edi rama paolo corsini giorgia meloni sigfrido ranucci

“SE HO QUALCOSA DA CHIARIRE, LO FACCIO DI PERSONA. NON È UN REATO” – IL PREMIER ALBANESE, EDI RAMA, PROVA A DIFENDERSI DALLE ACCUSE DI INGERENZE DOPO AVER CHIAMATO IL DIRETTORE DEGLI APPROFONDIMENTI RAI, PAOLO CORSINI, DOPO UN SERVIZIO DI “REPORT” SUL PATTO PER I MIGRANTI CON L’ITALIA: “HO LA PROVA DELLA MALAFEDE E DELLA NATURA MENZOGNERA DI QUEL SERVIZIO. NON MI SON LAMENTATO, IO NON MI LAMENTO MAI. HO SOLO FATTO PRESENTE AL DIRETTORE UNA VERITÀ DOCUMENTATA E FALSATA DA PROGRAMMI DELLA SUA RETE…”

Estratto dell’articolo di Letizia Tortello per “La Stampa”

 

ALBANO E ROMANA - MEME BY EMILIANO CARLI

«Se ho qualcosa da chiarire, io lo faccio di persona. Non è un reato, no?». Il premier albanese Edi Rama risponde alle accuse di ingerenza sulla Rai, dopo il servizio di Report che parla del suo Paese in un modo che lui definisce «calunnioso». […]

 

Presidente, ci chiarisca: cosa l'ha fatta arrabbiare del servizio di Report, tanto da definirlo sui social addirittura "schifosa puntata"? Report non ha semplicemente messo in fila fatti, esibendo anche documenti?

«È stato un servizio di parte e questo ci poteva anche stare, essere di parte non è reato […]. Ma aggredire con il fango è cosa completamente diversa […]. Nei tempi in cui viviamo, questo gioco diventa sempre più frequente e le mezze verità […] diventano sempre più verità alternative. Comunque, non avrei utilizzato la parola "schifoso" se non avessi, carte in mano, la prova della malafede e della natura menzognera di quel servizio».

 

edi rama e giorgia meloni firma accordo per i migranti italia albania 3

Secondo lei, è normale che il primo ministro di uno Stato chiami un dirigente della tv pubblica di un altro Stato, per lamentarsi di qualcosa di non gradito? Non le sembrano pressioni e controllo?

«Che cosa volevo e potevo controllare io dopo che il servizio era stato trasmesso? E chi ha detto che mi sono lamentato? È un reato parlarsi quando ci sono cose da chiarire? Con chi potevo chiarire, se non con il direttore Approfondimento del Servizio pubblico di un altro Paese, dopo che il mio Paese è stato aggredito senza contraddittorio? […] Non mi son lamentato, io non mi lamento mai. Ho solo fatto presente al direttore una verità documentata e falsata da programmi della sua rete».

 

edi rama spintona una giornalista

Sappiamo bene il suo rapporto personale e di fiducia con la premier Meloni. L'ha chiamata prima di sentire Paolo Corsini, o per consultarsi sul caso Report?

«No».

 

Chi altro ha sentito in Italia, oltre a Corsini?

«Ho solo chiesto ad amici se mi potevano trovare il suo contatto e gli ho mandato una richiesta per una telefonata. Il giorno dopo, abbiamo parlato».

 

VACANZE RAMANE - MEME BY EMILIANO CARLI

[…] Tutto questo ha una gigantesca spada di Damocle: Francesco Becchetti. L'ex patron di Agon Channel chiede il sequestro di 135 milioni, quelli che l'Albania gli deve pagare dopo aver vinto un arbitrato presso il tribunale Icsid della Banca Mondiale. Il pignoramento per conto terzi rischia di prosciugare i fondi che Roma si è impegnata a versare a voi per i migranti. Avete davvero aggiunto al contratto sui centri migranti l'articolo 8, per far fuori Becchetti?

«Questo signore è un criminale condannato a 17 anni in primo grado dalla giustizia albanese per riciclaggio e altri nobili reati di questo tipo. Non dico una parola in più».

 

La domanda era un'altra, sul contratto. Avete la garanzia che l'articolo 8 sia a norma di legge e non impugnabile?

«Non sono al corrente dei dettagli tecnici e giuridici dell'accordo, è materia per esperti di diritto».

 

Agon channel - Francesco Becchetti

Beh, l'accordo l'ha firmato lei. Non sarebbe più semplice onorare la sentenza del tribunale di Washington, cioè pagare Becchetti, per mettere al riparo il contratto con l'Italia?

«Prima di pensare a onorare quella sentenza, bisogna che l'Albania perda un processo in corso a Bruxelles, dove chi dà per scontato l'esito forse dovrà ricredersi».

 

Lei accusa Report di non aver dato voce all'avvocato Enjell Agaci, segretario generale della Presidenza del Consiglio albanese. Non la imbarazza che Agaci sia stato legale di alcuni narcotrafficanti?

«Ma perché gli avvocati penalisti in Italia vivono difendendo solo angeli e santi? O avete abolito lo Stato di Diritto, come fece l'Albania sotto la tirannia comunista? È incredibile come l'odio politico possa trasformare le cose più ovvie in conflitto».

 

Tra le frequentazioni di Agaci, dice sempre Report con un documento, ci sarebbe anche suo fratello. Lei ha parlato di calunnia. Querelerà la trasmissione su questo? E sulla base di cosa?

DAL TRAMONTO ALL ALBANIA - MEME BY EMILIANO CARLI

«Incredibile. Uno è segretario generale del Consiglio dei Ministri, l'altro è il direttore sportivo di una squadra di calcio. Grazie a un servizio tv con mezze verità e calunnie importate dall'Albania, io devo rispondere a domande surreali sulla frequentazione tra Agaci e mio fratello, che non hanno nessuna ragione per frequentarsi. La querela per calunnia è già stata fatta da tempo alla giustizia albanese da mio fratello».

 

[…] Ha visto il caso Scurati? In Italia, i giornalisti Rai parlano di "asfissiante controllo" dell'azienda per compiacere il governo Meloni. Lei dice di essere stato tirato dentro questa battaglia. Sembra un po' una scusa, ci perdoni.

«Certo, l'Albania e le persone infangate sono un danno collaterale di un bombardamento a tappeto sul governo Meloni e sulla premier in particolare. Io ho sfiorato la morte per la libertà di pensiero e di stampa, non ho la capacità di far finta di niente quando devo confrontarmi e mi tirano dentro battaglie come questa. Il mio Paese non c'entra nulla con la vera ragione di quel conflitto».

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…