renzi referendum

ANCHE "REPUBBLICA" MOLLA RENZI AL SUO DESTINO E CON LA PENNA DI ILVO DIAMANTI CERTIFICA LA MAZZATA AL REFERENDUM: IL 'NO' E' AVANTI DI SETTE PUNTI - UN ITALIANO SU QUATTRO È ANCORA INDECISO - IL 'Sì' VA FORTE SOLO AL NORD, AL CENTRO-SUD E' UN DISASTRO

Ilvo Diamanti per “repubblica.it”

 

RENZI REFERENDUMRENZI REFERENDUM

A due settimane dal referendum costituzionale gli orientamenti di voto sembrano definiti. Infatti, nell'ultimo periodo, il No ha allargato il proprio vantaggio. Secondo il sondaggio condotto nei giorni scorsi da Demos per Repubblica, ha raggiunto il 41%, mentre il Sì è sceso al 34%. La distanza è, dunque, di 7 punti, mentre il mese scorso era di 4. E in settembre di 8, ma a favore del Sì. In due soli mesi, dunque, le posizioni si sono decisamente invertite. E il No ha recuperato ben 15 punti.

 

Ovviamente, occorre usare prudenza prima di considerare conclusa la partita. Meglio tener conto della "lezione americana", impartita in occasione delle elezioni presidenziali. D'altronde, gli elettori incerti e reticenti, in questa occasione, sono ancora il 25%. Uno su quattro.

renzi a piazza del popolo manifestazione pd referendumrenzi a piazza del popolo manifestazione pd referendum

 

La decisione ritardata (o non dichiarata) e l'indecisione potrebbero determinare variazioni profonde, nell'esito del voto. Fino a rovesciare le previsioni. Com'è avvenuto proprio la settimana scorsa negli Usa. Dove il successo di Trump è apparso imprevisto.

 

Anche se non era del tutto imprevedibile, visto che le distanze emerse dei sondaggi non erano così lontane dal margine di errore statistico. Nel caso del referendum, si aggiunge la complessità del quesito, che quasi il 45% degli italiani (intervistati) ammette di conoscere "poco o per niente".

 

RENZI REFERENDUM RENZI REFERENDUM

La geografia degli orientamenti, anche per questo, appare composita. Il "fronte del Sì", in particolare, è più esteso nel Nord, ma si restringe nelle regioni del Centro e del Sud. Mentre il No prevale fra i più giovani e nelle componenti sociali più istruite. Tuttavia, sul voto referendario, più delle motivazioni sociali ed economiche, pesano quelle politiche. Solo fra gli elettori del Pd, infatti, il Sì risulta (nettamente) maggioritario (75%). Mentre negli altri partiti (con la parziale eccezione dell'Ncd) prevale la posizione opposta. In modo più o meno largo.

 

RENZI REFERENDUMRENZI REFERENDUM

Nella Lega e nel M5S, in particolare, il No è espresso dai 3 quarti degli elettori. Tra i Fratelli d'Italia: dal 60% - circa. I dati dell'Atlante Politico di Demos, però, evocano, soprattutto, l'idea di un voto marcatamente personalizzato. Da - e intorno a - Renzi. In modo coerente e conseguente alle scelte originarie del Premier. Il quale, attraverso il referendum, vorrebbe ottenere la legittimazione elettorale che ancora non ha avuto. D'altronde, oltre il 60% del campione nazionale (intervistato da Demos) considera il prossimo voto proprio così. Un referendum "a favore o contro Renzi e il suo governo", che sta assumendo un orientamento decisamente negativo. Anche perché il giudizio popolare, al proposito, si sta deteriorando in modo rapido e profondo.

 

Oggi, infatti, il 40% degli elettori attribuisce un voto positivo al governo. Dunque, 4 punti in meno rispetto al mese scorso e 6 rispetto a un anno fa. Questo giudizio, però, può essere letto anche in modo inverso e speculare. Che 6 persone su 10, dunque la larga maggioranza, valuta il governo negativamente. Peraltro, la stessa tendenza si osserva in rapporto alla figura e alla leadership di Renzi.

 

RENZI REFERENDUM RENZI REFERENDUM

Stimata positivamente nella stessa misura del governo: 41%. E in calo, anche in questo caso, di 4 punti nell'ultimo mese. Ma di 7 nell'ultimo anno. È una conferma del legame stretto fra il governo e il premier, nella percezione dei cittadini. Che si riflette sulle intenzioni di voto al referendum. Per questo una vittoria del No implicherebbe le dimissioni da Capo (del governo), secondo la maggioranza degli elettori: il 56%. In crescita di 3 punti nell'ultimo mese. Ma sancirebbe anche la fine della sua leadership nel Pd, secondo il 51% degli intervistati.

 

D ALEMAD ALEMA

Anche per questo il Pd, nelle stime elettorali, non cresce. Perché è, ormai, un partito personale. Il PdR. E ruota intorno alle sorti del Capo. Così, staziona intorno al 30%. Affiancato dall'unico soggetto di opposizione, oggi, plausibile. Il M5S. Che "rischierebbe" di vincere, in caso di ballottaggio. Mentre la Lega e Forza Italia sembrano riprendere quota. Ma volano basso. Intorno al 13%. A lunga distanza dai due rivali: Renzi e Grillo. PdR e M5S.

 

È come se la politica in Italia fosse sospesa. In attesa del referendum. Da cui dipenderà non solo la sorte di Renzi e del suo governo, ma anche degli altri principali partiti. Degli altri leader. Così, purtroppo, in pochi discutono della materia del referendum. Salvo i costituzionalisti e alcuni esperti. Oltre ai leader e ai militanti (schierati a prescindere). La posta in palio è un'altra. Il destino politico di Renzi. Il futuro - prossimo della politica, in Italia. E non ci sono parole per dire quel che sarà e saremo. Fra poco più di due settimane. Dopo il 4 dicembre. Ci mancano le parole perché non sappiamo. Quel che sarà e saremo.

 

RENZI REFERENDUM RENZI REFERENDUM

Ultimi Dagoreport

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…

moravia mussolini

‘’CARO DUCE TI SCRIVO...’’, FIRMATO ALBERTO MORAVIA - “AMMIRO L'OPERA DEL REGIME IN TUTTI I VARI CAMPI IN CUI SI È ESPLICATA E IN PARTICOLARE IN QUELLO DELLA CULTURA. DEBBO SOGGIUNGERE CHE LA PERSONALITÀ INTELLETTUALE E MORALE DELLA ECCELLENZA VOSTRA, MI HA SEMPRE SINGOLARMENTE COLPITO PER IL FATTO DI AVERE NEL GIRO DI POCHI ANNI SAPUTO TRASFORMARE E IMPRONTARE DI SÉ LA VITA DEL POPOLO ITALIANO” (1938) - LE 998 PAGINE DEI “TACCUINI” DI LEONETTA CECCHI PIERACCINI SONO UNA PREZIOSISSIMA MEMORIA, PRIVA DI MORALISMO E DI SENTIMENTALISMO, PER FICCARE IL NASO NEL COSTUME DELL’ITALIA LETTERARIA E ARTISTICA FINITA SOTTO IL TALLONE DELLA DITTATURA FASCISTA - DAL DIARIO DI LEONETTA PIERACCINI, SPICCANO LA VITA E LE OPERE E LA SERVILE E UMILIANTE LETTERA A MUSSOLINI DEL “SEMI-EBREO” ALBERTO PINCHERLE, IN ARTE MORAVIA – ALTRA NOTA: “SIMPATIA DI MORAVIA PER HITLER. EGLI DICE CHE DEGLI UOMINI POLITICI DEL MOMENTO È QUELLO CHE PIÙ GLI PIACE PERCHÉ GLI PARE NON SIA MOSSO DA AMBIZIONE PERSONALE PER QUELLO CHE FA...”

leonardo maria del vecchio - gabriele benedetto - andrea riffeser monti - marco talarico - luigi giacomo mascellaro

DAGOREPORT - ELKANN NON FA IN TEMPO A USCIRE DALLA SCENA CHE, ZAC!, ENTRA DEL VECCHIO JR: DAVVERO, NON SI PUÒ MAI STARE TRANQUILLI IN QUESTO DISGRAZIATO PAESE - GIÀ L’ACQUISIZIONE DEL 30% DE ‘’IL GIORNALE’’ DA PARTE DEL VIVACISSIMO LEONARDINO DEL VECCHIO, ANTICIPATA IERI DA DAGOSPIA, HA SUSCITATO “OH” DI SORPRESA. BUM! BUM! STAMATTINA SONO SALTATI I BULBI OCULARI DELLA FINANZA E DELLA POLITICA ALL’ANNUNCIO DELL'EREDE DELL VECCHIO DI VOLER ACQUISIRE IL TERZO POLO ITALIANO DELL’INFORMAZIONE, IN MANO ALLA FAMIGLIA RIFFESER MONTI: “LA NAZIONE” (FIRENZE), “IL RESTO DEL CARLINO” (BOLOGNA) E “IL GIORNO” (MILANO) - IN POCHI ANNI DI ATTIVITÀ, LMDV DI DEL VECCHIO HA INVESTITO OLTRE 250 MILIONI IN PIÙ DI 40 OPERAZIONI, SOSTENUTE DA UN FINANZIAMENTO DI 350 MILIONI DA INDOSUEZ (GRUPPO CRÉDIT AGRICOLE) - LA LINEA POLITICA CHE FRULLA NELLA TESTA TRICOLOGICAMENTE FOLTA DELL'INDIAVOLATO LMDV, A QUANTO PARE, NON ESISTE - DEL RESTO, TRA I NUOVI IMPRENDITORI SI ASSISTE A UN RITORNO AD ALTO POTENZIALE ALLO "SPIRITO ANIMALE DEL CAPITALISMO", DOVE IL BUSINESS, ANCHE IL PIU' IRRAZIONALE, OCCUPA IL PRIMO POSTO E LA POLITICA E' SOLO UN DINOSAURO DI BUROCRAZIA…