cetrioloni per l italia - meme by edoardo baraldi giorgia meloni economia crisi soldi

DAGOREPORT - TOH! AL TESORO GIORGETTI HA TROVATO…UN TESORO – IN UN CASSETTO DEL MEF SONO SPUNTATI 10 MILIARDI DI MAGGIOR GETTITO FISCALE: MA PER LA FINANZIARIA NON BASTERANNO - PER RISPETTARE IL PATTO DI STABILITÀ E PER DARE SEGUITO ALLE PROMESSE ELETTORALI OCCORRE UN ACCORDO DI MELONI CON L’UE: SENZA LA DILUZIONE IN PIÙ ANNI DEL PIANO DI RIENTRO E SUI PROGETTI DEL PNRR, SALTA TUTTO - TERRORE A PALAZZO CHIGI SUL REFERENDUM CONTRO L’AUTONOMIA: ALLA RACCOLTA FIRME RECORD SEGUIRÀ UN’ALTA AFFLUENZA? – MA LA VERA MINACCIA PER GIORGIA DUE-MELONI NON È LA POLITICA MA L'ECONOMIA. QUALCHE ANIMA PIA RICORDI AI FAZZOLARI DI PALAZZO CHIGI CHE PER CACCIARE DA PALAZZO CHIGI NEL 2011 IL PREMIER SILVIO BERLUSCONI, PUR FORTE DELLA MAGGIORANZA IN PARLAMENTO, BASTÒ ALL'UNIONE EUROPEA ORDINARE AI MERCATI DI DEMOLIRE IL GOVERNO A COLPI DI SPREAD....

DAGOREPORT

GIANCARLO GIORGETTI - GIORGIA MELONI

Il motivo per cui il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sostiene che la prossima legge finanziaria non sarà lacrime e sangue è perché al Mef si sono ritrovati, inaspettatamente, un bel tesoretto di almeno 10 miliardi di maggior gettito fiscale.

 

Questa montagna di denaro si deve al lavoro alacre di Ernesto Ruffini a capo dell’Agenzia delle Entrate, che incrociando i dati fiscali, sfruttando la fatturazione elettronica, l’utilizzo dei pagamenti digitali e i vari concordati, ha portato a casa un bel gruzzolo dalla lotta all’evasione, con la convinzione di riuscire a recuperare ancora più denaro nei prossimi mesi (si parla di 30 miliardi).

 

giorgia meloni a casa italia parigi 2024

Certo, il tesoretto dà ossigeno al Governo Ducioni, ma non basta a dribblare i legacci del nuovo Patto di Stabilità e senza un accordo quadro con la Commissione europea presieduta da Ursula von der Leyen per alleggerire le condizioni del piano di rientro del debito, con l'obiettivo di diluirle in più anni, la Melona non va da nessuna parte.

 

Passaggio ineludibile di questa trattativa sarà la ratifica del Mes (a cui l’Italia, unico dei 27 Paese dell’area Euro che non ha ancora dato l’ok) che Meloni e Salvini vedono come uno spauracchio.

 

I robusti assegni del Pnrr, ricevuti da Bruxelles, danno a Giorgia Meloni, a Giorgetti e al Tesoro, l’illusione di avere qualche cartuccia da usare in vista della prossima finanziaria, ma la premier e il suo ministro avranno conteggiato anche i futuri costi della “messa a terra” dei progetti legati al Recovery?

 

GIANCARLO GIORGETTI E GIORGIA MELONI - DEF - VIGNETTA DI ELLEKAPPA

Considerando che 4 gare su 5 sono impantanate tra  procedure burocratiche elefantiache e oggettiva difficoltà del “Sistema Italia” di spendere questa mole di denaro, sarà necessaria, anche in questo caso, una proroga: se Bruxelles non concede all’Italia di poter superare il limite previsto del 2026 per il compimento dei progetti Pnrr, per noi saranno dolori.

 

E non potremo, questa volta, neanche giocare di sponda con la Francia, che a differenza nostra, non solo ha ricevuto meno Pnrr dall’Ue, ma ha preso sostanzialmente soltanto i “grants”, cioè i sussidi che non dovranno essere restituiti con gli interessi e non vanno ad ingrossare il debito pubblico.

 

ursula von der leyen giorgia meloni g7 borgo egnazia

A preoccupare Palazzo Chigi è anche la situazione disastrosa in cui versa la sanità italiana: non ci sono coperture per snellire le liste d’attesa, e persino nella ricca ed efficiente Lombardia o si ricorre alla sanità privata o si aspetta un anno, anche per un esame di routine. Alla faccia dell’autonomia differenziata.

 

A proposito, la velocità con cui il comitato promotore ha raccolto in pieno solleone le firme per indire il referendum abrogativo (il mezzo milione necessario per procedere alla richiesta è in dirittura d’arrivo) ha sorpreso il Governo, che ora trema: se il referendum, promosso e sostenuto da quasi tutte le opposizioni (più gran parte di Forza Italia), dovesse raggiungere il quorum, per la maggioranza si profila una scoppola epocale.

 

meloni scholz

Altri calci in culo per il governo rischiano di arrivare dalle regionali in Liguria, Umbria ed Emilia Romagna, dove il campo largo potrebbe presentarsi compatto.

 

Giuseppe Conte ha provato a contendere a Elly Schlein il trono dell'opposizione ma una volta che è stato randellato alle elezioni europee, ha cambiato musica.

 

Da avvocato abile e pragmatico, l'ex azzeccagarbugli dello Studio Alpa ha prima deciso di trasformare il psico-movimento grillino in un partito radicalizzato sul territorio senza avere tra i piedi la norma demenziale del secondo mandato, quindi ha sfanculato quella macchietta che è diventato Beppe Grillo e ha accettato il ruolo di junior partner del Pd stringendoo accordi con la segretaria multi-gender per arrivare a candidature comuni per le tre regioni impegnate con l'elezione dei governatori.

 

E alla combriccola si è subito aggiunto quel gigolò da balera di Matteonzo Renzi, dall'alto del suo ennesimo fallimento nel progetto di costruzione del Terzo Polo, subito sconfessato da Marattin e altri cento di Italia Viva: a settembre è previsto il congresso che deciderà il loro futuro. Mentre Carlo Calenda, con la sua Azione, è in trattative con Tajani per traslocare in Forza Italia.

 

All’orizzonte, per Meloni e Giorgetti, si raddensano anche altre nubi, provenienti questa volta dalla Germania, dove la recessione in atto rischia di avere pesanti contraccolpi su tutto il comparto industriale del Nord-Est, che tradizionalmente fa affari con i colossi tedeschi. 

 

Tutto è in movimento ma la vera minaccia per Giorgia Due-Meloni non è la politica ma l'economia. Qualche anima pia ricordi ai Fazzolari di Palazzo Chigi che per cacciare da Palazzo Chigi nel 2011 il premier Silvio Berlusconi, pur forte della maggioranza in Parlamento, bastò all'Unione Europea ordinare ai mercati di demolire il governo a colpi di spread.

 

 

THE ECONOMIST - COPERTINA CON URSULA VON DER LEYEN, GIORGIA MELONI E MARINE LE PEN - LE TRE DONNE CHE PLASMERANNO L'EUROPA stima affluenza referendum autonomia - sondaggio noto per repubblicaGIORGIA MELONI E URSULA VON DER LEYEN ursula von der leyen e giorgia meloni a forli GIORGIA MELONI IN CINA - VIGNETTA BY MANNELLI - IL FATTO QUOTIDIANO

 

Ultimi Dagoreport

giorgia meloni elly schlein

DAGOREPORT - COME DESTABILIZZARE IL NEMICO PIÙ INTIMO? SEGUITE IL METODO MELONI: AD OGNI INTRALCIO CHE SI INVENTA QUEL GUASTAFESTE DI SALVINI, LA MINACCIA DELLA DUCETTA È SEMPRE LA STESSA: ANDIAMO AL VOTO ANTICIPATO E VEDIAMO QUANTO VALE NELLE URNE ‘STO CARROCCIO - QUESTO RITORNELLO MELONIANO DI ANTICIPARE DI UN ANNO LE POLITICHE 2027, PERCHÉ NON LO FA SUO ANCHE ELLY SCHLEIN? ANZICHÉ STAR LÌ A PIAGNUCOLARE DI “SALARIO MINIMO”, DI “POLITICA INDUSTRIALE CHE NON C’È” E DI “CETO MEDIO IMPOVERITO”, SE L’ITALIA VA A PUTTANE, METTA L'ARMATA BRANCA-MELONI IN DIFFICOLTÀ: SI TOLGA L’ESKIMO DA GRUPPETTARA E LANCI LEI A GRAN VOCE UNA BELLA CAMPAGNA FATTA DI SLOGAN E FRASI AD EFFETTO PER CHIEDERE LO SFRATTO DEL GOVERNO, LANCEREBBE COSI' UN GUANTO DI SFIDA ALL’ARROGANZA DELLA DUCETTA, METTENDOLA IN DIFFICOLTÀ E NELLO STESSO TEMPO RIUSCIREBBE A TRASMETTERE AL POPOLO DISUNITO DELL’OPPOSIZIONE UN SENTIMENTO FORTE, AFFINCHE' IL SOGNO DI MANDARE A CASA GIORGIA MELONI POSSA DIVENTARE REALTÀ - SE OGGI, LA STORIA DEI NUOVI MOSTRI POLITICI SI FONDA SULL’IMMAGINARIO, COSA ASPETTA ELLY SCHLEIN A CAMBIARE MUSICA?

orazio schillaci marcello gemmato paolo bellavite ed eugenio serravalle

DAGOREPORT – I DUE NO-VAX NOMINATI NEL COMITATO TECNICO SUI VACCINI SPACCANO FRATELLI D'ITALIA: MONTA IL PRESSING PER FAR DIMETTERE EUGENIO SERRAVALLE E PAOLO BELLAVITE DALL’ORGANISMO – IN MOLTI RITENGONO CHE IL RESPONSABILE POLITICO DELL’IMPROVVIDA DECISIONE SIA MARCELLO GEMMATO, FARMACISTA E POTENTE SOTTOSEGRETARIO ALLA SALUTE MELONIANO – IL MINISTRO ORAZIO SCHILLACI È FRUSTRATO DAI CONTINUI BLITZ POLITICI CHE LO PONGONO DI FRONTE A DECISIONI GIÀ PRESE: NON CONTA NULLA E TUTTI PRENDONO DECISIONI SULLA SUA TESTA. ORA SAREBBE INTENZIONATO A REVOCARE L’INTERO GRUPPO DI LAVORO SE I NO-VAX NON SLOGGIANO. ENTRO 48 ORE…

trump zelensky putin donald volodymyr vladimir

DAGOREPORT – ARMATI DI RIGHELLO, GLI SHERPA DI PUTIN E TRUMP SONO AL LAVORO PER TROVARE L’ACCORDO SULLA SPARTIZIONE DELL’UCRAINA: IL 15 AGOSTO IN ALASKA L’OBIETTIVO DEL TEPPISTA DELLA CASA BIANCA È CONVINCERE PUTIN AD “ACCONTENTARSI”, OLTRE DELLA CRIMEA, DEL DONBASS, RITIRANDOSI PERO' DALLE REGIONI UCRAINE OCCUPATE DALL'ESERCITO RUSSO: KHERSON E ZAPORIZHZHIA (CON LA SUA CENTRALE NUCLEARE) - TRUMP POTREBBE AGGIUNGERE LO STOP ALLE SANZIONI E CHISSÀ CHE ALTRO – PRIMA DI UN INCONTRO PUTIN- ZELENSKY, TRUMP PORTERA' I TERMINI DELLA PACE ALL'ATTENZIONE DEGLI ALLEATI EUROPEI DI KIEV - PER GARANTIRE L'EX COMICO CHE MOSCA NON SGARRERA', MACRON, MERZ E COMPAGNI PROPORRANNO L'INGRESSO DELL'UCRAINA NELL'UNIONE EUROPEA (CHE FA SEMPRE PARTE DELLA NATO) - PER L’ADESIONE UE SERVE L’OK DEI FILO-PUTINIANI ORBAN E FICO (CI PENSERÀ LO ZAR A CONVINCERLI) - UNA VOLTA FIRMATA, DOPO 6 MESI DEVONO ESSERE APERTE LE URNE IN UCRAINA - LA GAFFE: "VENERDI' VEDRO' PUTIN IN RUSSIA...": TRUMP SULLA VIA SENILE DI BIDEN? OPPURE....

antonio decaro michele emiliano roberto fico giuseppe conte elly schlein vincenzo de luca

DAGOREPORT - SCHLEIN E CONTE FANNO CAMPOLARGO (MA SOLO PER LE REGIONALI, PER ORA): DOPO GIANI IN TOSCANA E RICCI NELLE MARCHE, E' FATTA ANCHE PER I 5STELLE ROBERTO FICO IN CAMPANIA E PASQUALE TRIDICO IN CALABRIA (DOVE NON CI SONO CHANCE DI VITTORIA) - L'ULTIMO OSTACOLO RESTA VINCENZO DE LUCA, CHE CHIEDE DI NOMINARE IL FIGLIO, PIERO, SEGRETARIO DEL PD REGIONALE. MA ELLY NON VUOLE FARE LA FIGURA DA PERACOTTARA: FU LEI A COMMISSARIARE IL PARTITO, COME ATTO OSTILE NEI CONFRONTI DEL "CACICCO" DE LUCA, E A FAR FUORI SUO FIGLIO DA VICECAPOGRUPPO ALLA CAMERA - IN PUGLIA, QUEL CROSTONE DI EMILIANO È INDIGESTO A ANTONIO DECARO PER LA VECCHIA STORIELLA DELL'INCONTRO CON LA SORELLA DEL BOSS CAPRIATI, "PADRINO" DI BARI VECCHIA, RACCONTATA DAL GOVERNATORE URBI ET ORBI - VIDEO!

matteo salvini luca zaia alberto stefani luca de carlo

DAGOREPORT - VIA COL VENETO: LISTA ZAIA? E GIORGIA MELONI S'INCAZZA! - SE IMPORRA' IL SUO CANDIDATO, IL FRATELLONE D'ITALIA LUCA DE CARLO, SI RITROVERÀ UN LISTONE "DOGE" CHE PORTEREBBE VIA UN FIUME DI VOTI (E AVREBBE LA MAGGIORANZA DEI SEGGI, COMMISSARIANDO DI FATTO IL GOVERNATORE MELONIANO) - MATTEO SALVINI SPINGE FORTE SUL GIOVANE ALBERTO STEFANI, MA LA DUCETTA NON MOLLA L'OSSO DI CONQUISTARE LA RICCA REGIONE VENETA - IN BARBA AL SUO GROSSO BOTTINO DI CONSENSI, LA FIAMMA NON HA IN TASCA ALCUNA REGIONE DEL NORD (IN LOMBARDIA NON TOCCA PALLA: E' ROBA DI LA RUSSA...)