MODERN FAMILY - RUTELLI: “AFFIDEREI UN RAGAZZO ORFANO A UNA COPPIA O UN SINGLE GAY. LA FAMIGLIA OGGI è CAMBIATA, è UN CASINO: SI DIVORZIA, CI RISPOSA, SI VIVE CON ALTRI GENITORI” - PER FIORONI INVECE, IL PD NON ACCETTEREBBE: “DENTRO IL PARTITO C’È UN ORIENTAMENTO PREVALENTE. SÌ AL RICONOSCIMENTO DELLE UNIONI. NO AI MATRIMONI GAY O ALLE ADOZIONI”…

1- FRANCESCO RUTELLI: «AFFIDEREI UN RAGAZZO A UN GAY»
Tommaso Labate per "Pubblico" - www.pubblicogiornale.it

Adesso le dirò due o tre cose sorprendenti.

Davvero?
Mettiamo che io, Francesco Rutelli, sia un giudice di un Tribunale dei minori.

Mettiamo.
Se mi trovassi a decidere il destino di un ragazzo orfano, lo affiderei anche a una coppia gay. O anche a un gay single. Le faccio un esempio: se un ragazzo abbandonato ha uno zio che vive da solo non per scelta, ma magari perché non è propriamente eterosessuale, ecco, a quello zio io lo affiderei.

Dopo il ritorno nel centrosinistra, Rutelli è tornato il radicale dei vecchi tempi?
Io parto da una considerazione semplicissima. La famiglia di oggi non è mica quella dei telefilm di quand'ero bambino io, in cui c'era Doris Day che faceva la mammina impeccabile, in cui il papà tornava ogni sera a casa dal lavoro e i bambini educatissimi.

E che cos'è, la famiglia di oggi?
È un casino. Gente che divorzia, poi si risposa, magari va a vivere coi figli del nuovo compagno o della nuova compagna, mentre i propri, di figli, vivono altrove. Sembra che solo i gay vogliono sposarsi.

Vendola vuole addirittura un figlio.
A Nichi rispondo con le parole di un suo conterraneo.

Chi?
Lino Banfi. «Nessuna mamma è poco. E due so' troppe». Come a dire, un bambino ha diritto a una mamma. Però, inviterei a distinguere chi cavalca un problema da chi, come il sottoscritto, vuole risolverlo. Per questo dico che, di fronte a un bambino rimasto solo, io lo affiderei non solo a una coppia gay. Ma anche a un single omosessuale. Aggiungo una cosa, che dovrebbe essere di insegnamento anche a Vendola.

E aggiungiamola.
Lo sa chi fece approvare quella norma sacrosanta che ha consentito che il cambio di sesso fosse pagato dalla mutua? Quella legge, primo firmatario il radicale Franco De Cataldo, venne approvata da un Parlamento a maggioranza democristiana. De-mo-cri-stia-na, capisce?

Francesco Rutelli è stato leader di tre partiti: il Partito Radicale, la Margherita e adesso l'Api. E pure, in ordine sparso, sindaco di Roma, candidato premier sconfitto, vicepremier e ministro dei Beni Culturali e co-fondatore del Pd, da cui poi è uscito abbandonando quel centrosinistra in cui però è appena rientrato, senza però tornare dentro il Pd. Parteciperà alle primarie per la premiership sostenendo la candidatura di Bruno Tabacci. Ha 58 anni ben portati. E ha appena finito di scrivere un instant book sulla green economy. Di cui dice: «Può creare tantissimi posti di lavoro. È una svolta».

Lo sa che, col suo ritorno nel centrosinistra, si teme l'ennesimo spostamento al centro della coalizione?
E lo sa che cosa dico, invece, a Bersani? Gli dico: «Caro Pier Luigi, fai il socialdemocratico e io, che non lo sono, sarò felice».

Questa sì che è un'altra cosa sorprendente.
E aggiungo pure: «Caro Bersani, fallo veramente, però, il leader socialdemocratico. Isola il populismo di sinistra, isola chi vuole inseguire Grillo».

E con Vendola, che firma insieme a Di Pietro per il referendum sull'articolo 18, come la mettiamo?
Abbiamo promesso e ripromesso che non ripeteremo più l'errore del 2006. Per cui è giusto che Nichi, se vuole stare nella coalizione e partecipare alle primarie, sottoscriva la base di un programma comune. In questo programma, ovviamente, non può esserci la discontinuità rispetto a Mario Monti. Anche perché, adesso, abbiamo degli obblighi europei che dovremo rispettare.

Com'è stato separarsi da Casini?
Io lavoro per un «centrosinistrone» di larga unità, che comprenda anche i moderati come Casini. E, spero, anche Fini.

Però lei ha appena lasciato il Terzo Polo di «Pier» per ritornare dov'era.
Non voglio fare polemiche. Però mi pare chiaro che Casini ha a cuore soprattutto il futuro dell'Udc.

Un paio di volte, però, Casini aveva giurato che l'avrebbe sciolta, l'Udc.
Questa promessa l'ha fatta almeno tre o quattro volte. Ma l'Udc c'è. Ed è bene che ci sia.

È contento di sfidare, con la candidatura di Bruno Tabacci, il suo vecchio allievo Matteo Renzi? E soprattutto, non le dispiace un pochino che Renzi abbia rimosso il suo maestro, e cioè lei?
Dire che l'abbia cresciuto io è troppo. Matteo aveva già una sua storia e delle potenzialità da esprimere. Certo, possiamo dire che avevo notato i suoi talenti e la sua marcata ambizione. Quella è rimasta anche adesso. Ora deve dimostrare quello di cui è capace. E, soprattutto, essere leale al progetto del centrosinistra e non giocare a sfasciarlo.

Se si andasse al ballottaggio, sosterrebbe Bersani o Renzi?
Magari uno dei due vince al primo turno.

E se non succedesse?
Decideremo quando accadrà. Per adesso lavoriamo per Tabacci. Punto.

Anche se lei, Rutelli, è uno di quelli che ha sempre in testa Monti.
È un fuoriclasse. Peccato che non si possa dire lo stesso di una buona parte dei suoi ministri.

Nella squadra di governo vede più schiappe o fuoriclasse?
Un bel fifty-fifty.

Detto da un montiano come lei, questa è una notizia. Adesso fuori i nomi.
Non ne faccio. Anche perché sennò, un minuto dopo, dovrei presentare qualche bella mozione di sfiducia individuale nei confronti di qualche ministro schiappa. E non mi pare il momento di piantare casini.

Bersani si propone di cambiare la legge 40. Favorevole?
Quella legge l'ho votata anch'io. E la rivendico con le correzioni dell'esperienza. Ma non per una questione religiosa. Quanto perché, dal momento in cui sarà possibile prevedere il dna sugli ovuli fecondati, ho paura del supermarket biotecnologico. Ho paura di chi vorrà solo i bambini che avranno gli occhi azzurri e che potranno diventare grandi atleti, scartando gli altri. Mentre la vita va costruita. Con fatica e dignità. Passo dopo passo.

Ha visto che sta succedendo dentro il Pdl del Lazio?
Mi consenta di rivolgere un pensiero a tutti quei cattoliconi veri o presunti che, pur di non votare la «mangiapreti» Bonino, sostennero la Polverini. E si ritrovano con le feste pagane dell'Olimpo de' noantri.

Andrebbe a trovare Lusi in convento?
Sarebbe una scelta che qualcuno equivocherebbe. Ma non voglio vendetta. Solo giustizia. A proposito, strano che nessuno parli delle calunnie nei miei confronti riconosciute anche dai giudici, no?


2- FIORONI: "NO ALLE ADOZIONI AI GAY"
Tommaso Labate per "Pubblicogiornale.it"

Ecco, al posto suo non l'avrei detto.

Un gay dichiarato non può dire di volere un figlio?
Non sto dicendo questo. Al contrario, Nichi ha avuto un grande coraggio. Ma sa quanto ce ne vuole, di coraggio, per fare una confessione del genere?

Tanto?
Lo ammiro. Io, al posto suo, non ce l'avrei fatta. Detto questo...

Beppe Fioroni - in ordine sparso: esponente di primo piano del Pd, medico, cattolico, ex ministro della Pubblica Istruzione - ha appena letto il resoconto del forum di Nichi Vendola con la redazione di «Pubblico». Adesso - ieri, divanetto di Montecitorio, mezzogiorno - indossa una faccia da libro «Cuore». Poi la sveste.

Dicevamo, detto questo?
Detto questo, dentro il Pd c'è un orientamento prevalente. E si dà il caso che, una volta tanto, quell'orientamento prevalente sia il mio. Sì al riconoscimento delle unioni di qualsiasi tipo. No ai matrimoni gay e no alle adozioni. Scusi, ma lei vuol farmi litigare con Nichi?

Guardi che è lei ad aver appena promosso, insieme a trenta parlamentari Pd, una lettera per tagliarlo fuori dalle primarie.
Ma io voglio che Nichi partecipi alle primarie. E nessuno gli chiede di arrendersi, figuriamoci. Dico soltanto che se io ho rispetto per lui, lui deve averne per noi. C'è bisogno di rispetto reciproco.

Gli sta chiedendo di abbandonare il referendum sull'articolo 18 e di accantonare matrimoni e adozioni gay?
Nichi deve capire che, se vuole partecipare alle primarie di coalizione, non può mettersi a raccogliere le firme con chi denigra Giorgio Napolitano e la memoria di Oscar Luigi Scalfaro.

E cioè con Antonio Di Pietro.
Vabbe', il referendum sull'articolo 18 ormai è andato. Pace. Ma qui ci sono anche sette candidati del Pd alle primarie che dicono cose diverse dal Pd.

Scusi, se non sui programmi, le primarie su che volete farle?
Di certo non sulla distruzione del lavoro che il Pd ha fatto negli ultimi tre anni. Ogni candidato deve sottoscrivere la base di un programma comune.

Torniamo alla voglia di paternità di Vendola.
Se sta su queste posizioni, l'alleanza con lui è a rischio. Ma Nichi è troppo intelligente per rompere su questo punto. E sa perfettamente che una coalizione non si fonda né si sfascia su un tema che tocca la coscienza dei singoli parlamentari e di ogni singolo cittadino. E poi, lo dico con grande stima: il desiderio di genitorialità dei gay è pure comprensibile. Però ci sono i diritti di chi non ha voce, che direbbero di no. Ci sono anche i bambini, insomma. Infatti, se a un bambino o a una bambina chiedi se vuole «papà e mamma», ottieni una risposta scontata: sì. Senza dimenticare il concetto di famiglia di cui parla la nostra Costituzione.

La Costituzione si può cambiare. E Obama...
Obama deve governare gli americani. Noi dobbiamo governare gli italiani.

C'è differenza?
La società italiana non è pronta ad accettare i matrimoni e le adozioni gay. Tra l'altro, abbiate pazienza. Anche Vendola sa perfettamente che, rispetto al programma del 1996, il Partito democratico ha lavorato perché si facessero dei grandi passi in avanti sul riconoscimento delle coppie.

Si può fare sempre meglio.
Il bene possibile è meglio del meglio impossibile.

Ma il Bersani che promette di ridisegnare il welfare una volta al governo non è uno qualsiasi. È il segretario del suo partito.
È anche dalla voglia di migliorare le norme che si misura il taso di civiltà di un Paese. Ma voler abrogare le leggi di Monti che anche noi abbiamo votato, come vuole fare Vendola, non va nella direzione del bene dell'Italia.

E Bersani?
Bersani non abrogherà nulla. Migliorerà.

È stato lui a parlare del cambiamento della legge 40.
Io quella legge l'ho votata.

E la rivendica?
L'ho votata. Punto. Insieme alle linee guida che ha fatto Livia Turco. Però, effettivamente, quella legge si può migliorare in tantissimi punti.

Che cosa ne pensa dell'ipotesi che Bersani e Renzi facciano un patto post-primarie? Magari a discapito della vecchia nomenklatura...
Io voglio vincere le elezioni. Ma, mi creda, adesso ho il terrore che la promessa di non ripetere il «modello Unione» venga disattesa. Anzi, peggio, che ci si trovi tutti insieme vittime di una situazione balcanizzata.

Non le vuole proprio le primarie, eh?
L'ho detto e lo ripeto. Sette candidati del Pd che si presentano alle primarie con idee che confliggono tra di loro non sono un bene. E Vendola che firma quesiti referendari insieme a Di Pietro nemmeno. Io le primarie le voglio. Ma, per come si stanno mettendo, ci portano alla balcanizzazione. Le dobbiamo fare seriamente. E vinceremo le elezioni.

 

 

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