IL J’ACCUSE DEL FIGLIO DI RENATO NICOLINI - “LA SINISTRA LO MISE DA PARTE. VELTRONI E BETTINI AL CAMPIDOGLIO SI DIMENTICARONO DI LUI. COME SE DOVESSE SCONTARE ANCORA LA PENA PER ESSERE SCESO IN CAMPO CONTRO RUTELLI SINDACO NEL ’93” - BEHA: “E’ STATO L’ARCHITETTO DEL NOSTRO FUTURO. MONTI, PARTITI, ELETTORI, POPOLO E POPOLINO, VOLETE UN PROGETTO PER DOMANI? C’È GIÀ, È IL SUO, SE SOLO SAPESTE PRENDERLO SUL SERIO”…

Fabrizio d'Esposito per il "Fatto quotidiano"

Vent'anni di solitudine politica. Renato Nicolini è morto sabato scorso. Nei giorni del dolore, uno dei cinque figli della sua famiglia allargata, Simone, ha parlato del padre come di un "talento sprecato e abbandonato" per due decenni. È stato poi il finiano Umberto Croppi, ex assessore di Alemanno, a fare nomi e cognomi con un commento sul Futurista.

Croppi riporta una frase dello stesso Nicolini, dedicata a tutti quelli che ora "si stanno
contendendo la sua memoria": "Debbo ringraziare Croppi per avermi sempre citato, a cominciare dal discorso con cui si presentava come nuovo assessore, come la sua principale fonte di ispirazione e riferimento. Dopo la sorta di damnatio memoriae che avevo conosciuto con Veltroni e Bettini, come se dovessi scontare ancora la pena per essere sceso in campo contro Rutelli sindaco nel '93 (in un dibattito al Vascello il candidato senatore Gianni Borgna era saltato a piè pari da Pasolini a se stesso), era per me una boccata d'aria fresca. Renato Nicolini".

Simone, a volte nel dolore c'è rabbia.
Premetto che non voglio fare polemiche. E anche io sono un uomo di sinistra come Renato.

Una sinistra che spreca talenti.
Una sinistra che si fa del male da sola, esperta di masochismo.

L'era di Veltroni e Bettini al Campidoglio si dimenticò di suo padre.
È un dato di fatto. Questo suscitava più rimpianti in chi gli stava vicino che non a lui. Però non c'è polemica, ripeto.

Il centrosinistra ha amministrato Roma per 20 anni.
L'ultimo incarico a Renato lo diede Borgna, assessore di Rutelli. Mio padre si occupò del Palaexpo, ma aveva un budget esiguo a disposizione.

E dopo?
Non fu riconfermato. E altri, con più soldi, realizzarono le sue idee.

Il potere è sleale.
Nel ‘76 mio padre era un panchinaro e in campo divenne un fuoriclasse. E un fuoriclasse avrebbe meritato la responsabilità da capitano.

Responsabilità da sindaco.
Tentò di prendersela da solo e raccolse il 10 per cento.

Adesso che è morto piangono tutti.
A noi della famiglia hanno dato fastidio molte lacrime di coccodrillo. Abbiamo accolto tutti con piacere, ma ci sono state dichiarazioni incredibili.

Per esempio?
Tal Francesco Giro del Pdl (ex sottosegretario ai Beni culturali, ndr) ha detto di non aver fatto in tempo a proporre a Ornaghi la nomina di Nicolini al Maxxi.

Rimpianti di coccodrillo.
Nessuno di noi ne sapeva nulla. Se tu vuoi andare dal ministro l'interessato lo interpelli o no?

Lo interpelli.
Invece niente. Questo Giro è stato terribile. Ci ha procurato molto dispiacere.

Suo padre si lamentava della solitudine?
No, eravamo più noi a soffrirne. La sua cifra stilistica era quella del battitore libero, ne parlavo con Ettore Scola ai funerali.

C'era il Pci quando nacque l'Estate Romana. Oggi c'è il Pd.
Mio padre è stato deputato per tre legislature. L'ultima volta nel ‘92 con il Pds. Poi Vincenzo Vita lo inserì nell'assemblea nazionale del Pd, non proprio un ruolo decisivo.

Il potere elargisce finte elemosine.
La verità è che la politica è diventata sempre più volgare. È un fatto anche questo, non una polemica. Spero solo di potere raccogliere in una fondazione tutto il patrimonio immenso che Renato ci ha lasciato.

2- RICORDANDO RENATO NICOLINI, ARCHITETTO DEL NOSTRO FUTURO. MONTI, PARTITI, ELETTORI, POPOLO E POPOLINO, VOLETE UN PROGETTO PER DOMANI? C'È GIÀ, È IL SUO, SE SOLO SAPESTE PRENDERLO SUL SERIO
Oliviero Beha per olivierobeha.it

Per chi non l'ha conosciuto personalmente e per i posteri Renato Nicolini, appena scomparso a settant'anni per il solito brutto male, già tumulato e immagino avviato in frettissima sulla strada del dimenticatoio, è stato "l'inventore dell'estate romana", a cavallo dei primi anni '80.

Già sarebbe qualcosa, se venisse illustrata "in memoriam" del suo ideatore una stagione particolarissima, che ha riaperto illuminandole le città alla gente dopo il buio degli anni di piombo. Invece il tutto viene inscatolato in una formula. Ma Renato è stato molto, troppo di più per circoscriverlo in un'esperienza pur straordinariamente significativa.

Renato è stato ed è, solo a volerne ripassare la lezione, l'architetto del nostro futuro, specie in tempi come questi che languono di fronte a un domani inimmaginabile perché schiacciato su un oggi impresentabile che ha rimosso qualunque ieri sensato della nostra storia, geografia, cronaca: il succo della nostra cultura, insomma.

Renato invece, architetto di studi e professione, politico per natura e vocazione contro ogni politicismo, non solo non aveva rimosso niente del nostro passato ma andava a ripescare tutto ciò che gli sembrava utile per progettare un futuro accattivante: era un architetto ?

Dunque progettava case dove entrare ed abitare volentieri anche e soprattutto intese come case dello spirito e dell'umore. Questa è stata la grande esperienza nel laboratorio della Roma di oltre trent'anni fa. In rapporto alla nostra classe dirigente, da Monti a scalare, Nicolini è davvero il nostro futuro e loro il nostro malandato presente o il nostro sfaldato passato, già ora, mentre si combatte lo spread.

Nicolini lo spread lo ha battuto in breccia con la fantasia, ha dato fiducia ai giovani, non è mai stato solamente uomo di partito anche se allora il Pci aveva ancora un significato pur tra mille contraddizioni, guardava alle persone, e al loro benessere prima interiore, all'insegna dell'allegria che-recita il poeta-"non è mai stupida".

E' stato un formidabile "pagano" nella testa e nel cuore in una città eterna costruita sulla pietra di Pietro, dunque con qualche tensione oltre Tevere. Ha fatto politica senza che sembrasse tale, ha avuto voglia e forza per immaginare e far immaginare, ha pensato e messo in opera il suo pensiero affidandolo a tutti quelli che volessero rischiare, in primis appunto ai giovani. Era umanamente una persona aperta, e non c'erano frizioni tra quel che diceva, faceva, era.

Sulla cosiddetta "estate romana" trovate molta documentazione. Su di lui assai meno, e per questo vi invito a informarvi di più non bastando uno smilzo epicedio. Davvero è o potrebbe/dovrebbe essere il nostro futuro, nel modo giusto di porre delle priorità e di considerare la politica amministrazione della polis e non solo potere per il potere e il denaro. Lui non ne aveva... Ha lasciato un segno in chiunque l'abbia conosciuto e ancor di più frequentato, spero sia un germe che nelle persone e attraverso esse continui a fiorire. Ciao Renato, resti molto più vivo tu degli zombies che ci circondano travestiti da persone.

 

 

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