fedriga salvini giorgetti

SUPER GREEN PASS IN ZONA BIANCA? SCATTA LA RIVOLTA DELLA LEGA: DALLA MINACCIA DI DISERTARE IL CONSIGLIO DEI  MINISTRI AL VOTO FAVOREVOLE – GIORGETTI HA ALZATO LA VOCE QUANDO LA GELMINI HA DETTO CHE LE MISURE ERANO QUELLE RICHIESTE DALLE REGIONI. “È UNA BUGIA” – ALLA FINE IL MINISTRO E IL GOVERNATORE FEDRIGA "STRAPPANO" LA LIMITAZIONE DEL GREEN PASS RAFFORZATO NELLE ZONE BIANCHE SOLO DAL 6 DICEMBRE AL 15 GENNAIO

Cesare Zapperi per corriere.it

MASSIMILIANO FEDRIGA E MATTEO SALVINI

A fine giornata, tocca a Giancarlo Giorgetti e a Massimiliano Fedriga sfoderare equilibri dialettici alla democristiana per tenere sotto lo stesso cappello le perplessità per l’applicazione del super green pass anche in zona bianca e la soddisfazione per aver evitato misure più restrittive. Il ministro parla di voto in Consiglio dei ministri dato «con senso di responsabilità», sottolineatura che di per sé sarebbe pleonastica. Il presidente della Conferenza delle Regioni sottolinea, invece, il lavoro della Lega «a tutela della salute pubblica, della ripresa economica e della tenuta sociale del Paese».

 

 

massimiliano fedriga

Toni e parole più concilianti al termine di una giornata caratterizzata da tensioni, malumori, minacce di diserzione del Consiglio dei ministro o di astensione sul voto finale. Un modo anche per rispondere al premier Draghi che ha auspicato che il «governo sia compatto nelle sue determinazioni. Non deve avere cedimenti o posizioni un po’ diverse come già visto tante volte nella storia italiana».

 

Ma le posizioni diverse ci sono state, eccome. Uno, in particolare, il tema di divisione: l’introduzione del green pass rafforzato nelle zone bianche da subito e senza limiti di tempo. Non era questa la posizione espressa da Fedriga a nome delle Regioni nell’incontro con il governo di lunedì pomeriggio. In quella sede si era parlato sì di limitazioni, ma a partire dalla zona gialla.

giorgetti

 

 A determinare la scelta più «aggressiva» dell’esecutivo sarebbe stato il parere del Comitato tecnico scientifico. Il cambio di rotta alla Lega non è piaciuto. In mattinata si è tenuta una videoconferenza tra il segretario Matteo Salvini, lo stesso Fedriga, il ministro Giorgetti, i capigruppo Molinari e Romeo. In quella sede sono state esplicitate le perplessità sul provvedimento che stava maturando.

 

 

fedriga salvini giorgetti

Per lanciare un segnale al governo, alla cabina di regia non è andato Giorgetti, ma il sottosegretario Federico Freni. Il clima si è scaldato. Fra minacce di salire sull’Aventino, tentativi di mediazione, contatti indiretti tra Draghi e Salvini, si è arrivati al Consiglio dei ministri. I leghisti hanno espresso le loro perplessità, il ministro della Salute Roberto Speranza ha difeso il giro di vite, sostenuto dal collega Andrea Orlando. Giorgetti ha alzato la voce quando Mariastella Gelmini ha detto che le misure erano quelle richieste dalle Regioni.

 

GIANMARCO CENTINAIO MASSIMILIANO FEDRIGA GIANCARLO GIORGETTI

«È una bugia» è sbottato. Il duetto è stato poi derubricato a «normale dialettica». «Ho semplicemente ricordato al collega — ha spiegato la ministra — che il provvedimento, al netto di bianca o gialla, era stato ampiamente trattato e condiviso anche dai governatori di centrodestra».

 

Alla fine, poiché non era interesse di nessuno tirare la corda, si è trovato un compromesso fissando un periodo di validità del green pass rafforzato. Si era ipotizzato un intervallo compreso tra il 6 dicembre e il 31 gennaio, poi ci si è fermati al 15 gennaio. Un intervallo di tempo ritenuto ragionevole anche dai leghisti, visti i rischi connessi alle settimane natalizie.

MARIA STELLA GELMINI

 

Ottenuto anche il no al green pass per i minori di 12 anni, i leghisti si sono acconciati a licenziare con il resto del Cdm le nuove restrizioni. Salvo far arrivare alle agenzie di stampa, con una concertazione sospetta, le note di Giorgetti, Fedriga e del responsabile enti locali Stefano Locatelli, unite nell’esprimere «perplessità» per il green pass rafforzato in zona bianca. Giusto per ricordarlo ai propri elettori.

fedrigasalvini giorgettimassimiliano fedriga

Ultimi Dagoreport

osnato fazzolari savona banco bpm

FLASH! – NONOSTANTE SIA FINITO NEL MIRINO DI FAZZOLARI (TRAMITE IL BRACCIO ARMATO, MARCO OSNATO), IL PRESIDENTE DELLA CONSOB, PAOLO SAVONA, NON È UN TIPINO FACILE DA “PIEGARE”, VISTA ANCHE LA SUA “SARDITUDINE”: SA CHE SE DOVESSE PARTIRE DA PALAZZO CHIGI L’ORDINE DI RASSEGNARE LE SUE DIMISSIONI, SI REGISTREREBBE UN PESANTISSIMO CONTRACCOLPO SULLA BORSA DI MILANO – COSE MAI VISTE NELLA GUERRA IN CORSO TRA LA FINANZA MILANESE E IL GOVERNO DI ROMA: IERI E' APPARSA UNA PAGINA DI PUBBLICITÀ SUL “GIORNALE” DI ANGELUCCI, CON CUI BANCO BPM, CARO ALLA LEGA DEL MINISTRO GIORGETTI, SPARA UN GIGANTESCO "NO" ALL’OPS DI UNICREDIT...

simone inzaghi arabia saudita massimiliano allegri antonio conte vincenzo italiano

DAGOREPORT - QUEL DEMONE DI SIMONE INZAGHI, ALLA VIGILIA DELLA DUE PARTITE PIÙ IMPORTANTI DELLA STAGIONE CON IL COMO IN CAMPIONATO E CON IL PSG IN CHAMPIONS, SAREBBE FORTEMENTE TENTATO DALL’OFFERTA DA 20 MILIONI DI PETRO-DOLLARI ANNUI DELL’AL HILAL - L'INTER, CON LA REGIA DI MAROTTA, STAREBBE GIÀ CERCANDO DI BLOCCARE IL CONTE MAX ALLEGRI, CHE AVREBBE RICEVUTO UN’OFFERTA DA 6 MILIONI DI EURO DAL NAPOLI DA AURELIONE DE LAURENTIIS CHE SI STA CAUTELANDO DAL PROBABILE ADDIO DI ANTONIO CONTE, CORTEGGIATO DALLA JUVENTUS – E IL MILAN, SFUMATO VINCENZO ITALIANO, CHE RESTA A BOLOGNA, STAREBBE VIRANDO SU…

rai giampaolo rossi giancarlo giorgetti silvia calandrelli antonio marano felice ventura

DAGOREPORT – COME MAI LA LEGA HA DATO L’OK A FELICE VENTURA, IN QUOTA FDI, E GIA' CAPO DEL PERSONALE RAI, AL DOPPIO INCARICO CON LA PRESIDENZA DI RAI PUBBLICITÀ? - DOPO LO SHAMPOO DI GIORGETTI ALL'AD ROSSI CHE VOLEVA LA DEM CALANDRELLI (IL MEF E' L'AZIONISTA AL 99,56% DELLA RAI), È ANDATA IN SCENA LA PIÙ CLASSICA DELLE SPARTIZIONI DI POTERE, SOTTO L'ABILE REGIA DI MARANO, PRESIDENTE PRO-TEMPORE DI VIALE MAZZINI, IN QUOTA LEGA: IL CARROCCIO, IN CAMBIO DELL’OK A VENTURA, OTTIENE DUE VICEDIREZIONI A RAISPORT (CON BULBARELLI E DE LUCA) - UN COLPO IMPORTANTE PER LA LEGA IN VISTA DELLE "SUE" OLIMPIADI INVERNALI MILANO-CORTINA (RAISPORT HA UNA SEDE A MILANO)...

il patriarca kirill con vladimir putin alla veglia pasquale

FLASH – QUANDO IL MINISTRO DEGLI ESTERI RUSSO, SERGEI LAVROV, CHIUDE LA PORTA ALNEGOZIATO IN VATICANO SOSTENENDO CHE NON SIA “ELEGANTE CHE PAESI ORTODOSSI (RUSSIA E UCRAINA) DISCUTANO IN UNA SEDE CATTOLICA” DELLA PACE, UTILIZZA UN ARGOMENTO PRETESTUOSO. INNANZITUTTO PERCHÉ L’UNITÀ ORTODOSSA SI È ROTTA CON L’INVASIONE DELL’UCRAINA DEL 2022 (LA CHIESA DI KIEV HA PRESO LE DISTANZE DA QUELLA DI MOSCA). E POI PERCHÉ RIVOLGERSI AL PAPA FAREBBE OMBRA AL PATRIARCA DI MOSCA, KIRILL, CHE HA BENEDETTO PUTIN E LA SUA “OPERAZIONE SPECIALE” PARLANDO DI “GUERRA SANTA…”