giuseppe conte conferenza stampa

LE SOLITE MANIE DI GRANDEZZA DEL CONTE-CASALINO: AVETE NOTATO QUANTO ERA GROSSO IL SIGILLO DELLA PRESIDENZA DEL CONSIGLIO ALLA CONFERENZA STAMPA DI OGGI? – IL VOLPINO DI PALAZZO CHIGI NON RISPONDE ALLA FUSANI MA STRAPARLA: “SE VERRÀ MENO LA FIDUCIA DI UN PARTITO ANDRÒ IN PARLAMENTO. ESCLUDO LA VACCINAZIONE OBBLIGATORIA, MA ENTRO APRILE AVREMO 10-15 MILIONI DI VACCINATI (CIAO CORE) – VIDEO

 

 

 

 

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LA CONFERENZA STAMPA DI CONTE NON È ANCORA FINITA MA HA GIÀ FATTO DANNI AL GIORNALISMO: IL PRESIDENTE DELL'ORDINE CARLO VERNA ZITTISCE E TOGLIE L'AUDIO A CLAUDIA FUSANI (VIDEO), REA DI AVER RIPROPOSTO LA STESSA DOMANDA AL PREMIER CHE NON RISPONDE. CHIEDENDO DEL PIANO VACCINI HA OTTENUTO LA SOLITA SBOBBA DI CONTE, PAROLE VUOTE E GENERICHE: ''ABBIAMO LAVORATO PURE AD AGOSTO'' (SIGNORA MIA!)

https://www.dagospia.com/rubrica-3/politica/conferenza-stampa-conte-non-ancora-finita-ma-ha-gia-256839.htm

 

CONTE: “SE VERRÀ MENO LA FIDUCIA DI UN PARTITO ANDRÒ IN PARLAMENTO”

Marco Galluzzo e Paolo Decrestina per www.corriere.it

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Consueto appuntamento di fine anno per il premier Giuseppe Conte. Il premier tiene la conferenza stampa organizzata dal consiglio nazionale dell’Ordine dei giornalisti in collaborazione con l’Associazione della Stampa Parlamentare. Un incontro in cui i capi di governo tracciano un bilancio dell’anno che si conclude e delineano i programmi per quello che arriva.

 

Rocco Casalino - conferenza stampa di fine anno di giuseppe conte 24

Quella di fine 2020 è una conferenza stampa particolare per il premier, al termine di mesi difficili stretti nel dramma della pandemia da Coronavirus e all’inizio di una campagna vaccinale che si spera possa concludere la fase di emergenza sanitaria, con la tensione politica interna alla maggioranza sullo sfondo. Ecco la diretta dell’incontro con il premier, che si è aperto con un minuto di silenzio in memoria delle vittime del coronavirus.

 

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Conte stesso ammette che «non va tutto bene», che sul Recovery esiste un ritardo e che «dobbiamo affrettarci», ma sulle difficoltà politiche della sua maggioranza, sull’ipotesi di una crisi, Giuseppe Conte risponde con una calma olimpica, negando quasi che esistano problemi, ripetendo come un mantra «che tutto si può risolvere con il confronto che abbiamo avviato e con una sintesi delle diverse esigenze».

 

Insomma la caratura politica della conferenza stampa del presidente del Consiglio è come in passato all’insegna dell’ottimismo, nonostante gli ultimatum di Renzi e le critiche del partito democratico, nonostante la verifica politica in corso e le critiche aspre che pure gli sono piovute addosso dagli alleati di governo.

 

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«Dobbiamo avere una prospettiva di legislatura nel quadro dell’occasione storica dei 209 miliardi del Recovery plan. Ma non possiamo permetterci di galleggiare. Il governo non deve disperdere il suo patrimonio di credibilità». Conte sembra credere che tutto si risolverà, afferma che la sua posizione continua incessantemente a perseguire «gli interessi generali del Paese», continua a puntare sulla centralità del Parlamento, «il premier non sfida nessuno, ha la responsabilità di una sintesi politica e di un programma di governo. Per rafforzare la fiducia e la credibilità del governo e della classe politica bisogna agire con trasparenza e confrontarsi in modo franco. Il passaggio parlamentare è fondamentale».

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Il premier poi nega di voler fare un suo partito, «sono qui per programmare il futuro. Non potrei distogliermi da questi impegni per impegnarmi in una campagna elettorale», dice di non capire le richieste di cedere la delega sui servizi segreti, «è la legge che mi attribuisce questi poteri, forse non si disfano di me?». E se non vuole nemmeno prendere in considerazione l’ipotesi di due vicepremier che lo affianchino, «non mi sembra che abbiano funzionato in passato», mentre sceglie di non voler entrare nel merito di scenari di crisi, in conclusione c’è solo la fiducia nella sua stabilità: «Il sottoscritto non va alla ricerca di altre maggioranze in Parlamento, lavora con la maggioranza che ha e crede nel confronto e nella sintesi superiore che può scaturire dal dialogo. A maggior ragione per quanto riguarda una prospettiva elettorale: non riesco assolutamente a considerarla. Lavoro con disciplina e onore, non certo per fare una mia lista elettorale».

GIUSEPPE CONTE CONFERENZA STAMPA FINE ANNO 2020

 

Dal tema politico a quelli dell’emergenza sanitaria. Il premier parla anche di vaccino contro il Coronavirus: «Io stesso per dare il buon esempio lo farei subito ma è giusto rispettare le priorità approvate dalle Camere - afferma -. Quando inizieremo ad avere un impatto significativo potremo dire di aver concluso la fase uno (del piano vaccinale ndr), quando saranno vaccinate 10-15 milioni di persone, non credo prima di aprile». Ad ogni modo, però, l’Italia esclude la vaccinazione obbligatoria.

 

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«Lasciamo che parta la campagna vaccinale. Vediamo il riscontro che ci sarà. Confidiamo di poter raggiungere una buona percentuale di popolazione anche su base facoltativa», aggiunge Conte. Poi la domanda sul perché l’Italia non si è assicurata dosi di vaccini come la Germania. «Italia, Francia, Germania e Olanda sono stati i primi paesi che in modo sintonico si sono mossi per l’alleanza per i vaccini, dopo aver già preso contatti con le ditte. Abbiamo consegnato la palla ala commissione Ue.

 

È stata una scelta politica. L’Italia non ha tentato di assicurarsi altre commesse perché le dosi contrattualmente negoziate sono centinaia di milioni. E poi L’Italia non l’ha fatto perché all’articolo 7 del contratto della commissione europea c’è il divieto di approvvigionarsi a livello bilaterale», sostiene Conte che poi tocca il capitolo della scuola.

 

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«Auspico che il 7 gennaio le scuole secondarie di secondo grado possano ripartire con una didattica integrata mista almeno al 50% in presenza, nel segno della responsabilità, senza mettere a rischio le comunità scolastiche. Se, come mi dicono, i tavoli delle prefetture, hanno lavorato in modo efficace, potremo ripartire quantomeno col 50%». «Abbiamo approfittato di dicembre per un ulteriore passo avanti, in una logica di massima flessibilità. Abbiamo coinvolto i prefetti, con tutte le autorità coinvolte, per una sintesi. Abbiamo compreso che il sistema è così integrato che non è possibile decongestionare i flussi attorno alla scuola, anche per il trasporto pubblico locale, se non si integrano i comparti diversi. Le prefetture hanno avuto il compito di coordinare soluzioni flessibili, da valutare paese per paese, scuola per scuola. C’è stata disponibilità a differenziare gli orari di ingresso anche negli uffici pubblici», conclude.

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