di maio salvini esorcista conte

“SE CAMBIA IL DECRETO ANTICORRUZIONE, SI VA A CASA” – DOPO IL FLOP DELLA MAGGIORANZA CHE VA SOTTO SUL PECULATO, ESPLODE LA RABBIA DEI 5STELLE CHE TEMONO UN ACCORDO TRA LA LEGA E BERLUSCONI  - DI MAIO: QUESTA LEGGE PER NOI E’ FONDAMENTALE. DOBBIAMO TROVARE UN RIMEDIO”. MA SALVINI NON VUOLE L'EMENDAMENTO SUL PECULATO – CONTE MEDIA, IN GIOCO ANCHE IL DECRETO SICUREZZA

ANTICORRUZIONE:DI MAIO, NON PERMETTEREMO SI MACCHI DDL 

(ANSA) -  "Questa norma è il peggio perchè salva i politici che rubano i soldi: per noi è inaccettabile". Lo ha detto, secondo quanto viene riferito, Luigi Di Maio in assemblea congiunta M5s dove ha avvertito: "vogliono macchiare il ddl sulla corruzione. Noi non lo permetteremo".

 

ANTICORRUZIONE:DI MAIO, RIPARAZIONE È L'APPROVAZIONE

(ANSA) -  Il voto di ieri sul peculato "è stato fatto per affossare il dl anticorruzione. È evidente a tutti che noi non siamo stati perché noi quando abbiamo qualcosa da dire contro lo diciamo pubblicamente e non ci nascondiamo con il voto segreto". Lo ha detto, secondo quanto viene riferito, Luigi Di Maio nell'assemblea congiunta del M5S dove ha aggiunto: "Per me la più grande riparazione è l'approvazione in tempi più brevi. La riparazione è vedere a febbraio che i partiti devono rendicontare tutto".

SALVINI CONTE DI MAIO

 

ANTICORRUZIONE:SALVINI,OK SENZA EMENDAMENTO PECULATO  

(ANSA) -  Matteo Salvini è per l'approvazione del ddl anticorruzione senza la norma sul peculato su cui la maggioranza é andata sotto ieri, nel testo originario. "Assolutamente sì ", ha risposto Matteo Salvini ai giornalisti a Montecitorio.

 

 

Alessandro Trocino per il Corriere della Sera

 

«Non è un errore, questo voto è stato ben architettato dalla Lega». La prima reazione dei vertici del Movimento 5 Stelle è dura. E Luigi Di Maio è furioso: «Questa legge per noi è fondamentale. Dobbiamo trovare subito un rimedio». E il capogruppo Francesco D' Uva trae le conseguenze: «Se cambia il decreto anticorruzione si va a casa». A tarda sera, dopo il clamoroso flop della maggioranza che va sotto sul peculato, con il sospetto contributo dei franchi tiratori legisti, la situazione precipita.

 

SALVINI CON IL PUPAZZO DI DI MAIO

E Di Maio si toglie i panni di vicepremier e indossa quelli di leader dei 5 Stelle, convocando i gruppi parlamentari per questa mattina alle 9.

 

conte salvini di maio

Gabinetto d' emergenza per una situazione precipitata improvvisamente. Le avvisaglie c' erano tutte e dopo giorni di dispetti e di sospetti, la tensione è salita ai livelli di guardia, consigliando al leader del Movimento di convocare le truppe per capire il da farsi. Il sospetto dei vertici dei 5 Stelle è che il blitz sul peculato sia da attribuire al capogruppo della Lega Riccardo Molinari, che avrebbe un interesse privato nella vicenda, perché toccato dal disegno di legge anti corruzione. Dunque, Catello Vitiello, eletto con il Movimento ma fuoriuscito, sarebbe soltanto il tramite di un' operazione cavalcata dai leghisti. Molinari smentisce e Matteo Salvini si affretta a spiegare che si è trattato di un errore e che non c' era nessuna intenzione di far cadere la maggioranza su questo emendamento.

luigi di maio giuseppe conte matteo salvini giovanni tria

 

Molinari ha una condanna in appello per peculato a 11 mesi. Ma le questioni personali, in questo caso, vanno a intrecciarsi con i nodi politici.

Che da tempo hanno portato l' esecutivo sull' orlo di una crisi di nervi. Con il presidente del Consiglio Giuseppe Conte costretto a mediare e a trovare difficili soluzioni di compromesso tra i due partner di governo. Tra i punti più discussi di questi ultimi giorni c' è il duello tra il decreto sicurezza, voluto dal leader della Lega Matteo Salvini e il decreto anticorruzione, fortemente voluto dal Movimento 5 Stelle.

SALVINI DI MAIO

 

Uno scambio palese, che però deve fare i conti con i malumori dei gruppi parlamenti e con i sospetti di tranelli e agguati. È lontano il tempo nel quale Di Maio spiegava di fidarsi ciecamente del leader leghista.

DI MAIO SALVINI

Se persino il prudente capogruppo alla Camera D' Uva arriva a dire che cosi non si va avanti, vuol dire che la situazione in casa 5 Stelle ha raggiunto il livello di guardia.

Tanto che interviene anche il sindaco di Roma Virginia Raggi a dire che la situazione è grave: «Sulla corruzione non si scherza».

 

L' ipotesi che si fa avanti in queste ore è che ci sia una sorta di accordo, o perlomeno di interlocuzione tra la Lega e Silvio Berlusconi, che è tornato a bussare alle porte dell' alleato di centrodestra. Nell' agguato si sospetta anche lo zampino del Partito democratico. Molti deputati del Movimento 5 Stelle non si sono accorti di nulla, sottovalutando un emendamento che sembrava innocuo.

Alcuni leghisti accusano: «Sono stati i dissidenti». Ma Il deputato Francesco Silvestri replica: «Accuse ridicole».

SALVINI DI MAIOCONTE DI MAIO SALVINISALVINI BERLUSCONIberlusconi salvini

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni matteo salvini adolfo urso abodi giorgetti tajani giorgio armani

UN PO’ PIU’ DI RISPETTO SE LO MERITAVA GIORGIO ARMANI DA PARTE DEL GOVERNO – SOLO IL MINISTRO DELL’UNIVERSITA’, ANNA MARIA BERNINI, HA RESO OMAGGIO ALL’ITALIANO PIU’ CONOSCIUTO AL MONDO RECANDOSI ALLA CAMERA ARDENTE DOVE, TRA SABATO E DOMENICA, SONO SFILATE BEN 16 MILA PERSONE - EPPURE MILANO E’ A DUE PASSI DA MONZA, DOVE IERI ERA PRESENTE AL GP, OLTRE AL VICEPREMIER MATTEO SALVINI, IL MINISTRO DELLO SPORT ANDREA ABODI, SMEMORATO DEL PROFONDO LEGAME DELLO STILISTA CON BASKET, CALCIO, TENNIS E SCI - A 54 KM DA MILANO, CERNOBBIO HA OSPITATO NEL WEEKEND TAJANI, PICHETTO FRATIN, PIANTEDOSI, CALDERONE E SOPRATTUTTO ADOLFO URSO, MINISTRO DEL MADE IN ITALY, DI CUI ARMANI E’ L’ICONA PIU’ SPLENDENTE – E IGNAZIO LA RUSSA, SECONDA CARICA DELLO STATO, DOMENICA ERA A LA SPEZIA A PARLARE DI ''PATRIOTI'' AL DI LA’ DI RITUALI POST E DI ARTICOLETTI (MELONI SUL “CORRIERE”), UN OMAGGIO DI PERSONA LO MERITAVA TUTTO DAL GOVERNO DI CENTRODESTRA PERCHE’ ARMANI E’ STATO UN VERO “PATRIOTA”, AVENDO SEMPRE PRESERVATO L’ITALIANITA’ DEL SUO IMPERO RIFIUTANDO LE AVANCES DI CAPITALI STRANIERI…

giorgia meloni mantovano alfredo giovanbattista fazzolari gian marco chiocci rossi

DAGOREPORT - CHI AVEVA UN OBIETTIVO INTERESSE DI BRUCIARE IL DESIDERIO DI GIORGIA MELONI, PIÙ VOLTE CONFIDATO AI SUOI PIÙ STRETTI COLLABORATORI, DI ARRUOLARE L’INGOMBRANTE GIAN MARCO CHIOCCI COME PORTAVOCE? - IN BARBA ALLA DIFFIDENZA DEI VARI SCURTI, FAZZOLARI E MANTOVANO, FU L’UNDERDOG DE’ NOANTRI A IMPORRE FORTISSIMAMENTE (“DI LUI MI FIDO”) COME DIRETTORE DEL TG1 L’INTRAPRENDENTE CHIOCCI, DOTATO DI UNA RETE RELAZIONALE RADICATA IN TUTTE LE DIREZIONI, DAL MONDO DELLA SINISTRA ALL’INTELLIGENCE DI DESTRA - BEN CONOSCENDO IL CARATTERINO DELL’EX DIRETTORE DE “IL TEMPO” E ADNKRONOS, BEN LONTANO DALLA DISPONIBILITÀ AD ACCETTARE ORDINI E DINIEGHI, OCCORREVA CORRERE AI RIPARI PRIMA CHE LA SGARBATELLA PROCEDESSE ALL’INFELICE NOMINA, FACENDO CIRCOLARE LA VOCE DEL SUO TRASLOCO DALLA DIREZIONE DEL TG1 A BRACCIO MEDIATICO DELLA PREMIER - NEL CASO, SEMPRE PIÙ LONTANO, DI VEDERE CHIOCCI A PALAZZO CHIGI, ALLORA VORRÀ DIRE CHE L’EQUILIBRIO DI POTERI ALL’INTERNO DELLA FIAMMA MAGICA È FINITO DAVVERO IN FRANTUMI...

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…