paolo gentiloni giorgia meloni

SORA GIORGIA HA SCATENATO LA GUERRA AL FUTURO SEGRETARIO DEL PD – GLI ATTACCHI DI MELONI, SALVINI E TAJANI AL COMMISSARIO EUROPEO, PAOLO GENTILONI, NON NASCONO SOLO DALLA NECESSITÀ DI TROVARE UN NEMICO PER GIUSTIFICARE I FALLIMENTI SU PNRR E PATTO DI DI STABILITÀ – BELPIETRO: “TUTTI DANNO PER SPACCIATA ELLY SCHLEIN, SOPRATTUTTO SE ALLE EUROPEE SCENDERÀ SOTTO IL 20 PER CENTO. E GENTILONI, OVVERO IL SIGNOR NESSUNO, APPARE IL CANDIDATO IDEALE PER SOSTITUIRLA. ECCO PERCHE' A DESTRA HANNO ALZATO IL TIRO”

Estratto dell’articolo di Maurizio Belpietro per “La Verità”

 

PAOLO GENTILONI - URSULA VON DER LEYEN - THIERRY BRETON

Paolo Gentiloni non è mai stato un leader politico. Prima che, per fare un dispetto a Lapo Pistelli, Matteo Renzi lo scegliesse quale sostituto di Federica Mogherini, nessuno al di fuori della cerchia romana sapeva chi fosse. Una volta divenuto ministro degli Esteri, la sua carriera pareva destinata a proseguire nell’anonimato, ma un bel giorno di inizio dicembre di sette anni fa, siccome gli italiani avevano deciso di rispedire a casa il bullo toscano bocciando il referendum costituzionale che egli aveva voluto, la vita dell’illustre sconosciuto svoltò.

 

Così, paradossalmente, la caduta di Renzi è coincisa con l’ascesa di Gentiloni. Perché l’allora Rottamatore l’abbia scelto si sa: pensava che fosse sufficientemente trasparente da non fargli ombra. Fu lui, da presidente del Consiglio uscente e segretario del Pd ancora in carica, a indicarlo a Sergio Mattarella come possibile premier.

meloni gentiloni

 

[…] A differenza di quanto credeva il bullo, il capo dello Stato si guardò bene dopo il dicembre del 2016 dallo sciogliere le Camere e fissare la data del voto. Al contrario, con Gentiloni prese tempo. Dovevano essere pochi mesi e invece si trasformarono in anni, durante i quali la leadership del fiorentino si sciolse come neve al sole.

 

Il discendente di un’antica casata nobiliare marchigiana, imparentata con il cameriere di cappa e spada di Pio XI, in tal modo finì per diventare una di quelle figure chiave del Pd che non contano niente, ma che alla fine accontentano tutti, e dunque stanno sempre a galla e occupano, ogni volta se ne presenti l’occasione, un posto di rilievo.

 

L’unico che non gli ha perdonato lo scherzo realizzato in combutta con il Quirinale è proprio Renzi, il quale per anni non gli ha parlato e quando ha aperto bocca lo ha fatto solo per attaccarlo. Ma nel frattempo, l’ex Rottamatore è uscito rottamato dalle elezioni e dunque dal fondatore di Italia viva Gentiloni non ha nulla da temere e da un Partito democratico balcanizzato com’è con la segreteria Schlein ha anzi tutto da guadagnare.

giorgia meloni al g20 di new delhi - alle spalle paolo gentiloni

 

[…] nel 2018 Gentiloni fu battuto e anche malamente, perché il suo mentore Renzi racimolò a malapena il 18 per cento, ma invece di tornarsene da dov’era venuto, eccolo a fine 2019 diventare commissario Ue, addirittura con delega agli Affari economici. Una poltrona importante, sulla quale Gentiloni si accomodò pur non avendo mai avuto alcuna esperienza in materia, ma questo, come spesso capita, è un dettaglio.

 

A sostenerne la candidatura, insieme al Pd, furono i 5 stelle, i quali per quei curiosi ribaltoni che solo in politica possono avvenire, pur avendolo mandato a casa appena un anno e mezzo prima, poi acconsentirono a spedirlo in Europa in uno dei posti chiave, forse sognando una gratitudine quando i nodi dell’economia italiana fossero arrivati al pettine.

 

PAOLO GENTILONI URSULA VON DER LEYEN FRANS TIMMERMANS

Purtroppo, abbiamo una lunga tradizione di commissari Ue che, una volta sbarcati a Bruxelles, non solo si dimenticano di chi li ha sostenuti, ma addirittura, per non mostrare di essere condizionati, fanno esattamente il contrario di quello che servirebbe al nostro Paese. […]

 

Tutto ciò spiega le accuse che di questi tempi gli sono piovute addosso da parte di Giorgia Meloni, Antonio Tajani e Matteo Salvini, i quali forse non si aspettavano che Gentiloni li favorisse, ma che almeno non si mettesse di traverso. Invece, nel difficile negoziato su materie quali debito e Pnrr, il commissario Ue non sta dando certamente una mano, ma anzi interpreta con rigore la linea dei falchi di Bruxelles.

 

[…]

 

MARIO DRAGHI PAOLO GENTILONI MATTEO RENZI MARIO MONTI UGO ZAMPETTI AL FUNERALE DI SILVIO BERLUSCONI

Certo, i leader dell’alleanza di governo guardano alla scadenza della prossima primavera, anche nella speranza che in Europa cambino gli equilibri e dunque le politiche economiche. Tuttavia, chi ha motivo di pensare più al voto che alla situazione è proprio Gentiloni, il quale con la fine dell’attuale Commissione europea sarà costretto a tornarsene a casa e trovarsi un nuovo lavoro. E quale miglior posto se non quello di futuro segretario del Pd?

 

Tutti danno per spacciata Elly Schlein, soprattutto se alle europee scenderà sotto il 20 per cento. Nicola Zingaretti si è addirittura lasciato sfuggire l’ipotesi di un 17 per cento, ma se anche fosse il 18 ci sarebbe da ricordare che di fronte a quel risultato Renzi gettò la spugna. Dunque, se come tutti pensano, Elly ha i mesi contati, dopo aver bruciato tutti i candidati possibili, sfogliando la margherita non resterebbe che Gentiloni, ovvero il signor nessuno, un perfetto uomo in grigio per un partito che di rosso non ha da tempo più nulla, se non il risultato delle elezioni.

PAOLO GENTILONI

 

Anni fa, quando venne incaricato da Mattarella di formare il governo dopo le dimissioni di Renzi, Luigi Di Maio, all’epoca ancora all’opposizione, lo salutò con una battuta che Churchill riservò a Clement Attlee, suo predecessore a Downing Street: «Un’auto blu vuota è arrivata al Quirinale e ne è sceso Gentiloni». Ora l’auto vuota si dirige verso Largo del Nazareno.

paolo gentiloni al festival dell economia di trento 2raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloniPAOLO GENTILONI PASCAL DONOHOE CHRISTINE LAGARDE PIERRE GRAMEGNA raffaele fitto giancarlo giorgetti paolo gentiloni 1RAFFAELE FITTO E PAOLO GENTILONIELLY SCHLEIN PAOLO GENTILONI PAOLO GENTILONI

 

paolo gentiloni e ignazio visco alla presentazione del nuovo affari e finanza

Ultimi Dagoreport

ernesto galli della loggia giorgia meloni

DAGOREPORT - FAZZOLARI E' PER CASO IL NUOVO DIRETTORE DEL "CORRIERE"? - IN UNA PRIMA PAGINA CHE NASCONDE LE MENZOGNE DI GIORGIA MELONI, SPUTTANATA DA MACRON, BRILLA UN EDITORIALE VERGOGNOSO DI GALLI DELLA LOGGIA CHE SI DOMANDA: "SE LA GERMANIA (DI AFD) HA DAVVERO FATTO I CONTI CON IL SUO PASSATO NAZISTA. IN ITALIA, INVECE, UN PARTITO CHE PURE HA LE SUE LONTANE ORIGINI NEL FASCISMO GOVERNA DA TRE ANNI IN UN MODO CHE SOLO I COMICI (DUNQUE PER FAR RIDERE…) GIUDICANO UNA MINACCIA PER LA DEMOCRAZIA" - L’EX MAOISTA, POI TERZISTA, QUINDI BERLUSCONIANO, 5STELLE, INFINE MELONIANO  DEVE STUDIARE UN PO’, INVECE DI CAMBIARE PARTITO A OGNI CAMBIO DI GOVERNO. NEL DOPOGUERRA IN GERMANIA, GLI EX NAZISTI RIENTRARONO NEL CONTESTO SOCIALE E OTTENNERO POSTI DI POTERE NELLE INDUSTRIE PIÙ AVANZATE FINO ALLA CONTESTAZIONE DEL '68, SIMBOLEGGIATA DALLO SCHIAFFONE RIFILATO DALLA STUDENTESSA BEATE KLARSFELD AL CANCELLIERE (EX NAZISTA) KURT KIESINGER – IN ITALIA LA DESTRA ALLA FIAMMA DI FINI FU SDOGANATA DAL GOVERNO BERLUSCONI, DOVE IL MINISTRO DELLA GIOVENTU' ERA GIORGIA MELONI. COSA CHE IL GALLI OMETTE ESSENDO ORA COLLABORATORE DEL GOVERNO DUCIONI PER IL SETTORE SCUOLA...

andrea orcel unicredit

DAGOREPORT - IL RISIKO DELLE AMBIZIONI SBAGLIATE - COME PER IL GOVERNO MELONI, ANCHE ANDREA ORCEL NON IMMAGINAVA CHE LA STRADA PER LA GLORIA FOSSE TUTTA IN SALITA - IL RAFFORZAMENTO IMMAGINATO DI UNICREDIT, PER ORA, È TUTTO IN ARIA: IL MURO DI GOLDEN POWER DELLA LEGA HA RESO MOLTO IMPROBABILE LA CONQUISTA DI BANCO BPM; BERLINO RITIENE “INACCETTABILE” LA SCALATA ‘’NON AMICHEVOLE” DI UNICREDIT ALLA SECONDA BANCA TEDESCA COMMERZBANK; LE MOSSE DI NAGEL E DONNET GLI DANNO FILO DA TORCERE; CREDIT AGRICOLE, CHE HA UN CONTRATTO IN SCADENZA PER LA GESTIONE DEL RISPARMIO CHE RACCOGLIE UNICREDIT, HA UN ACCORDO CON BPM, DI CUI E' PRIMO AZIONISTA. E IL CDA DI UNICREDIT NON È PIÙ QUELLA FALANGE UNITA DIETRO AL SUO AZZIMATO CONDOTTIERO. COME USCIRE DAL CUL-DE-SAC? AH, SAPERLO…

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)