razzismo

LA STUPIDITÀ DEL MALE - GIAN ANTONIO STELLA METTE IN FILA TUTTE LE BUFALE DEL RAZZISMO, DAGLI EBREI CON SEI DITA AI ‘SODOMITI CHE PUZZANO DI ZOLFO’ (S. BERNARDINO). NON MANCA UN GRANDE CLASSICO: JULIUS EVOLA, CON LE DONNE BIANCHE CHE VANNO CON GLI UOMINI DI COLORE E PARTORISCONO FIGLI NERI ANCHE AD ANNI DI DISTANZA - OCCHIO A RILEGGERE ‘L’EBRAISMO NELLA MUSICA’ DI WAGNER…

Gian Antonio Stella per www.corriere.it

 

Julius Evola

«Ero in quinta ginnasiale. Avevo come compagna di banco una brava figliola. Questa ragazza un giorno ha detto qualcosa che mi sembrava... Allora le ho detto: “Ma guarda che anch’io sono ebrea”. E lei mi dice: “Non è vero”. “Se te lo dico io!”. “Non è vero, perché gli ebrei hanno sei dita.” Adesso fa ridere, ma è così. La mia amica Carla mi ha detto che una donna che conosceva, a Torino, era terrorizzata durante la gravidanza perché temeva che il bambino nascesse con sei dita».

 

 

Il racconto di Anna Colombo, piemontese, docente di letteratura rumena, morta anni fa a Gerusalemme e autrice del libro Gli ebrei hanno sei dita (Feltrinelli, 2005), spiega più di mille volumi quanto sottile sia il confine fra il ridicolo e l’orrore. Nulla quanto il razzismo può accecare le intelligenze. Nulla.

 

Dicono tutto poche righe scritte di suo pugno nel libro del 1941 Sintesi di dottrina della razza da Julius Evola, che il Giorgio Almirante definiva «il nostro Marcuse» ed è ancora oggi uno dei punti di riferimento della destra: «Una donna, i cui rapporti sessuali con un uomo di colore sono cessati da anni, può dare alla luce un figlio di colore nella sua unione con un uomo, come lei, di razza bianca: qui una idea confittasi in condizioni speciali nella subcoscienza della madre in forma di un “complesso”, anche dopo anni ha agito formativamente sulla nascita». Gravidanze lunghe anni e anni…

lombroso

 

C’è di tutto, nello stupidario del razzismo. C’è la tesi omofoba di San Bernardino: «Il corpo del sodomitto non è altro che puza» (di zolfo). E l’africano del popolo khoisan che Cesare Lombroso chiama «ottentotto» spiegando che «si può dire l’ornitorinco dell’umanità».

 

E il meticcio che il giurista Médéric Louis Élie Moreau de Saint-Méry cataloga a seconda delle sue 128 gradazioni di sangue bianco o nero. Non manca neppure il marchio dell’«odore più fetido» assegnato nel 1915 dalla Société de Médecine di Parigi ai tedeschi («odore acre e tenace di cavolo e di sudore», precisò lo scienziato Edgar Bérillon) davanti all’«odore acido» degli inglesi, «rancido» dei neri e «malato» degli orientali.

richard wagner

 

Le vittime predilette dei pregiudizi più stupidi, però, sono stati gli ebrei. «L’ebreo manca di umorismo, ed è anzi egli stesso, dopo la sessualità, l’oggetto preferito delle barzellette», discetta nel 1903 in Sesso e carattere il filosofo Otto Weininger, ignaro di come avrebbero riso di lui Chico, Groucho, Harpo, Gummo e Zeppo Marx, Woody Allen, Walter Matthau, Tony Curtis e tanti altri geni dell’umorismo a partire da Charlie Chaplin, additato come ebreo nel libretto nazista Juden sehen dich an («Gli ebrei ti guardano»).

 

Lascia basiti rileggere L’ebraismo nella musica del grande compositore tedesco Richard Wagner: «È naturale che la congenita aridità dell’indole ebraica che ci è tanto antipatica trovi la sua massima espressione nel canto, che è la più vivace, la più autentica manifestazione del sentimento individuale». Certo, spiega Paolo Isotta, il compositore ben sapeva quanto grandi fossero Moses Mendelssohn o Jakob «Giacomo» Meyerbeer, tedeschi come lui, ma ebrei.

 

Sapeva di scrivere una assurdità. Ma convinto com’era di una congiura giudaica nei suoi confronti, come poteva rinunciare a spargere veleni? E parliamo di musica classica. Perché l’idea che il canto sia «negato agli ebrei dalla natura stessa» cozzerebbe oggi con le storie di musicisti come Bob Dylan, Barbra Streisand, Leonard Cohen, Paul Simon e Art Garfunkel, Lou Reed, Woody Guthrie, Carole King, Neil Diamond…

 

GROUCHO MARX

Quanto agli attori, lo stesso Wagner non aveva meno pregiudizi. Lo scrisse sempre in L’ebraismo nella musica: «Ci è impossibile immaginare che un personaggio dell’antichità o dei tempi moderni, eroe o amoroso, sia rappresentato da un ebreo senza sentirci involontariamente colpiti da quanto vi è di sconveniente, anzi, di ridicolo in una rappresentazione del genere». Aggiunse: «La cosa che più ci ripugna è il particolare accento che caratterizza il parlare degli ebrei».

 

E ancora: «Ascoltando l’ebreo che parla, noi siamo nostro malgrado urtati dal fatto di trovare il suo discorso privo di ogni espressione veramente umana». Certo, non aveva avuto modo di veder recitare Sarah Bernhardt e Lauren Bacall, Dustin Hoffman e Paul Newman, Kirk Douglas e Cary Grant, Shelley Winters e Scarlett Johansson e tanti altri... Ma come poteva, un genio qual era lui, uscirsene con scempiaggini così?

 

Sarebbe impossibile chiudere questa carrellata, però, senza ricordare la testimonianza di Inge Deutschkron, che dopo essere scampata ai lager nazisti sarebbe diventata una scrittrice e una testimone dell’Olocausto. E che un giorno di settembre del 1938 andò a farsi la carta d’identità. «Come ogni ragazzina di sedici anni, ero anch’io vanitosa. Quando il fotografo mi fece cenno di aggiustarmi i capelli dietro l’orecchio sinistro, mi sentii completamente turbata sull’orlo delle lacrime». Sapeva che, come ebrea, le avrebbero stampato una grande «J» (l’iniziale di Jude, «ebreo») gialla sulla copertina e una sulla prima facciata interna del documento «sicché non era possibile alcun dubbio sull’origine razziale del titolare». Ma fu quella raccomandazione sui capelli a ferirla di più.

 

repressione per gli ebrei 1933

«L’avvertenza del fotografo era di carattere tecnico, non esprimeva scherno, era un cenno professionale, nulla più. Tuttavia la sentii come un’umiliazione, quasi fosse un colpo di frusta». Dalla forma dell’orecchio sinistro infatti «sarebbe stata individuata l’appartenenza razziale. Era questa una scoperta degli scienziati della razza nazionalsocialisti. L’orecchio sinistro di un ebreo tradiva secondo loro l’origine semitica. Per questa ragione le fotografie dei passaporti degli ebrei dovevano essere prese in modo da rendere chiaramente visibile la forma dell’orecchio sinistro».

 

La ragazzina uscì dal negozio scossa: «In quei giorni cercai spesso a Berlino di constatare cosa distinguesse l’orecchio sinistro dei miei concittadini dal mio, quando passavo loro vicino nell’autobus o nella sotterranea. Ma non riuscii a scoprire nulla. Il mio orecchio, sottoposto centinaia di volte a esame allo specchio, era proprio uguale a quello degli ariani di Berlino».

 

invito al boicottaggio dei negozi ebrei

Per anni, facendo conferenze in giro per il mondo, Inge Deutschkron ha raccontato quel momento della sua vita tra i sorrisi increduli di lettori, professori, studenti… Sì, pare impossibile. Oggi. Ma è successo. E chissà se chi avviò con burocratica solerzia alle camere a gas uomini, donne e bambini diede un’occhiata al loro orecchio sinistro...

 

 

 

 

Ultimi Dagoreport

emanuele orsini romana liuzzo luiss sede

FLASH! – IL PRESIDENTE DI CONFINDUSTRIA, EMANUELE ORSINI, HA COMINCIATO IL "RISANAMENTO" DELL’UNIVERSITÀ "LUISS GUIDO CARLI" ALLONTANANDO DALLA SEDE DELL’ATENEO ROMANO LO SPAZIO OCCUPATO DALLA "FONDAZIONE GUIDO CARLI" GUIDATA DALL’INTRAPRENDENTE ROMANA LIUZZO, A CUI VENIVA VERSATO ANCHE UN CONTRIBUTO DI 350 MILA EURO PER UN EVENTO ALL’ANNO (DAL 2017 AL 2024) - ORA, LE RESTA SOLO UNA STANZETTA NELLA SEDE LUISS DI VIALE ROMANIA CHE SCADRÀ A FINE ANNO – PRIMA DELLA LUISS, LA FONDAZIONE DELLA LIUZZO FU "SFRATTATA" DA UN PALAZZO DELLA BANCA D’ITALA NEL CENTRO DI ROMA...

rai giampaolo rossi gianmarco chiocci giorgia meloni bruno vespa scurti fazzolari

DAGOREPORT - RIUSCIRÀ GIAMPAOLO ROSSI A DIVENTARE IL CENTRO DI GRAVITÀ DELL’INDOMABILE BARACCONE RAI? - IL “FILOSOFO” DEL MELONISMO HA TENUTO DURO PER NON ESSERE FATTO FUORI DAL FUOCO AMICO DEL DUPLEX SERGIO-CHIOCCI. A “SALVARE” IL MITE ROSSI ARRIVÒ IL PRONTO SOCCORSO Di BRUNO VESPA, CON IL SUO CARICO DI MEZZO SECOLO DI VITA VISSUTA NEL FAR WEST DI MAMMA RAI - A RAFFORZARE LA SUA LEADERSHIP, INDEBOLENDO QUELLA DI CHIOCCI, È INTERVENUTA POI LA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI, “BRUCIANDO” IN PIAZZA IL DESIDERIO DI GIORGIA DI ARRUOLARLO COME PORTAVOCE - L’OPERAZIONE DI ROSSI DI ESSERE IL BARICENTRO IDEOLOGO E PUNTO DI RIFERIMENTO DI TELE-MELONI, SI STA SPOSTANDO SUI TALK-SHOW E L’INTRATTENIMENTO, A PARTIRE DALLA PROBABILE USCITA DI PAOLO DEL BROCCO, DA UNA DOZZINA DI ANNI ALLA GUIDA “AUTONOMA” DELLA CONSOCIATA RAI CINEMA, IN SCADENZA AD APRILE 2026 - IL NOME CHE SCALPITA PER ANDARLO A SOSTITUIRE, È UN AMICO FIDATO DI ROSSI, L’ATTUALE DIRETTORE DEL DAY-TIME, LO SCRITTORE-POETA-CANTANTE-SHOWMAN ANGELO MELLONE - MENTRE A RAI FICTION...

roberto vannacci matteo salvini giorgia meloni

DAGOREPORT - UNO SPETTRO SI AGGIRA MINACCIOSO PER L'ARMATA BRANCA-MELONI: ROBERTINO VANNACCI - L’EX GENERALE DELLA FOLGORE STA TERREMOTANDO NON SOLO LA LEGA (SE LA VANNACCIZZAZIONE CONTINUA, ZAIA ESCE DAL PARTITO) MA STA PREOCCUPANDO ANCHE FRATELLI D’ITALIA - IL RICHIAMO DEL GENERALISSIMO ALLA DECIMA MAS E ALLA PACCOTTIGLIA DEL VENTENNIO MUSSOLINIANO (“IO FASCISTA? NON MI OFFENDO”)  ABBAGLIA LO “ZOCCOLO FASCIO” DELLA FIAMMA, INGANNATO DA TRE ANNI DI POTERE MELONIANO IN CUI LE RADICI POST-MISSINE SONO STATE VIA VIA DEMOCRISTIANAMENTE “PETTINATE”, SE NON DEL TUTTO SOTTERRATE - IL PROGETTO CHE FRULLA NELLA MENTE DI VANNACCI HA COME TRAGUARDO LE POLITICHE DEL 2027, QUANDO IMPORRÀ A SALVINI I SUOI UOMINI IN TUTTE LE CIRCOSCRIZIONI. ALTRIMENTI, CARO MATTEO, SCENDO DAL CARROCCIO E DO VITA AL MIO PARTITO - INTANTO, SI È GIÀ APERTO UN ALTRO FRONTE DEL DUELLO TRA LEGA E FRATELLI D’ITALIA: LA PRESIDENZA DEL PIRELLONE…

berlusconi john elkann

FLASH! – “AHI, SERVA ITALIA, DI DOLORE OSTELLO...”: DA QUALE FANTASTICA IPOCRISIA SPUNTA LA FRASE “MESSA IN PROVA” PER LIQUIDARE IL PATTEGGIAMENTO DI JOHN ELKANN, CONDANNATO A 10 MESI DI LAVORO DAI SALESIANI? - QUANDO TOCCÒ AL REIETTO SILVIO BERLUSCONI DI PATTEGGIARE CON LA GIUSTIZIA, CONDANNATO A UN ANNO DI LAVORO PRESSO UN OSPIZIO DI COLOGNO MONZESE, A NESSUNO VENNE IN MENTE DI TIRARE FUORI LA FRASE “MESSA IN PROVA”, MA TUTTI TRANQUILLAMENTE SCRISSERO: “SERVIZI SOCIALI”…

bomba doha qatar trump netanyahu epstein ghislaine maxwell

DAGOREPORT - COME MAI DONALD TRUMP,  PRESIDENTE DELLA PIÙ GRANDE POTENZA PLANETARIA, NON È NELLE CONDIZIONI DI COMANDARE SUL PREMIER ISRAELIANO BENJAMIN NETANYAHU? - COME E' RIUSCITO "BIBI" A COSTRINGERE L’IDIOTA DELLA CASA BIANCA A NEGARE PUBBLICAMENTE DI ESSERE STATO PREAVVISATO DA GERUSALEMME DELL'ATTACCO CONTRO ALTI ESPONENTI DI HAMAS RIUNITI A DOHA? - DATO CHE IL QATAR OSPITA LA PIÙ GRANDE BASE AMERICANA DEL MEDIO ORIENTE, COME MAI LE BOMBE SGANCIATE VIA DRONI SUI VERTICI DI HAMAS RIUNITI A DOHA SONO RIUSCITE A PENETRARE IL SISTEMA ANTIMISSILISTICO IRON DOME ('CUPOLA DI FERRO') DI CUI È BEN DOTATA LA BASE AMERICANA? - TRUMP ERA STATO OVVIAMENTE AVVISATO DELL’ATTACCO MA, PUR CONTRARIO A UN BOMBARDAMENTO IN CASA DI UN ALLEATO, TUTTO QUELLO CHE HA POTUTO FARE È STATO DI SPIFFERARLO ALL’EMIRO DEL QATAR, TAMIN AL-THANI - SECONDO UNA TEORIA COMPLOTTISTICA, SOSTENUTA ANCHE DAL MOVIMENTO MAGA, NETANYAHU AVREBBE IN CASSAFORTE UN RICCO DOSSIER RICATTATORIO SUI SOLLAZZI SESSUALI DI TRUMP, FORNITO ALL’EPOCA DA UN AGENTE DEL MOSSAD ''SOTTO COPERTURA'' IN USA, TALE JEFFREY EPSTEIN...