salvini soldi

TANTI SALUTI ALLA FLAT TAX - SALVINI HA CAPITO CHE E’ MEGLIO INVESTIRE NELLE BATTAGLIE (A COSTO ZERO) SUI MIGRANTI CHE SULLA COSTOSISSIMA ALIQUOTA UNICA (SERVIREBBERO 50 MILIARDI) - LA FLESSIBILITÀ CHE VERRÀ CHIESTA DAL GOVERNO IN EUROPA NON PRODURRÀ GRANDI NUMERI DA SCRIVERE NELLA PROSSIMA LEGGE DI BILANCIO

Amedeo La Mattina per “la Stampa”

 

salvini sull aereo militare verso la libia

Mercoledì pomeriggio al Consiglio dei ministri il responsabile dell' Economia è stato chiaro. «Prima di presentare provvedimenti accertatevi che abbiano la copertura finanziaria: è scritto nella Costituzione su cui abbiamo giurato e ce lo chiede l' Europa», ha detto Giovanni Tria ai suoi colleghi, gelandoli. Non era solo un richiamo scontato e generico o un riferimento al cosiddetto «decreto dignità» presentato dal ministro per lo Sviluppo economico Luigi Di Maio.

 

Era l'antipasto di quello che sarà la legge di bilancio per il 2019 che non conterrà nè il reddito di cittadinanza né la flat tax, i cavalli di battaglia dei 5 Stelle e della Lega che hanno portato a Luigi Di Maio e a Matteo Salvini milioni di voti. Il leader leghista non è tipo da demordere. Considera i «dubbi» di Tria «un esercizio di intelligenza». «Sta però a noi eliminare questi dubbi e procedere con quello che è previsto nel contratto di governo», sostiene il ministro dell' Interno.

 

LUIGI DI MAIO GIOVANNI TRIA GIUSEPPE CONTE

Bisognerà capire come farà a convincere l'inquilino di via XX settembre. Non ci riuscirà certo per la stesura della legge di bilancio per il 2019. Il capo della Lega si rende conto che insistere oggi non serva: la flat tax può aspettare ancora un po'. Prima l’immigrazione La sua battaglia per il momento è tutta concentrata sul dossier immigrazione, quello che gli sta dando grande popolarità, rendendolo il protagonista assoluto della luna di miele che il governo giallo-verde sta vivendo in questa prima fase di vita.

 

«In Europa meglio non aprire troppi fronti contemporaneamente», confida ai suoi.

La battaglia contro i migranti oltretutto è a costo zero, senza aver bisogno di trovare le coperture, in particolare quei 50 miliardi che sono necessari per introdurre in Italia la tassa piatta. Che poi tale non è visto che nel contratto sono due le aliquote previste per le persone fisiche, partite Iva e imprese: una del 15% per i redditi fino a 80 mila euro e del 20% per quelli superiori. Di fatto è tutto rinviato al 2020.

 

giuseppe conte giovanni tria

L'IRI AL POSTO DELLA FLAT TAX

Per il prossimo anno invece forse qualcosina potrà essere anticipata, come ha spiegato il viceministro leghista Massimo Garavaglia che ha la delega per il fisco. Si tratterebbe solo dell'aliquota piatta per le piccole imprese individuali, la cosiddetta Iri varata dai governi Renzi-Gentiloni ma non ancora entrata a regime (dovrebbe scattare dal primo gennaio del 2019).

 

Un'altra ipotesi è quella di potenziare i regimi forfettizzati con una tassa sostitutiva unica del 15 per cento per le microimprese e i professionisti con hanno tra i 25 e 50 mila euro. Garavaglia ha precisato che da subito potrebbero essere interessati un milione e mezzo di partite Iva, quelli che sono «in maggiore sofferenza». Il resto, la grande promessa contenuta nel contratto, forse si farà. «C'è una legislatura davanti», dicono nella Lega con uno sforzo di ottimismo.

giovanni tria e claudio borghi

 

Vedremo. La flessibilità che verrà chiesta dal governo in Europa non produrrà grandi numeri da scrivere nella prossima legge di bilancio. E in tutti gli interventi fatti in Parlamento sia del premier Giuseppe Conte sia del ministro dell' Economia Tria non è stato mai fatto cenno alla flat tax. Del resto, che la Lega si fosse acconciata a rinviare la tassa piatta a tempi migliori, lasciando la priorità alla questione immigrazione a costo zero, si era capito da molti particolari.

 

Siri alle Infrastrutture Compreso il dirottamento di Armando Siri, l'alfiere leghista della flat tax, al ministero delle Infrastrutture. Un altro segnale delle intenzioni del responsabile dell' Economia è stato quello di confermare come capo di gabinetto Roberto Garofoli, che ha svolto questo delicatissimo ruolo anche con Pier Carlo Padoan. Il quale, non a caso, ha sempre apprezzato le dichiarazioni del suo successore perché «in continuità» con la sua politica.

de Guindos Padoan

 

Salvini l'altro ieri non era presente al Consiglio dei ministri nel quale Tria ha ammonito i suoi colleghi a non presentare provvedimenti senza coperture finanziarie. E ciò riguarda anche il reddito di cittadinanza e la flat tax. Il leader leghista ha capito quanto siano strette le maglie per rispettare le promesse elettorali. Ma farà di tutto per fugare i «dubbi» del ministro dell' Economia.

Ultimi Dagoreport

pippo baudo senato

SI E' SPENTO A 89 ANNI IL MITOLOGICO PIPPO BAUDO - L’UOMO CHE HA SCOPERTO TUTTI (PER PRIMO SE STESSO), DEMOCRISTIANO DI FERRO, HA ATTRAVERSATO CRISI DI GOVERNO E CAMBIAMENTI IN RAI E VANTA IL RECORD DEI FESTIVAL DI SANREMO CONDOTTI (13) – QUANDO SFIORÒ LA CRISI INTERNAZIONALE, NEL 1986, PER LO SKETCH DEL TRIO SOLENGHI-MARCHESINI-LOPEZ SULL'AYATOLLAH KHOMEINI. E QUANDO LANCIÒ BEPPE GRILLO CHE PRONUNCIÒ LA CELEBRE BATTUTA SU BETTINO CRAXI: "SE IN CINA SONO TUTTI SOCIALISTI, A CHI RUBANO?" (VIDEO) - "LO SHOWMAN DELLA TRADIZIONE, IL SUPERCONDUTTORE, L’ORGANIZZATORE DI UN INTRATTENIMENTO SEMPRE SINTONIZZATO SUL PENULTIMO PARADIGMA DEL CONSENSO POPOLARE, SENZA SQUILLI REAZIONARI E SENZA STRILLI AVANGUARDISTICI: CLASSI MEDIE, PUBBLICO MEDIO, SENSIBILITÀ MEDIA. PERCHÉ BAUDO È IL CENTRO. CULTURALE, POLITICO, SOCIALE" (EDMONDO BERSELLI)

putin trump

DAGOREPORT - IL FATTO CHE PUTIN SIA RITORNATO A MOSCA CON L’ALLORO DEL VINCITORE, LA DICE LUNGA DI COME SIA ANDATO L’INCONTRO CON TRUMP. DEL RESTO, COME PUOI CONFRONTARTI CON GLI ESPERTI DIPLOMATICI RUSSI (SERGEI LAVROV E YURI USHAKOV), AFFIANCATO DA UN SEGRETARIO DI STATO COME MARCO RUBIO, NOTORIAMENTE A DIGIUNO DI GEOPOLITICA, E DA UN VENDITORE DI APPARTAMENTI COME STEVE WITKOFF? – PUTIN, SORNIONE, HA CERCATO DI CONVINCERE TRUMP DI TAGLIARE I LACCI E LACCIUOLI CON I LEADER EUROPEI - MISSIONE NON OSTICA VISTO I “VAFFA” ALLA UE, ULTIMO DEI QUALI LA GUERRA DEI DAZI - TRA VARI MOTIVI CHE MANTENGONO ACCESO UN INTERESSE DI TRUMP CON L’EUROPA, FA CAPOLINO L’EGO-SMANIA DI ESSERE INCORONATO, COME OBAMA, CON IL NOBEL DELLA PACE. ONORIFICENZA CHE VIENE PRESA A OSLO E NON A MAR-A-LAGO - E ADESSO COSA POTRÀ SUCCEDERE LUNEDÌ PROSSIMO NELLA SALA OVALE DOVE È ATTESO L’INCONTRO TRA TRUMP E ZELENSKY? LA PAURA CHE IL LEADER UCRAINO SI PRENDA UN’ALTRA DOSE DI SCHIAFFI E SBERLEFFI DAL TROMBONE A STELLE E STRISCE INCOLPANDOLO DI ESSERE IL RESPONSABILE DEL FALLIMENTO DELLA SUA TRATTATIVA CON MOSCA, HA SPINTO MACRON A CONVOCARE I ''VOLENTEROSI'' -OBIETTIVO: PREPARARE ZELENSKY AL SECONDO ROUND CON IL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA...

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…