SE QUESTO È IL RENZI-1, ARIDATECE ENRICO LETTA! LE POLTRONE MISURATE COL CENCELLI, LA BARRACCIU INDAGATA PER LE SPESE PAZZE IN SARDEGNA E ALLA GIUSTIZIA DUE BERLUSCONES (FERRI E COSTA) - TROMBATISSIMO TABACCI

Amedeo La Mattina per "la Stampa"

C'è chi parla di rafforzamento e chi di commissariamento dei ministri. La nomina di 9 viceministri e 44 sottosegretari non è stata indolore e alcuni nomi suscitano non poche perplessità. C'è il caso calabrese di Antonio Gentile e quello sardo di Francesca Barracciu finita nell'inchiesta delle spese pazze dei fondi ai gruppi regionali.

Il complesso delle nomine è fatto con il bilancino del più usato manuale Cencelli che accontenta tutte le correnti del Pd (tranne il lettiani) e i cespugli della maggioranza. La minoranza dalemiana-bersaniana del Pd ha avuto 8 nomi e altrettanti ne aveva nel governo Letta.

La corrente dei giovani turchi del Pd, oltre al ministro della Giustizia Andrea Orlando, ha ottenuto la carica di sottosegretario all'Ambiente per Silvia Velo. Dario Franceschini ha fatto la parte del leone: intanto lui è ministro della Cultura, ha piazzato Roberta Pinotti alla Difesa. Federica Mogherini, la ministra degli Esteri, viene considerata renziana ma ha un passato nella corrente franceschiniana.

Dario ha inoltre riconfermato Lapo Pistelli viceministro alla Farnesina e Pier Paolo Baretta all'Economia. Ha mandato la new entry Gianclaudio Bressa agli Affari regionali per irrobustire l'inesperta ministra calabrese Lanzetta. Ma il vero colpo grosso lo ha fatto al ministero dello Sviluppo Economico che ha tra le sue competenze le Telecomunicazioni: la delega di questa delicata competenza, che è sempre nel cuore del Cavalier Berlusconi, è andata al fedelissimo Antonello Giacomelli, toscano come Denis Verdini. Ma tra Giacomelli e Verdini non c'è quell'amicizia che invece c'è tra quest'ultimo e Cosimo Ferri, finito in alcune intercettazioni sulla P3 (mai indagato però).

Ecco, sulla conferma dell'ex magistrato Ferri a sottosegretario alla Giustizia è scoppiato un caso. Il nuovo Guardasigilli Andrea Orlando ha chiesto spiegazioni al premier Renzi, durante il Consiglio dei ministri di ieri mattina: perché la riconferma di Ferri? A che titolo e per quale area politica? Ma poi c'è la nomina di Enrico Costa a viceministro della Giustizia in quota Nuovo Centrodestra, ex berlusconiano relatore del lodo Alfano.

Orlando considera Costa una persona perbene e leale. I due si conoscono da quando uno era il responsabile giustizia del Pd, l'altro del Pdl. Ma con un tono contrariato, in Consiglio dei ministri, il nuovo responsabile di via Arenula ha fatto notare al presiedente del Consiglio che la scelta di essere affiancato da due esponenti di centrodestra potrebbe suscitare sospetti e perplessità. Non è una questione di persone, Ferri ha fatto bene il sottosegretario, Costa è una persona competente e moderata.

Ma forse non era opportuno mettere al vertice del ministero due esponenti che comunque hanno un curriculum politico di area berlusconiana. Renzi ha risposto che Ferri è un tecnico e Costa è stato indicato da Angelino Alfano. Discorso chiuso. Ma per Orlando il problema rimane, aspettandosi già critiche e sospetti. Non è un caso che il sito del Fatto quotidiano ieri titolava «La giustizia ancora in mano a Berlusconi». Orlando adesso dovrà dimostrare che la riforma della giustizia non sarà il frutto di compromessi con Berlusconi. «Non mi farò condizionare da nessuno», ha detto.

Si diceva che queste nomine accontentano un po' tutti. Tranne il Centro democratico di Bruno Tabacci che sperava di fare il viceministro allo Sviluppo economico o all'Economia. Accontentato invece il Nuovo Centrodestra che ottiene due viceministri (Costa appunto e Luigi Casero riconfermato all'Economia) e sei sottosegretari. Scelta civica, oltre ad avere il ministero dell'Istruzione con Stefania Giannini, piazza l'ex finiano ed ex Radicale Benedetto Della Vedova agli Esteri come sottosegretario.

I Popolari per l'Italia di Mario Mauro, rimasto fuori dal governo, portano a casa un viceministro all'Agricoltura con l'ex presidente delle Acli Andrea Olivero e tre sottosegretari. Entra anche il segretario del Psi Riccardo Nencini che va occupare l'importante carica di viceministro delle Infrastrutture.

Debora Serracchiani ha espresso rammarico per il fatto che non ci sia alcun rappresentante del Friuli Venezia Giulia. Avrebbe voluto che a guidare l'Agenda digitale andasse Paolo Coppola. «Profondo rammarico» pure da parte del sindaco di Milano Giuliano Pisapia per la mancanza di un rappresentante della sua città che ospiterà l'Expo del 2015.

 

 

PINOTTI ANDREA ORLANDO BEATRICE LORENZIN IN SENATO FOTO LAPRESSE FRANCESCA BARRACCIU bruno tabacci Benedetto Della Vedova ANDREA OLIVERO ACLI

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni ignazio la russa

DAGOREPORT - LA RISSA CONTINUA DI LA RUSSA - L’ORGOGLIOSA  CELEBRAZIONE DELL’ANNIVERSARIO DELLA FONDAZIONE DEL MOVIMENTO SOCIALE, NUME TUTELARE DEI DELLE RADICI POST-FASCISTE DEI FRATELLINI D'ITALIA, DI SICURO NON AVRÀ FATTO UN GRANCHÉ PIACERE A SUA ALTEZZA, LA REGINA GIORGIA, CHE SI SBATTE COME UN MOULINEX IN EUROPA PER ENTRARE UN SANTO GIORNO NELLE GRAZIE DEMOCRISTIANE DI MERZ E URSULA VON DER LEYEN - DA MESI 'GNAZIO INTIGNA A FAR DISPETTI ALLE SORELLE MELONI CHE NON VOGLIONO METTERSI IN TESTA CHE A MILANO NON COMANDANO I FRATELLI D'ITALIA BENSI' I FRATELLI ROMANO E IGNAZIO LA RUSSA – DALLA SCALATA A MEDIOBANCA ALLA RIFORMA DELLA GIUSTIZIA, DAL CASO GAROFANI-QUIRINALE ALLO SVUOTA-CARCERI NATALIZIO, FINO A PROPORSI COME INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI DI ‘’REPUBBLICA’’ E ‘’STAMPA’’ E IL MAGNATE GRECO IN NOME DELLA LIBERTÀ D’INFORMAZIONE – L’ULTIMO DISPETTUCCIO DI ‘GNAZIO-STRAZIO ALLA LADY MACBETH DEL COLLE OPPIO… - VIDEO

brunello cucinelli giorgia meloni giuseppe tornatore

A PROPOSITO DI…. TORNATORE – CRISI DEL CINEMA? MA QUALE CRISI! E DA REGISTA TAUMATURGO, NOBILITATO DA UN PREMIO OSCAR, CIAK!, È PASSATO A PETTINARE IL CASHMERE DELLE PECORE DEL SARTO-CESAREO CUCINELLI - MICA UN CAROSELLO DA QUATTRO SOLDI IL SUO “BRUNELLO IL VISIONARIO GARBATO”. NO, MEGA PRODUZIONE CON UN BUDGET DI 10 MILIONI, DISTRIBUITO NELLE SALE DA RAI CINEMA, ALLIETATO DAL MINISTERO DELLA CULTURA CON TAX CREDIT DI 4 MILIONCINI (ALLA FINE PAGA SEMPRE PURE PANTALONE) E DA UN PARTY A CINECITTA' BENEDETTO DALLA PRESENZA DI GIORGIA MELONI E MARIO DRAGHI - ET VOILÀ, ECCO A VOI SUI GRANDI SCHERMI IL “QUO VADIS” DELLA PUBBLICITÀ (OCCULTA) SPACCIATO PER FILM D’AUTORE - DAL CINEPANETTONE AL CINESPOTTONE, NASCE UN NUOVO GENERE, E LA CRISI DELLA SETTIMA ARTE NON C’È PIÙ. PER PEPPUCCIO TORNATORE, VECCHIO O NUOVO, È SEMPRE CINEMA PARADISO…

theodore kyriakou la repubblica mario orfeo gedi

FLASH! – PROCEDE A PASSO SPEDITO L’OPERA DEI DUE EMISSARI DEL GRUPPO ANTENNA SPEDITI IN ITALIA A SPULCIARE I BILANCI DEI GIORNALI E RADIO DEL GRUPPO GEDI (IL CLOSING È PREVISTO PER FINE GENNAIO 2026) - INTANTO, CON UN PO’ DI RITARDO, IL MAGNATE GRECO KYRIAKOU HA COMMISSIONATO A UN ISTITUTO DEMOSCOPICO DI CONDURRE UN’INDAGINE SUL BUSINESS DELLA PUBBLICITÀ TRICOLORE E SULLO SPAZIO POLITICO LASCIATO ANCORA PRIVO DI COPERTURA DAI MEDIA ITALIANI – SONO ALTE LE PREVISIONI CHE DANNO, COME SEGNO DI CONTINUITÀ EDITORIALE, MARIO ORFEO SALDO SUL POSTO DI COMANDO DI ‘’REPUBBLICA’’. DEL RESTO, ALTRA VIA NON C’È PER CONTENERE IL MONTANTE ‘’NERVOSISMO’’ DEI GIORNALISTI…

john elkann lingotto fiat juventus gianni agnelli

A PROPOSITO DI… YAKI – CHI OGGI ACCUSA JOHN ELKANN DI ALTO TRADIMENTO NEL METTERE ALL’ASTA GLI ULTIMI TESORI DI FAMIGLIA (“LA STAMPA” E LA JUVENTUS), SONO GLI STESSI STRUZZI CHE, CON LA TESTA SOTTO LA SABBIA, IGNORARONO CHE NEL FEBBRAIO DEL 2019, SETTE MESI DOPO LA SCOMPARSA DI MARCHIONNE, IL NUMERO UNO DI EXOR E STELLANTIS ABBANDONÒ LA STORICA E SIMBOLICA “PALAZZINA FIAT”, LE CUI MURA RACCONTANO LA STORIA DEL GRUPPO AUTOMOBILISTICO. E SOTTO SILENZIO (O QUASI) L’ANNO DOPO C’ERA STATO LO SVUOTAMENTO DEL LINGOTTO, EX FABBRICA EMBLEMA DELLA FIAT – LA PRECISAZIONE: FONTI VICINE ALLA SOCIETÀ BIANCONERA SMENTISCONO QUALSIVOGLIA TRATTATIVA CON SAUDITI...

giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT – ESSÌ, STAVOLTA BISOGNA AMMETTERLO: SULLA LEGGE DI BILANCIO MATTEO SALVINI HA PIÙ DI QUALCHE SACROSANTA RAGIONE PER IMPEGNARSI A MORTE NEL SUO RUOLO DI IRRIDUCIBILE SFASCIACARROZZE DELLA MARCHESINA DEL COLLE OPPIO (“IL GOVERNO SONO IO E VOI NON SIETE UN CAZZO!’’) - DIETRO UNA FINANZIARIA MAI COSÌ MICRAGNOSA DI 18 MILIARDI, CHE HA AFFOSSATO CONDONI E PENSIONI CARI A SALVINI, L’OBIETTIVO DELLA DUCETTA È DI USCIRE CON UN ANNO IN ANTICIPO DALLA PROCEDURA DI INFRAZIONE PER DEFICIT ECCESSIVO ATTIVATA DALL'EUROPA NEL 2024. COSÌ SARÀ LIBERA E BELLA PER TRAVESTIRSI DA BEFANA PER LA FINANZIARIA 2026 CHE SARÀ RICCA DI DEFICIT, SPESE E "MENO TASSE PER TUTTI!", PROPRIO IN PERFETTA COINCIDENZA CON LE ELEZIONI POLITICHE 2027 – OVVIAMENTE LA “BEFANA MELONI” SI PRENDERÀ TUTTO IL MERITO DELLA CUCCAGNA, ALLA FACCIA DI LEGA E FORZA ITALIA…