tajani meloni berlusconi

IL TAVOLO DEL GOVERNO RISCHIA DI PERDERE UNA GAMBA: IN FORZA ITALIA CRESCE IL MALCONTENTO PER LA DECISIONE DI ALLINEARSI AI PARTITI SOVRANISTI, IN ROTTA COL PPE, SUL MES - “RISCHIAMO DI SPARIRE” – A TAJANI, SEMPRE PIU’ SULLA GRATICOLA, NON RESTA CHE SPERARE IN QUALCHE CONCESSIONE SUL SUPERBONUS – IL LEGAME CON MEDIASET È SEMPRE PIÙ SBIADITO. LA POSIZIONE DI MELONI CON QUELLA DELLA FAMIGLIA BERLUSCONI SONO DIFFICILI DA CONCILIARE (E ORA PALAZZO CHIGI TEME LA PRESIDENZA DEL GIURÌ D’ONORE DI MONTECITORIO AFFIDATA A MULÉ) - L’ASCESA DELLA MORATTI, CHE HA STACCATO (COME PURE PAOLO SCARONI) UN MAXI CONTRIBUTO PER IL PARTITO. E SE ALLE EUROPEE FARSA ITALIA SCENDE SOTTO IL 6%...

Tommaso Ciriaco per la Repubblica - Estratti

 

 

giorgia meloni antonio tajani

Sei mesi per sopravvivere. O per consegnare definitivamente Forza Italia all’irrilevanza, anticamera dello scioglimento in Fratelli d’Italia. Antonio Tajani deve fare i conti con una sostanziale sconfitta sul Mes. Non è riuscito a difendere un trattato su cui il Ppe – la famiglia a cui appartiene FI – puntava da anni. Come se non bastasse, FI si prepara a sostenere anche il pasticcio dell’accordo con l’Albania sui migranti, considerato un’inutile forzatura dalla struttura della Farnesina. E tutto parte della svolta neo-sovranista dell’esecutivo di Giorgia Meloni, che rischia di travolgere la creatura fondata da Silvio Berlusconi.

 

 

(...)

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju

 

Così si ritrova Forza Italia, sbandata e senza una linea. Il leader valuta anche l’opzione del voto positivo sul Mes. Piacerebbe alla base del gruppo parlamentare, esasperata dalla sudditanza alla linea sovranista. Lo accantona presto, però, “rischieremmo la crisi”. Così dirà anche agli sconcertati emissari del Ppe che lo contattano: “Abbiamo fatto il possibile, ci siamo distinti da Salvini, non potevamo spingerci oltre l’astensione”. Il distinguo “controllato”, d’altra parte, è concordato proprio con Meloni.

 

Perché Tajani non intende recidere l’unico legame che considera vitale, anche in vista delle prossime Politiche: quello con la premier, appunto, l’unica in grado di assicurare un’alleanza elettorale e collegi sicuri. Nel partito tira ovviamente un’aria mesta. Anche l’accordo con l’Albania sarà digerito come un male necessario. Non piace, non convince, ma sarà accettato in nome del realismo politico. E nella speranza di ottenere in uno dei prossimi provvedimenti qualche concessione sulla questione del Superbonus.

 

 

matteo salvini giorgia meloni antonio tajani atreju 1

Ma non basta, non può bastare. Anche il legame tra Forza Italia e Mediaset sembra sempre più sbiadito. Tajani prova a fare il possibile per tenere assieme la posizione di Meloni e quella della famiglia Berlusconi, senza troppo riuscire nell’impresa. I dettagli, in questo senso, raccontano di una nuova fase: il dg dell’informazione Mediaset, Mauro Crippa, ha di recente sancito la staffetta alla guida di Stasera Italia tra Nicola Porro e Bianca Berlinguer per le trasmissioni che vanno in onda nei giorni feriali. Nel fine settimana, invece, è in bilico la conduzione di Augusto Minzolini. Non uno qualunque, ma un giornalista stimato dal Cavaliere, che aveva voluto per lui il programma. Il contenitore non si è mai caratterizzato per eccessi di governismo, né si è mostrato tenero verso il sovranismo salviniano. Adesso, la nuova svolta. E il possibile sipario su uno degli ultimi spazi di berlusconismo.

giorgio mulè dorme mentre presiede al seduta dell aula della camera

 

La vera partita, però, si gioca con le Europee. Tajani insiste sul posizionamento moderato. Pensa che serva a strappare consenso ai leghisti. La speranza è che le difficoltà interne che affliggono Salvini possano fare il resto. In questa chiave, si osservano i maldipancia nelle due regioni da sempre culla del leghismo: Lombardia e Veneto.

 

Nel regno di Luca Zaia, in particolare, le tensioni non sembrano risparmiare la giunta: due assessori di peso - riferiscono fonti di massimo livello - sarebbero a disagio per il posizionamento ultra sovranista del leader e starebbero meditando addirittura lo strappo verso l’area moderata. Si tratta di Federico Caner, responsabile di fondi Ue e Turismo nella giunta regionale, e di quello all’Ambiente Gianpaolo Bottacin.

 

giorgia meloni silvio berlusconi

Sono linee di frattura interna che, se confermate, potrebbero fare comodo a Tajani. Non riequilibrano però il rapporto con il partito egemone, FdI. In questo senso, c’è un passaggio che dovrà essere gestito con cura, per evitare incidenti imprevisti: quello del giurì che da domani alla Camera è chiamato a giudicare il ricorso di Giuseppe Conte verso Giorgia Meloni, per le dichiarazioni in Aula sul Mes che avrebbero leso l’onorabilità del leader grillino. Per un gioco di incastri, a giudicare la presidente del Consiglio sarà l’attuale vicepresidente della Camera Giorgio Mulè, berlusconiano mai tenero con Palazzo Chigi

 

 

FORZA ITALIA, MAXI CONTRIBUTI DA MORATTI E SCARONI

C. Zap. Per il Corriere della Sera - Estratti

letizia moratti antonio tajani

Ci sono due nomi nuovi, ma di peso, tra chi contribuisce al sostegno economico di Forza Italia. Da un lato, c’è Letizia Moratti, da sempre vicina alla creatura politica di Silvio Berlusconi ma che è rientrata tra gli azzurri solo nell’ottobre scorso, dopo una breve parentesi con il Terzo Polo con cui ha tentato la corsa alla presidenza della Regione Lombardia.
 
L’ex ministra dell’Istruzione ed ex sindaca di Milano, a cui ora è stata affidata la guida della consulta della segretaria nazionale di Forza Italia, il 30 novembre scorso ha staccato per il partito un assegno da 35 mila euro.
 

paolo scaroni a villa taverna per la festa dell indipendenza usa

Dall’altro, ecco Paolo Scaroni, presidente del Milan e di Enel, mai impegnato in prima linea sul fronte politico, ma sensibile alle esigenze degli azzurri tanto da firmare un bonifico da 30 mila euro. In entrambi i casi, si tratta di contributi superiori a quelli che versano molti parlamentari di Forza Italia (la media è di 900 euro al mese, ma chi riveste una carica è più «generoso», come il ministro Paolo Zangrillo che versa 2 mila euro)...

 

scaroni cardinale ibra milan borussia dortmundletizia moratti antonio tajani

giorgia meloni antonio tajani GIORGIA MELONI E ANTONIO TAJANI silvio berlusconi giorgia meloni MARINA PIER SILVIO E PAOLO BERLUSCONIIL BACIO TRA GIORGIA MELONI E MARINA BERLUSCONIpier silvio marina berlusconiFASCIO TUTTO IO - VIGNETTA BY MACONDO

Ultimi Dagoreport

pam bondi

DAGOREPORT - COME MAI L’INFORMAZIONE ITALICA SI È TOTALMENTE DISINTERESSATA DELLO SBARCO A ROMA DEL MINISTRO DELLA GIUSTIZIA, LA FOSFORESCENTE SESSANTENNE PAM BONDI, ARRIVATA CON TANTO DI AEREO DI STATO IL 10 DICEMBRE? - EPPURE LA FEDELISSIMA DI TRUMP NON SI È TENUTA NASCOSTA: HA ALLOGGIATO ALL’HOTEL ST. REGIS, SI E’ ATTOVAGLIATA AL BOLOGNESE DI PIAZZA DEL POPOLO, HA INCONTRATO AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA DI VIA ARENULA CARLETTO NORDIO, HA AVUTO L'INESPRIMIBILE GIOIA DI CONOSCERE IL VICEPREMIER MATTEO SALVINI A UN RICEVIMENTO DELL'AMBASCIATORE USA IN ITALIA, TILMAN J. FERTITTA. E, FORSE, LA BEN DOTATA DALLA NATURA PAMELONA HA PURE INCOCCIATO IL MINISTRO PIANTEDOSI - MA DELLA “VACANZA ROMANA” DELL'ITALOAMERICANA CARISSIMA A TRUMP, NON SI REGISTRA MANCO UNA RIGA SUI GIORNALONI DE' NOANTRI - VABBE', A NATALE BISOGNA ESSERE BUONI: MAGARI ERANO TUTTI TROPPO IMPEGNATI A SEGUIRE LA FESTILENZA DI ATREJU DEI FRATELLINI DI GIORGIA…

john elkann theodore kyriakou leonardo maria del vecchio

DAGOREPORT - L’OSTACOLO PIÙ TOSTO DELLA TRATTATIVA IN CORSO TRA IL MAGNATE GRECO KIRIAKOU E JOHN ELKANN NON E' L'ACQUISIZIONE DEL GRUPPO GEDI BENSÌ COME “RISTRUTTURARE” UN ORGANICO DI 1300 DIPENDENTI, TRA TAGLI ALLE REDAZIONI LOCALI, PREPENSIONAMENTI E “SCIVOLI”, DI CUI CIRCA 280 GIORNALISTI FANNO CAPO A “REPUBBLICA” E ALTRI 170 A “LA STAMPA” - LA PARTITA SUL FUTURO DEL QUOTIDIANO TORINESE, ASSET CHE NON RIENTRA NEL PROGETTO DI KYRIAKOU, NON ACCELERA CON LA CORDATA VENETA MESSA SU DA ENRICO MARCHI - NEL CASO LA TRANSIZIONE ELLENICA NAUFRAGASSE, LEONARDINO DEL VECCHIO HA CONFERMATO DI ESSERE PRONTO: “NOI CI SIAMO” - “NOI” CHI? ESSENDO “QUEL RAGAZZO'' (COPY ELKANN), DEL TUTTO A DIGIUNO DI EDITORIA, I SOSPETTI DILAGANO SU CHI SI NASCONDE DIETRO LA CONTRO-OFFERTA CON RILANCIO DELL’AZIONISTA DELL’IMPERO DEL VECCHIO, IL CUI CEO MILLERI È STATO ISCRITTO NEL REGISTRO DEGLI INDAGATI CON CALTAGIRONE E LOVAGLIO, PER LA SCALATA DI MPS SU MEDIOBANCA-GENERALI - E DA TORINO, AVVISANO LE REDAZIONI IN RIVOLTA DI ROMA E TORINO DI STARE ATTENTI: DALLA PADELLA GRECA RISCHIANO DI FINIRE NELLA BRACE DI CHISSÀ CHI...

nietzsche e marx si danno la mano venditti meloni veneziani

VIDEO! “ATREJU E’ IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO, COME DIREBBE ANTONELLO VENDITTI” – GIORGIA MELONI CITA “COMPAGNO DI SCUOLA”, IL BRANO DATATO 1975 DEL CANTAUTORE DI SINISTRA. OVVIAMENTE MARX E NIETZSCHE NON SI DIEDERO MAI LA MANO, NÉ AD ATREJU NÉ ALTROVE. CIÒ È STATO ANCHE IMMAGINATO NELL’ULTIMO LIBRO DI MARCELLO VENEZIANI “NIETZSCHE E MARX SI DAVANO LA MANO”. LO SCRITTORE IPOTIZZA COME MISE EN SCÈNE CHE LA SERA DEL 5 MAGGIO 1882 I DUE SI SIANO TROVATI IN UNA LOCANDA DI NIZZA (DOVE ENTRAMBI PASSARONO). NON SI CAPISCE BENE SE LA MELONI CI ABBIA CREDUTO DAVVERO – VIDEO

giorgia meloni balla ad atreju

GIORGIA, ER MEJO TACCO DI ATREJU! - ZOMPETTANDO COME UN MISIRIZZI, LA MELONI CAMALEONTE HA MESSO IN SCENA CIO' CHE SA FARE BENISSIMO: IL BAGAGLINO DI CORBELLERIE (''QUESTO È IL LUOGO IN CUI NIETZSCHE E MARX SI DANNO LA MANO'') E DI SFOTTO' SU ELLY SCHLEIN: "IL CAMPO LARGO L'ABBIAMO RIUNITO NOI... CON IL SUO NANNIMORETTIANO 'MI SI NOTA DI PIÙ SE VENGO O STO IN DISPARTE O SE NON VENGO PER NIENTE' HA FATTO PARLARE DI NOI" -UBRIACA DI SE' E DEI LECCAPIEDI OSPITI DI ATREJU, HA SCODELLATO DUE ORE DI PARACULISSIMA DEMAGOGIA: NULLA HA DETTO SU LAVORO, TASSE, SANITA', ECC - IDEM CON PATATE SULLA GUERRA RUSSIA-UCRAINA, SUL CONFLITTO STATI UNITI-EUROPA, SUL RUOLO DEL GOVERNO SU DIFESA E IL RIARMO EUROPEO - IN COMPENSO, HA STARNAZZATO DI VITTORIE DEL GOVERNO MA  GUARDANDOSI BENE DI CITARE MINISTRI O ALLEATI; SI E' INFERVORATA PER IL PARTITO MA NON RICORDA CHE L’HA FONDATO CON CROSETTO E LA RUSSA ('GNAZIO E' STATO DEL TUTTO OSCURATO AD ATREJU) - "GIORGIA! GIORGIA!", GRIDA LA FOLLA - OK, L'ABBIAMO CAPITO: C’È UNA PERSONA SOLA AL COMANDO. URGE UN BALCONE PER LA NUOVA MARCHESA DEL GRILLO - DAGOREPORT+VIDEO 

elly schlein pina picierno stefano bonaccini giorgio gori lorenzo guerini giuseppe conte pd

NAZARENO, ABBIAMO (PIU’ DI) UN PROBLEMA - L’ASSEMBLEA PD DI DOMANI RISCHIA DI TRASFORMARSI IN UN BOOMERANG PER SCHLEIN: I DELEGATI DISERTANO, A RIDOSSO DI NATALE, NESSUNO SPENDE SOLDI E TEMPO PER VENIRE NELLA CAPITALE AD ASCOLTARE UNA RELAZIONE SENZA DIBATTITO – LA MOSSA DEI PRETORIANI DI ELLY PER SCONGIURARE LA SALA VUOTA ED EVITARE IL CONFRONTO IMPIETOSO CON MELONI CHE CONTEMPORANEAMENTE FARA’ IL PIENO A ATREJU – SORGI: “BONACCINI ENTRERA’ IN MAGGIORANZA MA SE I RIFORMISTI NON DOVESSERO RICEVERE RASSICURAZIONI SULLE LISTE ELETTORALI, IL RISCHIO DI UNA EVENTUALE SCISSIONE, SI FAREBBE PIÙ CONCRETO…”

ignazio la russa theodore kyriakou pier silvio berlusconi giorgia meloni matteo salvini

DAGOREPORT - LA TRATTATIVA DI ELKANN PER LA VENDITA DEL GRUPPO GEDI AL GRECO THEO KYRIAKOU STA SCOMBUSSOLANDO IL GOVERNO MELONI E DINTORNI - SE LA “GIORGIA DEI DUE MONDI” VEDE DI BUON OCCHIO LA TRANSIZIONE ELLENICA E SALVINI HA BEN GRADITO LA PROSPETTIVA CHE IL GRECO ANTENNATO SISTEMI PER LE FESTE I “COMUNISTI” DI ‘REPUBBLICA’ E ‘STAMPA’, PER FORZA ITALIA C’È STATO IL VEEMENTE INTERVENTO DEL ‘’PRESIDENTE IN PECTORE’’ DEL PARTITO, PIER SILVIO BERLUSCONI, CHE VEDE IN KYRIAKOU UN COMPETITOR PERICOLOSISSIMO, ALFIERE DI QUEL CAPITALISMO DI STAMPO LIBERISTA, PER NULLA “LIBERAL”, CHE PREDICA IL PRIMATO DELL’ECONOMIA SULLA POLITICA - COSI', DIMENTICANDO IL SUO ATTIVISMO IN GERMANIA PER CREARE UN GIGANTE EUROPEO DELLA TV COMMERCIALE, L’EREDE DEL BISCIONE NON HA TROVATO DI MEGLIO CHE RISPOLVERARE LA BANDIERINA DELL’ITALIANITÀ (“CHE UN PEZZO DI STORIA DELL'INFORMAZIONE DEL NOSTRO PAESE VADA IN MANI STRANIERE UN PO' DISPIACE’’) - MA IL COLPO DI SCENA ARRIVA DAL CO-FONDATORE DI FRATELLI D’ITALIA E SECONDA CARICA DELLO STATO, IGNAZIO LA RUSSA, QUANDO SI È DICHIARATO DISPOSTO A FARE DA INTERMEDIARIO TRA I GIORNALISTI “COMUNISTI” DI GEDI E IL GRECO USURPATORE (ULTIMA USCITA DELLA GUERRIGLIA DI ‘GNAZIO IN MODALITÀ ''LA RISSA'' CONTRO LA DITTATURA DELLE SORELLE MELONI...)