mario draghi ursula von der leyen

“SONO DRAGHI, SONO ITALIANO” - “MARIOPIO” SCIMMIOTTA LO SLOGAN DI “GIORGIA” MELONI E PROVA A MANDARE SEGNALI A URSULA VON DER LEYEN, A BRUXELLES – IL PREMIER NON È STATO INVITATO ALLA VIDEO-CALL CON BIDEN, MACRON, SCHOLZ E JOHNSON: SECONDO FONTI DIPLOMATICHE LA RAGIONE SAREBBE L'ECCESSIVA CAUTELA ITALIANA SULLE NUOVE SANZIONI SU GAS E PETROLIO. LA REALTÀ È CHE IL NOSTRO DISGRAZIATO PAESE NON CONTA UN CAZZO - LE NUOVE MISURE SAREBBERO UNA BOTTA ENORME. E INFATTI DRAGHI HA FATTO CAPIRE CHE SE SI VA IN QUELLA DIREZIONE SERVONO “COMPENSAZIONI” (L’UE CI DEVE DARE PIÙ SOLDI)

<blockquote class="twitter-tweet"><p lang="it" dir="ltr">Il Presidente del <a href="https://twitter.com/hashtag/Consiglio?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Consiglio</a> a <a href="https://twitter.com/hashtag/Bruxelles?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Bruxelles</a>: Sono Mario <a href="https://twitter.com/hashtag/Draghi?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Draghi</a> e sono italiano, non mi hanno assunto alla <a href="https://twitter.com/hashtag/Commissione?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Commissione</a> <a href="https://twitter.com/hashtag/Ue?src=hash&amp;ref_src=twsrc%5Etfw">#Ue</a> <a href="https://t.co/YXoIzvlhKc">pic.twitter.com/YXoIzvlhKc</a></p>&mdash; Agenzia VISTA (@AgenziaVISTA) <a href="https://twitter.com/AgenziaVISTA/status/1500888425544798208?ref_src=twsrc%5Etfw">March 7, 2022</a></blockquote> <script async src="https://platform.twitter.com/widgets.js" charset="utf-8"></script>

 

<iframe width="400" height="360" src="https://www.youtube.com/embed/jnvuqk8GsMQ" title="YouTube video player" frameborder="0" allow="accelerometer; autoplay; clipboard-write; encrypted-media; gyroscope; picture-in-picture" allowfullscreen></iframe>

 

1 - DRAGHI APPELLO ALL'EUROPA

Alessandro Barbera per “la Stampa”

 

mario draghi ursula von der leyen

«Non tutti sono toccati da questa crisi nello stesso modo. Occorre che l'Europa si organizzi per aiutare i Paesi più colpiti». Bruxelles, ieri mattina. Mario Draghi è appena uscito dall'ufficio di Ursula von der Leyen, nel palazzo della Commissione europea. C'è il sole, l'aria è gelida, lui è senza cappotto, antico vezzo del banchiere centrale. Di nuovo c'è la modalità di comunicazione.

 

mario draghi a bruxelles

Da che è premier, mai era accaduto che Draghi si concedesse ai giornalisti per strada, per di più dopo un delicato incontro istituzionale. Risponde a più domande, fa capire che il conflitto sarà lungo e penoso, e che ci saranno altre sanzioni verso Mosca. Il premier non tradisce sentimenti, ma sparge indizi di un certo fastidio. Il primo: nel punto stampa prima dell'incontro, saluta i giornalisti sottolineando di parlare sotto le insegne della Commissione europea, ma di essere «Mario Draghi» e «italiano».

 

mario draghi joe biden g20 1

Come a dire: cara Ursula, sono qui anzitutto per difendere gli interessi del mio Paese. Secondo indizio: dopo aver sottolineato la rapidità italiana nei sequestri di beni agli oligarchi russi, passa all'inglese. «Vorrei vedere analoghe misure da parte di tutti i nostri alleati».

 

Qui Draghi ce l'ha con Boris Johnson: a Palazzo Chigi hanno notato la lentezza inglese nel fare la propria parte per stringere d'assedio gli amici dello Zar di Russia. L'agenzia Bloomberg ha fatto i conti con precisione: dall'inizio delle tensioni con Mosca ci sono stati 490 provvedimenti da parte dell'Italia e dell'Unione europea, 417 del Canada, 372 della Svizzera, 118 degli Stati Uniti, il Regno Unito si ferma a 16.

mario draghi e luigi di maio alla camera

 

Quando torna sull'argomento, il presidente del Consiglio è ancora più esplicito: «Ci sono Paesi che si muovono rapidamente. La Francia, la Germania, l'Italia. Altri meno». Draghi è due volte infastidito, anche perché nel frattempo viene escluso da una telefonata organizzata nel pomeriggio da Joe Biden: sono invitati solo Emmanuel Macron, Boris Johnson e Olaf Scholz. Con quest' ultimo, Draghi avrà un contatto bilaterale in serata. «Ci manteniamo in stretto contatto in vista del vertice di giovedì e venerdì» dei capi di Stato europei.

 

mario draghi boris johnson cop26 glasgow

L'Italia, come tutti i Paesi occidentali, ha accettato di pagare fino in fondo il prezzo delle sanzioni e da ieri è nella lista nera dei nemici di Putin. Ecco perché la parola magica di queste ore per il premier è «compensazioni».

 

Qualunque sarà il prezzo che occorrerà pagare sull'altare della fermezza, andrà soppesato Paese per Paese. Al vertice convocato a Versailles dalla presidenza francese, si parlerà di un terzo pacchetto di sanzioni. Con il passare dei giorni la crudeltà della risposta militare aumenta la pressione americana perché l'Europa sia coerente contro i suoi stessi interessi.

 

MARIO DRAGHI E VLADIMIR PUTIN

L'ultima richiesta di Washington è di imporre un embargo sul petrolio russo. La Germania è contraria, a precisa domanda Palazzo Chigi fa sapere di non esserlo, semmai di nutrire più preoccupazione per le forniture del gas, che garantiscono all'Italia il 40 per cento del fabbisogno. Eppure non si tratta di una richiesta banale: l'Italia riceve dalla Russia circa un quarto del greggio consumato.

 

convoglio russo in ucraina 1

Di certo c'è che occorre prepararsi al peggio su entrambi i fronti. Per le alternative al metano la diplomazia è già avviata, e dopo aver spedito ad Algeri e a Doha Luigi Di Maio, ora si preparano le missioni del premier. Pur di avere il sostegno di tutta l'Unione, gli americani si fanno carico di offrire agli alleati alternative alla dipendenza verso Putin. Lo avevano già fatto sul gas liquido del Qatar, ora si sono messi in moto per il petrolio.

incendio alla centrale nucleare di zaporizhzhia

 

E siccome in guerra non si va per il sottile, Washington ha deciso di chiedere aiuto al regime venezuelano. Se riuscirà a convincere gli alleati europei, il greggio di Maduro sarà utile anche per l'Italia. Solo un mese fa questi scenari sarebbero apparsi lunari. La guerra ha stravolto ogni certezza. A precisa domanda, Draghi si dice favorevole alla richiesta di Kiev di ingresso nell'Unione europea, pur avendo contezza che si tratta ormai di una spilla appuntata che non allevierà le sofferenze del popolo ucraino.

 

mario draghi joe biden g20 3

2 - DRAGHI SÌ AL GAS CALMIERATO MA APRE IL FRONTE OLIGARCHI

Alberto Gentili per “il Messaggero”

 

Mario Draghi, a margine dell'incontro con la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, non abbandona il suo stile felpato. Ma da Bruxelles il premier italiano manda due segnali chiari che secondo alcune fonti diplomatiche gli sarebbero costati l'esclusione dalla video-call con Joe Biden, Emmanuel Macron, Olaf Scholz e Boris Johnson.

 

mario draghi ursula von der leyen

Il primo: serve cautela su nuove sanzioni, sollecitate da Usa, Polonia e Paesi Baltici volte a bloccare il flusso di gas e petrolio dalla Russia che metterebbero in ginocchio il nostro Paese, che da Mosca importa il 40% del fabbisogno energetico. Piuttosto, gli altri Stati «facciano come Italia, Francia e Germania» e applichino le misure contro gli oligarchi russi. Il secondo segnale: l'Unione europea, come è accaduto per fronteggiare la pandemia, trovi il modo per aiutare i Paesi più colpiti come l'Italia dalle sanzioni e dalla crisi energetica.

 

«Sarebbe naturale che ciò avvenisse, ma non c'è ancora alcuno schema specifico», chiosa il premier, «se ne parlerà giovedì al Consiglio europeo a Versailles» dove il presidente francese Macron dovrebbe lanciare un nuovo Piano di ripresa e resilienza (Pnrr).

 

luigi di maio lorenzo guerini

Questa volta non per riparare ai disastri del Covid, ma a quelli della guerra in Ucraina. E la von der Leyen accoglie già la richiesta italiana, avanzata dal ministro Roberto Cingolani, di fissare un tetto al prezzo dei combustibili: la Commissione Ue «è pronta a sostenere gli Stati membri nella progettazione» di misure di regolazione dei prezzi del mercato del gas, si legge nella bozza della comunicazione sull'energia che sarà pubblicata oggi e che conterrà anche più flessibilità sugli aiuti di Stato.

 

«SONO DRAGHI E ITALIANO»

A Palazzo Berlaymont, con a fianco la von der Leyen, Draghi comincia con una battuta avendo notato che sul mini-podio che gli è stato riservato non è riportato il suo nome. «Una cosa sola: qui c'è scritto Commissione europea, ma non mi hanno assunto. Sono Mario Draghi e sono italiano».

 

mario draghi parla al senato

Poi il premier celebra «la straordinaria prova di unità» della Ue sia sul fronte delle sanzioni «senza precedenti» contro la Russia, sia nel sostegno all'Ucraina «con aiuti finanziari e militari» a Kiev. E chiede che questa unità sia replicata «nell'affrontare tutte le conseguenze che la crisi avrà sull'Ue, come l'accoglienza dei rifugiati dall'Ucraina e la tutela della sicurezza energetica per cittadini e imprese».

 

Sicurezza che andrà garantita, come conferma la von der Leyen, con «la diversificazione, riorganizzazione e compensazione, a tutela di cittadini ed imprese». Nel frattempo «l'Italia è al lavoro, procedendo in tempi rapidi alla diversificazione degli approvvigionamenti, per ridurre la dipendenza dal gas russo».

MARIO DRAGHI

 

«Per metà anno circa il 50% del gas che importiamo da Mosca sarà sostituito da altre fonti», garantisce Cingolani. In ogni caso, puntualizza Draghi, «quello energetico è solo uno degli aspetti. La migrazione è un'altra questione che tocca i Paesi, ma non tutti nella stessa dimensione. Quindi, occorre che l'Ue si organizzi per cercare di aiutare gli Stati che sono più colpiti».

 

incendio alla centrale nucleare di zaporizhzhia

Ma secondo fonti diplomatiche, «è ancora tutto in via di definizione». Ancora più delicata la questione di un nuovo pacchetto di sanzioni che, come chiedono Stati Uniti, Polonia e Baltici, dovrebbe colpire i flussi di gas e petrolio dalla Russia. Su questo fronte Draghi ha al suo fianco il cancelliere tedesco con cui in serata ha una telefonata. Scholz, che deve scontare una dipendenza dalle fonti energetiche russe superiore a quella italiana, è durissimo.

 

incendio alla centrale nucleare di zaporizhzhia5

Dice che le importazioni da Mosca «sono essenziali per la vita dei cittadini» ed esclude categoricamente misure sul settore energetico. Draghi concorda alla lettera tant' è, che a dispetto dell'annuncio della von der Leyen («nell'incontro parleremo di ulteriori sanzioni»), alla fine del faccia a faccia glissa: «Non abbiamo parlato di nuove misure contro la Russia, ma non sono escluse».

Soprattutto, il premier italiano, punta il dito contro i Paesi come la Gran Bretagna che non hanno adottato in pieno il giro di vite contro gli oligarchi russi. Così: «Nei giorni scorsi il ministero dell'Economia ha approvato importanti provvedimenti di congelamento di beni nei confronti di oligarchi russi, che sono stati prontamente eseguiti. Mi farebbe davvero piacere vedere che analoghe misure venissero prese da tutti i Paesi».

 

convoglio russo in ucraina 2

Quest' ultima frase è pronunciata in inglese per rendere chiara la bacchettata. Seguita da un'altra: «La Banca d'Italia ha chiesto agli istituti di credito di comunicare le misure di congelamento applicate». E sempre in inglese: «Ora dobbiamo agire, tutti noi, con la massima rapidità». Come già fanno «Italia, Francia e Germania», mentre altri Stati «si muovono meno velocemente». Infine Draghi, pur confermando «sostegno» alla richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di aderire alla Ue, si mostra prudente al pari di Macron e Scholz: «L'Ucraina fa parte della famiglia europea, ma il processo è lungo. L'ingresso nella Ue è sempre preceduto da profonde riforme strutturali».

luigi di maio mario draghi

 

Ultimi Dagoreport

emmanuel macron

DAGOREPORT – MACRON, DOMANI CHE DECIDERAI: SCIOGLI IL PARLAMENTO O RASSEGNI LE DIMISSIONI DALL'ELISEO? - A DUE ANNI DALLA SCADENZA DEL SUO MANDATO PRESIDENZIALE, IL GALLETTO  È SOLO DI FRONTE A UN BIVIO: SE SCIOGLIE IL PARLAMENTO, RISCHIA DI RITROVARSI LA STESSA INGOVERNABILE MAGGIORANZA ALL’ASSEMBLEA NAZIONALE – PER FORMARE IL GOVERNO, LECORNU SI È SPACCATO LE CORNA ANDANDO DIETRO AI GOLLISTI, E ORA FARÀ UN ULTIMO, DISPERATO, TENTATIVO A SINISTRA CON I SOCIALISTI DI OLIVIER FAURE (MA MACRON DOVRA' METTERE IN SOFFITTA LA RISANATRICE RIFORMA DELLE PENSIONI, DETESTATA DAL 60% DEI FRANCESI) – L’ALTERNATIVA E' SECCA: DIMETTERSI. COSÌ MACRON DISINNESCHEREBBE MARINE LE PEN, INELEGGIBILE DOPO LA CONDANNA - MA È UN SACRIFICIO ARDUO: SE DA TECNOCRATE EGOLATRICO, CHE SI SENTIVA NAPOLEONE E ORA È DI FRONTE A UNA WATERLOO, SAREBBE PORTATO A DIMETTERSI, TALE SCELTA SAREBBE UNA CATASTROFE PER L'EUROPA DISUNITA ALLE PRESE CON LA GUERRA RUSSO-UCRAINA E UN TRUMP CHE SE NE FOTTE DEL VECCHIO CONTINENTE (LA FRANCIA E' L'UNICA POTENZA NUCLEARE EUROPEA E UN POSTO NEL CONSIGLIO DI SICUREZZA DELL'ONU), COL PERICOLO CONCRETO DI RITROVARSI ALL'ELISEO BARDELLA, IL GALLETTO COCCODE' DI LE PEN, CHE NEL 2014 AMMISE A "LE MONDE" DI AVER RICEVUTO UN FINANZIAMENTO DI 9 MILIONI DA UNA BANCA RUSSA CONTROLLATA DA PUTIN...

antonio tajani edmondo cirielli

ALTRO CHE GOVERNO COESO: È GUERRA APERTA IN CASA! – IL PIÙ INCAZZATO PER L’INVESTITURA DI EDMONDO CIRIELLI A CANDIDATO DEL CENTRODESTRA IN CAMPANIA È ANTONIO TAJANI. IL SEGRETARIO DI FORZA ITALIA CONSERVA UN’ANTICA ANTIPATIA (RICAMBIATA) CON IL SUO VICEMINISTRO – E IL SEGRETARIO REGIONALE AZZURRO, FULVIO MARTUSCIELLO, MINACCIA GLI ALLEATI: “PRIMA ANCORA DI SEDERCI AL TAVOLO CON EDMONDO CIRIELLI, DEVE CHIEDERE SCUSA PER GLI INSULTI RIVOLTI A SILVIO BERLUSCONI E RIPORTATI NEL LIBRO ‘FRATELLI DI CHAT’” – TAJANI TEME CHE, CON CIRIELLI CANDIDATO, FDI SCAVALCHI, E DI PARECCHIO, FORZA ITALIA IN CAMPANIA, STORICO FEUDO AZZURRO...

tridico giuseppe conte matteo salvini occhiuto giorgia meloni calabria fico antonio tajani

DAGOREPORT! IN CALABRIA, COME NELLE MARCHE, SI REGISTRA LA SCONFITTA DI GIUSEPPE CONTE: HA VOLUTO FORTISSIMAMENTE LA CANDIDATURA DI PASQUALINO TRIDICO CHE NON HA PORTATO CONSENSI NÉ AL CAMPOLARGO, NÉ TANTOMENO AL M5S CHE HA PRESO GLI STESSI VOTI DEL 2021 - LA DUCETTA ROSICA PERCHÉ FRATELLI D’ITALIA HA UN TERZO DEI VOTI DI FORZA ITALIA, CHE CON LA LISTA OCCHIUTO ARRIVA FINO AL 30% - LA SORPRESA È LA CRESCITA DELLA LEGA, CHE PASSA DALL’8,3 AL 9,4%: MOLTI CALABRESI HANNO VOLUTO DARE UN PREMIO A SALVINI CHE SI È BATTUTO PER IL PONTE SULLO STRETTO - ORA LA BASE DEI 5STELLE E' IN SUBBUGLIO, NON AVENDO MAI DIGERITO L'ALLEANZA COL PD - LA PROVA DEL FUOCO E' ATTESA IN CAMPANIA DOVE IL CANDIDATO CHE CONTE HA IMPOSTO A ELLY E DE LUCA, ROBERTO FICO, NON PARE COSI' GRADITO AGLI ELETTORI DEL CENTROSINISTRA...    

giuseppe marotta giovanni carnevali

DAGOREPORT! GIUSEPPE MAROTTA STRINGE ANCORA PIÙ LE MANI SULLA FIGC. IN SETTIMANA SI VOTA LA SOSTITUZIONE NEL CONSIGLIO FEDERALE DI FRANCESCO CALVO, EX MARITO DI DENIZ AKALIN ATTUALE COMPAGNA DI ANDREA AGNELLI, E IL PRESIDENTE DELL’INTER STA BRIGANDO PER PORTARE AL SUO POSTO IL SODALE, NONCHÉ TESTIMONE DI NOZZE, GIOVANNI CARNEVALI, AD DEL SASSUOLO (MA C'E' ANCHE L'IDEA CHIELLINI) - IN CONSIGLIO FEDERALE SIEDEREBBERO COSÌ MAROTTA, CARNEVALI E CAMPOCCIA, IN QUOTA UDINESE MA LA CUI FEDE INTERISTA È NOTA A TUTTI. MILAN, JUVENTUS, NAPOLI E LE ROMANE RIMARREBBERO CON UN PALMO DI NASO…

giorgia meloni pro palestina manifestazione sciopero

DAGOREPORT – GIORGIA MELONI QUESTA VOLTA SBAGLIA: SBEFFEGGIARE LA MANIFESTAZIONE PRO PALESTINA È UN ERRORE DI CALCOLO POLITICO. IN PIAZZA NON C’ERANO SOLO I SOLITI VECCHI COMUNISTI IPER-SINDACALIZZATI O I FANCAZZISTI DEL “WEEKEND LUNGO”. TRE MILIONI DI PERSONE CHE IN TRE GIORNI HANNO SFILATO E MANIFESTATO, NON SI POSSONO IGNORARE O BOLLARE COME "DELINQUENTI", COME FA SALVINI. ANCHE PERCHÉ SEI ITALIANI SU DIECI SONO SOLIDALI CON IL POPOLO PALESTINESE – LA DUCETTA È LA SOLITA CAMALEONTE: IN EUROPA FA LA DEMOCRISTIANA, TIENE I CONTI IN ORDINE, APPOGGIA L’UCRAINA E SCHIFA I SUOI ALLEATI FILORUSSI (COME IL RUMENO SIMION, A CUI NON RISPONDE PIÙ IL TELEFONO). MA QUANDO SI TRATTA DI ISRAELE, PERDE LA PAROLA…

mediobanca mps alessandro melzi deril vittorio grilli francesco milleri gaetano caltagirone fabio corsico phillippe donnet alberto nagel

DAGOREPORT - AL GRAN CASINÒ DEL RISIKO BANCARIO, “LES JEUX SONT FAITS"? ESCE DAL TAVOLO DA GIOCO MILANO DI MEDIOBANCA, ADESSO COMANDA IL BANCO DI PALAZZO CHIGI, STARRING IL GRAN CROUPIER FRANCESCO GAETANO CALTAGIRONE – DAVVERO, ‘’RIEN NE VA PLUS”? MAI STARE TROPPO TRANQUILLI E CANTARE VITTORIA… IN ITALIA PUÒ SEMPRE SPUNTARE QUALCHE MALINTENZIONATO DECISO A GUASTARE LA FESTA DEI COMPAGNUCCI DELLA PARROCCHIETTA ROMANA - A PIAZZA AFFARI SI VOCIFERA SOTTO I BAFFI CHE FRA QUALCHE MESE, QUANDO I VINCITORI SI SARANNO SISTEMATI BEN BENE PER PORTARE A COMPIMENTO LA CONQUISTA DEL "FORZIERE D'ITALIA", ASSICURAZIONI GENERALI, NULLA POTRÀ VIETARE A UNA BANCA DI LANCIARE UN’OPA SU MPS, DOTATO COM’È DEL 13% DEL LEONE DI TRIESTE - A QUEL PUNTO, CHE FARÀ PALAZZO CHIGI? POTRÀ TIRARE FUORI DAL CILINDRO DI NUOVO LE GOLDEN POWER “A TUTELA DEGLI INTERESSI NAZIONALI”, COME È ACCADUTO CON L’OPS DI UNICREDIT SU BANCO BPM, CARO ALLA LEGA? – COME SONO RIUSCITI A DISINNESCARE LE AMBIZIONI DEL CEO DI MPS, LUIGINO LOVAGLIO…