adolfo urso giorgia meloni matteo salvini

SERVIZI D’ITALIA - SI È SBLOCCATA L’IMPASSE SUL COPASIR: IL COMITATO PARLAMENTARE DI CONTROLLO DEI SERVIZI OGGI DOVREBBE FINALMENTE AVERE UN NUOVO PRESIDENTE: SARÀ IL MELONIANO ADOLFO URSO, CHE DOVREBBE OTTENERE LA MAGGIORANZA CON L’APPOGGIO DI PD E MOVIMENTO 5 STELLE - DOPO QUATTRO MESI DI STALLO, L’ATTIVITÀ DEL COMITATO POTRÀ RIPARTIRE: E I DOSSIER APERTI SONO TANTI, DALLA MORTE DI ATTANASIO E IACOVACCI ALL’INCONTRO RENZI-MANCINI…

1 - SI SBLOCCA IL NODO COPASIR VERSO IL SÌ A URSO (FDI)

Dal "Corriere della Sera"

 

ADOLFO URSO SI FA UN PISOLINO

«Dal Copasir ci siamo dimessi perché l' organismo non è legittimamente composto, continuiamo a mantenere le nostre dimissioni»: le parole del leader della Lega, Matteo Salvini, arrivano alla vigilia del voto.

 

Oggi infatti il Copasir dovrebbe avere il nuovo presidente: Adolfo Urso, senatore di Fratelli d' Italia e unico membro dell' opposizione tra i dieci componenti dell' organismo bicamerale di controllo dei Servizi, dovrebbe raccogliere i voti per diventare il nuovo numero uno del Comitato, dopo le dimissioni del presidente leghista, Raffaele Volpi, che ha lasciato lo scorso 20 maggio.

 

ADOLFO URSO GIORGIA MELONI

Una soluzione che arriva dopo mesi di scontro, con FdI che ha reclamato, come previsto dalla legge, la presidenza in quanto unica forza di opposizione. Il senatore meloniano, che si ritrova candidato unico, dovrebbe poter contare sui voti dei due forzisti Elio Vito e Claudio Fazzone, così come sui voti dei 3 M5S (Cattoi, Dieni e Castiello).

 

matteo salvini raffaele volpi simone di stefano

E il Pd? «Esprimerà un voto di consenso alla proposta avanzata da FdI per motivazioni di carattere istituzionale», dice Enrico Borghi, responsabile delle Politiche per la sicurezza.

 

 

2 - COPASIR, MERCOLEDÌ SI DECIDE. URSO VERSO LA PRESIDENZA?

Francesco Bechis per www.formiche.net (articolo del 7 giugno 2021)

 

enrico borghi

Fine corsa. Dopo quattro mesi di stallo il Copasir, il comitato parlamentare di controllo dei Servizi segreti, è pronto a ripartire. Il tiro alla fune fra Lega e Fratelli d’Italia sulla presidenza si dovrebbe risolvere mercoledì prossimo. Adolfo Urso, vicepresidente in carica e senatore di Fdi, ha convocato il comitato per una riunione che ha all’ordine del giorno l’elezione del prossimo presidente.

 

A quanto si apprende alla vigilia, Pd e Cinque Stelle sarebbero pronti a votare Urso per succedere al deputato della Lega Raffaele Volpi. Il 20 maggio Volpi e il senatore leghista Paolo Arrigoni hanno rassegnato le dimissioni dall’organo di Palazzo San Macuto chiedendo di fare altrettanto ai colleghi per poter eleggere un nuovo comitato.

GIORGIA MELONI E MATTEO SALVINI

 

Una soluzione respinta dai presidenti di Camera e Senato Elisabetta Casellati e Roberto Fico in una lettera inviata ai capigruppo della Lega venerdì scorso. Le dimissioni dei leghisti, si legge nella missiva, non hanno efficacia perché non sono stati indicati i loro sostituti.

 

Numeri alla mano, Urso dovrebbe riuscire a ottenere la maggioranza dei voti (sei su dieci). Anche nel caso, improbabile ma non impossibile (c’è un precedente), di un eventuale ballottaggio. Al partito di Giorgia Meloni potrebbe dunque andare la presidenza del comitato più segreto e delicato della politica italiana.

 

elisabetta casellati roberto fico

Da quando è entrato in carica il governo Draghi Fdi ha reclamato la presidenza del Copasir, che la legge 124 del 2007 assegna esplicitamente all’opposizione. Decisivo per la riuscita dell’operazione l’intervento dei componenti del Pd (Enrico Borghi) e dei Cinque Stelle (Federica Dieni, Francesco Castiello e Maurizio Cattoi), che a inizio maggio hanno annunciato di abbandonare le sedute finché non fosse risolta la questione della presidenza.

 

Alle riunioni del comitato, oltre a Volpi e Arrigoni qualora decidessero di tornare, potrà partecipare anche il forzista Elio Vito. Ad aprile il deputato di Forza Italia aveva annunciato le dimissioni in protesta con la scelta della Lega di non abbandonare la presidenza.

PAOLO ARRIGONI

 

Si chiude così una querelle che ha congelato il lavoro del comitato da febbraio scorso e inasprito non poco i rapporti fra alleati del centrodestra. Peraltro lasciando in un cassetto i tanti dossier che si sono affastellati sulla scrivania di Palazzo San Macuto, dall’uccisione in Congo dell’ambasciatore Luca Attanasio e del carabiniere Vittorio Iacovacci al lavoro della diplomazia e dell’intelligence italiana in Libia fino al più recente caso dell’incontro in Autogrill fra Matteo Renzi e l’agente del Dis Marco Mancini sollevato da Report. Fra gli altri appuntamenti in programma, un’indagine conoscitiva sul settore dell’energia che vedrà Dieni e Arrigoni nella veste di relatori.

giuseppe conte raffaele volpiRAFFAELE VOLPI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…