maurizio landini e andrea orlando

SULLE PENSIONI ARRIVA IL CETRIOLONE? I SINDACATI CI PROVANO: VIA DAL LAVORO A 62 ANNI O CON 41 DI CONTRIBUTI - L’OBIETTIVO È SCONGIURARE IL RITORNO DEL "MODELLO FORNERO" ED EVITARE CHE NEL 2022 SCATTI LO “SCALONE” DEI 67 ANNI - LANDINI: “UN SISTEMA SOLO CONTRIBUTIVO NON ESISTE AL MONDO SE NON IN CINA”. IL MINISTRO ORLANDO DISPONIBILE AD APRIRE UN TAVOLO, L’IDEA DELL’INPS È DIVIDERE LE PENSIONI IN DUE QUOTE...

Da www.lastampa.it

 

PENSIONI

Oltre «quota 100». Il Ministero del Lavoro ha dato la sua disponibilità ad aprire un tavolo sulla previdenza, e già a luglio potrebbe vedere la luce un testo base per la riforma degli ammortizzatori sociali, tassello fondamentale nel mosaico del sistema lavoro italiano.

 

I sindacati, però, tornano alla carica e chiedono un cambio di passo immediato: pensione a 62 anni di età o con 41 anni di contributi. «Vogliamo rilanciare i temi della piattaforma sindacale con maggiore flessibilità», spiegano Cgil, Cisl e Uil, che domani presenteranno l'iniziativa «Cambiare le pensioni adesso».

 

INPS PENSIONI

L'idea delle parti sociali è superare il concetto di «quota» ed evitare che il primo gennaio 2022 spunti il cosiddetto «scalone» dei 67 anni per la pensione di vecchiaia. Per le tre confederazioni «un sistema previdenziale solido e sostenibile deve avere radici salde nell'occupazione di qualità, e noi stiamo lavorando in questo senso consapevoli che senza lavoro non c'è previdenza e che la previdenza è strumento di coesione sociale e non solo una voce della spesa pubblica». L'Italia - concludono - oggi ha grande bisogno di coesione e solidarietà sociale.

 

ANDREA ORLANDO

«Abbiamo riattivato i meccanismi per discutere su come gestire la fine di Quota 100, con le riunioni dei gruppi tecnici. Dobbiamo essere laici e costruire meccanismi che tengano conto della fase che viviamo», ha spiegato pochi giorni fa il titolare del Lavoro, Andrea Orlando.

 

La proposta dell’Inps per non arrivare a «quota 102»

Per evitare «quota 102» (64 anni di età e con almeno 38 anni di contributi) una delle ipotesi, avanzata dal presidente Inps Pasquale Tridico, sarebbe quella di dividere la pensione in due quote: retributiva e contributiva.

 

elsa fornero a otto e mezzo

Come? In particolare si potrebbe prevedere un anticipo pensionistico con solo parte contributiva a 62/63 anni e 20 anni di contributi. Il resto (la quota retributiva) la si otterrebbe a 67 anni con un anno in meno per ogni figlio per madri lavoratrici, oppure con l'aumento del coefficiente di trasformazione corrispondente.

 

In quest'ipotesi non sarebbe escluso un anno in meno di occupazione per ogni 10 anni di lavori usuranti/gravosi, oppure l'aumento del coefficiente di trasformazione relativo (semplificando la certificazione).

 

Oltre il modello Fornero

ANDREA ORLANDO

Con la fine di Quota 100 «non è possibile pensare di tornare senza colpo ferire al modello pensionistico Monti-Fornero, che per molti implica un salto anagrafico di almeno 5 anni - significa non essere sintonizzati sulla vita reale delle persone», sottolinea Luigi Sbarra, segretario generale della Cisl.

 

«Occorre evitare - continua - il rischio di reiterarsi di situazioni come quella degli esodati, che non sono accettate». Per Sbarra occorre invece ragionare subito di una flessibiltà nell'accesso alla pensione a partire da 62 anni di età, «un traguardo assolutamente sostenibile sotto il profilo finanziario».

 

mario draghi maurizio landini

Il pressing dei sindacati si aggiunge all’attesa di una convocazione dal premier Mario Draghi sul Recovery Plan. I segretari generali di Cgil, Cisl e Uil giudicano infatti «inadeguato» il confronto avuto finora con il Governo sulla definizione delle priorità, degli obiettivi e delle risorse del Piano nazionale di ripresa e resilienza.

 

Uno strumento considerato fondamentale  per il rilancio del Paese, per aumentare l'occupazione, a partire dai giovani e dalle donne, e per ridurre i divari territoriali, secondo i sindacati che reclamano un ruolo anche nella governance.

 

mario draghi maurizio landini

Landini: «Non può essere un sistema solo contributivo»

Fare presto, è la parola d’ordine dei sindacato. Con una sottolineatura in più: «Un sistema puramente contributivo – evidenzia il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, – non esiste al mondo se non in Cina. Un sistema contributivo che riconosca discontinuità e differenze tra lavori più e meno gravosi non può essere puramente contributivo, ma prevedere elementi di solidarietà. Per quanto ci riguarda è evidente che qualsiasi sistema pensionistico deve avere un impianto di questa natura e un'idea in cui la creazione di nuovo lavoro, stabile, sicuro e con diritti, è la condizione per reggerlo».

 

maurizio landini

Ciò significa che «al Governo stiamo chiedendo anche di fare una riforma fiscale per combattere l'evasione e aumentare le entrate; stiamo chiedendo di rendere esegibile l'applicazione dei contratti nazionali di lavoro; di combattere il lavoro nero; di avviare investimenti che creino nuovo lavoro e diano prospettive ai giovani», ha continuato Landini. «Allo stesso tempo - ribadisce anche la Cgil - diciamo anche che vogliamo modificare la riforma Fornero, anche perché l'età media con cui un giovane oggi rischia di andare in pensione è di 70 anni».

 

La riforma delle pensioni, infine, «deve essere collocata dentro all'idea di superamento della precarietà del lavoro». A questo proposito, giudica Landini, «la legge Fornero più che una riforma fu un taglio chiesto allora dall’Europa».

 

Il messaggio che invece i sindacati stanno mandando oggi «è che abbiamo bisogna di collocare la vera riforma del sistema pensionistico con il tema del lavoro precario e della lotta all'evasione fiscale e contributiva».

 

Secondo il leader Cgil, serve un sistema in grado di riconoscere le diversità (lavori gravosi, la situazione delle donne, e dei giovani) e che sia solidale, «fondandosi su un mercato del lavoro stabile, sicuro, garantito».

Ultimi Dagoreport

antonio tajani giorgia meloni neri nero bambini immigrati migranti matteo salvini

DAGOREPORT – OH, NO: VUOI VEDERE CHE ABBIAMO DI NUOVO SOPRAVVALUTATO TAJANI? PENSAVAMO CHE IL SUSSULTO SULLO IUS SCHOLAE FOSSE LO SLANCIO DI UN LEADER, PER QUANTO AL SEMOLINO, PRONTO A METTERCI LA FACCIA PER UNA BATTAGLIA DEL SUO PARTITO. E INVECE NO: NEI PALAZZI ROMANI SI MORMORA CHE DIETRO LE SUE DICHIARAZIONI (OSTILI ALLA LEGA) CI FOSSE LA ZAMPETTA DI GIORGIA MELONI, IMPEGNATA A SEMINARE ZIZZANIA NELLA LEGA DI SALVINI, ORMAI VANNACCIZZATA, CHE VEDE LO IUS SCHOLAE COME LA KRYPTONITE – UN "PIZZINO" PER GLI SCOMODI ALLEATI DEL CARROCCIO: NON TIRATE TROPPO LA CORDA - E IL "MAGO OTELMA" DI FROSINONE, TRAVESTITO DA MINISTRO, HA LANCIATO IL SASSO E POI NASCOSTO LA MANO...

volodymyr zelensky donald trump vladimir putin

DAGOREPORT – OGGI DONALD TRUMP CHIAMERÀ VOLODYMYR ZELENSKY E GLI PRESENTERÀ “L’OFFERTA” DI PUTIN: “MAD VLAD” VUOLE IL RICONOSCIMENTO DELLE ZONE ATTUALMENTE OCCUPATE DAI SUOI SOLDATI (OLTRE ALLA CRIMEA, CHE CONSIDERA RUSSA DAL 2014). IL PIANO DEL TYCOON È CONVINCERE L’EX COMICO UCRAINO A DARE L’OK, E POI TORNARE DA PUTIN E FINIRE LA GUERRA. CON UNA SOTTESA MINACCIA: SE, NONOSTANTE LE REGIONI ANNESSE, MOSCA CONTINUASSE IL CONFLITTO, A QUEL PUNTO GLI USA SAREBBERO PRONTI A RIEMPIRE DI ARMI KIEV PER FARE IL CULO A STELLE E STRISCE ALLO ZAR DEL CREMLINO - MA QUANTO CI SI PUO' ANCORA FIDARE DELLE PROMESSE DI TRUMP, VISTE LE CAZZATE CHE HA SPARATO FINORA? 

vincent bollore john elkann andrea pignataro

CHE NELLA TESTA DI JOHN ELKANN FRULLI L’IDEA DI VENDERE “LA REPUBBLICA”, NON È UN MISTERO. GIÀ UN ANNO FA SI SPETTEGOLÒ DI TRATTATIVE A TORINO CON UNA CORDATA DI IMPRENDITORI E BANCHE MILANESI - ELKANN, COSÌ CHIC E COSÌ SNOB, AVREBBE GRADITO LA PRESENZA NELLA CORDATA DI UN NOME INTERNAZIONALE. ED ECCO SPUNTARE L’IMPOSSIBILE: VINCENT BOLLORÉ, PATRON DI VIVENDI E DELLA DESTRA OLTRANZISTA FRANCESE – L’ULTIMA INDISCREZIONE ACCREDITA UNA VOGLIA DI CARTA AL BOLOGNESE ANDREA PIGNATARO, SECONDO MILIARDARIO D’ITALIA - VERO, FALSO, INVEROSIMILE? QUELLO CHE È CERTO È CHE LA CRISI MONDIALE DELL’INDUSTRIA AUTOMOBILISTICA STA DIVENTANDO UN ‘’DRAMMA ECONOMICO’’, CON MINACCIA DI CHIUDERE LE FABBRICHE STELLANTIS, E LA LINEA ANTI-GOVERNATIVA DI “REPUBBLICA” È UNA FONTE DI GUAI, NON ESSENDO PER NULLA GRADITA (EUFEMISMO) DAI “VENDI-CATTIVI” DELLA FIAMMA MAGICA DI PALAZZO CHIGI….

alessandro giuli lucia borgonzoni manuela cacciamani mazzi rampelli giulio base film albatross 2025albatross angelo mellone perla tortora paolo petrecca alma manera

DAGO-CAFONAL! - DAI FRATELLI WARNER DI HOLLYWOOD AI FRATELLI D’ITALIA DI CINECITTÀ, IL CIAK È A DESTRA! - E VOILÀ! DOMANI SUGLI SCHERMI DEL BELPAESE ARRIVA "ALBATROSS", IL NUOVO IMMAGINARIO CAPOLAVORO DI GIULIO BASE, MARITATO TIZIANA ROCCA - ALL’ANTEPRIMA ROMANA, GOVERNO IN PRIMA FILA: TAPPETO ROSSO PER IL MINISTRO GIULI-VO DEL “PENSIERO SOLARE”; AVANTI I DIOSCURI RAI, ROSSI E MELLONE, FATE LARGO AL “GABBIANO SUPREMO” DI COLLE OPPIO, FABIO RAMPELLI, CON MOLLICONE DI SCORTA - NEL FOYER DEL CINEMA SI SBACIUCCHIANO PAOLO PETRECCA, DIRETTORE DI RAI SPORT, E L’AMATA ALMA MANERA - SE LUCIA BORGONZONI TIMBRA IL CARTELLINO PER LA LEGA, A TENERE ALTO IL PENNONE DI FORZA ITALIA C’È MAURIZIO GASPARRI, NEL '70 SEGRETARIO PROVINCIALE DEL FRONTE DELLA GIOVENTÙ – PER I DUE PRODUTTORI, PAOLO DEL BROCCO (RAI CINEMA) E GENNARO COPPOLA (COMPAGNO DI MANUELA CACCIAMANI, PRESIDENTE DI CINECITTA'), ‘STO “ALBATROSS” DI GIULIO BASE DEVE SUSCITARE VERAMENTE “GRANDE ATTENZIONE” VISTO CHE IL 18 GIUGNO SCORSO SAREBBE AVVENUTA UNA PROIEZIONE PRIVATA DEL FILM ALLA PRESENZA DI IGNAZIO LA RUSSA E DI SISTER ARIANNA MELONI…

cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - GIORGIA MELONI PUÒ FARE TUTTE LE SMORFIETTE CHE VUOLE MA A NATALE RISCHIA DI TROVARE SOTTO L'ALBERO UN'ITALIA IN GRANDE DIFFICOLTA' ECONOMICA. E SE I CITTADINI TROVERANNO LE TASCHE VUOTE, ANCHE IL PIU' INCROLLABILE CONSENSO PUO' SGRETOLARSI - IL POTERE D'ACQUISTO AUMENTA DELLO 0,9% ORA, MA NEGLI ULTIMI ANNI È CROLLATO DEL 20% - DA UN LATO L'INFLAZIONE TORNA A CRESCERE, DALL'ALTRO IL PIL CALA. E DAL 2026, CON LA FINE DEL PNRR, CHE HA "DROGATO" IL PRODOTTO INTERNO LORDO, LA SITUAZIONE NON POTRÀ CHE PEGGIORARE. SENZA CONSIDERARE L'EFFETTO TSUNAMI DEI DAZI DI TRUMP SU OCCUPAZIONE ED EXPORT - SE CI FOSSE UN'OPPOSIZIONE DECENTE, MARTELLEREBBE OGNI GIORNO SU QUESTI TEMI: SALARI DA FAME, TASSE CHE CONTINUANO A SALIRE, ECONOMIA CHE RISTAGNA. MA LA PRIORITÀ DI SCHLEIN SONO I GAY UNGHERESI E QUELLE DI CONTE E' FARE IL CANDIDATO PREMIER DEL CAMPO LARGO...