fabio rampelli paolo barelli

LA SFIDA TRA FORZA ITALIA E FRATELLI D’ITALIA SI SPOSTA PERSINO SULLO SPORT – IL “GABBIANO” RAMPELLI POTREBBE SFIDARE PAOLO BARELLI, CAPOGRUPPO ALLA CAMERA DI FI E FEDELISSIMO DI TAJANI, PER LA PRESIDENZA DELLA FEDERAZIONE ITALIANA NUOTO (UNA STRUTTURA CHE NEL 2023 HA POTUTO CONTARE SU RISORSE PER 65 MILIONI DI EURO, TRA CONTRIBUTI PUBBLICI, FONDI DEL CONI, QUOTE ASSOCIATIVE E ALTRI RICAVI) – ALLA FIN BARELLI SPADRONEGGIA DA QUASI 40 ANNI (E’ VICEPRESIDENTE DAL 1987 E POI DAL 2000 E’ PRESIDENTE) – LE GRANE GIUDIZIARIE DI BARELLI E LA CONDANNA PER DANNO ERARIALE DA 500 MILA EURO…

paolo barelli

Estratto dell’articolo di Paola Zanca per il “Fatto quotidiano”

 

[…] una discreta gara è in procinto di iniziare, lunedì a mezzogiorno. A quell’ora si chiuderanno le candidature per la presidenza della Federazione Italiana Nuoto, ovvero la cassaforte delle oltre mille società sportive che gestiscono le piscine d’Italia. Un giochetto, per capirci, che nel 2023 ha potuto contare su risorse per 65 milioni di euro, tra contributi pubblici, fondi del Coni, quote associative e altri ricavi.

 

FABIO RAMPELLI

Sedere sulla poltrona di presidente, insomma, non è esattamente una carica puramente onoraria: si conta, e pure parecchio. Lo sa bene Paolo Barelli, che siamo abituati a citare come capogruppo di Forza Italia alla Camera. Ebbene, il fedelissimo di Antonio Tajani, per restare alla metafora parigina, è il tedoforo che più o meno da quarant’anni porta la fiamma olimpica. E che non ha nessuna intenzione di passare di mano.

 

Ufficialmente guida la Fin dal 2000, ma ne è stato vicepresidente fin dal 1987, un paio di lustri dopo aver chiuso la sua carriera da nuotatore, iniziata nientemeno che a Monaco ‘72.

Sei anni dopo, nel 1978, sempre in Germania, ai mondiali disputati a Berlino Ovest, nuotava col costume azzurro anche un suo attuale collega del centrodestra, Fabio Rampelli. Ed è proprio lui, l’ex padrino politico di Giorgia Meloni, attuale vicepresidente della Camera, a stare seriamente riflettendo di candidarsi, lunedì.

paolo barelli

 

Così prende forma l’italianissima suggestione di sport e politica che si mischiano e si confondono e che vedrà sfidarsi – salvo ripensamenti dell’ultim’ora – due esponenti di spicco del centrodestra per la poltrona di presidente della Federazione Nuoto.

 

Il tedoforo Barelli l’ha ufficializzato ieri, non esattamente creando stupore: “Spronato dal vostro largo sostegno, ho deciso di ricandidarmi per continuare a dedicarmi ai progetti difesi, incrementati e avviati nel corso degli ultimi quadrienni”, ha scritto in una lettera agli associati. La declinazione al plurale dei mandati, del resto, ora ha un bollino di legge.

 

fabio rampelli

Con un blitz in commissione – l’estate scorsa – è stato superato il limite dei tre rinnovi che era stato imposto dalla riforma Lotti. I presidenti delle federazioni – escluso l’avvelenato Giovanni Malagò – possono ricandidarsi a oltranza, purché superino i due terzi della maggioranza, il 66 per cento dei voti. La “clausola bulgara” è indicativa di come vada il mondo nelle federazioni, dove di “sportivo” – almeno nelle competizioni di vertice – pare esserci ben poco.

 

[…] numerose grane […] hanno segnato gli ultimi anni della presidenza Barelli. Una – quella che riguarda la giustizia sportiva – si è chiusa pochi mesi fa, dopo che il capogruppo di FI ha scontato un anno di squalifica dalla World Aquatics, la Federazione internazionale di nuoto, prima che il tribunale dello sport di Losanna gli desse ragione.

paolo barelli foto di bacco

 

L’altra – che è della Corte dei Conti – ha avuto sviluppi quantomeno bizzarri: assolto in primo grado, è stato condannato in appello a risarcire mezzo milione di euro. Si tratta, in estrema sintesi, di lavori di ristrutturazione delle piscine dello Stadio del Nuoto, del Foro Italico e dello Stadio Olimpico: 16 fatture rimborsate alla Fin da Coni Servizi nonostante fossero già state finanziate dal Mef.

 

Il danno erariale gli è stato personalmente addebitato per 495mila euro. Lui “essendo pacifico che le somme erroneamente versate dalla società Coni Servizi sono state incassate in perfetta buona fede da FIN e solamente da Fin” ha chiesto e ottenuto che la stessa Federazione si facesse “carico della restituzione”. Pazienza se nella sentenza è scritto chiaramente che “l’unico, reale dominus dell’intreccio di eventi che ha portato al doppio pagamento delle stesse fatture” è proprio Barelli. Perché è a lui che “sono da ascriversi tutti i principali atti dai quali è scaturita la perdita economia”.

 

FABIO RAMPELLI A TAGADA - 4

“La circostanza che lo abbia fatto ‘nella qualità di’ presidente della FIN”, concludono i magistrati contabili, “non è utile a scriminare il suo diretto e personale apporto causale alla produzione dell'evento dannoso”. Ha provato a chiedere la revocazione della sentenza, ma ha perso il ricorso. Ora pensa di rivolgersi alla Corte Europea dei Diritti dell’Uomo a Strasburgo […]

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…