FUORI I “PORTOGHESI” DALL’OLIMPICO! - È DURA LA VITA DI POLITICI E CELEBRO-LESI CON LA ROMA YANKEE: LA TRIBUNA AUTORITÀ, ETERNO TERMOMETRO DEL POTERE CAPITOLINO, ORMAI È UNA TRISTEZZA INFINITA - IL NUOVO DG BALDINI NEGA I BIGLIETTI PRESSOCHÉ A TUTTI E TUTTI (TIPO CICCHITTO) ORA PROVANO A CHIEDERLI AL CONI - C’È CHI STA A CASA (BAFFINO NON SI VEDE DA MÒ) E CHI PROTESTA COME PIPPO MARRA (DECLASSATO DALLA FILA 10 ALLA 6, APPENA PUÒ, SI SPOSTA) - IL TUTTO ESAURITO È SOLO UN RICORDO...

Gianfrancesco Turano per "l'Espresso"

Com'è triste l'Olimpico, soltanto un anno dopo. D'accordo, Roma-Lecce non è una partita di cartello e la tribuna autorità si affolla solo per i big match, quando non solo è importante essere visti ma essere seduti, di preferenza nelle zone alte. Si aggiungano la politica di austerity della Roma all'americana, che nega gli ingressi ai vip su disposizione del direttore generale Franco Baldini, e la crisi di governo che ha fatto mancare persino un habitué come Antonio Catricalà, innamorato della Roma per affinità cromatica con il club della natìa Catanzaro. Il neosottosegretario alla presidenza del Consiglio era stato invitato dalla Roma, come al solito, insieme ad Anna Maria Cancellieri, ministro dell'Interno romanista. Ma entrambi erano impegnati in una riunione a palazzo Chigi.

Alla fine, hanno resistito quelli davvero motivati a santificare la festa giallorossa. Nel caso, il capogruppo Pdl al Senato Maurizio Gasparri, il collega del Pdl Stefano De Lillo, l'ex deputato nuovo Psi Gerardo Labellarte, il presidente del consiglio comunale Marco Pomarici, il capogruppo Idv alla regione Vincenzo Maruccio, l'onnipresente Gigi Marzullo e buona parte dei tredici consiglieri d'amministrazione del pletorico board romanista.

Tra loro, l'anima in pena Pippo Marra. La gestione Di Benedetto ha, in senso letterale, degradato il fondatore di Adn Kronos dai quartieri nobilissimi della fila 11 e 10, dove alloggiava ai tempi dei Sensi, di cui erta intimissimo, alla fila 6, là dove aveva fissa dimora per questioni scaramantiche l'ex presidente Rosella. Marra non ha ancora smesso di protestare per la discesa nella piramide del prestigio e, appena trova posti vuoti, si sposta nelle file più in alto.

Marra ha dovuto anche subire, insieme agli altri consiglieri, la riduzione dei biglietti a disposizione. Da una mezza dozzina la società è scesa a uno, che il giornalista-imprenditore ha girato all'amico generale Michele Adinolfi, indagato per rivelazione di segreto e favoreggiamento di Luigi Bisignani nell'inchiesta P4.

Per il resto, domenica 20 novembre c'erano ampi vuoti fra le 230 poltroncine imbottite azzurre che l'As Roma condivide con il Coni, proprietario dell'impianto. Il comitato olimpico nazionale, in quanto ente pubblico, è diventato il bersaglio delle richieste da "fonti istituzionali" che l'As Roma respinge. Qualche nome? Il capogruppo del Pdl alla Camera Fabrizio Cicchitto è stato costretto a rivolgersi all'amico Gianni Petrucci, presidente dei Coni che supervisiona personalmente la lista degli invitati.

Cicchitto, accusato dal "Fatto" di entrare all'Olimpico a scrocco, ha replicato di avere acquistato un abbonamento in tribuna Monte Mario. Il che non spiega perché si piazzi in tribuna autorità. Un'altra personalità trasferita dall'area Roma, che si trova alla destra di chi guarda la tribuna, alla zona Coni è il generale Paolo Poletti da Civitavecchia (fila 4, posti 14 e 15), già capo di Stato maggiore della Guardia di finanza, vicedirettore dell'Aisi, referente di Valter Lavitola e "nome noto" nella lista di Diego Anemone, il costruttore della Cricca che aveva eseguito lavori per il generale nella sua casa presa in affitto da Propaganda Fide. Niente da fare anche per Marcello Masi, direttore del Tg2 respinto da Baldini.

Altri, forse scoraggiati dal giro di vite, si guardano con orgoglio la partita a casa. Massimo D'Alema, per esempio, non si vede dal campionato scorso, quello con Rosella Sensi ancora ai comandi. Era lei a dargli i biglietti. La stessa Rosella, a differenza della madre, la signora Maria, non si è mai più vista in tribuna autorità dopo l'estromissione dal club. La sua unica presenza all'Olimpico in questa stagione risale al 15 novembre per Italia-Uruguay, su invito dell'organizzatore, la Federcalcio di Giancarlo Abete.

Per vivere momenti di gloria vecchio stile la tribuna autorità deve affidarsi alla squadra ospite. Roma-Palermo e Roma-Milan hanno riportato per 90 minuti l'aria dei bei giorni, con le 230 poltroncine quasi esaurite. Il match contro il Palermo ha visto lo sbarco all'Olimpico in forze della comunità sicula. Il sottosegretario allo sport Rocco Crimi era seduto accanto al presidente del Senato Renato Schifani.

Il Guardasigilli Angelino Alfano (fila 8) ha chiacchierato cordialmente con il superprocuratore antimafia Piero Grasso, sistemato alla fila 9 e dunque invitato del Coni come, poco più in là, un trio formato da Luigi Abete, dall'agente Lucio Presta e dalla moglie Paola Perego.

Per la magistratura era presente anche Antonio Marini, onnipresente nel Cafonal di Dagospia come ai convegni di Flavio Carboni al Forte Village. Con il Milan si sono visti di nuovo Crimi, Catricalà, il direttore del "Messaggero" Mario Orfeo, il costruttore Claudio Toti, che è fra i candidati a fornire l'area del nuovo stadio voluto da Tom Di Benedetto. Non fa notizia Giovanni Malagò, presidente del circolo Canottieri Aniene. Lui c'è sempre.

Certo, sia Roma-Palermo sia Roma-Milan sfigurano rispetto alla finale di Coppa Italia Roma-Inter giocata il 24 maggio 2008, sedici giorni dopo il giuramento del governo Berlusconi IV. Quella sera la tribuna autorità ha fotografato con rara efficacia il passaggio di poteri dal centrosinistra al centrodestra. Da almanacco Panini della politica la fila 9 con il trio in sequenza composto da Walter Veltroni (juventino), Piero Marrazzo (romanista) e Ignazio La Russa (interista) sormontati in fila 10 dai finiani Fabio Granata e Claudio Barbaro. Poi, uno dopo l'altro, Gianni Letta, Gianni Petrucci, il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, Luigi Abete, Antonio Matarrese, Gabriele Galateri di Genola e Andrea Ronchi.

Nella fila inferiore, la 8, Catricalà colloquia amabilmente con Giulio Napolitano, figlio di Giorgio. Seguono parlamentari assortiti insediati nelle file basse: Luciano Ciocchetti (Udc), Mario Valducci (Pdl), Renzo Lusetti, al tempo Pd, e il ministro dei Trasporti uscente Alessandro Bianchi. Presenti anche due colonne della Cisl come il segretario in carica Raffaele Bonanni e l'ex numero uno del sindacato Sergio D'Antoni.

Fra i due ci sono ben tre gradini di differenza a favore di Bonanni, piazzato alla fila numero 6 in area Coni. E questo nonostante D'Antoni sia stato presidente del Palermo calcio quando il club siciliano era di proprietà di Franco Sensi. Quella sera di tre anni fa persino Marzullo, seduto alla fila 4, era piazzato meglio. La gloria è transitoria e la tribuna autorità ne prende atto. Alla fine, niente di nuovo. Funzionava così anche al Colosseo.

 

dibenedetto foto mezzelani gmt pippo marra foto mezzelani gmt cicchitto foto mezzelani gmt dalema foto mezzelani gmt malago foto mezzelani gmt LE POLTRONE DELLA TRIBUNA AUTORITA ALLO STADIO OLIMPICO

Ultimi Dagoreport

antonio angelucci tommaso cerno alessandro sallusti

FLASH – UCCI UCCI, QUANTI SCAZZI NEL “GIORNALE” DEGLI ANGELUCCI! NON SI PLACA L’IRA DELLA REDAZIONE CONTRO L’EDITORE E I POCHI COLLEGHI CHE VENERDÌ SI SONO ZERBINATI ALL'AZIENDA, LAVORANDO NONOSTANTE LO SCIOPERO CONTRO IL MANCATO RINNOVO DEL CONTRATTO NAZIONALE E PER CHIEDERE ADEGUAMENTI DEGLI STIPENDI (ANCHE I LORO). DOPO LO SCAMBIO DI MAIL INFUOCATE TRA CDR E PROPRIETÀ, C’È UN CLIMA DA GUERRA CIVILE. L’ULTIMO CADEAU DI ALESSANDRO SALLUSTI, IN USCITA COATTA (OGGI È IL SUO ULTIMO GIORNO A CAPO DEL QUOTIDIANO). AL NUOVO DIRETTORE, TOMMASO CERNO, CONVIENE PRESENTARSI CON L'ELMETTO DOMANI MATTINA...

elly schlein giuseppe conte giorgia meloni rocco casalino

DAGOREPORT - QUESTA VOLTA, ROCCO CASALINO HA RAGIONE: ELLY SCHLEIN SULLA QUESTIONE ATREJU “HA SBAGLIATO TUTTO” - LA GRUPPETTARA DEL NAZARENO, CHIEDENDO UN FACCIA A FACCIA CON GIORGIA MELONI, HA DIMOSTRATO DI ESSERE ANCORA UNA VOLTA UN’ABUSIVA DELLA POLITICA. HA SERVITO SUL PIATTO D’ARGENTO ALLA DUCETTA L’OCCASIONE DI FREGARLA, INVITANDO ANCHE GIUSEPPE CONTE PER UN “THREESOME” IN CUI LA PREMIER AVREBBE SPADRONEGGIATO – IN UN CONFRONTO A TRE, CON ELLY E PEPPINIELLO CHE SI SFANCULANO SULLA POLITICA INTERNAZIONALE, DAL RIARMO ALL’UCRAINA, E FANNO A GARA A CHI SPARA LA “PUTINATA” O LA “GAZATA” PIÙ GROSSA, LA DUCETTA AVREBBE VINTO A MANI BASSE – QUEL FURBACCHIONE DI CONTE NON SI TIRA INDIETRO: NONOSTANTE LA DEM SI SIA SFILATA, LUI CONFERMA LA SUA PRESENZA AL DIBATTITO: "MI DISPIACE DEL FORFAIT DI ELLY, PER ME È IMPORTANTE CHE CI SIA UN CONFRONTO E POTEVAMO FARLO ANCHE INSIEME. POTEVAMO INCALZARE LA PREMIER..."

alessandro giuli beatrice venezi gianmarco mazzi

DAGOREPORT - A CHE PUNTO SIAMO CON IL CASO VENEZI? IL GOVERNO, CIOÈ IL SOTTOSEGRETARIO ALLA CULTURA GIANMARCO MAZZI, HA SCELTO LA STRATEGIA DEL LOGORAMENTO: NESSUN PASSO INDIETRO, “BEATROCE” IN ARRIVO ALLA FENICE DI VENEZIA NEI TEMPI PREVISTI, MENTRE I LAVORATORI VENGONO MASSACRATI CON DISPETTI E TAGLI ALLO STIPENDIO. MA IL FRONTE DEI RESISTENTI DISPONE DI UN’ARMA MOLTO FORTE: IL CONCERTO DI CAPODANNO, CHE SENZA L’ORCHESTRA DELLA FENICE NON SI PUÒ FARE. E QUI STA IL PUNTO. PERCHÉ IL PROBLEMA NON È SOLO CHE VENEZI ARRIVI SUL PODIO DELLA FENICE SENZA AVERE UN CURRICULUM ADEGUATO, MA COSA SUCCEDERÀ SE E QUANDO CI SALIRÀ, NELL’OTTOBRE 2026 - CI SONO DUE VARIABILI: UNA È ALESSANDRO GIULI, CHE POTREBBE RICORDARSI DI ESSERE IL MINISTRO DELLA CULTURA. L’ALTRA È LA LEGA. ZAIA SI È SEMPRE DISINTERESSATO DELLA FENICE, MA ADESSO TUTTO È CAMBIATO E IL NUOVO GOVERNATORE, ALBERTO STEFANI, SEMBRA PIÙ ATTENTO ALLA CULTURA. IL PROSSIMO ANNO, INOLTRE, SI VOTA IN LAGUNA E IL COMUNE È CONTENDIBILISSIMO (LÌ LO SFIDANTE DI SINISTRA GIOVANNI MANILDO HA PRESO UNO 0,46% PIÙ DI STEFANI)

emmanuel macron friedrich merz giorgia meloni donald trump volodymyr zelensky vladimir putin

DAGOREPORT – ET VOILA', ANCHE SULLA SCENA INTERNAZIONALE, IL GRANDE BLUFF DI GIORGIA MELONI È STATO SCOPERTO: IL SUO CAMALEONTISMO NON RIESCE PIÙ A BARCAMENARSI TRA IL TRUMPISMO E IL RUOLO DI PREMIER EUROPEO. E L'ASSE STARMER-MACRON-MERZ L'HA TAGLIATA FUORI – IL DOPPIO GIOCO DELLA "GIORGIA DEI DUE MONDI" HA SUPERATO IL PUNTO DI NON RITORNO CON LE SUE DICHIARAZIONI A MARGINE DEL G20 IN SUDAFRICA, AUTO-RELEGANDOSI COSÌ AL RUOLO DI “ORBAN IN GONNELLA”,  CAVALLO DI TROIA DEL DISGREGATORE TRUMP IN EUROPA - DITE ALLA MELONA CHE NON È STATO SAGGIO INVIARE A GINEVRA IL SUO CONSIGLIERE DIPLOMATICO, FABRIZIO SAGGIO… - VIDEO

barigelli cairo

DAGOREPORT - PANDEMONIO ALLA "GAZZETTA DELLO SPORT"! IL DIRETTORE DELLA “ROSEA” STEFANO BARIGELLI VIENE CONTESTATO DAL COMITATO DI REDAZIONE PER LE PRESSIONI ANTI-SCIOPERO ESERCITATE SUI GIORNALISTI – LA SEGRETARIA GENERALE FNSI DENUNCIA: “I COLLEGHI DELLA 'GAZZETTA' CHE VOGLIONO SCIOPERARE VENGONO RINCORSI PER I CORRIDOI DAI LORO CAPIREDATTORI E MINACCIATI: ‘NON TI FACCIO FARE PIÙ LA JUVENTUS…” - BARIGELLI AVREBBE RECLUTATO UNA VENTINA DI GIORNALISTI PER FAR USCIRE IL GIORNALE SABATO E DIMOSTRARE COSI' ALL’EDITORE URBANETTO CAIRO QUANTO CE L’HA DURO – LA VICE-DIRETTRICE ARIANNA RAVELLI AVREBBE PURE DETTO IN MENSA A BARIGELLI: “STIAMO ATTENTI SOLO CHE NON CI SPUTTANI DAGOSPIA...” - VIDEO

luigi lovaglio giuseppe castagna giorgia meloni giancarlo giorgetti francesco gaetano caltagirone milleri monte dei paschi di siena

DAGOREPORT - È VERO, COME SOSTENGONO "CORRIERE" E “LA REPUBBLICA”, CHE L’OPERAZIONE MPS-MEDIOBANCA È “PERFEZIONATA E IRREVERSIBILE”? PIU' SAGGIO ATTENDERE, CON L'EVENTUALE AVANZAMENTO DELL'INCHIESTA GIUDIZIARIA MAGARI (IERI ED OGGI SONO STATI PERQUISITI GLI UFFICI DEGLI INDAGATI), QUALE SARÀ LA RISPOSTA DEGLI INVESTITORI DI PIAZZA AFFARI (GIA' MPS E' STATA MAZZOLATA IN BORSA) - POTREBBERO ANCHE ESSERCI RIPERCUSSIONI SUL COMPAGNO DI AVVENTURE DI CALTARICCONE, FRANCESCO MILLERI, CHE GUIDA L'HOLDING DELFIN LA CUI PROPRIETÀ È IN MANO AI LITIGIOSISSIMI 8 EREDI DEL DEFUNTO DEL VECCHIO - MA IL FATTO PIÙ IMPORTANTE SARA' IL RINNOVO AD APRILE 2026 DELLA GOVERNANCE DI GENERALI (PER CUI È STATA ESPUGNATA MEDIOBANCA) E DI MPS DEL LOQUACE CEO LUIGI LOVAGLIO (VEDI INTERCETTAZIONI) - INFINE, PIÙ DI TUTTO, CONTANO I PASSI SUCCESSIVI DELLA PROCURA DI MILANO, CHE PUÒ SOSPENDERE L’OPERAZIONE DELLA COMBRICCOLA ROMANA FAVORITA DA PALAZZO CHIGI SE INDIVIDUA IL RISCHIO DI REITERAZIONE DEI REATI (DA PIAZZA AFFARI SI MOLTIPLICANO LE VOCI DI NUOVI AVVISI DI GARANZIA IN ARRIVO PER I "FURBETTI DEL CONCERTINO''...)