AUSTERITY DEL CAZZO - 1,5 MLD DI TAGLI QUEST’ANNO, 3 L’ANNO PROSSIMO. MA E’ RIDICOLO: LA SPESA CORRENTE È DA 700 MLD, QUINDI SI RISPARMIERÀ LO 0,57%, SU UN DEBITO PUBBLICO DA 1953 MLD - LE PROVINCE SARANNO DIMEZZATE, MA NASCONO 10 CITTÀ METROPOLITANE - SALTANO SIA I TAGLI ALL’UNIVERSITÀ CHE I FINANZIAMENTI ALLE SCUOLE PRIVATE - ISVAP E COVIP ACCORPATE NELL’IRVAP - COLPITI GLI STATALI, GRAZIATI I MINI-OSPEDALI…

1- L'EUROPA ALLO SBANDO E IL MOLOCH ITALIANO

Oscar Giannino per "Wired"

La vecchia Europa scassa tutto, grazie agli errori della sua politica, annebbia la mente a molti economisti. Quasi tutte le scuole concordarono che l'eccesso di consumo privato finanziato a debito e ad alta leva è stato un grave errore. Ma poi si dividono sul fatto se le banche andavano fatte fallire punendo gli azionisti e salvando i clienti, oppure no. Ferve invece uno scontro intorno agli eccessi di consumo pubblico finanziati a debito. Furoreggia Paul Krugman, che lapida i tedeschi che vogliono imporre rigore. e i governi eurodeboli si accodano, quando invece è evidente che l'eccesso di debito pubblico europeo è un disastro insostenibile.

Nel nostro caso non è neanche figlio di bolle immobiliari o banche salvate, ma di decennale avanzata di un Moloch ipertrofico e Inefficiente. Anche gli statalisti più incalliti dovrebbero leggere un bel paper scritto da Carmen - ex consigliera di Obama - e Vincent Relnhart, suo marito, dal titolo "Debt Overhangs: Past and Present". Si studiano tutte le maggiori crisi di debito pubblico superiore al 90% del pii.

Se ne stima la durata media in 23 anni e si calcola che si sia detto addio a ben più di un terzo di crescita potenziale. Tutto per difendere la pubblica amministrazione: che pena. E che pena anche i tecnici al governo, che presentano come gran cosa il taglio di 4 miliardi su 700 di spesa pubblica corrente, cioè lo 0,57%, quando migliaia di imprese italiane devono affrontare turnaround in cui si taglia anche il 25 o il 30% di costi da un anno all'altro.


2- SPENDING REVIEW: SUBITO TAGLI DA 4,5 MLD. BERSANI:NO 'MAZZATA' SSN

Chiara Scalise per l'Ansa - Dopo sette ore di riunione, il Consiglio dei ministri approva la "seconda rata", come la definisce il premier Mario Monti in conferenza stampa, dell'operazione di revisione della spesa pubblicata. Che, assicura il Professore non prevede "tagli lineari" ma bensì una sforbiciata "ponderata". Si tratta, dice, di una "missione collettiva" pensata "per i cittadini" e che per i prossimi sei mesi del 2012 comporterà tagli per 4,5 miliardi, che l'anno successivo salgono a 10,5 e a 11 nel 2014. E nonostante numerosi stop and go, alla fine arriva anche il dimezzamento delle province, che entro l'anno dovranno scendere a quota 50.

Il tutto con il raccordo con gli enti territoriali e accompagnato dalla creazione di 10 nuove città metropolitane, (Roma, Torino, Milano, Venezia, Genova, Bologna, Firenze, Bari, Napoli, Reggio Calabria). Il governo scende in conferenza stampa in piena notte e il presidente del Consiglio coglie l'occasione per riconoscere "il senso di responsabilita" manifestato dai ministri, che nel corso di queste settimane hanno cercato di opporre qualche resistenza alla sforbiciata prevista dal decreto ma che alla fine hanno approvato il provvedimento.

Anche perché sui due fronti principali, sanità e scuola, i rispettivi dicasteri l'hanno spuntata. In extremis infatti saltano i tagli ai 'mini-ospedali' e quelli alle università (200milioni nel 2012 e 300 a partire dagli anni successivi) e parimenti non vengono finanziate le scuole paritarie.

"La scuola non è toccata da questo decreto - ci tiene a precisare il viceministro dell'Economia Vittorio Grilli - e per la salute si mantengono i servizi invariati ma riducendone i costi". Nel complesso comunque la macchina centrale dell'amministrazione pubblica mette sul piatto 1,5 miliardi quest'anno e 3 miliardi a partire dal 2013, con tanto di soppressione della Covip e dell'Isvap.

Confermato lo stop all'incremento dell'Iva fino al primo luglio del 2013 e le risorse per fare in modo che altri 55 mila esodati possano essere salvaguardati con le vecchie regole con uno stanziamento complessivo di 1,2 miliardi di euro dal 2014. Tra le novità in arrivo, spunta il taglio di "almeno il 10%" del totale degli organici delle Forze armate, lo stop all'adeguamento degli affitti pagati dallo Stato e l'avvio della rinegoziazione delle locazioni per ridurre del 15% i canoni.


3- SPENDING REVIEW

Marco Palombi per "il Fatto Quotidiano"

Basta con le richieste di bottega: ne abbiamo discusso in questi giorni, ora il testo è blindato. É questo il concetto di massima che ieri Mario Monti ha chiarito a tutti i ministri che hanno tentato di avvicinarlo per ridiscutere le singole sforbiciate della spending review. Non c'è stato modo: alla fine hanno dovuto abbozzare Profumo per i tagli all'università, Balduzzi per quelli alla Salute, Patroni Griffi per l'intervento sugli statali e tutti gli altri, chi più chi meno.

Il premier, nelle estenuanti trattative dei giorni scorsi, aveva già dovuto rinunciare ad alcune riduzioni di spesa (in particolare quelle nel settore della Difesa su forniture militari e riduzione del personale) e ieri si è presentato a palazzo Chigi e in Parlamento in versione decisamente poco dialogante: per Monti, in sostanza, vale per la spending review quello che lui stesso ha detto alla Camera, con una impacciata citazione da Hemingway, sulle conclusioni del vertice europeo e il meccanismo antispread ("non è qualcosa che rischia di arrivare in porto solo con uno scheletro come ne Il vecchio e il mare").

Alla voce "vorrei ma non posso", va registrata la sparizione dal testo discusso ieri sera del blocco delle tariffe inserito nella prima versione. Quanto ai piccoli e piccolissimi ospedali (quelli sotto i 120 e gli 80 posti letto) sono salvi: non verranno chiusi obbligatoriamente, ma resta inteso che il numero dei letti deve calare di circa 18mila unità e quindi le regioni decideranno da sé come raggiungere il risultato.

Tra le cose che vanno segnalate, e che nel decreto ci sono, c'è l'attacco frontale ai dipendenti statali: non è ancora chiaro come, ma il governo ha messo nero su bianco che devono andare a casa il 20 per cento dei dirigenti e il 10 per cento del resto del personale. Una misura semi-greca, per così dire, presa persino al costo di smentire la riforma delle pensioni: per questi particolari "esodati " forse non varranno le nuove regole.

Il governo è convinto che questa manovra economica basti a bloccare l'aumento di due punti dell'Iva ad ottobre e quello ulteriore previsto a gennaio. Non tutti i soldi della famosa clausola di salvaguardia (20 miliardi l'anno), però, sono stati trovati: nel decreto si legge, infatti, che l'imposta sul valore aggiunto aumenterà dell'1% dal luglio 2013. Ma così non sarà, promettono i professori: altri tagli di spesa verranno inseriti nella legge di Stabilità che verrà approvata in autunno e cancelleranno anche questo rincaro.

Prima dei prossimi, però, Monti e soci dovranno farsi approvare questi dal Parlamento e non sarà cosa facile: nessuno dirà niente sulla centralizzazione degli acquisti di beni e servizi con cui Enrico Bondi dovrebbe far risparmiare 5 miliardi alla P.A., già un altro paio di maniche sono gli interventi su sanità, pubblico impiego e università. Categorie interessate, presidenti di regione ed enti locali, rettori e sindacati sono già sul piede di guerra.

Il Pd è annichilito dal terrore che il premier non gli dia ascolto e porti in Parlamento il testo com'è: "Va bene ridurre i costi - ha detto ieri Bersani - ma non accettiamo tagli alle prestazioni sociali". Luca Zingaretti, futuro candidato a sindaco di Roma, parlava addirittura di "mobilitazione". Dall'altro lato, invece, Silvio Berlusconi - dicono le voci di Transatlantico - è pronto ad intestarsi i tagli della spending review come capitolo della sua rivoluzione liberale. Mettere insieme i parlamentari, in questo modo, non sarà affatto semplice.


4- SPENDING REVIEW:TAGLI MINISTERI,SOPPRESSE ISVAP-COVIP
(ANSA) - Per i Ministeri e gli enti sono stati eliminati eccessi di spesa per 1,5 miliardi nel 2012 e 3 miliardi a partire dal 2013. Lo prevede il decreto Spending Review secondo quanto riportato dal comunicato di Palazzo Chigi al termine del Cdm. Tra gli interventi la soppressione dell'Isvap e della Covip. Saranno accorpate nell'Irvap.

Per quanto riguarda in particolare il Ministero dello Sviluppo economico e il ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti - è scritto nella nota - le misure di razionalizzazione prevedono:
1) la soppressione dell'Istituto per la vigilanza sulle assicurazioni private e di interesse collettivo (ISVAP) e della Commissione di vigilanza sui fondi pensione (COVIP).

Le funzioni dei due enti saranno accorpate dall'IVARP, che nasce come unico istituto per la vigilanza sulle assicurazioni e sul risparmio previdenziale, nel pieno rispetto delle indicazioni comunitarie in materia. Il nuovo ente funzionerà in stretta sinergia con le strutture della Banca d'Italia, così da assicurare una piena integrazione dell'attività di vigilanza nei settori finanziario, assicurativo e del risparmio previdenziale, anche attraverso un più stretto collegamento con la vigilanza bancaria. L'istituto diventerà operativo entro 120 giorni dall'entrata in vigore del decreto, realizzando un risparmio di costi pari ad almeno il 10% delle spese di funzionamento dei due enti soppressi.

2) la soppressione dell'Ente nazionale per il Microcredito, dell'Associazione Luzzatti e della Fondazione Valore Italia.

3) la soppressione della società Arcus spa, società vigilata dal Mibac e dal Mit, la cui mission è la promozione di iniziative legate ai beni culturali e al mondo dello spettacolo.

4) Ulteriori misure riguardano l'annullamento dell'accordo tra Mit, Comune di Catanzaro, Provincia di Catanzaro e Regione Calabria relativo a Centro Tipologico Nazionale; la razionalizzazione Comitato Centrale per l'albo degli autotrasportatori; la riduzione dei compensi degli organi delle Autorità portuali; infine, la riorganizzazione assetto operativo uffici periferici non coperti da dirigente.

 

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