bianca berlingue massimo dalema

SINDROME TAFAZZI PER LA SINISTRA PD - S’AFFACCIA BIANCA BERLINGUER COME “PAPA STRANIERO” IN CHIAVE ANTI-RENZI - BOCCIATI ROBERTO SPERANZA, 'MERLUZZONE' SENZA QUID, E IL GOVERNATORE DELLA TOSCANA ENRICO ROSSI - MA L'EX DIRETTORA DEL TG3 HA DAVVERO VOGLIA DI ENTRARE IN POLITICA?

Annalisa Cuzzocrea per “la Repubblica” 

 

roberto speranzaroberto speranza

Un "papa straniero" per la sinistra del Pd. Qualcuno che corra al prossimo congresso contro Matteo Renzi «per vincere, non partecipare», dice Gianni Cuperlo. L' idea - piombata sull' estate democratica con il nome e il volto di Bianca Berlinguer - sta gettando scompiglio nella già frammentata minoranza interna del partito. L' ipotesi di una vittoria del No al referendum d' autunno smuove acque rimaste finora placide.

 

Se prima l' alternativa interna a Renzi sembrava poter aspettare, adesso non è più così. In corsa come sfidanti del premier- segretario ci sono già - di fatto - l' ex capogruppo Roberto Speranza e il governatore della Toscana Enrico Rossi.

ENRICO ROSSIENRICO ROSSI

 

Il secondo appare da tempo come un generale senza truppe: ha annunciato che ci sarà, ma non ha ancora aggregato forze sul territorio, né tanto meno in Parlamento. Speranza ha invece l' appoggio dell' ex segretario Pier Luigi Bersani e dei suoi uomini. Lavora da mesi - da quando ha lasciato il ruolo di capogruppo alla Camera, in polemica con la riforma elettorale - per cercare consenso nella base. Si è guadagnato la fiducia di una fetta di minoranza, ma non quella di Massimo D' Alema, che sta in disparte e non partecipa - per ora - alle gare di posizionamento interno.

 

d'alema 4d'alema 4

Ad accendere la miccia che creerà problemi ai tentativi di unità della minoranza è stato ieri Gianni Cuperlo. Alla Stampa, il leader di Sinistra Dem ha parlato di Bianca Berlinguer come di «una donna che gode di una popolarità e di una forza che parlano a un mondo ampio della sinistra», aggiungendo che «chiunque si candiderà dovrà allargare il nostro campo».

 

Parole sufficienti a far suonare un campanello d' allarme tra i bersaniani. Roberto Speranza è in vacanza, qualche giorno in Galles con la famiglia, ma agli amici che lo hanno chiamato ha detto chiaro: «Io voglio costruire un' alternativa a Renzi dentro il Pd.

Gianni Cuperlo Gianni Cuperlo

Dobbiamo farci guidare dalla politica, non da altro».

 

Il leader di Sinistra riformista ha dato un segnale forte dopo la sostituzione di Bianca Berlinguer al Tg3. I senatori che si sono dimessi dalla Commissione di Vigilanza Rai, Miguel Gotor e Federico Fornaro, fanno parte della sua corrente. E si sono mossi - rivendica chi ha lavorato all' operazione - «per evitare di consegnare la difesa di un pezzo di immaginario collettivo della sinistra italiana al Movimento 5 Stelle».

Davide Zoggia Davide Zoggia

 

Nessun dubbio sulla forza della figlia di Enrico Berlinguer, quindi, ma molti sul fatto che il suo sia un nome davvero praticabile. «Soprattutto perché la diretta interessata non ha mai manifestato ambizioni di questo tipo», dice Davide Zoggia. «Per guidare il Pd serve qualcuno che conosca a fondo il partito, che lo risollevi da una situazione molto complicata. Il candidato naturale è Roberto Speranza».

 

Parole simili a quelle di Nico Stumpo: «Se Cuperlo crede che ci sia qualcuno che possa candidarsi a fare il segretario meglio di Speranza lo metta in campo esorta il deputato - altrimenti, è puro posizionamento». Il timore dei bersaniani è che la mossa di Cuperlo non c' entri con Bianca Berlinguer e con un suo possibile ruolo in chiave anti-Renzi, ma che voglia solo indebolire la candidatura di Speranza. Il diretto interessato nega.

 

nico stumponico stumpo

«Quello che ho detto non riguarda Bianca o altri - spiega a Repubblica Cuperlo - in questi due anni tutti noi abbiamo fatto delle battaglie giuste, ma se di fronte a una situazione come quella passata si evoca la possibilità di un "papa straniero" dobbiamo interrogarci su un deficit di autorevolezza».

 

BIANCA BERLINGUER BIANCA BERLINGUER

E poi: «Io ho sempre detto che chiunque assumerà il compito di sfidare Renzi dovrà essere capace di allargare il campo e unire le forze. Quindi lavoriamo insieme per costruire la sinistra, dentro e fuori dal partito, e per un centrosinistra che si candida alla guida del governo. Il nome seguirà».

 

Quanto a Speranza: «La mia non era assolutamente una battuta polemica verso qualcuno, ma se siamo nella condizione in cui siamo dobbiamo chiederci perché, cos' è accaduto e come mettere insieme una proposta per il congresso che sia vincente». Perché, «al contrario di De Coubertin, io al prossimo congresso non voglio partecipare, voglio vincere».

Ultimi Dagoreport

igor taruffi elly schlein

DAGOREPORT - QUALCUNO DICA A ELLY SCHLEIN CHE STA AFFONDANDO IL PD! - NON SOLO TOSCANA E UMBRIA, DALLA CAMPANIA ALLA SICILIA FINO ALLA PUGLIA, SI MOLTIPLICANO I PROBLEMI SUI “TERRITORI” - A FINIRE NEL MIRINO LO “SPICCIAFACCENDE” DI ELLY, IGOR TARUFFI, RESPONSABILE ORGANIZZAZIONE DEL NAZARENO. DOVE C’È LUI, C’È CASINO, VISTA LA SUA PROPENSIONE A SALVAGUARDARE I CACICCHI FEDELI ALLA MIGLIORE ALLEATA DEL GOVERNO MELONI - IN SUO SOCCORSO È ARRIVATO ANCHE IL BERSANIANO NICO STUMPO CHE NON RIESCE AD EVITARE I PASTICCI CHE "LO STRATEGA IN VERSIONE PIZZICAGNOLO" TARUFFI COMBINA A CAUSA DELLA SCARSA CONOSCENZA DELLE REGOLE E DELLE DIVERSE REALTA’ LOCALI. E PER LA PRIMA VOLTA…

giorgia meloni ursula von der leyen donald trump dazi matteo salvini

DAGOREPORT – LA LETTERINA DELL’AL CAFONE DELLA CASA BIANCA È UNA PISTOLA PUNTATA ALLA TEMPIA DEI LEADER EUROPEI, CUI È RIMASTA UNA SOLA VIA DI USCITA, QUELLA COSIDDETTA “OMEOPATICA”: RISPONDERE AL MALE CON IL MALE. LINEA DURA, DURISSIMA, ALTRIMENTI, ALLE LEGNATE DI TRUMP, DOMANI, ALL’APERTURA DELLE BORSE, SI AGGIUNGERANNO I CALCI IN CULO DEI MERCATI. LA CINA HA DIMOSTRATO CHE, QUANDO RISPONDI CON LA FORZA, TRUMP FA MARCIA INDIETRO - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” ORMAI È RIMASTA L’UNICA A IMPLORARE, SCODINZOLANTE, “IL DIALOGO” COL DAZISTA IN CHIEF, NEMMENO LE CIFRE CATASTROFICHE SULLE RIPERCUSSIONI DELLE TARIFFE USA SULLE  AZIENDE ITALIANE, TANTO CARE ALLA LEGA, HA FERMATO I DEMENZIALI APPLAUSI ALLA LETTERA-RAPINA DA PARTE DI MATTEO SALVINI – ASCOLTATE JOSEPH STIGLITZ, PREMIO NOBEL PER L’ECONOMIA: “TRUMP NON AGISCE SECONDO ALCUN PRINCIPIO ECONOMICO, NON CONOSCE LO STATO DI DIRITTO, È SEMPLICEMENTE UN BULLO CHE USA IL POTERE ECONOMICO COME UNICA LEVA. SE POTESSE, USEREBBE QUELLO MILITARE’’

steve witkoff marco rubio sergei lavrov

RUBIO, IL TAJANI STARS AND STRIPES – IL SEGRETARIO DI STATO AMERICANO NON TOCCA PALLA E SOFFRE IL POTERE DI STEVE WITKOFF, INVIATO DI TRUMP IN MEDIO ORIENTE CHE SE LA COMANDA ANCHE IN UCRAINA. IL MINISTRO DEGLI ESTERI USA PROVA A USCIRE DALL’ANGOLO PARLANDO DI “NUOVA IDEA” DELLA RUSSIA SUI NEGOZIATI IN UCRAINA. MA IL MINISTRO DEGLI ESTERI DI PUTIN, LAVROV, SUBITO VEDE IL BLUFF: “CONFERMIAMO LA NOSTRA POSIZIONE” – TRUMP AVEVA OFFERTO DI TUTTO A WITKOFF, MA L’IMMOBILIARISTA NON HA VOLUTO RUOLI UFFICIALI NELL’AMMINISTRAZIONE. E TE CREDO: HA UN CONFLITTO DI INTERESSE GRANDE QUANTO UN GRATTACIELO...

diletta leotta ilary blasi stefano sala pier silvio berlusconi

FLASH – IL BRUTALE AFFONDO DI PIER SILVIO BERLUSCONI SU ILARY BLASI E DILETTA LEOTTA (“I LORO REALITY TRA I PIÙ BRUTTI MAI VISTI”), COSÌ COME IL SILURAMENTO DI MYRTA MERLINO, NASCE DAI DATI HORROR SULLA PUBBLICITÀ MOSTRATI A “PIER DUDI” DA STEFANO SALA, AD DI PUBLITALIA (LA CONCESSIONARIA DI MEDIASET): UNA DISAMINA SPIETATA CHE HA PORTATO ALLA “DISBOSCATA” DI TRASMISSIONI DEBOLI. UN METODO DA TAGLIATORE DI TESTE BEN DIVERSO DA QUELLO DI BABBO SILVIO, PIÙ INDULGENTE VERSO I SUOI DIPENDENTI – A DARE UNA MANO A MEDIASET NON È LA SCURE DI BERLUSCONI JR, MA LA RAI: NON SI ERA MAI VISTA UNA CONTROPROGRAMMAZIONE PIÙ SCARSA DI QUELLA CHE VIALE MAZZINI, IN VERSIONE TELE-MELONI, HA OFFERTO IN QUESTI TRE ANNI…

giorgia meloni elly schlein luca zaia vincenzo de luca eugenio giani elly schlein elezioni regionali

PER UNA VOLTA, VA ASCOLTATA GIORGIA MELONI, CHE DA MESI RIPETE AI SUOI: LE REGIONALI NON VANNO PRESE SOTTOGAMBA PERCHÉ SARANNO UN TEST STRADECISIVO PER LA MAGGIORANZA – UNA SPIA CHE IL VENTO NON SPIRI A FAVORE DELLE MAGNIFICHE SORTI DELL’ARMATA BRANCA-MELONI È IL TENTATIVO DI ANTICIPARE AL 20 SETTEMBRE IL VOTO NELLE MARCHE, DOVE IL DESTRORSO ACQUAROLI RISCHIA DI TORNARE A PASCOLARE (IL PIDDINO MATTEO RICCI È IN LEGGERO VANTAGGIO) – IL FANTASMA DI LUCA ZAIA IN VENETO E LE ROGNE DI ELLY SCHLEIN: JE RODE AMMETTERE CHE I CANDIDATI DEL PD VINCENTI SIANO TUTTI DOTATI DI UN SANO PEDIGREE RIFORMISTA E CATTO-DEM. E IN CAMPANIA RISCHIA LO SCHIAFFONE: SI È IMPUNTATA SU ROBERTO FICO, IMPIPANDOSENE DI VINCENZO DE LUCA, E SOLO UNA CHIAMATA DEL SAGGIO GAETANO MANFREDI LE HA FATTO CAPIRE CHE SENZA LO “SCERIFFO” DI SALERNO NON SI VINCE…