TECNICI SVALVOLATI - “BASTA CON QUESTE RISSE INUTILI. QUANTE VOLTE MI SONO RACCOMANDATO DI EVITARE DI FINIRE SUI GIORNALI L’UN CONTRO L’ALTRO” - SUDARIO MONTI LA NOTA CONGIUNTA TRA I MINISTRI FORNERO E PATRONI GRIFFI NON LA CHIEDE, LA PRETENDE. ANCHE PERCHÉ L’ENNESIMA RISSA TRA MINISTRI CADE NEL MOMENTO IN CUI NELLA “STRANA MAGGIORANZA” SALE LA TENSIONE E SI TORNA AD EVOCARE LO SCENARIO DELLE ELEZIONI ANTICIPATE AD OTTOBRE…

MONTI PEGGIO DI GRILLO - IMPONE AI SUOI DI ANDARE D'AMORE E D'ACCORDO PER NON OFFRIRE IL FIANCO ALLE CRITICHE...

Marco Conti per "Il Messaggero"

«Basta con queste risse inutili. Quante volte mi sono raccomandato di evitare di finire sui giornali l'un contro l'altro». Mario Monti la nota congiunta tra i ministri Fornero e Patroni Griffi non la chiede, la pretende. Anche perché l'ennesima rissa tra ministri cade nel momento in cui nella «strana maggioranza» sale la tensione e si torna ad evocare lo scenario delle elezioni anticipate ad ottobre.

Le rassicurazioni fornite dalla titolare del Welfare non lo sorprendono, ma su «un equivoco» e su una «forzatura dei toni», come ha sostenuto al telefono la Fornero, si sono costruite per l'intera giornata le prima pagine dei giornali online. E così, quando nelle serata di ieri a palazzo Chigi Monti riunisce la task force del governo, guidata dal ministro Giarda, per discutere di spending rewiev, il presidente del Consiglio ha buon gioco nel chiedere al titolare della Funzione Pubblica di «condividere» con la collega Fornero la nota nella quale in serata si ristabilisce l'armonia nell'esecutivo.

Poche righe per ribadire quanto in consiglio dei ministri lo stesso Patroni Griffi ha più volte spiegato. Ovvero che nella legge delega nulla è escluso, compreso il tema dei licenziamenti, ma che sarebbe sbagliato partire dal tema dei licenziamenti in quanto si sarebbe ripetuto l'errore compiuto con la riforma del mercato del lavoro appena votata dal Senato.

«Il tema è presente in tutti i protocolli firmati con i sindacati e con gli enti locali», fanno sapere i collaboratori del ministro Patroni Griffi. Niente forzature o passi falsi perché i ministri cambiano, ma lo schema che porterà prima in consiglio dei ministri e poi in Parlamento la legge delega sul pubblico impiego, non è diverso da quello che ha portato a scrivere la riforma dell'articolo 18: prima si tratta con i sindacati e poi si mette nero su bianco il testo che, per quanto riguarda il pubblico impiego, è ancora tutto da definire.

Ovvio quindi che Patroni Griffi sia trasalito quando ieri mattina ha letto la piccata presa di posizione della collega Fornero che sollecitava una equiparazione tra licenziamenti privati e licenziamenti nel pubblico impiego. Ovvia anche la reazione dei sindacati che hanno attaccato il ministro del Welfare, già di cattivo umore per l'accoglienza che le era stata riservata nella sua Torino da un gruppone di disoccupati.

Fatto sta che per l'intera giornata di ieri i due ministri se le son date di santa ragione. Con la Fornero che persino con il presidente del Consiglio ha rivendicato la sua competenza ad intervenire su un tema che riguarda le pari opportunità, mentre Patroni Griffi tentava di gettare acqua sul fuoco ricordando i protocolli già firmati con i sindacati e l'intesa esistente nel governo a varare una legge delega che «non conterrà una disposizione specifica sui licenziamenti disciplinari ma rimetterà la materia al Parlamento».

Anche se in serata la Fornero rassicura il collega e lo stesso Monti sulla «piena sintonia», è probabile che domani ci si interrogherà sulla possibile assenza del ministro del Welfare dal consiglio dei ministri che dovrebbe varare la legge delega sul pubblico impiego.

 

 

ELSA FORNERO Filippo Patroni GriffiFilippo Patroni GriffiIL MINISTRO ELSA FORNERO MARIO MONTI

Ultimi Dagoreport

orcel giorgetti

DAGOREPORT – GIORGETTI SI CONFERMA UN SUPPLÌ CON LE UNGHIE: ALL’INCONTRO CON I RAPPRESENTANTI DI UNICREDIT PER LA MODIFICA DEL DECRETO GOLDEN POWER CHE BLINDA L'OPS SU BPM, BANCA CARA ALLA LEGA, CHI HA INCARICATO IL MINISTRO DI CAZZAGO? STEFANO DI STEFANO, DIRETTORE GENERALE DELLE PARTECIPAZIONI DEL MEF, MA ANCHE COMPONENTE DEL CDA DI MPS. INSOMMA, LA PERSONA GIUSTA AL POSTO GIUSTO... – CALTA C’È: LA GIRAVOLTA DEL CEO DI MPS, LUIGI LOVAGLIO, SULL'OPERAZIONE MEDIOBANCA-BANCA GENERALI…

guzzetti bazoli meloni fazzolari e caltagirone scannapieco giuseppe francesco gaetano dario cdp giorgia

DAGOREPORT - AVVISATE ‘’PA-FAZZO CHIGI’’ CHE IL GRANDE VECCHIO DELLE FONDAZIONI BANCARIE, GIUSEPPE GUZZETTI, HA PRESO IL BAZOOKA - L’INDOMABILE NOVANTENNE NON NE PUÒ PIÙ DI VEDERE CASSA DEPOSITI E PRESTITI (DI CUI LE FONDAZIONI HANNO IL 30%) RIDOTTA A CAGNOLINO SCODINZOLANTE DEI FRATELLI DI FAZZOLARI: AFFONDATA LA NOMINA DI DI CIOMMO ALLA PRESIDENZA DEL CDA DEL FONDO F2I - MA IL CEFFONE PIÙ SONORO AL SOVRANISMO BANCARIO DEL GOVERNO DUCIONI È STATO SFERRATO DAL TERRIBILE VECCHIETTO CON LA VENDITA DELLA QUOTA DELLA FONDAZIONE CARIPLO IN MPS, IL CAVALLO DI TROIA DEL FILO-GOVERNATIVO CALTAGIRONE PER ESPUGNARE, VIA MEDIOBANCA, GENERALI – STRATEGIE DIVERSE SUL RISIKO TRA GUZZETTI E IL SUO STORICO ALLEATO, IL GRANDE VECCHIO Di BANCA INTESA, “ABRAMO” BAZOLI…

giorgia meloni incontra george simion e mateusz morawiecki nella sede di fratelli d italia sergio mattarella frank walter steinmeier friedrich merz

DAGOREPORT –LA CAMALEONTE MELONI NON SI SMENTISCE MAI E CONTINUA A METTERE IL PIEDINO IN DUE STAFFE: IERI HA INCONTRATO NELLA SEDE DI FDI IN VIA DELLA SCROFA L’EURO-SCETTICO E FILO-PUTINIANO, GEORGE SIMION, CHE DOMENICA POTREBBE DIVENTARE IL NUOVO PRESIDENTE ROMENO. UN VERTICE CHE IN MOLTE CANCELLERIE EUROPEE È STATO VISTO COME UN’INGERENZA – SABATO, INVECE, LA DUCETTA DEI DUE MONDI INDOSSERÀ LA GRISAGLIA PER PROVARE A INTORTARE IL TEDESCO FRIEDRICH MERZ, A ROMA PER LA MESSA DI INIZIO DEL PONTIFICATO DI PAPA LEONE XIV, CHE E' GIÀ IRRITATO CON L’ITALIA PER LA POSIZIONE INCERTA SUL RIARMO EUROPEO E SULL’AZIONE DEI "VOLENTEROSI" A DIFESA DELL'UCRAINA - MENO MALE CHE A CURARE I RAPPORTI PER TENERE AGGANCIATA L'ITALIA A BRUXELLES E A BERLINO CI PENSANO MATTARELLA E IL SUO OMOLOGO STEINMEIER NELLA SPERANZA CHE LA MELONI COMPRENDA CHE IL SUO CAMALEONTICO EQUILIBRISMO E' ORMAI GIUNTO AL CAPOLINEA (TRUMP SE NE FOTTE DEL GOVERNO DI ROMA...)

donald trump volodymyr zelensky vladimir putin terre rare

FLASH! – L’EX COMICO ZELENSKY SI È RIVELATO MOLTO PIÙ ABILE DI TANTI DIPLOMATICI - LA POLIZZA SULLA VITA DELL’UCRAINA È STATA LA FIRMA DELL’ACCORDO SULLE TERRE RARE, CHE RAPPRESENTA UNA “GARANZIA DI SICUREZZA” DI AVERE TRUMP DALLA SUA PARTE - COME POTRANNO GLI AMERICANI PERMETTERE A PUTIN DI PRENDERSI IMPIANTI E MINIERE IN COMPROPRIETÀ USA-UCRAINA? L’INTESA SUI MINERALI HA SORPRESO "MAD VLAD": ERA CONVINTO CHE ZELENSKY NON AVREBBE MAI MESSO DA PARTE L’ORGOGLIO, FERITO CON L’UMILIAZIONE ALLA CASA BIANCA…