
“LE VITTIME DEGLI ANNI DI PIOMBO NON POSSONO ESSERE SFRUTTATE PER RAGIONI DI CAMPAGNA ELETTORALE” - MARIO CALABRESI, FIGLIO DI LUIGI UCCISO DA UN COMMANDO DI "LOTTA CONTINUA", REPLICA A MUSO DURO A TAJANI CHE AVEVA EVOCATO IL DELITTO CALABRESI PER ATTACCARE LA SINISTRA ACCUSATA DI FOMENTARE L’ODIO POLITICO DOPO L'OMICIDIO DELL'ATTIVISTA "MAGA", CHARLIE KIRK – “FARE PARAGONI TRA QUELLA STAGIONE E L'ITALIA DI OGGI È FUORVIANTE E FUORI LUOGO. LA VIOLENZA NON È MAI STATA DI UNA SOLA PARTE. LA VIOLENZA È STATA DI SINISTRA E DI DESTRA, DI MATRICE COMUNISTA E FASCISTA…”
1 - TAJANI EVOCA CALABRESI "CLIMA DA BRIGATE ROSSE? RICORDIAMO QUEL DELITTO"
Giovanna Vitale per “la Repubblica” - Estratti
antonio tajani - informativa al senato su gaza - fot lapresse
La macchina della propaganda meloniana detta la linea e l'intendenza segue. Dopo l'attacco ad alzo zero della presidente del Consiglio contro le opposizioni di sinistra — accusate di fomentare l'odio politico prendendo a pretesto l'omicidio dell'attivista Maga Charlie Kirk nello Utah per evocare il ritorno in Italia degli anni di piombo — sono i due vicepremier a incaricarsi di suonare lo stesso spartito.
A partire da Antonio Tajani che, a dispetto dell'abito moderato sempre esibito per distinguersi dallo scalmanato collega leghista, sceglie stavolta di alzare i toni. «Ricordiamo la storia del commissario Calabresi», esordisce il ministro degli Esteri a margine di una iniziativa pubblica: «Contro di lui venne orchestrata tutta una campagna per criminalizzarlo» e alla fine «Calabresi venne assassinato».
Un paragone azzardato, che offende la memoria della vittima e persino la biografia recente della nazione. Ma Tajani non se ne cura: «Bisogna stare attenti ad aizzare l'opinione pubblica perché non è detto che sia per forza un militante politico a colpire».
Ce l'ha con «i cattivi maestri», il segretario forzista, quelli che negli anni ‘70 fornirono supporto ideologico alle Brigate rosse, ora tornati sotto le mentite spoglie dei leader d'opposizione: «Dicendo cose magari non con obiettivi violenti possono toccare alcune menti malate che possono reagire chissà come, abbiamo visto cosa è successo negli Stati Uniti». Qualcosa che rischia di ripetersi a Roma: complice «un clima di odio che mi preoccupa assai».
Parole che suggeriscono un parallelo senza alcuna aderenza né con l'Italia di oggi né con la realtà americana. Chiaro l'obiettivo: azzoppare gli avversari alla vigilia di elezioni cruciali.
giorgia meloni antonio tajani conferenza sulla ricostruzione dell ucraina foto lapresse
E non farsi scavalcare da professionisti del ramo alla Roberto Vannacci, che ieri ha ribadito: «La violenza viene sempre da sinistra», prova ne sarebbero «le espressioni veramente esecrabili di chi sostiene che Kirk l'omicidio se lo sia andato a cercare o che ci siano valori della vita differenziati in base alle idee che si propongono: qualcuno ha detto che uccidere lui non è come uccidere Martin Luther King. Una vergogna».
Non fa nomi né cognomi, l'ex generale, pure perché non c'è un solo politico di centrosinistra ad aver mai pronunciato affermazioni del genere. Ma a Matteo Salvini tanto basta per rincarare: «Sono incattiviti e arrabbiati perché sanno che non torneranno al governo per i prossimi anni» e perciò fomentano l'odio.
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2 - UN PARAGONE FUORI LUOGO SBAGLIATO SFRUTTARE LE VITTIME
Mario Calabresi per “la Repubblica” - Estratti
Improvvisamente siamo tornati a parlare di Brigate Rosse, i fantasmi degli Anni Settanta sono riapparsi nel nostro dibattito politico e si sono riaccese paure antiche.
Ma davvero oggi viviamo un clima paragonabile a quello del decennio più difficile e tragico della storia italiana? Non credo proprio.
Negli Anni Settanta il terrorismo faceva proselitismo nelle fabbriche e nelle università, trovava terreno fertile alla sua propaganda; la violenza politica era diffusa, quotidiana e continua. Fare paragoni tra quella stagione e l'Italia di oggi è fuorviante e fuori luogo.
La mia famiglia ha pagato un prezzo terribile per la violenza della sinistra extraparlamentare e questo mi spinge ad essere sempre vigile di fronte alle derive violente, anche solo verbali, ma non mi impedisce di vedere che il nostro tempo non ha nulla a che fare con quella stagione.
È fondamentale prendere immediatamente le distanze da chi inneggia o anche solo
"giustifica" l'omicidio di un uomo, bisogna isolare i fanatici e denunciarli, ma la storia e la memoria non possono essere utilizzate oggi in modo strumentale per fare polemica politica.
mario calabresi foto di bacco (2)
Le vittime degli Anni di Piombo non possono essere sfruttate, come si sta facendo in queste ore, per ragioni di campagna elettorale: ciò non è rispettoso di chi ha pagato con la vita il servizio allo Stato e la fedeltà alle proprie idee.
Sono figlio di un uomo ucciso dalla sinistra estremista, ma questo non mi impedisce di essere obiettivo: la violenza non è mai stata di una sola parte. La violenza è stata di sinistra e di destra, di matrice comunista e fascista.
Accanto al terrorismo brigatista non possiamo dimenticare la stagione delle stragi neofasciste che ha insanguinato l'Italia. Chi occupa posizioni di responsabilità e guida le Istituzioni dovrebbe fare molta attenzione a raccontare tutta la Storia, a fare i conti con il passato e ad utilizzare con accortezza le parole.
esequie di luigi calabresi nel 1972
Avere a cuore la pace sociale e preoccuparsi di fermare le derive violente significa, prima di tutto, non gettare benzina sul fuoco. E allora, mentre denunciamo la morte di Charlie Kirk, mentre solidarizziamo con la vedova e i suoi bambini, dovremmo anche ricordare che questa estate americana è stata aperta a metà giugno dall'omicidio della deputata democratica dello Stato del Minnesota Melissa Hortman, assassinata insieme al marito Mark da un fanatico di destra.
Dovremmo vedere che la violenza ci circonda e riempie ogni giorno i nostri occhi, da Gaza all'Ucraina. Dovremmo avere parole per denunciare tutte le morti.
mario calabresi foto di bacco (1)
gemma calabresi
funerali luigi calabresi
luigi calabresi omicidio
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