TITOLI FASULLI: DOPO IL CASO GIANNINO, SPUTTANATO DA ZINGALES, TOCCA ALLA MERKEL? – LA STORIA DI MARTIN HEIDINGSFELDER, UN GIOVANE DI NORIMBERGA, CHE SMASCHERA I POLITICI CHE COPIANO LE TESI DI DOTTORATO – DOPO AVER COSTRETTO ALLE DIMISSIONI L’EX MINISTRO DELL’ECONOMIA GUTTENBERG E QUELLO DELL’ISTRUZIONE SCHAVAN, HA MESSO SU UNA PICCOLA IMPRESA CHE LAVORA SU COMMISSIONE…

Andrea Tarquini per "la Repubblica"

È un giovane simpatico e sportivo, ha cominciato per caso la sua nuova attività. Se lo incontri non t'immagini che sia uno dei personaggi più temuti dai potenti nella democrazia tedesca. È stato lui ad aiutare a cogliere in flagrante il barone Karl Theodor zu Guttenberg allora ministro dell'Economia, e ora l'ex titolare dell'Istruzione Annette Schavan. Si chiama Martin Heidingsfelder, laureato, ex giocatore di football americano, vive nella bella Norimberga, è l'Indiana Jones della caccia ai ministri copioni. Spesso la sua compagna lo aiuta scannerizzando documenti fino a notte fonda.

Come le è venuta l'idea di diventare cacciatore di plagi?
«Ho cominciato per caso, adesso ormai lo faccio per lavoro: bisogna anche guadagnare qualcosa per lavorare bene e vivere. Con me lavora un piccolo team, in parte dipendenti, in parte volontari. Compresi professori d'università che in alcuni casi collaborano gratis, stanchi degli inganni».

Qual è stato il suo primo successo?
«Ricordo ancora, fu il 20 febbraio del 2011. Cominciai ad aiutare la piattaforma Guttenplag Wiki (ndr: era sorta per il sospetto che Guttenberg avesse copiato): ho offerto il mio aiuto, e mi sono bastati 45 secondi: ho scoperto un plagio nella tesi di dottorato di Guttenberg, a pagina 38. Le università stesse erano sorprese, non se lo immaginavano. Ecco, così sono diventato cacciatore di copioni».

E com'è andata avanti?
«Ho cominciato con il sito VroniPlag. Solo tra i politici all'inizio scoprivamo un caso di sospetto plagio ogni settimana. Quando abbiamo cominciato a denunciare i casi agli atenei di Tubinga, Heidelberg, Bonn, VroniPlag è diventato un sito quasi istituzionale. A Heidelberg ho scoperto il caso dell'eurodeputata liberale Silvana Koch-Mehrin».

E con il caso Schavan, l'ultimo, com'è andata?
«Da quando se ne è cominciato a parlare, ai primi sospetti, Bild mi ha chiamato subito. Ho ricercato su Schavan, sono arrivato rapidamente alla conclusione che il suo plagio era chiaro, e sistematico. Ho scoperto che non solo nella tesi di dottorato ma anche in libri venduti sul mercato editoriale fino al 2002 aveva copiato. Era chiara la sua violazione
delle regole per la promozione al dottorato. Sono stato il primo a chiedere la revoca del suo dottorato e le sue dimissioni».

Come lavora, con quali metodi e strumenti di ricerca scova i copioni?
«È un lavoro difficile, devi saperlo dare. Esistono speciali software che sono preziosi per aiutarci, ma col software si svolge il 10% circa del lavoro. Il resto devi svolgerlo quasi come un amanuense, confrontando le tesi di dottorato "sospette" con testi sul tema usciti prima».

Che cosa rischiano i politici colti in flagrante?
«Non rischiano cause penali, solo la perdita del dottorato universitario. Che però colpisce la loro immagine, almeno in questo paese un dottorato è preso sul serio e si esige un lavoro serio, non scopiazzato. Se hai il titolo di dottore devi averlo conseguito onestamente. Poi ci sono, certo, le conseguenze politiche, le dimissioni, che un'idea di etica formalmente rigorosa impone. Non rischiano molto di più, le multe non sono così salate».

E i suoi prossimi obiettivi?
«Adesso, con l'aiuto di un esperto, sto cercando di studiare il lavoro di dottorato della cancelliera Angela Merkel, ma ci vorrà un lavoro lungo prima di dire se troveremo qualcosa o no».

Ma se lavora a pagamento, su commissione, da chi riceve commissioni, chi paga per le sue indagini?
«Dipende. Professori universitari che sospettano plagi di studenti, oppure, non posso escluderlo, prestanome che agiscono chiedendo per conto d'altri un'indagine su un politico. Certe volte dietro di loro ci sono rivali politici, altre volte magari rivali interni nello stesso partito del presunto plagiatore».

Il suo lavoro è imparziale o di parte?
«Non lavoro mai a senso unico. In politica, personalmente, sono nella lista dei Pirati alle politiche di settembre, ma è una scelta separata dalla mia caccia ai plagi. Riportare una morale severa nella vita politica è difficile ovunque. Eppure con la nostra iniziativa e l'appoggio di Twitter e Facebook abbiamo raggiunto un grande consenso. Mi sento solo un attivista in campo per difendere la democrazia e darle nuovi strumenti, nuova forza, nuovi contenuti».

 

Martin Heidingsfelder jpegMartin Heidingsfelder jpegMartin Heidingsfelder jpegMartin Heidingsfelder jpegANGELA MERKEL LEGGE SMS SUL SUO TELEFONINO

Ultimi Dagoreport

sergio mattarella quirinale

DAGOREPORT - DIRE CHE SERGIO MATTARELLA SIA IRRITATO, È UN EUFEMISMO. E QUESTA VOLTA NON È IMBUFALITO PER I ‘’COLPI DI FEZ’’ DEL GOVERNO MELONI. A FAR SOBBALZARE LA PRESSIONE ARTERIOSA DEL PRESIDENTE DELLA REPUBBLICA SONO STATI I SUOI CONSIGLIERI QUIRINALIZI - QUANDO HA LETTO SUI GIORNALI IL SUO INTERVENTO A LATINA IN OCCASIONE DEL PRIMO MAGGIO, CON LA SEGUENTE FRASE: “TANTE FAMIGLIE NON REGGONO L'AUMENTO DEL COSTO DELLA VITA. SALARI INSUFFICIENTI SONO UNA GRANDE QUESTIONE PER L'ITALIA”, A SERGIONE È PARTITO L’EMBOLO, NON AVENDOLE MAI PRONUNCIATE – PER EVITARE L’ENNESIMO SCONTRO CON IL GOVERNO DUCIONI, MATTARELLA AVEVA SOSTITUITO AL VOLO ALCUNI PASSI. PECCATO CHE IL TESTO DELL’INTERVENTO DIFFUSO ALLA STAMPA NON FOSSE STATO CORRETTO DALLO STAFF DEL COLLE, COMPOSTO DA CONSIGLIERI TUTTI DI AREA DEM CHE NON RICORDANO PIU’ L’IRA DI MATTARELLA PER LA LINEA POLITICA DI ELLY SCHLEIN… - VIDEO

andrea orcel gaetano caltagirone carlo messina francesco milleri philippe 
donnet nagel generali

DAGOREPORT - BUM! ECCO LA RISPOSTA DI CALTAGIRONE ALLA MOSSA DI NAGEL CHE GLI HA DISINNESCATO LA CONQUISTA DI GENERALI - L’EX PALAZZINARO STA STUDIANDO UNA CONTROMOSSA LEGALE APPELLANDOSI AL CONFLITTO DI INTERESSI: È LEGITTIMO CHE SIA IL CDA DI GENERALI, APPENA RINNOVATO CON DIECI CONSIGLIERI (SU TREDICI) IN QUOTA MEDIOBANCA, A DECIDERE SULLA CESSIONE, PROPRIO A PIAZZETTA CUCCIA, DI BANCA GENERALI? - LA PROVA CHE IL SANGUE DI CALTARICCONE SI SIA TRASFORMATO IN BILE È NELL’EDITORIALE SUL “GIORNALE” DEL SUO EX DIPENDENTE AL “MESSAGGERO”, OSVALDO DE PAOLINI – ECCO PERCHÉ ORCEL HA VOTATO A FAVORE DI CALTARICCONE: DONNET L’HA INFINOCCHIATO SU BANCA GENERALI. QUANDO I FONDI AZIONISTI DI GENERALI SI SONO SCHIERATI A FAVORE DEL FRANCESE (DETESTANDO IL DECRETO CAPITALI DI CUI CALTA È STATO GRANDE ISPIRATORE CON FAZZOLARI), NON HA AVUTO PIU' BISOGNO DEL CEO DI UNICREDIT – LA BRUCIANTE SCONFITTA DI ASSOGESTIONI: E' SCESO IL GELO TRA I GRANDI FONDI DI INVESTIMENTO E INTESA SANPAOLO? (MAGARI NON SI SENTONO PIÙ TUTELATI DALLA “BANCA DI SISTEMA” CHE NON SI SCHIERERÀ MAI CONTRO IL GOVERNO MELONI)

giorgia meloni intervista corriere della sera

DAGOREPORT - GRAN PARTE DEL GIORNALISMO ITALICO SI PUÒ RIASSUMERE BENE CON L’IMMORTALE FRASE DELL’IMMAGINIFICO GIGI MARZULLO: “SI FACCIA UNA DOMANDA E SI DIA UNA RISPOSTA” -L’INTERVISTA SUL “CORRIERE DELLA SERA” DI OGGI A GIORGIA MELONI, FIRMATA DA PAOLA DI CARO, ENTRA IMPERIOSAMENTE NELLA TOP PARADE DELLE PIU' IMMAGINIFICHE MARZULLATE - PICCATISSIMA DI ESSERE STATA IGNORATA DAI MEDIA ALL’INDOMANI DELLE ESEQUIE PAPALINE, L’EGO ESPANSO DELL’UNDERDOG DELLA GARBATELLA, DIPLOMATA ALL’ISTITUTO PROFESSIONALE AMERIGO VESPUCCI, È ESPLOSO E HA RICHIESTO AL PRIMO QUOTIDIANO ITALIANO DUE PAGINE DI ‘’RIPARAZIONE’’ DOVE SE LA SUONA E SE LA CANTA - IL SUO EGO ESPANSO NON HA PIÙ PARETI QUANDO SI AUTOINCORONA “MEDIATRICE” TRA TRUMP E L'EUROPA: “QUESTO SÌ ME LO CONCEDO: QUALCHE MERITO PENSO DI POTER DIRE CHE LO AVRÒ AVUTO COMUNQUE...” (CIAO CORE!)

alessandro giuli bruno vespa andrea carandini

DAGOREPORT – CHI MEGLIO DI ANDREA CARANDINI E BRUNO VESPA, GLI INOSSIDABILI DELL’ARCHEOLOGIA E DEL GIORNALISMO, UNA ARCHEOLOGIA LORO STESSI, POTEVANO PRESENTARE UN LIBRO SULL’ANTICO SCRITTO DAL MINISTRO GIULI? – “BRU-NEO” PORTA CON SÉ L’IDEA DI AMOVIBILITÀ DELL’ANTICO MENTRE CARANDINI L’ANTICO L’HA DAVVERO STUDIATO E CERCA ANCORA DI METTERLO A FRUTTO – CON LA SUA PROSTRAZIONE “BACIAPANTOFOLA”, VESPA NELLA PUNTATA DI IERI DI “5 MINUTI” HA INANELLATO DOMANDE FICCANTI COME: “E’ DIFFICILE PER UN UOMO DI DESTRA FARE IL MINISTRO DELLA CULTURA? GIOCA FUORI CASA?”. SIC TRANSIT GLORIA MUNDI – VIDEO

banca generali lovaglio francesco gaetano caltagirone philippe donnet alberto nagel milleri

DAGOREPORT - DA QUESTA MATTINA CALTAGIRONE HA I SUDORI FREDDI: SE L’OPERAZIONE DI ALBERTO NAGEL ANDRÀ IN PORTO (SBARAZZARSI DEL CONCUPITO “TESORETTO” DI MEDIOBANCA ACQUISENDO BANCA GENERALI DAL LEONE DI TRIESTE), L’82ENNE IMPRENDITORE ROMANO AVRÀ BUTTATO UN PACCO DI MILIARDI PER RESTARE SEMPRE FUORI DAL “FORZIERE D’ITALIA’’ - UN FALLIMENTO CHE SAREBBE PIÙ CLAMOROSO DEI PRECEDENTI PERCHÉ ESPLICITAMENTE SOSTENUTO DAL GOVERNO MELONI – A DONNET NON RESTAVA ALTRA VIA DI SALVEZZA: DARE UNA MANO A NAGEL (IL CEO DI GENERALI SBARRÒ I TENTATIVI DI MEDIOBANCA DI ACQUISIRE LA BANCA CONTROLLATA DALLA COMPAGNIA ASSICURATIVA) - PER SVUOTARE MEDIOBANCA SOTTO OPS DI MPS DEL "TESORETTO" DI GENERALI, VA BYPASSATA LA ‘’PASSIVITY RULE’’ CONVOCANDO  UN’ASSEMBLEA STRAORDINARIA CHE RICHIEDE UNA MAGGIORANZA DEL 51% DEI PRESENTI....