MAGNANO, FOTTONO E SE NE FOTTONO - ER BATMAN HA MANOVRATO 3 MILIONI E MEZZO DI EURO - ASSEGNI, FRANCOBOLLI E CONSULENZE, ANCHE NOTEBOOK, CRAVATTE E LA SPESA AL SUPERMERCATO OLTRE A VIAGGI E CENE DI LUSSO - IL ‘SISTEMA LAZIO’ HA BACIATO TUTTI, O QUASI. PURE LA SOCIETÀ I BORGHI (12MILA EURO) VICINA AL SEGRETARIO DELL’UDC LORENZO CESA…

Paolo Festuccia e Grazia Longo per La Stampa

Assegni, francobolli e consulenze: c'è da impallidire a scrutare bonifici e trasferimenti di denaro passati sui conti amministrati dall'ex tesoriere del Pdl alla Regione Lazio, Franco Fiorito. Milioni di euro (oltre 3milioni e mezzo), spesi e girati con centinaia di versamenti, fatture, ricariche telefoniche, ristoranti e viaggi. Ma anche macchine, gioiellerie, associazioni culturali, sponsorizzazioni.

Una miniera di soldi, entrati e usciti dietro matricole misteriose di assegni, che la Procura di Roma sta identificando per dare riscontro alle accuse. Fiorito ora si dice pronto a restituire il denaro, 400 mila euro, «se ci sono illeciti». Ma intanto s'indaga sui 109 auto-bonifici (molti da 8mila 380 euro) che Fiorito si è girato sul conto personale per circa 753mila euro tra i cinque conti in Spagna e i sette in istituti di credito italiani, ma anche per verificare la congruità e la veridicità di decine di appalti affidati a fornitori con contratti di consulenza, a società, che in questi mesi hanno navigato agevolmente nelle pieghe dei bilanci del gruppo consiliare del Pdl alla Regione.

Tutte, più o meno, al servizio del Pdl della Regione. Chi per un consigliere, chi per l'altro. Nei racconti del «sistema Fiorito» incappano tutti: protagonisti e figuranti. Lui, sotto accusa, si difende, punta l'indice contro gli altri. Ma i conti del gruppo consiliare e i riscontri bancari sono per certi versi estremamente significativi: ben 235 mila euro ritirati tra contanti e bancomat in meno di due anni.

Quando mille, quando 4mila e 500, e ancora molti assegni appena sotto i 5mila euro e appena sotto i mille, tanto per evitare controlli «indiscreti», segnalazioni alle autorità bancarie. Che, però, sono giunte. E così, il vaso di Pandora, si è aperto. E sono uscite anche due macchine transitate nei conti del gruppo alla Regione.

Una citycar, la Smart acquistata con acconto (naturalmente tutto con soldi del partito attraverso il conto corrente Unicredit 0000401372093)) di 1500 euro e saldata nel 23 febbraio del 2011 con altri 14mila 839 euro; ma soprattutto una super car: un suv Bmw dal costo mensile di 2mila 896 euro a favore di Bmw financial service.

E se ci sono le auto, è chiaro che non possono mancare i buoni benzina: 48mila euro in buoni cartacei da 10 euro. Alla Pisana, insomma, il gruppo Pdl non si è fatto mancare proprio nulla. E ancor meno Fiorito che - estratto conto bancario alla mano - ha bonificato al «Sardegna resort» il 24 agosto del 2010, 10mila 533 euro, e altri 19mila sette giorni dopo.

Nei conti al vaglio della Procura non mancano, poi, banchetti e ricevimenti. Un rito per la politica romano-laziale per il quale Fiorito e compagnia hanno speso più di 103 milioni di euro. Alcuni maliziosi ironizzano che «il Pdl del Lazio voleva investire sul territorio, e così ha cominciato dalla ristorazione»; tant'è che a farla da padrone è stato il Viterbese: dalle Terme dei Papi (1750 euro di pranzo), al ristorante «Il Divino» di Ronciglione, fino al «Pepenero» di Capodimonte.

Secondo le fatture in possesso della Procura, gli chef viterbesi (al prezzo medio di 50 euro a persona) hanno sfamato per due anni 472 pidiellini per una spesa superiore a 26mila euro. Certo anche nella Capitale feste, banchetti e brindisi non sono mancati: da Pasqualino al Colosseo (due fatture da 9mila 900 euro e di 7mila) come al Bar Martini al Colosseo (due incontri da 7 e 8mila 800 euro), e altrove.

Ma il meglio, conti alla mano, si è consumato all'Auditorium della Conciliazione: serata in grande stile per decine di ospiti e una spesa di 22mila 400 euro. Tutto a spese del partito, naturalmente, (compresi millesimati e champagne), che nelle maglie del bilancio non ha lesinato risorse per la comunicazione: migliaia di euro per tutti, per il web, giornali, Radio e Tv.

Una strategia di comunicazione completa, che per implementare al meglio le iniziative digitali si avvaleva addirittura della Geco srl, una società costituita nel maggio del 2010 e finalizzata ad attività di intrattenimento e animazione, ma che al gruppo consigliare del Pdl forniva pure servizi di «gestione, aggiornamento e indicizzazione del portale» per fatture mensili del valore oscillante dai 4mila 961 euro a oltre 7mila euro.

E ancora la «Media live» (4982 euro) per il presidente della Commissione agricoltura, Francesco Battistoni che per l'immagine e la comunicazione usufruiva pure dei servizi della «Majakovskij s.a.s» di Viterbo. Eh già, Battistoni; per Fiorito il nemico giurato numero uno.

E chissà, è forse proprio per questo che Fiorito al procuratore aggiunto Alberto Caperna e al sostituto Alberto Pioletti ha allegato decine di documenti che riguarderebbero proprio Battistoni. Note, appunti e fatture per decine di migliaia di euro: dai manifesti, ai libri fino agli opuscoli ma, soprattutto, finanziamenti per l'associazione culturale «Ruggero Marino Lazzaroni» di Ronciglione.

Ma guerre a parte nei conti bancari in uso a Fiorito le sponsorizzazioni non mancano di certo: al Comitato Lungara Trilussa (11mila 400 euro), alla Ipen per qualche migliaio di euro, alla «Innovazione e territorio» (6500 euro) per le politiche dei giovani sul territorio.

Nel mezzo, ovviamente, tanti notebook, le cravatte «Marinella», francobolli e perfino scontrini della spesa da Auchan. Il «sistema Lazio», insomma, ha «baciato» tutti, o quasi. Pure Marco Cesaritti, 32 anni, presidente del consiglio di Anagni (30mila euro in pochi mesi per consulenza politica) e la società i «Borghi» (12mila euro) vicina al segretario dell'Udc Lorenzo Cesa.

 

 

fiorito polveriniFRANCO FIORITO CASINI CESA Alberto Caperna PALAZZO VALENTINI

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI”. A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…