iran

SVOLTA IRAN: RIFORMISTI E MODERATI AVANTI - ALLEATI DI ROUHANI PRIMI: A TEHERAN CONQUISTANO TUTTI E 30 I SEGGI - PREMIATA LA LINEA DI APERTURA ALL'OCCIDENTE - VUOI VEDERE CHE A FORZA DI ''APERTURE'' SI RITROVANO AI VECCHI TEMPI DELLO SCIA' REZA?

Da “repubblica.it”

rouhanirouhani

 

Moderati e riformisti avanzano nelle elezioni parlamentari in Iran. Mentre nella capitale il gruppo vicino al presidente Hassan Rohani ha conquistato 30 seggi su 30, alcuni media locali riportano la vittoria dei riformisti in tutto il Paese, con la conquista di 96 seggi su 290 nel nuovo Parlamento (Majlis).

 

iran 3iran 3

Con queste cifre, è stato superato il blocco fondamentalista che è a 91 seggi. "Sulla base dei voti che abbiamo al momento sembra che i conservatori perderanno la maggioranza nel prossimo Majlis con quasi il 50%. I riformisti hanno guadagnato il 30% e i candidati indipendenti il 20%", ha detto una fonte del governo.

"La gente ha dimostrato il loro potere, ancora una volta, e ha dato più credibilità e forza al governo eletto", ha detto Rohani, aggiungendo che avrebbe lavorato con chiunque vinca le elezioni per costruire un futuro del Paese.

En plein a Teheran. Con il conteggio dei voti ancora da completare, i riformisti iraniani si apprestano a conquistare tutti i 30 seggi parlamentari previsti per Teheran. Si tratta di un risultato importante per il presidente riformista Hassan Rouhani che vede così premiata la sua linea politica nei confronti dei conservatori.

L'avanzata di Rouhani nella capitale indicherebbe un successo generale per il presidente che potrebbe così contare su un Parlamento più favorevole alle sue aperture verso l'esterno dopo l'accordo sul nucleare concluso con le potenze occidentali.

 

iraniran

Rouhani e il suo principale alleato, l'ex presidente Akbar Hashemi Rafsanjani, sono in testa anche nell'assegnazione dei seggi per l'Assemblea degli esperti, l'organismo che seleziona il leader supremo, la più alta autorità del Paese. Sia il Parlamento che l'Assemblea erano da anni controllati dai conservatori vicini all'Ayatollah Ali Khamenei.

 

Su Twitter Rafsanjani ha scritto: "Nessuno è in grado di resistere alla volontà della maggioranza e coloro che il popolo non vuole devono farsi da parte", mentre su Instagram l'ex presidente ha commentato: "La competizione è finita ed è giunto il momento di unità e cooperazione".

 

La lista riformista è guidata da Mohamadreza Aref, ex vice presidente sotto il governo riformista di Mohammad Khatami (2001-2005), numero due della lista è Ali Motahari, una delle voci più attive per chiedere la riabilitazione dei leader del movimento 'verde' e maggiori libertà sociali e politiche nel Paese. La Lista della Speranza ha avuto la meglio sul candidato di punta conservatore, Gholam-Ali Hadad Adel, ex presidente del Parlamento dal 2005 al 2008, è il consuocero della Guida Suprema, Ali Khamenei, e a lui molto fedele.

Le autorità iraniane annunceranno oggi il risultato finale, che punta a un legame virtuale tra i 'principalisti', che ora hanno 167 deputati e il dominio assoluto in Parlamento, e i moderati e riformisti alleati del presidente Hassan Rouhani di cui difendendo le politiche di apertura e riforma economica.

Nel Parlamento 13 donne. Anche tredici donne risultano elette nel nuovo Parlamento, secondo i dati parziali riportati dal quodiano Etemad. In corsa erano circa 500 candidate su un totale di quasi 5 mila aspiranti deputati. Per l'Assemblea degli Esperti invece, il Consiglio dei Guardiani, l'organismo incaricato di preselezionare i candidati, aveva bocciato tutte le domande presentate da una ventina di religiose.

I numeri. Al voto di venerdì hanno partecipato circa 33 milioni di elettori sui 55 milioni di aventi diritto. I candidati che si sono presentati sono stati oltre 4.800

iran 6iran 6

 

 

2. IL VOTO IN IRAN PREMIA I MODERATI ROUHANI: SI APRE UN NUOVO CAPITOLO

E.Ro. per il "Corriere della Sera”

 

Se dipendesse dalla capitale, avrebbero stravinto i riformisti: 29 dei 30 seggi parlamentari spettanti ai deputati di Teheran (su 290) risultavano attribuiti ieri sera alla lista della «Speranza», guidata da Mohammad Reza Aref, vice presidente di Mohammad Khatami tra il 2001 e il 2005.
 

Un trionfo, se si considera che a quei 30 posti concorrevano 1.111 pretendenti.
Propugnatore del cambiamento «nel rispetto dei valori della rivoluzione islamica, l' unica vera rivoluzione per noi iraniani», come dichiarava in occasione del suo ultimo comizio, mercoledì scorso, Aref sapeva di partire penalizzato dopo che la sua lista di candidati era stata ridotta dal «Consiglio dei guardiani» ad appena trenta nomi.

 

Che, in compenso, l' elettorato sembra aver approvato praticamente in blocco. Aref, il più votato a Teheran, seguito dal conservatore moderato Ali Motahari, vede premiata così la sua rinuncia a concorrere alla presidenza, nel 2013, in favore di Hassan Rouhani, eletto così al primo turno.
 

rafsanjanirafsanjani

Con il 44 per cento dei seggi scrutinati, il primo degli ultraconservatori si era classificato soltanto al settimo posto. Ma l' afflusso dei risultati da tutte le 31 regioni iraniane sta diluendo il successo dei riformisti e moderati di Teheran nell' irriducibile consenso della provincia per il fronte ultraconservatore.

 

Il conteggio dei voti andrà avanti prevedibilmente ancora per molte ore e per i risultati definitivi si dovrà attendere fino a domani, o addirittura fino a martedì. Ieri, dunque, nessuno dei candidati si azzardava ancora a cantare vittoria. Ma le prime somme conferivano a riformisti e ai loro alleati conservatori moderati il miglior risultato degli ultimi dodici anni.
 

Il presidente in carica, il moderato Hassan Rouhani, sa ormai con certezza di essere confortato dall' appoggio popolare nella linea prescelta dal suo governo: «Il popolo ha dato maggior credibilità e potere al suo governo eletto. La competizione è finita - ha dichiarato Rouhani all' agenzia di Stato Irna -.

 

iran 5iran 5

È ora di aprire un nuovo capitolo nello sviluppo economico dell' Iran, basato sulle capacità nazionali e sulle opportunità internazionali».
 

Gli elettori premiano le sue scelte di apertura all' Occidente nelle prime consultazioni che si svolgono dopo la conclusione dell' accordo sul nucleare con Regno Unito, Francia, Stati Uniti, Russia e Cina più Germania nel luglio scorso, e la conseguente fine di un decennio di sanzioni economiche decretata il 16 gennaio.
 

iran 4iran 4

Salvo inversione della tendenza iniziale, lo scrutinio dei voti consacra anche la vittoria dell' alleato strategico di Rouhani: un altro ex presidente, il riformista 81enne Akbar Hashemi Rafsanjani, si è assicurato, come Rouhani, l' ingresso alla potente Assemblea degli esperti, la cui composizione viene rinnovata, a questo giro, contemporaneamente a quella del congresso dei deputati. «Inizia ora una nuova fase - ha detto Rafsanjani, compiaciuto, all' agenzia Irna -, comincia una fase di unità e collaborazione. Finite le elezioni, è arrivato il momento di lavorare duramente per costruire il Paese».
 

iran 1iran 1

La massiccia affluenza ai seggi, che per esaurire le code sono rimasti aperti a Teheran fino a mezzanotte meno un quarto e, nel resto del Paese, fino alle 21, non ha stabilito però alcun record, anzi. Il 60% circa degli iraniani (33 milioni su 55), ha espresso il suo voto (contro il 64% delle legislative precedenti), ma a Teheran la partecipazione è arrivata appena al 42 per cento.
 

 

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…