TERRA IN MOTO - C’È POCO DA FARE, DOBBIAMO ACCETTARLO: VIVAMO IN UNO DEI PAESI PIÙ SISMICI AL MONDO E IL TERREMOTO QUI NON È UN’EVENTUALITÀ, MA UNA REALTÀ - LA SCIENZA NON PUÒ AIUTARCI - IL SISMA IN EMILIA POTREBBE CONTINUARE PER QUALCHE MESE DEGRADANDO PROGRESSIVAMENTE O DURARE ANNI MA CON INTENSITÀ LIEVE - PREVEDERLO È IMPOSSIBILE, MA NEL 1570 UN TERREMOTO SIMILE DISTRUSSE LA METÀ DI FERRARA E SI PROTRASSE PER 4 ANNI…

Giovanni Caprara per il "Corriere della Sera"

1 Che cosa sta succedendo nel cuore della terra emiliana?
Dal 20 maggio questo è il terzo giorno da record. Dopo la prima scossa forte del 20 maggio (5.9 di magnitudo della scala Richter) si è passati al 29 maggio con una magnitudo di 5.8 e ora siamo più o meno allo stesso livello: 5.1, ma con molta preoccupazione in più perché questo sisma sembra non finire mai. Il luogo non è nuovo e interessa più o meno la stessa zona della seconda scossa.

2 Come mai la terra trema ancora così violentemente?
Anche se il nuovo terremoto è di notevole livello, secondo i geofisici rientra nella coda del primo consistente scossone. Insieme ci sono decine di altri sussulti di livello inferiore ma non si ama definirle repliche del primo e con le pinze si usa il termine di assestamento.

3 Ci si può aspettare altri fenomeni così forti?
Sin dal primo momento, cioè dal 20 maggio, i sismologi avevano affermato che altre scosse si sarebbero potute verificare anche di livello oltre il quinto grado della scala Richter. È impossibile dire scientificamente come e quando l'energia accumulata nel sottosuolo possa venire rilasciata.

Ci sono tre ipotesi considerate: la prima è che dopo il primo colpo forte nel giro di qualche giorno ulteriori scosse di non trascurabile intensità esauriscano il fenomeno. Purtroppo non è quello che sta accadendo perché sono già trascorsi 14 giorni e tutto continua in modo significativo. La seconda ipotesi è che prosegua per settimane e mesi ma degradando progressivamente; la terza e continui addirittura per tempi ancora più lunghi ma rilasciando l'energia in modo lento e lieve.

4 Ma le cause sono sempre le stesse o ci può essere una ragione diversa?
No, si tratta sempre della conseguenza dello scontro tra la placca africana con quella euroasiatica. Noi siamo su un lembo superiore e quindi sempre molto a rischio. La Pianura Padana viene progressivamente schiacciata dagli Appennini che la spingono sotto l'arco alpino. La zona centrale risente quindi del fenomeno.

5 Che cosa potrà succedere?
Nessuno lo può prevedere. Purtroppo la scienza è disarmata. Ci sono soltanto delle serie storiche degli eventi da considerare e da queste emerge come nel 1570 un terremoto di una potenza analoga a quelle delle scosse attuali, intorno a 6 gradi della scala Richter, distrusse per la metà la città di Ferrara governata dagli Estensi. E quel terremoto, pur degradando nelle scosse successive, si protrasse addirittura per quattro anni. Nessuno si augura una ripetizione di questo genere ma nessuno lo può escludere.

6 Non esiste qualche tipo di segnale che possa venire in soccorso?
Purtroppo no. Quelli finora considerati non hanno aiutato dimostrandosi inaffidabili. A parte i comportamenti di certi animali, si sono considerati gas emessi dal sottosuolo e anche segnali più sofisticati come l'emissione di elettroni. Alcuni satelliti avevano rilevato talvolta questo tipo di rilascio cercando di misurarlo; ma alla fine non si è ancora riusciti a decifrarlo con esattezza. A tale scopo si prevede il lancio di altri satelliti.

7 La ricerca ci può aiutare?
Prima di tutto continuare l'indagine dei movimenti delle grandi placche in cui è divisa la crosta terrestre. E questo si deve fare con strumenti terrestri e con satelliti. Il secondo è cercare di scavare dei pozzi profondi per cogliere nelle viscere della Terra qualche anomalia che possa essere interpretata con un messaggio di un terremoto incombente. A tal scopo si stanno scavando alcuni pozzi in vari continenti e il più profondo è in California vicino a San Francisco per monitorare la faglia di San Andreas.

8 Che cosa si può fare?
Con i terremoti c'è solo una via da seguire. Prima di tutto bisogna essere consapevoli che viviamo in un Paese tra i più sismici del mondo e che quindi un terremoto non è una remota eventualità ma una realtà del nostro territorio. La seconda è che bisogna essere rigorosi nel costruire rispettando le regole antisismiche. E per gli edifici storici più vulnerabili bisogna investire per metterli in sicurezza. Solo così non si piangono vittime e si protegge il territorio e noi stessi.

 

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