tria daniele franco

TOTO-PAZZIE MINISTERIALI - SI PARLA DI DANIELE FRANCO ALL'ECONOMIA. MA PERCHÉ SOSTITUIRE UN TECNICO CON UN ALTRO TECNICO? OTTO MINISTERI AL M5S E SETTE AL PD. E PER IL MINISTERO DELL'INTERNO, LA POLTRONA PIÙ CALDA, I NOMI SONO PANSA, GABRIELLI O IL PREFETTO MORCONE. CHE OGGI SI CANDIDA (O SI BRUCIA) CON QUESTA DICHIARAZIONE: ''IL DECRETO SICUREZZA BIS VA ABOLITO SUBITO''

1. ECONOMIA LA CARTA FRANCO SPADAFORA SOTTOSEGRETARIO SI APRE IL CASO QUOTE ROSA

Dino Martirano per il ''Corriere della Sera''

 

daniele franco

Otto ministeri al M5S e sette al Pd. Ma prima di parlare di nomi - è il tormentone che domina al tavolo della trattativa - bisogna sciogliere il nodo di Palazzo Chigi che, sostengono al Nazareno, non può essere lasciato sotto il controllo totale dei grillini: «Il problema non è il nome di Di Maio, ma è inaccettabile presidente e vice dello stesso partito». Dunque si parte da qui, dalla testa del governo Conte 2, per provare a simulare una possibile lista dei ministri che però rischia di diventare sempre più un rebus per il presidente incaricato.

mario morcone

 

Prima opzione: se il premier indicato dai grillini otterrà di avere a Palazzo Chigi Vincenzo Spadafora (M5S) come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, va da sé che ci sarebbe un unico vicepremier identificabile nel profilo del veterano Dario Franceschini (magari con la delega ai Rapporti con il Parlamento). Seconda opzione: la casella del sottosegretario alla presidenza (uno snodo cruciale nell' attività di ogni governo) viene assegnata a Paola De Micheli o allo stesso Dario Franceschini del Pd, non c' è più il vicepremier in quota dem. Terza opzione: il Pd cede alle richieste di Di Maio e così si viaggia con Conte più i due vice.

 

Il secondo blocco di problemi, per Conte, riguarda i tre ministeri chiave che andrebbero tutti o in parte a tecnici graditi al Pd sui quali, comunque, il Quirinale ha un' attenzione particolare. Agli Esteri, infatti, non è mai tramontata l' ipotesi di confermare Enzo Moavero Milanesi anche se in pista c' è sempre l' ex premier Paolo Gentiloni.

 

franco gabrielli (2) foto di bacco

All' Economia, tra i profili che risulterebbero compatibili con l' asticella della presidenza della Repubblica, ci sono quelli dell' ex ragioniere dello Stato, Daniele Franco (che conosce alla perfezione la macchina di via XX Settembre) e quello meno conosciuto in Italia, ma non a Bruxelles, dell' economista Marco Buti, ora direttore generale per gli affari economici e finanziari della Commissione Ue: in altre parole, Buti è l' euroburocrate che dà il via libera tecnico alla legge di Bilancio dei Paesi membri.

 

Al Viminale si parla di un prefetto sulla poltrona di ministro. I papabili, se il Pd non riterrà conveniente mandare un politico di rango (lo stesso Andrea Orlando, Ettore Rosato o Emanuele Fiano), sono tre: Mario Morcone, già capo di gabinetto di Marco Minniti e grande esperto di immigrazione, l' ex direttore del Dis Alessandro Pansa (che, alla guida del Dipartimento per le informazioni e la sicurezza, ha già consolidato il suo rapporto con il premier Conte) e il capo della polizia Franco Gabrielli che, però, poi avrebbe da ministro l' onere ma anche l' imbarazzo di dover indicare il suo successore al Dipartimento della pubblica sicurezza.

alessandro pansa

 

I Cinque Stelle, sempre aspettando altri nomi coperti che escono all' ultimo minuto, avrebbero Difesa (Di Maio), Giustizia (Alfonso Bonafede), Infrastrutture (Stefano Patuanelli), Riforme (Riccardo Fraccaro) la Sanità (Giulia Grillo), gli Affari regionali (Vincenzo Presutto), Mezzogiorno (Barbara Lezzi), Istruzione (Nicola Morra o Lorenzo Fioramonti).

 

C' è poi un altro nodo, segnalato dal segretario dem Nicola Zingaretti: «Visto il proliferare di indiscrezioni mi permetto di dire che un nuovo governo dovrà garantire un pieno riconoscimento delle differenze di genere». Come dire al M5S: noi facciamo la nostra parte ma voi fate la vostra. Per il Pd, che ha affidato alla vicesegretaria Paola De Micheli il compito di studiare i profili di possibili ministre, sono in pista la stessa De Micheli (sottosegretaria alla presidenza o ministra allo Sviluppo Economico), Lorenza Bonaccorsi e Monica Cirinnà (Pari opportunità), Anna Ascani (Beni culturali), Debora Serracchiani e Marina Sereni (Famiglia). Mentre Rossella Muroni (Leu), già alla guida di Legambiente, potrebbe andare al ministero dell' Ambiente.

 

francesco d'uva stefano patuanelli

Il numero dei ministeri rimarrebbe invariato: l' Agricoltura (Maurizio Martina del Pd se dovesse essere occupato il Mise) verrebbe separata dal Turismo destinato a entrare nell' orbita del Sviluppo economico. Ai Rapporti con la Ue potrebbe andare l' eurodeputato dem Roberto Gualtieri.

 

Le scelte sui ministri (due o tre ai renziani) non sono definitive: si tratta infatti di capire se si farà qualche eccezione per gli ex o se prevarranno i volti nuovi.

 

 

2. "IL DECRETO SICUREZZA BIS VA ABOLITO", DICE IL PREFETTO MORCONE

Alberto Ferrigolo per www.agi.it

 

"Il decreto Sicurezza bis a mio avviso va abolito. O quantomeno profondamente rivisto”. Prima di tutto perché “in più punti è incostituzionale”, secondo perché “non rappresenta la cultura e i valori del nostro Paese”. Parole e pensieri del prefetto Mario Morcone, classe 1952, già capo di gabinetto del ministro Minniti, tra i candidati in pectore a sostituire il ministro dell’Interno Salvini al Viminale, ministero della sicurezza. Che a proposito di migranti e dei 98 naufraghi a bordo della Mare Jonio aggiunge: “Sono il direttore del Consiglio italiano rifugiati: qualcuno può pensare che lasci questa gente in mezzo al mare?” dice a Il Fatto Quotidiano in edicola che lo intervista.

 

Morcone non condivide “assolutamente, ma stiamo scherzando?”, esclama, la politica dei porti chiusi attuata dal precedente inquilino del ministero dell’Interno, tantè che sui ministri Trenta e Toninelli che hanno firmato il divieto chiesto da Salvini ad accoglierli, dice chiaramente: “Non capisco perché i ministri Trenta e Toninelli lo facciano. Posso soltanto assistere e osservare”.

salvini migranti

 

 

Insomma, “è un fatto noto che a suo tempo, nel 2017, con le Ong abbiamo concordato un codice di comportamento” sostiene il prefetto Morcone, che precisa: “Un conto è un codice di comportamento, un altro è il decreto sicurezza bis, che prevede addirittura la chiusura dei porti con un decreto interministeriale”.

 

La posizione che lui ha condiviso allora è quella del confronto con le Ong su un sistema di regole giuste, “che consentissero loro di svolgere la missione umanitaria”, sottolinea Morcone, secondo schemi riconoscibili sul piano del diritto internazionale.

 

E rispetto a questi mesi recenti, dice con chiarezza: “Ho l’impressione che si sia voluto esagerare, immaginando di alimentare e ottenere il consenso, ma pensiamo solo alla chiusura dei porti: ha dei riflessi molto discutibili, non soltanto sotto l’aspetto costituzionale, ma anche sotto quello dei trattati internazionali”.

 

ANNA ASCANI

Quanto a un suo eventuale ruolo di guida del Viminale si limita solo a dire: “Penso che esistano persone più autorevoli di me, candidate per quella posizione, ma comunque sono certo che siamo solo alla fase delle schermaglie. Aspettiamo che il presidente Mattarella affidi l’incarico al presidente Conte. Per me, quello che conta, è che nasca un nuovo governo per il bene di questo Paese. Sono un europeista convinto”.

 

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