giorgia meloni ue

“DIVENTARE UN PAESE MARGINALE NON CORRISPONDE AL NOSTRO INTERESSE NAZIONALE” – IL POLITOLOGO SERGIO FABBRINI STRONCA LA STRATEGIA EUROPEA DELLA MELONI: “HA MESSO IL PARTITO PRIMA DELLO STATO E L’IDEOLOGIA PRIMA DEGLI INTERESSI. SI È AUTO-ESCLUSA PER RAFFORZARSI NELLA COMPETIZIONE ELETTORALE CON LA DESTRA NAZIONALISTA DI SALVINI, ANCHE SE CIÒ HA CONDOTTO ALL’INDEBOLIMENTO DELL’ITALIA. SIAMO UN PAESE CHE HA FONDATO L’EUROPA, CHE È CRESCIUTO GRAZIE ALL’EUROPA, EPPURE IL MAGGIORE PARTITO DEL NOSTRO GOVERNO NON HA ANCORA DECISO SE STARE DENTRO O FUORI…”

 

 

Estratto dell’articolo di Sergio Fabbrini per “il Sole 24 Ore”

 

SERGIO FABBRINI

Il voto contrario alla rielezione di Ursula von der Leyen alla presidenza della Commissione europea da parte del maggiore partito di governo italiano, Fratelli d’Italia, è stato giustificato per la seguente ragione.

 

Ursula von der Leyen, nel suo discorso programmatico, non aveva accolto la richiesta della nostra premier di abbandonare il Green Deal, mantenuto invece per garantirsi il voto dei Verdi europei. È andata davvero così? Due considerazioni.

 

La prima è generale. Nel Parlamento europeo di Strasburgo, il 18 luglio scorso, si doveva definire il perimetro dell’Europa integrata, prima ancora che il programma per governarla.

Ha detto von der Leyen, «io sarò aperta a tutte le forze politiche che sono a favore dell’Europa, dell’Ucraina e dello stato di diritto». Si è trattato di un’indicazione abbastanza ampia, ma anche abbastanza chiara, dello spazio entro cui collocare la nuova maggioranza parlamentare.

 

ursula von der leyen giorgia meloni - g7 a borgo egnazia

Entro quel perimetro non poteva entrare il raggruppamento dei Patrioti per l’Europa, guidati da Marine Le Pen e di cui fa parte la Lega di Matteo Salvini, oltre che quello dell’Europa delle nazioni sovrane, guidato dai filonazisti tedeschi dell’Alternativa per la Germania. Quel perimetro rappresentava il cordone sanitario con cui mettere ai margini le forze della destra antieuropea […].

 

In quel perimetro, invece, potevano rientrare i Conservatori europei come Fratelli d’Italia. Dopo tutto, nella precedente legislatura del Parlamento europeo, […] avevano votato più volte insieme all’allora “maggioranza Ursula”, ad esempio per l’87 per cento delle votazioni relative alla denuncia degli abusi dello stato di diritto nella Russia di Putin e al sostegno dell’Ucraina.

 

Addirittura, nel gennaio 2024, l’intero raggruppamento dei Conservatori europei sottoscrisse una dichiarazione congiunta per rafforzare l’aiuto militare all’Ucraina, insieme a Popolari, Socialisti, Liberali e Verdi. Più volte, nella scorsa legislatura, i Conservatori europei, e Fratelli d’Italia in particolare, hanno votato mozioni, dichiarazioni, proposte di legge insieme ai partiti della “maggioranza Ursula”.

 

GIORGIA MELONI NO EURO

Eppure, giovedì scorso, Giorgia Meloni ha preferito interrompere tale convergenza, auto-escludendosi dalla nuova maggioranza. Le considerazioni tattiche hanno fatto aggio su quelle strategiche. Giorgia Meloni si è auto-esclusa per rafforzarsi nella competizione elettorale con la destra nazionalista di Matteo Salvini, anche se ciò ha condotto all’indebolimento dell’Italia nel nuovo equilibrio politico europeo.

 

Sarà ora più difficile reclamare attenzione verso le nostre esigenze nazionali, rimanendo fuori dalla maggioranza che sosterrà la nuova Commissione europea ed avendo un ruolo eccentrico nel Consiglio europeo. Il partito prima dello stato.

 

LE TRATTATIVE EUROPEE DI GIORGIA MELONI - VIGNETTA BY LELE CORVI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

La seconda considerazione è specifica. Per quanto riguarda il Green Deal, certamente von der Leyen ha chiarito che gli obiettivi della transizione ambientale […] debbono essere mantenuti. Tuttavia, ha anche chiarito che ciò richiederà un diverso approccio […] per raggiungerli, basato su ingenti investimenti pubblici e privati e limitate regolamentazioni.

In questo nuovo approccio implementativo, l’industria sarà la protagonista […].  […] Di qui, una serie di proposte, come la creazione di una European Savings and Investments Union per trattenere i capitali europei che si trasferiscono in America e in Asia, oppure l’incremento del budget dell’Unione europea (Ue), oppure la creazione di un European Competitiveness Fund.

 

In un mondo che sta attraversando una crisi ambientale senza precedenti, non è giustificabile difendere lo statu quo. Le posizioni di retroguardia portano a conseguenze ancora più negative. […] Invece di denunciare l’influenza dei Verdi su Von der Leyen, Giorgia Meloni, se fosse entrata nella maggioranza, avrebbe potuto avanzare un paradigma alternativo di transizione ambientale, basato su ingenti fondi europei da distribuire ai governi nazionali sotto il controllo della Commissione europea come sta avvenendo con Next Generation EU.

 

MARINE LE PEN E GIORGIA MELONI COME LE GEMELLE DI SHINING - MEME BY SIRIO

La creazione di debito europeo è la condizione per rendere socialmente sostenibile una transizione che richiederà enormi risorse. Ciò vale specialmente per l’Italia, che non dispone di fondi propri, essendo oberata da un pesante debito pubblico. Ma Giorgia Meloni ha preferito seguire la vecchia strada, allinearsi con una destra nazionalista che non entra nel merito delle politiche, ma contrasta tutto ciò che potrebbe rafforzare l’Europa integrata.

 

URSULA VON DER LEYEN GIORGIA MELONI - ILLUSTRAZIONE DI POLITICO

L’ideologia prima degli interessi. Insomma, l’elezione di von der Leyen ha messo in luce l’anomalia italiana. Siamo un Paese che ha fondato l’Europa integrata, che è cresciuto grazie all’Europa integrata, eppure il maggiore partito del nostro governo non ha ancora deciso se stare dentro o fuori di essa. Di sicuro, diventare un Paese marginale e di retroguardia non corrisponde al nostro interesse nazionale.

 

L ISOLA DEI PATRIOTI - VIGNETTA BY ROLLI - IL GIORNALONE - LA STAMPA

MELONI NON HA NÉ VISIONE NÉ CULTURA DI GOVERNO

Estratto dell’articolo di Lorenzo Castellani per “Domani”

 

[…]

 

Per oltre un anno Meloni ha investito su un buon rapporto con l’Unione europea, si è accreditata, è stata accettata, si è fatta portatrice di iniziative accolte da tutti come quella sull’immigrazione, ha tenuto contatti costanti con i popolari in ottica di programma e di alleanze.

 

L’operazione politica sembrava chiara e diretta a fare del più grande partito italiano una forza di governo dell’Unione europea. Invece, alla fine, hanno prevalso i calcoli da capo partito, le paure verso la concorrenza a destra e il timore di perdere lo zoccolo duro dell’elettorato. Col risultato che il lavoro di un anno e mezzo è stato vanificato.

 

OLAF SCHOLZ - GIORGIA MELONI - - G7 BORGO EGNAZIA

Il partito della premier giustifica la giravolta in opposizione all’apertura ai Verdi e al Green Deal, ma bisognerebbe chiedersi se mettersi all’opposizione e contro von der Leyen aiuterà a fermare l’ambientalismo ideologico di più o di meno rispetto al dare sostegno alla nuova Commissione. Perché il Green Deal sarà proseguito per ricompensare il sì dei Verdi, mentre la destra italiana non potrà che subire le decisioni altrui […]

 

Quando invece si sarebbe potuta votare von der Leyen, prendere un commissario con portafoglio e poi valutare cosa fare di provvedimento in provvedimento. Con un gruppo dirigente viziato da questi ragionamenti alla fine Fratelli d’Italia è l’unico grande partito di governo di un paese fondatore a mettersi fuori da tutto, sia sul voto alla presidente che sull’ingresso in maggioranza.

 

giorgia meloni e matteo salvini come rosa bazzi e olindo romano meme by 50 sfumature di cattiveria

Questo disastro senza logica politica significa che l’Italia avrà più difficoltà a relazionarsi con la Commissione, perché von der Leyen dovrebbe tendere una mano a Meloni che l’ha bocciata in parlamento se l’Italia dovesse trovarsi in difficoltà sul piano finanziario, sull’esecuzione del Pnrr o sulla gestione dell’immigrazione?

 

Meloni dimostra ancora una volta i limiti della destra italiana, tutta votata al mantenimento delle posizioni politiche originarie, incapace di rompere con l’euroscetticismo e il sovranismo fino in fondo, priva nei fatti di una cultura di governo e di culto della ragione di stato.

 

MELONI LE PEN 56

Nelle sue stesse condizioni, cioè al governo e all’apice del consenso elettorale, i gollisti francesi, la Cdu tedesca o il Pp spagnolo avrebbero gestito così la partita europea? La risposta è no, perché questi sono partiti che hanno dimestichezza col potere mentre Fratelli d’Italia è un ibrido rimasto a metà del guado.

 

GIORGIA MELONI IN EUROPA - MEME BY IL GIORNALONE - LA STAMPA

Sono errori che il governo Meloni pagherà perché le difficoltà, interne o esterne, arriveranno e avere un rapporto freddo con la Commissione e i capi di governo degli altri principali paesi europei non aiuterà. E alla fine anche l’elettorato di destra per gran parte capirà che chiamarsi fuori da tutto, emarginarsi in nome dei valori e della coerenza, è controproducente. Quella di Fratelli d’Italia è solo politica, ma non arte del governo. E non basta per difendere l’Italia.

IL VOTO DI MELONI ALLA VON DER LEYEN - VIGNETTA BY GIANNELLI LE PEN MELONI

 

Ultimi Dagoreport

marcello viola alberto nagel giorgia meloni francesco gaetano caltagirone luigi lovaglio mps mediobanca piazza affari

DAGOREPORT - MEDIOSBANCA! I GIOCHI ANCORA NON SONO FATTI. E LE PREMESSE PER UN FUTURO DISASTRO SONO GIÀ TUTTE SUL TAVOLO - AL DI LÀ DELLE DECISIONI CHE PRENDERÀ LA PROCURA DI MILANO SUL PRESUNTO “CONCERTO” DEL QUARTETTO CALTA-GIORGETTI-LOVAGLIO-MILLERI NELLA PRIVATIZZAZIONE DEL 15% DI MPS, IL PROGETTO TANTO AUSPICATO DA GIORGIA MELONI DI DARE VITA A UN TERZO POLO BANCARIO, INTEGRANDO MPS, BPM E MEDIOBANCA, SI È INCAGLIATO DI BRUTTO: LO VUOLE SOLO FRATELLI D’ITALIA MENTRE FORZA ITALIA SE NE FREGA E LA LEGA E' CONTRO, SAPENDO BENISSIMO CHE L’OBIETTIVO VERO DEL RISIKONE BANCARIO È QUEL 13% DI GENERALI, IN PANCIA A MEDIOBANCA, NECESSARIO PER LA CONQUISTA CALTAGIRONESCA DEL LEONE DI TRIESTE - AL GELO SCESO DA TEMPO TRA CALTA E CASTAGNA (BPM) SI AGGIUNGE IL CONFLITTO DI CALTA CON LOVAGLIO (MPS) CHE RISCHIA DI ESSERE FATTO FUORI PER ‘’INSUBORDINAZIONE’’ - ANCHE LA ROSA DEI PAPABILI PER I NUOVI VERTICI DI MEDIOBANCA PERDE PETALI: MICILLO HA RIFIUTATO E VITTORIO GRILLI NON È INTERESSATO - LA BOCCIATURA DELL’OPERAZIONE DI FITCH, CHE VALUTA MPS CON UN RATING PIÙ BASSO RISPETTO A MEDIOBANCA - LAST BUT NOT LEAST: È SENZA FINE LO SCONTRO TRA GLI 8 EREDI DEL VECCHIO E IL CEO MILLERI, PARTNER DEVOTO DI CALTARICCONE…

silvia toffanin francesca fialdini giorgia cardinaletti tommaso zorzi alessandro giuli pietro tatafiore barbara castorina

A LUME DI CANDELA - TOMMASINO ZORZI NON SARÀ OPINIONISTA AL “GRANDE FRATELLO”: NONOSTANTE LE SPINTE DI CASCHETTO, IL SUO NOME È STATO BOCCIATO – CI MANCAVA IL MINISTRO GIULI-VO IN VERSIONE OFFICIANTE: HA CELEBRATO IL MATRIMONIO DEL SUO CAPO UFFICIO STAMPA, PIERO TATAFIORE, CON BARBARA CASTORINA, TITOLARE DELL'AGENZIA VISVERBI CHE HA ASSISTITO IN PASSATO PROFESSIONALMENTE GIULI (AVRÀ RIFILATO UN ALTRO PIPPOZZO SUL “PENSIERO SOLARE”?) - BIANCA BERLINGUER E ILARIA D'AMICO (CHE LASCIA CASCHETTO) NELL'AGENZIA DI PRESTA - GIORGIA CARDINALETTI AL POSTO DI FRANCESCA FIALDINI - DOPO LA CHIUSURA DI TANGO, COSTAMAGNA OSPITE SU RETE 4 (NEL PROGRAMMA DOVE LAVORA IL SUO COMPAGNO) - LUI È UN POLITICO DI PRIMO PIANO, LEI È UNA BELLA GIORNALISTA. I DUE SONO STATI AMANTI E LUI HA FAVORITO LA SUA ASCESA. DURANTE UNA RECENTE INTERVISTA HANNO FATTO FINTA DI NON CONOSCERSI DANDOSI DEL LEI. DI CHI STIAMO PARLANDO?

luca zaia matteo salvini francesco acquaroli conte bonelli schlein fratoianni matteo ricci

DAGOREPORT - DALLA RIFORMA ELETTORALE AL RIMPASTO DI GOVERNO, IL FUTURO DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È APPESO COME UN CACIOCAVALLO AL SUO PRIMO TEST CRUCIALE: LE REGIONALI – SCATENEREBBE UNO SCONQUASSO NELLA LITIGIOSA COALIZIONE DI GOVERNO SE FRATELLI D'ITALIA DOVESSE PERDERE LE MARCHE, DOVE LA RICONFERMA DEL MELONIANO ACQUAROLI E' INCERTA - A QUEL PUNTO, A NOVEMBRE, LA MELONA VORRÀ ASSOLUTAMENTE IMPORRE UN CANDIDATO ALLA FIAMMA NEL VENETO LEGHISTA - LA DUCETTA HA BEN RAGIONE DI PRETENDERLO: MALGRADO IL SUO 28-29%, ATTUALMENTE FDI GOVERNA SOLO IN TRE REGIONI: MARCHE, ABRUZZO E LAZIO - PER FARCELA, LA DUCETTA DOVRA' CONVINCERE LUCA ZAIA AD APPOGGIARE, COL 40% DI CONSENSI DI CUI GODE LA SUA LISTA, IL SUO CANDIDATO ALLA PRESIDENZA - NEL CASO IN CUI IL "DOGE" NON ACCETTI LA PROPOSTA, A QUEL PUNTO, GIÀ TAGLIATO FUORI DA SALVINI, LE AMBIZIONI DI ZAIA DI RICOPRIRE UN DOMANI LA PRESIDENZA DELL'ENI O MAGARI LA CARICA DI MINISTRO DOVRA' RIPORLE NEL CASSETTO DEI SOGNI...

stefano belingardi clusoni belen rodriguez

DAGOREPORT - LA ''FARFALLINA'' DI BELEN È TORNATA A BATTERE. DOPO UN’ESTATE TURBOLENTA DI SCAZZI E POLEMICHE, PER LA "SCIO-GIRL" ARGENTINA È ARRIVATO UN NUOVO E AITANTE  BELLIMBUSTO - LUI È STEFANO BELINGARDI CLUSONI, ARCHITETTO MILANESE CHE, CON IL SUO STUDIO "BE.ST", NEGLI ULTIMI ANNI HA RIDISEGNATO LO SKYLINE DELLA CITTÀ MENEGHINA - GALEOTTO UN LOCALE IN SARDEGNA, DOVE I DUE SONO STATI PIZZICATI A BACIARSI CON PASSIONE, INCURANTI DEGLI SGUARDI INDISCRETI - A CONFERMARE LA LIASON È LA STESSA BELEN CON UN CAROSELLO DI FOTO SU INSTAGRAM SULLE SUE "HERMOSAS VACACIONES” -DALLO SCAZZO CON IL BENZINAIO ALLE PATATINE LANCIATE IN UN LOCALE: L’ESTATE IRREQUIETA DELL'EX DI CORONA E DE MARTINO - VIDEO

stefano de martino striscia la notizia antonio ricci gerry scotti la ruota della fortuna pier silvio berlusconi

DAGOREPORT - PIER SILVIO, QUESTA VOLTA, HA VINTO. PIAZZARE LA “RUOTA DELLA FORTUNA” NEL VUOTO PNEUMATICO DELLA PROGRAMMAZIONE ESTIVA, È STATA UNA MOSSA SCALTRA ALL’INSEGNA DI UN SOLO IMPERATIVO: FIDELIZZARE IL PUBBLICO DEI TELE-MORENTI - L’OPERAZIONE È RIUSCITA, IL PAZIENTE È ANCORA IN VITA, MA È SOLO IL PRIMO ROUND DI UNA GUERRA ANCORA MOLTO LUNGA: GIÀ IN SOVRAPPOSIZIONE, IERI SERA, “AFFARI TUOI” ERA LEGGERMENTE IN VANTAGGIO SUL PROGRAMMA DI GERRY SCOTTI, E LA SCELTA DI FAR RIPARTIRE LA TRASMISSIONE DI DE MARTINO DI MARTEDÌ, ANZICHE' DI LUNEDI', HA LASCIATO INTERDETTI GLI ADDETTI AI PALINSESTI - COMUNQUE VADA IL DUELLO NEI PROSSIMI DUE MESI, “PIER DUDI”, ALLA PRESENTAZIONE DEI PALINSESTI, ERA STATO CATEGORICO: "'STRISCIA LA NOTIZIA' INIZIERÀ A NOVEMBRE. ANCHE SE CIÒ CHE VA IN ONDA, E NON SARÀ COSÌ, DOVESSE FARE UN TRILIONE DI ASCOLTI" - GLI ESORDI CON MARIA DE FILIPPI, IL FLOP ALL'''ISOLA DEI FAMOSI'' CONDOTTA DALLA MARCUZZI, PRESTA CHE LO SBOLOGNA E LA RISCOSSA CON CASCHETTO (E TANTI ''PACCHI'' A MO' DI CULO): L'IRRESISTIBILE ASCESA DI STEFANO DE MARTINO, ALFIERE DI RAI-MELONI, CHE SOGNA IL FESTIVAL DI SANREMO - VIDEO

vladimir putin kim jong un xi jinping donald trump

DAGOREPORT – L’UNICO RISULTATO REALE OTTENUTO DA TRUMP NEI PRIMI 8 MESI DEL SUO SECONDO MANDATO È STATO RIABILITARE PUTIN: APPLAUDENDOLO IN ALASKA, HA RILEGITTIMATO LA MALCONCIA RUSSIA COME POTENZA MONDIALE, RAFFORZANDO LA FIGURA DEL “MACELLAIO DI MOSCA” (COPYRIGHT BIDEN) - DOPO TANTO PENARE E PROMESSE SCRITTE SULLA SABBIA, TRUMP SPERAVA DI OTTENERE ALMENO UNA TREGUA AEREA SULL’UCRAINA. E INVECE “MAD VLAD” HA FATTO SPALLUCCE E, TUTTO GAUDENTE, SI E' SCAPICOLLATO IN CINA ALLA CORTE DEL SUO VERO PADRONE, XI JINPING  – DISPIACE PER TRAVAGLIO MA LA RUSSIA NON HA ANCORA VINTO LA GUERRA: L’AVANZATA IN UCRAINA È SOLO PROPAGANDA. TRANNE DUE REGIONI E QUALCHE VILLAGGIO CONQUISTATO IN DONBASS, IN REALTÀ IL FRONTE È IMMOBILE DA MESI (A MOSCA NON BASTANO LE TRUPPE NORDCOREANE, ORA E' COSTRETTA A RECLUTARE IN PATRIA, DOPO I GALEOTTI, ANCHE LE DONNE IN CARCERE) – LA PRESSIONE SU PUTIN DEL MEDIATORE ERDOGAN E DI MODI PER UNA TREGUA IN UCRAINA - IL LEADER INDIANO, INCAZZATO CON “MAD VLAD” CHE LODA E IMBRODA XI E GLI FA FARE LA FIGURA DELL’AMICO SFIGATO, FA PRESENTE CHE L'ALLEANZA DELLO SCO E' SOLO ''TATTICA MA NON STRATEGICA'. MA UN DOMANI CHISSA'...