TELE-CONVERTENDO DELLE POLEMICHE - PATUANO COMMISSIONA UNA PERIZIA SUL CONTROVERSO PRESTITO DA 1,3 MLD CHE HA FATTO INFURIARE FOSSATI E GARANTITO OTTIMI RENDIMENTI A TELEFONICA E BLACKROCK

Carlotta Scozzari per Dagospia

Resta alta l'attenzione sul prestito convertendo da 1,3 miliardi che Telecom Italia ha collocato in fretta e furia tra il 7 e l'8 novembre. Dopo che ieri, dal comunicato della società diramato dietro richiesta di Consob, è emerso che gli spagnoli di Telefonica, primi soci della cassaforte Telco, che controlla Telecom al 22,4%, hanno prenotato l'8% dell'emissione, c'è da scommettere che Marco Fossati si sia arrabbiato più di quanto già non fosse.

L'ex mister dado Star e attuale socio al 5% della società di telefonia, che già ha richiesto l'azzeramento del consiglio di amministrazione che sarà messo ai voti all'assemblea del 20 dicembre, sostiene (ma l'azienda lo smentisce) di non essere stato messo nelle condizioni di partecipare all'operazione.

Quel che è certo è che l'emissione del prestito ha alimentato sospetti e malumori. Ma ora, per mettere a tacere le polemiche una volta per tutte, la società stessa ha commissionato una nuova perizia sull'operazione a due docenti universitari di cui tuttavia non si conosce il nome. A rivelarlo è stato lo stesso amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, in occasione dell'audizione che si è tenuta in Senato il 21 novembre.

"Per toglierci tutti i dubbi - ha detto Patuano rispondendo alle domande del senatore del Pd Marco Filippi - sto facendo predisporre una perizia che fa tutta l'algebra dell'equivalenza della rinuncia al diritto di opzione (che con il convertendo non è stato offerto a tutti gli azionisti di Telecom ma soltanto a una parte, come ad esempio Blackrock e Telefonica, ndr) in modo da poterla dare al comitato di controllo interno, dove abbiamo anche alcuni esperti di finanza".

"Non sarebbe stato meglio averle prima?", ha allora domandato il senatore del Pd, Massimo Mucchetti, che presiede la commissione permanente Industria, commercio, turismo, riferendosi alla perizia e al fatto che ormai il prestito sia stato già sottoscritto. "Io ho avuto tre banche - ha chiarito allora Patuano - che mi hanno asseverato che il prezzo (del convertendo, ndr) fosse giusto. Per toglierci tutti i dubbi, quel che stiamo dicendo è ‘ok, voi avevate un vested interest' (cioè un interesse che potrebbe essere in conflitto, probabilmente riferito alle banche, ndr) e allora gli dico ‘ok, mi rifai tutti i conti?'".

Le tre banche di cui l'ad di Telecom Italia parla sono Morgan Stanley, che in Italia è guidata da Domenico Siniscalco, di recente dimissionario da Assogestioni proprio per questa doppia veste, Jp Morgan e Bnl-Bnp Paribas. I tre istituti, come Patuano ha precisato nella stessa audizione pressato da Mucchetti, sono stati scelti attraverso "una procedura competitiva" e hanno avuto "le stesse responsabilità nell'ambito dell'organizzazione dell'operazione" del convertendo, la cui collocazione ha poi visto anche la partecipazione di una decina di altre banche.

Mucchetti ha inoltre domandato se l'elenco degli investitori istituzionali destinatari dell'emissione fosse stato trasmesso agli operatori che hanno curato la collocazione dello strumento. "Mhhh... presumo di sì", ha replicato Patuano. Una risposta che non deve avere però convinto il presidente della commissione permanente Industria, commercio, turismo, che ha ancora domandato: "Tutti gli investitori istituzionali di Telecom Italia che sono titolati a rilevare questo strumento finanziario sono stati contattati oppure i collocatori lo hanno dato agli amichetti loro?" (che è poi quello che indirettamente sostiene anche Fossati, che non a caso sulla vicenda ha chiesto l'intervento di Consob).

"Lo escludo, mi creda, questo tema non è proprio di un mercato finanziario, che si basa su annunci pubblici che noi abbiamo fatto". A questo punto chissà se a sciogliere una volta per tutti i dubbi sullo strumento, le sue caratteristiche e la sua collocazione sarà la perizia dei professori universitari...

 

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