marino malago montezemolo

I GIOCHI DI “MAFIA CAPITALE” - SUMMIT PER LE OLIMPIADI A ROMA, NO DI LEGA E M5S, GRILLO: “SAREBBERO UNA MANNA PER MAFIA CAPITALE” - MONTEZEMOLO: “NON ARRENDIAMOCI” - MALAGO’: “LA CANDIDATURA DI PARIGI HA AVUTO 31 VOTI CONTRO”

Ernesto Menicucci per il “Corriere della Sera”

 

MARINO MALAGO PANCALLI MONTEZEMOLO BUGNOMARINO MALAGO PANCALLI MONTEZEMOLO BUGNO

La Roma di Mafia Capitale, di un sindaco «sfiduciato» dal premier, prova a ritrovarsi intorno allo spirito olimpico, alla sfida della candidatura del 2024. Un segnale di ottimismo, magari di speranza: «Non ci si può arrendere a un’occasione di questo tipo», dice Luca Cordero di Montezemolo. Perché una cosa è la politica, la maggioranza instabile intorno a Marino, un’altra — secondo il Coni e i dirigenti del comitato organizzatore — sono le Olimpiadi. 
 

malago  marino foto mezzelani gmt078malago marino foto mezzelani gmt078

All’ora di pranzo, Montezemolo, il presidente del Coni Giovanni Malagò, la direttrice di «Roma ‘24», Claudia Bugno, partecipano in Campidoglio alla riunione dei capigruppo che deve calendarizzare il voto sulla mozione, previsto per domani. L’obiettivo è un’approvazione il più condivisa possibile, requisito non indispensabile per il Cio («la candidatura di Parigi ha avuto 31 voti contro», dice Malagò) ma importante come segnale di coesione.

 

Il problema, però, è che l’appoggio di alcune forze politiche non ci sarà. I Cinque Stelle voteranno no (4 consiglieri), perché «è una follia che con bilanci fuori controllo e servizi non degni di questo nome Marino pensi alle Olimpiadi». Beppe Grillo è ancora più duro: «Sarebbero una manna per Mafia Capitale. E potremmo fare il tiro al ratto, il salto della buca, il lancio della monnezza, il tiro al bersaglio al Campidoglio...». Anche la Lega si distacca: «Voteremo no», fa sapere Matteo Salvini, che al Comune ha un consigliere. Altro possibile dissenso, quello dei Radicali (che al Comune hanno eletto Riccardo Magi). 
 

GRILLO COMIZIO GENOVAGRILLO COMIZIO GENOVA

In altri casi, però, l’azione di mediazione del capogruppo pd (e renziano) Fabrizio Panecaldo ha in parte funzionato: la lista di Alfio Marchini, l’imprenditore che nel 2013 si candidò a sindaco e che nel futuro potrebbe riprovarci, firmerà la mozione, ma non sarà in Aula.

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Nel centrodestra, che a Roma è spezzettato in mille gruppetti, la situazione è più complessa. Forza Italia dice di «voler valutare il progetto di Marino», ma alla fine dovrebbe votare sì. Gianni Alemanno, che portò avanti la corsa del 2020 «abortita» dal governo Monti, è favorevole. Fratelli d’Italia presenterà una sua mozione e Sveva Belviso, ex vicesindaco, vuole «prima le scuse di Marino per la frase sulle fogne». A conti fatti, su 48 consiglieri, per il fronte del sì ne mancano all’appello una decina. 
 

Malagò si dice soddisfatto: «C’è condivisione e unità d’intenti. Sono ottimista». E per Roma 2024 si sono già espressi il Capo dello Stato, Sergio Mattarella («le Olimpiadi sono una priorità»), il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, i rettori delle università romane. Il clima politico, però, resta teso. Marino smussa le polemiche con Renzi («lo inviterò a una passeggiata in bici sui Fori imperiali»), ma critica Francesco Rutelli («è un politico del secolo scorso»).

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E, insieme a Matteo Orfini, commissario romano del Pd, mette a punto un’altra mossa: il passo indietro dei consiglieri Alfredo Ferrari e Francesco D’Ausilio, che si sospendono dal partito («un gesto di responsabilità», dice Orfini) e le dimissioni da capogruppo della Civica del sindaco di Luca Giansanti. Tutti e tre sono citati nelle carte di Mafia Capitale, non indagati.

 

 E questo è un modo per rimarcare la differenza col governo e col Pd nazionale. Alla Camera, infatti, i dem bocciano le mozioni di censura contro il sottosegretario all’Agricoltura Giuseppe Castiglione, indagato proprio per Mafia Capitale. Marino vede anche l’assessore «dimissionario» Guido Improta, chiedendogli di restare. E il renziano prende tempo. Sul Campidoglio, la partita a poker non è ancora finita. 
 

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