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LA DECISIONE DEL GIUDICE JAMES ROBART, DI SOSPENDERE IL DECRETO ANTI-IMMIGRAZIONE DI TRUMP, SCATENA UNA GUERRA TRA LE TOGHE E LA CASA BIANCA - LO SCRITTORE ADAM GOPNIK: “LA SFIDA ARRIVERÀ ALLA CORTE SUPREMA MA LA MISURA E’ INCOSTITUZIONALE PERCHÉ FAVORISCE UNA RELIGIONE SULL’ALTRA: I MUSULMANI SONO DISCRIMINATI”

1 - SOSPESO IL DIVIETO D' INGRESSO DA 7 PAESI LA DECISIONE DELLA CORTE DI SEATTLE

Giuseppe Sarcina per il “Corriere della Sera”

 

 James Robart James Robart

Il giudice federale James Robart di Seattle venerdì sera ha ordinato di cancellare il bando temporaneo sui profughi e sui viaggiatori in arrivo da sette Paesi musulmani. Il dispositivo accoglie un ricorso presentato nello Stato di Washington (costa occidentale), ma vale per tutto il territorio nazionale. Questa la motivazione: «Il provvedimento colpisce i cittadini residenti nei settori del lavoro, dell' educazione, degli affari, delle relazioni familiari e della libertà di viaggiare». Il giudice Robart ha anche vietato le restrizioni sull' accoglienza dei rifugiati in base «alla loro religione».

 

 James Robart e Trump James Robart e Trump

Ieri mattina, sotto le palme della sua residenza di Mar-a-Lago in Florida, Donald Trump lo ha investito su Twitter: «L' opinione di questo cosiddetto giudice, che essenzialmente elimina la possibilità di far rispettare la legge nel Paese, è ridicola e sarà rovesciata». Il portavoce della Casa Bianca, Sean Spicer, era andato persino oltre, definendo «indegna» la sentenza. Poi l' aggettivo è stato tolto in una successiva versione della nota ufficiale: «Il decreto del presidente intende proteggere il territorio nazionale e il presidente ha l' autorità costituzionale e la responsabilità per difendere il popolo americano».

 

PROTESTE CONTRO TRUMPPROTESTE CONTRO TRUMP

Ma il risultato non cambia molto: dopo due settimane nell' era Trump, siamo di fronte a uno scontro istituzionale clamoroso, quasi una rissa, tra il presidente e il potere giudiziario degli Stati Uniti. Il ministero della Giustizia è già al lavoro per impugnare le disposizioni del giudice Robart, che sono, per altro provvisorie, in attesa «di ulteriori elementi».

Difficile, in questa fase, prevedere quanto possa durare la vertenza giuridica tra la Casa Bianca e la Corte di Seattle o un' altra istanza d' appello.

 

L' opinione pubblica resta profondamente divisa. L' ultimo sondaggio commissionato due giorni fa dalla Cnn all' istituto Orc segnala che il 53% degli americani è contrario al bando, il 47% è a favore. La settimana scorsa migliaia di persone avevano manifestato negli scali Usa, da New York a Los Angeles. Ma ora ecco un' altra fonte di tensioni: l' opposizione aperta di una parte della magistratura.

 James Robart  James Robart

 

L' altra sera il procuratore generale di Washington, Bob Ferguson, alla Cnn sosteneva che l' ordine esecutivo di Trump fosse semplicemente «incostituzionale», concludendo così: «La legge vale anche per il presidente». Il leader della Casa Bianca ha risposto coi tweet: «Quando un Paese non può più dire chi può e chi non può entrare per ragioni di sicurezza, è un gran problema».

 

Negli aeroporti, resta la confusione. L' ordinanza del giudice ha costretto i presidi doganali a riammettere i cittadini provenienti dai sette Paesi messi al bando per 90 giorni il 27 gennaio scorso: Siria, Libia, Iran, Iraq, Somalia, Sudan, Yemen. Eliminato anche lo stop a tempo indeterminato imposto ai profughi siriani e quello di 120 giorni ai rifugiati di altre nazionalità. Alcune compagnie aeree, come Air France, Qatar Airways, Emirates, Etihad Airways, Iberia e Lufthansa, si sono adeguate subito, imbarcando tutti i passeggeri senza distinguere tra i passaporti. Ma l' ambasciata americana in Iraq, per esempio, fa sapere di aver invitato alla cautela le autorità locali, «in attesa di chiarimenti».

 

PROTESTE CONTRO TRUMP PROTESTE CONTRO TRUMP

2 - LO SCRITTORE E GIORNALISTA ADAM GOPNIK NEW YORK: "QUESTA SFIDA ARRIVERÀ ALLA CORTE SUPREMA"

Arturo Zampaglione per “la Repubblica”

 

«Donald Trump non si piegherà al blocco del decreto anti-immigrati deciso dal giudice James Robart», prevede il giornalista e scrittore Adam Gopnik. «Il presidente ha fatto ricorso in appello, ma sarà un buco nell' acqua perché la misura è incostituzionale. A quel punto temo che sfiderà apertamente l' ordine del magistrato in nome di una Casa Bianca più autoritaria, aprendo così un confronto costituzionale».

 

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Gopnik è tra le firme più celebri del New Yorker, il settimanale che dal 1925 esprime la coscienza critica dell' America più colta e impegnata. Canadese di origine e newyorkese d' adozione, 60 anni, autore di vari best- sellers, è sempre stato in prima fila nelle battaglie politiche e sociali. Per Gopnik in questo avvio dell' era Trump, il governo costituzionale è apparso più debole di quel che si pensasse, mentre la società civile ha dato prova di una inaspettata resilienza. Proprio dallo scontro tra queste due realtà, sostiene, nascerà l' America del futuro.

 

Perché a parere suo e di tanti altri esperti il decreto Trump sull' immigrazione è incostituzionale?

«Soprattutto perché favorisce una religione sull' altra: i musulmani sono chiaramente discriminati. Per questo il ricorso della Casa Bianca sarà respinto e la questione finirà presto di fronte alla Corte Suprema: la quale, in attesa del giudice nominato da Trump, è ancora divisa tra 4 liberal e 4 conservatori. E non credo che questi ultimi, in particolare Anthony Kennedy, si schiereranno contro il dettato costituzionale, che è fatto apposta per evitare casi di sopraffazione della maggioranza politica sulla minoranza».

 

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Che farà Trump se il suo ricorso sarà respinto?

«Se fosse intelligente ritirerebbe il decreto e lo adeguerebbe alle indicazioni del giudice.

Ma alla Casa Bianca c' è chi pensa che non bisogna rassegnarsi alle "umiliazioni giudiziarie". Ritengono necessario, invece, opporsi duramente per far valere il potere dell' esecutivo».

 

Come sarebbe accolta una sfida del genere?

«Ogni offensiva del presidente continua a ricevere gli applausi dei suoi sostenitori. A opporsi saranno tutti gli altri: anche se va detto che, in queste prime settimane, si nota la latitanza dei media e dell' opposizione democratica, mentre le uniche a reagire sono state la magistratura e soprattutto la società civile, che continua a mobilitarsi anche in modo spontaneo e capillare».

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Perché i democratici sono assenti?

«Sono in minoranza e marginalizzati dai repubblicani che hanno fatto un patto con il diavolo. Qualche spazio di manovra ce l' hanno, per il momento, solo alcuni governatori come Chris Cuomo a New York e Jerry Brown in California, ma per il resto il partito è imbalsamato. E temo che l' unico che abbia la forza di svegliarlo sia Barack Obama».

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