nella fiducia al governo. Fiducia collettiva, del Pdl».

In nodo è esattamente questo. Lo sa bene la pattuglia siciliana guidata dal potente sottosegretario Giuseppe Castiglione, vicinissimo al vicepremier Alfano. Lui non ha firmato, convincendo i senatori Salvatore Torrisi e Pippo Pagano a imitarlo. Altri potrebbero imitarli, alcuni provenienti dalle file di Gal.

Non sono schegge impazzite, i siciliani. Ieri sera, durante il consiglio dei ministri più caotico degli ultimi anni, la pattuglia isolana ha contattato Alfano: «Noi sosterremo comunque un nuovo esecutivo ». Il vicepremier - secondo i falchi il vero regista dell'operazione - ha avvertito Berlusconi. Gli ha ricordato che anche diversi grillini sono pronti a dar vita a un nuovo governo e l'ha convinto a congelare (almeno per qualche ora) le dimissioni dei ministri azzurri. I quali però, guidati proprio da Alfano, hanno comunque mostrato a Letta la faccia feroce delle colombe. A tarda sera, comunque,
Schifani conferma a "Virus": «Le dimissioni dei nostri ministri non sono all'ordine del giorno».

Accanto alla pattuglia dei siciliani, si muovono peones dal futuro incerto. Uno è Carlo Giovanardi. Anche lui non ha firmato le dimissioni da parlamentare, ma ha comunque promesso fedeltà alla linea del partito. Diverso il caso di Paolo Naccarato, già uscito allo scoperto per sostenere la stabilità della legislatura.

Mentre le larghe intese vanno in frantumi, c'è già chi lavora a un possibile approdo per i transfughi. Potrebbero finire tutti in un nuovo gruppo, progettato in queste ore da Pier Ferdinando Casini. Prima del passaggio parlamentare di martedì, infatti, il leader dell'Udc riunirà alcuni senatori di Scelta civica (almeno una decina) per valutare il varo di un gruppo autonomo. Nelle intenzioni, una calamita per i fan pidiellini di un Letta bis.

A complicare una giornata già infernale ci ha pensato poi l'annuncio della manifestazione
"Siamo tutti decaduti". Prevista il prossimo 4 ottobre - in coincidenza con la riunione della Giunta sulla decadenza di Berlusconi è stata presentata con parole di fuoco: «L'attacco allo stato di diritto e ai fondamentali principi democratici merita una nostra fortissima risposta». Elaborata da Daniela Santanché, l'iniziativa ha fatto infuriare le colombe. Impegnate, ancora una volta senza esito, a tessere una tela che i falchi hanno già strappato. Il segretario Pdl e ministro dell'Interno Angelino Alfano prova a frenare la crisi. Niccolò Ghedini invece è tra i falchi

 

Franceschini, Quagliariello e LettaQuagliariello e Amato ANGELINO ALFANO E GIORGIA MELONI AD ATREJU FOTO LAPRESSE il senatore giuseppe castiglioneSANTANCHE A LA GABBIA DI PARAGONE

Ultimi Dagoreport

donald trump tulsi gabbard vladimir putin

DAGOREPORT - A CHE SERVONO LE AGENZIE DI SPIONAGGIO A TRUMP E PUTIN? - ANZICHÉ PROTEGGERE LA SICUREZZA DELLO STATO, ANTICIPANDO RISCHI E CRISI, OGGI LA MISSIONE DI CIA E FBI IN AMERICA E DI FSB, SVR, GRU IN RUSSIA, È DI REPRIMERE IL DISSENSO CONFERMANDO IL POTERE - CIRO SBAILÒ: ‘’PER LA PRIMA VOLTA, IL VERTICE POLITICO NON SI LIMITA A INDIRIZZARE: PUNTA A SVUOTARE LA FUNZIONE DELL’INTELLIGENCE, RIDUCENDOLA A UNA MACCHINA DI STABILIZZAZIONE POLITICA AD USO PERSONALE...’’

ali larijani khamenei vladimir putin xi jinping

A TEHERAN QUALCOSA STA CAMBIANDO – SI NOTANO CURIOSI MOVIMENTI NEL SISTEMA DI POTERE IRANIANO: MENTRE RICOMPAIONO VECCHI VOLPONI COME ALI LARIJANI, STA NASCENDO UN NUOVO CENTRO DECISIONALE NON UFFICIALE, A GUIDARE LE MOSSE PIÙ DELICATE DEL REGIME. I PASDARAN PERDONO QUOTA (LA LORO STRATEGIA È FALLITA DI FRONTE ALL’ANNIENTAMENTO DI HEZBOLLAH, HAMAS E ASSAD), AVANZA UN “CONSIGLIO OMBRA” DI TRANSIZIONE, CON IL CONSENSO DI KHAMENEI – “L’ASSE DEL MALE” CON RUSSIA E CINA PROSPERA: TEHERAN HA BISOGNO DELLE ARMI DI PUTIN E DEI SOLDI DI XI JINPING. ALLA FACCIA DI TRUMP, CHE VOLEVA RIAPRIRE IL NEGOZIATO SUL NUCLEARE…

matteo salvini luca zaia giorgia meloni

DAGOREPORT – COSA SI SONO DETTI GIORGIA MELONI E LUCA ZAIA NELL'INCONTRO A PALAZZO CHIGI, TRE SETTIMANE FA? - TOLTA SUBITO DI MEZZO L'IDEA (DI SALVINI) DI UN POSTO DI MINISTRO, LA DUCETTA HA PROVATO A CONVINCERE IL “DOGE” A PRESENTARE UNA SUA LISTA ALLE REGIONALI IN VENETO MA APPOGGIANDO IL CANDIDATO DEL CENTRODESTRA (ANCORA DA INDIVIDUARE) - MA TRA UNA CHIACCHIERA E L'ALTRA, MELONI HA FATTO CAPIRE CHE CONSIDERA ZAIA IL MIGLIOR LEADER POSSIBILE DELLA LEGA, AL POSTO DI UN SALVINI OSTAGGIO DELLE MATTANE DI VANNACCI – UN CAMBIO DI VERTICE NEL CARROCCIO EVOCATO NELLA SPERANZA CHE IL GOVERNATORE ABBOCCHI ALL’AMO...

elly schlein giorgia meloni beppe sala ignazio la russa maurizio lupi marcello viola

DAGOREPORT - NESSUNO VUOLE LE DIMISSIONI DI BEPPE SALA: DA SINISTRA A DESTRA, NESSUN PARTITO HA PRONTO UN CANDIDATO E TRA POCHI MESI A MILANO COMINCIANO LE OLIMPIADI MILANO-CORTINA – MA SALA VUOLE MANIFESTARE ALL'OPINIONE PUBBLICA UNO SCATTO DI DIGNITÀ, UN GRIDO DI ONESTÀ, UNA REAZIONE D'ORGOGLIO CHE NON LO FACCIA SEMBRARE  ''LU CIUCCIO 'MIEZZO A LI SUONI'' - L’UNICO A CHIEDERE IL PASSO INDIETRO DEL SINDACO È IGNAZIO LA RUSSA, CHE INVECE UN CANDIDATO CE L’HA ECCOME: MAURIZIO LUPI. METTENDO SOTTO LA SUA ALA IL PARTITO DI LUPI, "NOI MODERATI", ‘GNAZIO SOGNA IL FILOTTO: CONQUISTARE SUBITO IL COMUNE DI MILANO E NEL 2028 LA REGIONE LOMBARDIA – MOLTO DELL’INCHIESTA SULL’URBANISTICA DIPENDERÀ DALLA DECISIONE DEL GIP, PREVISTA PER MERCOLEDI': SE IL GIUDICE NON ACCOGLIERÀ LE RICHIESTE DEI PM (CARCERE O DOMICILIARI PER GLI INDAGATI), LA BUFERA PERDERÀ FORZA. VICEVERSA…

ravello greta garbo humphrey bogart truman capote

DAGOREPORT: RAVELLO NIGHTS! LE TROMBATE ETERO DI GRETA GARBO, LE VACANZE LESBO DI VIRGINIA WOOLF, RICHARD WAGNER CHE S'INVENTA IL “PARSIFAL'', D.H. LAWRENCE CHE BUTTA GIU’ L'INCANDESCENTE “L’AMANTE DI LADY CHATTERLEY’’, I BAGORDI DI GORE VIDAL, JACKIE KENNEDY E GIANNI AGNELLI - UN DELIRIO ASSOLUTO CHE TOCCO’ IL CLIMAX NEL 1953 DURANTE LE RIPRESE DE “IL TESORO D’AFRICA” DI JOHN HUSTON, SCENEGGIATO DA TRUMAN CAPOTE, CON GINA LOLLOBRIGIDA E HUMPHREY BOGART (CHE IN UN CRASH D’AUTO PERSE I DENTI E VENNE DOPPIATO DA PETER SELLERS). SE ROBERT CAPA (SCORTATO DA INGRID BERGMAN) SCATTAVA LE FOTO SUL SET, A FARE CIAK CI PENSAVA STEPHEN SONDHEIM, FUTURO RE DI BROADWAY – L’EFFEMMINATO CAPOTE CHE SI RIVELÒ UN BULLDOG BATTENDO A BRACCIO DI FERRO IL “DURO” BOGART - HUSTON E BOGEY, SBRONZI DI GIORNO E UBRIACHI FRADICI LA NOTTE, SALVATI DAL CIUCCIO-TAXI DEL RISTORANTE ‘’CUMPÀ COSIMO’’ - QUANDO CAPOTE BECCÒ IL RE D’EGITTO FARUK CHE BALLAVA ALLE 6 DEL MATTINO L’HULA-HULA NELLA CAMERA DA LETTO DI BOGART… - VIDEO + FILM