ENRICHETTO NELLA TENAGLIA RENZI-BERLUSCONI – LA TRATTATIVA SULLA LEGGE ELETTORALE È LO SPARTIACQUE: SE IL CAV E IL SINDACO TROVANO L’ACCORDO SUL SISTEMA SPAGNOLO, ELECTION DAY A MAGGIO!

Marco Palombi per "il Fatto Quotidiano"

Paolo Naccarato è uomo dalle multiformi e sempre brillanti carriere politiche: al governo col centrosinistra, parlamentare col centrodestra, ribaltonista qualche volta (ora è alfaniano), cossighiano (nel senso di Francesco Cossiga) sempre. Quel che non manca al nostro, insomma, è la pratica del mondo politico e dei suoi aspetti tattici.

Detto questo, la sua spiegazione della fase attuale è la seguente: il nodo è la legge elettorale e "su questo mi sia consentito di dare un suggerimento: piaccia o no bisogna attendere senza innervosirsi l'esito della trattativa Renzi-Verdini-Berlusconi e se la pregiudiziale di election day posta dal grande Silvio viene accolta o meno". Fino ad allora, al "governo Letta-Alfano conviene occuparsi d'altro".

Tradotto: il governo è appeso alle discussioni già in corso tra il segretario del Pd e Denis Verdini sul cosiddetto modello spagnolo (Renato Brunetta, mediatore prima del banchiere-editore toscano, preferiva invece il Mattarellum corretto con premio di maggioranza). Se il sindaco di Firenze e il Cavaliere di Arcore trovano un accordo lo faranno nei prossimi giorni - anche se l'agenda ufficiale non è ancora fissata - in modo da avere un primo voto in commissione entro gennaio e l'approvazione definitiva della riforma entro marzo. Il motivo è semplice: ci sarebbe ancora il tempo per sciogliere le Camere e tenere le Politiche insieme alle Europee il 25 maggio (il tempo minimo è 45 giorni).

Enrico Letta - al contrario e non a caso - parla di un'intesa da raggiungere entro le Europee in modo proprio da impedire l'election day e rinviare il tutto a dopo il famoso - e presumibilmente inutile - semestre di presidenza italiana della Ue. Il premier, nel frattempo, è impegnato a stringere il cosiddetto "patto di coalizione" sul governo, ma è del tutto evidente - anche se Palazzo Chigi continua a spargere ottimismo ufficiale sulle intenzioni di Renzi - che si tratta di una partita secondaria rispetto a quel che è stato messo sul fuoco nella cucina del segretario Pd.

Solo se andasse a vuoto l'intesa di quest'ultimo con Silvio Berlusconi - che infatti Letta tenta di contrastare chiedendo che tutto venga discusso nel perimetro della sua maggioranza -, il presidente del Consiglio potrebbe tornare al centro della scena ed essere sicuro di avere il suo anno alla guida del governo: "È chiaro - dice ancora Naccarato - che in quel caso bisognerà ripartire realisticamente da un altro lato dello scacchiere politico con altri interlocutori e altri modelli elettorali".

E allora potrebbe contare qualcosa anche il patto di coalizione di Letta, anche se i temi sensibili - come unioni civili e riforma della Bossi-Fini - ne rimarranno con ogni probabilità fuori grazie alla classica formula "se ne occuperà il Parlamento". Nel caso il governo in carica dovesse rimanere al suo posto ancora per un anno, però, si potrebbe aprire il problema della guida del ministero dell'Economia: non tanto per la questione del rimpasto (Renzi non vuole nessuna poltrona, preferisce usare l'esecutivo come punching ball), ma per le posizioni di Saccomanni.

Ieri l'ex bankitalia - in una fantasiosa intervista a Repubblica su azioni e risultati dell'esecutivo - ha anche liquidato in sostanza come un'uscita senza alcun legame con la realtà la proposta di Renzi di sforare il vincolo del 3 per cento sul deficit: "Le posso assicurare che non esiste una maggioranza di paesi dell'Ue che vada nella direzione di un allentamento dei vincoli del Patto di Stabilità. Ne dobbiamo prendere atto. Del resto noi stessi abbiamo introdotto in Costituzione il pareggio di bilancio". Come dire: altro che 3, dobbiamo arrivare a zero.

Non è detto, insomma, sempre che il governo sopravviva, che Saccomanni non debba lasciare la poltrona di via XX Settembre, visto che già ieri, pure in un giorno festivo, non gli sono mancati gli attacchi di area renziana: "La stabilità non basta - ha sostenuto Sandro Gozi -. Senza un piano serio di riforme istituzionali, economiche e sociali, la crescita non arriverà". Per ora comunque, e fino alla stesura dell'Agenda 2014, è tutto fermo: pure le sostituzione di Fassina e degli altri dimissionari prima di lui.

 

RENZI E BERLUSCONIbruno vespa tra renzi e berlusconi LETTA E SACCOMANNI images TITTI E RENATO BRUNETTA PUBBLICATO DA ZUCCONI berlusconi alfano brunetta verdini santanch nella nuova sede di forza italia RENZI-FASSINAsandro gozi

Ultimi Dagoreport

salvini calenda meloni vannacci

DAGOREPORT – LA ''SUGGESTIONE'' DI GIORGIA MELONI SI CHIAMA “SALVIN-EXIT”, ORMAI DIVENTATO IL SUO NEMICO PIU' INTIMO A TEMPO PIENO - IN VISTA DELLE POLITICHE DEL 2027, SOGNA DI LIBERARSI DI CIO' CHE E' RIMASTO DI UNA LEGA ANTI-EU E VANNACCIZZATA PER IMBARCARE AL SUO POSTO AZIONE DI CARLO CALENDA, ORMAI STABILE E FEDELE “FIANCHEGGIATORE” DI PALAZZO CHIGI - IL CAMBIO DI PARTNER PERMETTEREBBE DI ''DEMOCRISTIANIZZARE" FINALMENTE IL GOVERNO MELONI A BRUXELLES, ENTRARE NEL PPE E NELLA STANZA DEI BOTTONI DEL POTERE EUROPEO (POSTI E FINANZIAMENTI) - PRIMA DI BUTTARE FUORI SALVINI, I VOTI DELLE REGIONALI IN VENETO SARANNO DIRIMENTI PER MISURARE IL REALE CONSENSO DELLA LEGA - SE SALVINI DIVENTASSE IRRILEVANTE, ENTRA CALENDA E VIA A ELEZIONI ANTICIPATE NEL 2026, PRENDENDO IN CONTROPIEDE, UN'OPPOSIZIONE CHE SARA' ANCORA A FARSI LA GUERRA SUL CAMPOLARGO - LA NUOVA COALIZIONE DI GOVERNO IN MODALITÀ DEMOCRISTIANA DI MELONI SI PORTEREBBE A CASA UN BOTTINO PIENO (NUOVO CAPO DELLO STATO COMPRESO)....

donald trump vladimir putin xi jinping

DAGOREPORT - PERCHÉ TRUMP VUOLE ESSERE IL "PACIFICATORE GLOBALE" E CHIUDERE GUERRE IN GIRO PER IL MONDO? NON PER SPIRITO CARITATEVOLE, MA PER GUADAGNARE CONSENSI E VOTI IN VISTA DELLE ELEZIONI DI MIDTERM DEL 2026: IL PRESIDENTE USA NON PUÒ PERMETTERSI DI PERDERE IL CONTROLLO DEL CONGRESSO - SISTEMATA GAZA E PRESO ATTO DELLA INDISPONIBILITÀ DI PUTIN AL COMPROMESSO IN UCRAINA, HA DECISO DI AGGIRARE "MAD VLAD" E CHIEDERE AIUTO A XI JINPING: L'OBIETTIVO È CONVINCERE PECHINO A FARE PRESSIONE SU MOSCA PER DEPORRE LE ARMI. CI RIUSCIRÀ? È DIFFICILE: LA CINA PERDEREBBE UNO DEI SUOI POCHI ALLEATI....

fabio tagliaferri arianna meloni

FLASH! FABIO TAGLIAFERRI, L’AUTONOLEGGIATORE DI FROSINONE  CARO A ARIANNA MELONI, AD DEL ALES, CHE DOVREBBE VALORIZZARE IL PATRIMONIO CULTURALE DEL PAESE, PUBBLICA SU INSTAGRAM UNA FOTO DELLA PARTITA LAZIO-JUVENTUS IN TV E IL COMMENTO: “LE ‘TRASMISSIONI’ BELLE E INTERESSANTI DELLA DOMENICA SERA” – DURANTE IL MATCH, SU RAI3 È ANDATO IN ONDA UN’INCHIESTA DI “REPORT” CHE RIGUARDAVA LA NOMINA DI TAGLIAFERRI ALLA GUIDA DELLA SOCIETÀ IN HOUSE DEL MINISTERO DELLA CULTURA… 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

DAGOREPORT – OCCHIO ELLY: TIRA UNA BRUTTA CORRENTE! A MILANO, LA FRONDA RIFORMISTA AFFILA LE LAME: SCARICA QUEL BUONO A NIENTE DI BONACCINI, FINITO APPESO AL NASO AD APRISCATOLE DELLA DUCETTA DEL NAZARENO – LA NUOVA CORRENTE RISPETTA IL TAFAZZISMO ETERNO DEL PD: LA SCELTA DI LORENZO GUERINI A CAPO DEL NUOVO CONTENITORE NON È STATA UNANIME (TRA I CONTRARI, PINA PICIERNO). MENTRE SALE DI TONO GIORGIO GORI, SOSTENUTO ANCHE DA BEPPE SALA – LA RESA DEI CONTI CON LA SINISTRATA ELLY UN ARRIVERÀ DOPO IL VOTO DELLE ULTIME TRE REGIONI, CHE IN CAMPANIA SI ANNUNCIA CRUCIALE DOPO CHE LA SCHLEIN HA CEDUTO A CONTE LA CANDIDATURA DI QUEL SENZAVOTI DI ROBERTO FICO - AD ALLARMARE SCHLEIN SI AGGIUNGE ANCHE UN SONDAGGIO INTERNO SECONDO CUI, IN CASO DI PRIMARIE PER IL CANDIDATO PREMIER, CONTE AVREBBE LA MEGLIO…

affari tuoi la ruota della fortuna pier silvio berlusconi piersilvio gerry scotti stefano de martino giampaolo rossi bruno vespa

DAGOREPORT - ULLALLÀ, CHE CUCCAGNA! “CAROSELLO” HA STRAVINTO. IL POTERE DELLA PUBBLICITÀ, COL SUO RICCO BOTTINO DI SPOT, HA COSTRETTO PIERSILVIO A FAR FUORI DALLA FASCIA DELL’''ACCESS PRIME TIME” UN PROGRAMMA LEGGENDARIO COME “STRISCIA LA NOTIZIA”, SOSTITUENDOLO CON “LA RUOTA DELLA FORTUNA”, CHE OGNI SERA ASFALTA “AFFARI TUOI” – E ORA IL PROBLEMA DI QUELL’ORA DI GIOCHINI E DI RIFFE, DIVENTATA LA FASCIA PIÙ RICCA DELLA PROGRAMMAZIONE, È RIMBALZATO IN RAI - UNO SMACCO ECONOMICO CHE VIENE ADDEBITO NON SOLO AL FATTO CHE GERRY SCOTTI SI ALLUNGHI DI UNA MANCIATA DI MINUTI MA SOPRATTUTTO ALLA PRESENZA, TRA LA FINE DEL TG1 E L’INIZIO DI “AFFARI TUOI”, DEL CALANTE “CINQUE MINUTI” DI VESPA (CHE PER TENERLO SU SONO STATI ELIMINATI GLI SPOT CHE LO DIVIDEVANO DAL TG1: ALTRO DANNO ECONOMICO) - ORA IL COMPITO DI ROSSI PER RIPORRE NELLE TECHE O DA QUALCHE ALTRA PARTE DEL PALINSESTO IL PROGRAMMINO CONDOTTO DALL’OTTUAGENARIO VESPA SI PROSPETTA BEN PIÙ ARDUO, AL LIMITE DELL’IMPOSSIBILE, DI QUELLO DI PIERSILVIO CON IL TOSTO ANTONIO RICCI, ESSENDO COSA NOTA E ACCLARATA DEL RAPPORTO DIRETTO DI VESPA CON LE SORELLE MELONI…